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ateismo e agnosticismo
documentazione cultura

CHI HA PAURA DEL NO VAT?

Dalla sua prima apparizione, nel 2006, la manifestazione No Vat si è
rivelata un ottimo analizzatore del livello di egemonia vaticana in questo
paese. L¹egemonia vaticana si manifesta non solo nelle aule parlamentari, ma
anche attraverso il silenzio dei media mainstream sul corteo No Vat e
soprattutto sulla funzione, attribuita alla forze dell'ordine, di 'contenere
e reprimere' le espressioni critiche nei confronti del dio-in-terra
Ratzinger.

Ricordiamo, l'11 febbraio 2006, al concentramento del primo corteo No Vat,
il sequestro da parte dei solerti Digos dello striscione delle compagne
Cobas con la scritta Ratzinger-Ruini pericolosi impiccioni. Atto di forza a
cui l'intero corteo rispose moltiplicando con cartelli e slogan quella
stessa scritta.

Il 14 febbraio 2009 la Digos ci riprova e si impunta, già alla partenza del
corteo, contro uno striscione del gruppo MEGA (Movimento emergente giovani
anticlericali) su cui era scritto Ratzi-nazi, accompagnato da un cartellone
che rappresenta Ratzinger con i baffetti alla Hitler e la svastica sullo
sfondo. Striscione e cartellone, però, riescono a sfilare per tutto il
percorso, la voce della minaccia si sparge e le/gli attiviste/i di MEGA
ricevono la solidarietà e la protezione dell'intero corteo. Ma i soliti
solerti aspettavano dietro l'angolo e, alla fine della manifestazione,
mentre quelle/i di MEGA stanno allontanandosi da Campo de' Fiori, vengono
fermati da circa dieci agenti della Digos che, dopo l'identificazione,
portano in questura un'attivista per procedere con il sequestro del
cartellone e dello striscione 'incriminati'. L'attivista viene indagata per
'vilipendio a Capo di Stato estero'.

Il fatto si aggiunge al fermo delle/i 13 attiviste/i di Facciamo Breccia per
l'occupazione simbolica di piazza San Pietro lo scorso anno ­ occupazione
con cui si voleva protestare contro il divieto che il Pride arrivasse in
piazza S. Giovanni.

Il testo d'indizione del No Vat 2009, a 80 anni dai Patti lateranensi,
recitava:
<<Stipulati per la difesa dei reciproci privilegi, i Patti lateranensi e la
loro versione aggiornata nel Concordato dell´84 sono potenti strumenti di
controllo. In loro nome la religione cattolica e i suoi simboli continuano
ad imperversare, alimentando la logica dello "scontro di civiltà" e un clima
in cui autodeterminazione, laicità, ateismo e libertà di pensiero sono
stigmatizzati e spesso puniti come atti di terrorismo culturale>>.

Dunque non avevamo nessun bisogno della solerzia delle 'guardie italiane'
(ma non bastano quelle svizzere?) per avere conferma del totale asservimento
delle istituzioni nella difesa dei privilegi e dello strapotere vaticani.
Ratzinger può stigmatizzare e criminalizzare chiunque voglia
autodeterminarsi, ma non è permesso esprimere alcuna critica alle sue
parole. Non è nemmeno concesso di ricordare i suoi trascorsi nazisti né di
proferire parola sulla riabilitazione di vescovi negazionisti, sulla
santificazione dei torturatori delle dittature latinoamericane, sulla
beatificazione di centinaia di franchisti.

Lo abbiamo detto in corteo e lo ribadiamo di nuovo: lo stato sta mettendo in
atto, col pretesto della sicurezza, una 'pulizia etnica' contro tutte le
individualità, soggettività ed espressioni che non corrispondono ad una
'norma' imposta in maniera sempre più autoritaria e integralista.
Ai solerti guardiani di questa norma/lità fatta di sfruttamento e barbarie
rispondiamo che il vero e unico vilipendio che riconosciamo è quello alla
laicità e all'autodeterminazione e che non intendiamo fare alcun passo
indietro.
Non abbiamo paura di fare paura.

Tutta la solidarietà e l'appoggio di Facciamo Breccia a MEGA ed in
particolare all'attivista indagata.

Coordinamento Facciamo Breccia

febbraio 2009