Gli Ogm come
non ve li hanno mai raccontati: 4 giornate a Milano, Bologna, Firenze e
Roma
Percy e Louise Schmeiser sono una coppia di anziani agricoltori del
Saskatchewan (Ca-nada).
Nel 1998 nei loro campi sono state trovate piante di canola (la colza
da olio canadese) ge-neticamente modificata per la resistenza
all’erbicida Round Up.
Infastidita dall’evento (da decenni selezionava proprie varietà
di alta qualità e resistenti ai forti venti che spazzano le
prairies canadesi), la coppia si attendeva scuse e una qualche forma di
indennizzo.
Al contrario, si è vista chiedere da Monsanto 120.000 dollari
per la violazione del brevetto di cui la casa biotech è titolare
esclusiva.
La causa, con ingenti spese legali per i due plurisettantenni (con
figli e nipotini, del tutto privi del phisique du role dei
contestatori), si è trascinata per anni e si è conclusa
nel 2004 con la loro condanna.
Anche se con una risicata maggioranza di 5 giudici a 4, la Corte
suprema canadese ha infatti sentenziato che non importava che la
violazione di brevetto (o contaminazione, a seconda dei punti di vista)
fosse non solo non voluta dagli Schmeiser, ma addirittura sgradita, e
che non aveva assolutamente rilievo il modo in cui fosse accaduta. Il
solo fatto che sui loro campi si trovasse DNA sotto brevetto era
sufficiente a imporre il pagamento dei diritti di proprietà
intellettuale a favore di Monsanto.
Da allora, la coppia si è impegnata con passione per la
presentazione della sua esperienza, ottenendo nel 2007 il Right
Livelihood Award (il premio Nobel alternativo) conferito al Parlamento
svedese.
“Prima della causa, non avevo mai conosciuto nemmeno un rappresentante
di Monsanto. In 60 anni, non avevo mai acquistato le loro sementi e non
avevo mai partecipato a un loro incontro”, dice Percy, condannato a
essere cliente di Monsanto per sentenza.
Lo scenario preoccupante che si prospetta se non sarà messa mano
a una chiara e puntuale normativa complessiva, vede per gli agricoltori
le cui coltivazioni venissero accidentalmente contaminate da pollini
OGM il rischio di vedersi intimare il pagamento di royalties, per il
solo fatto di “detenere”, anche se del tutto involontariamente,
materiale genetico brevettato.
Per i prodotti coltivati in Italia il problema non si pone. Per ora: in
un meeting della Fao, lo scorso gennaio il ministro delle Politiche
agricole alimentari e forestali Luca Zaia ha infatti dichiarato:
"Personalmente sono totalmente contrario agli OGM, ma il governo ancora
non si è espresso sul tema".
Aspetti brevettuali a parte, gli Schmeiser ritengono impossibile la
coesistenza tra piante OGM e tradizionali: “non è possibile
"trattenere" gli OGM: una volta che si introduca una nuova forma di
vita nell'ambiente, non c'è più modo di richiamarla
indietro. Non si può trattenere il vento, né il trasporto
dei semi da parte di uccelli, api e altri animali. Gli OGM si
diffonderanno ovunque con la stessa facilità con la quale
è avvenuto nelle nostre prairies”.
“Mia moglie ed io abbiamo 77 e 78 anni. Non sappiamo quanti anni
abbiamo ancora a disposizione e come nonni ci chiediamo che tipo di
eredità vogliamo lasciare ai nostri nipoti. I nostri nonni e i
nostri genitori ci hanno lasciato un'eredità di terra
coltivabile. Noi non vogliamo lasciare un'eredità di terra, aria
e acqua sature di veleni”.
Percy e Louise Schmeiser saranno in Italia dal 26 febbraio al 4 marzo,
chiamati da Naturasì, Coop, Commissione internazionale per il
futuro dell’alimentazione e dell’agricoltura e dalla Cia
–Confederazione Italiana agricoltori.
Ecco il calendario:
26 febbraio 2009 ore 18 Milano (Hotel ATA Fiera in Viale
Boezio).Interverranno anche Giulia Maria Mozzoni Crespi (presidente del
Fai Fondo per l’ambiente italiano e conduttrice dell’azienda agricola
biodinamica Cascine Orsine), Joseph Wilhelm (presidente della
società tedesca di prodotti biologici Rapunzel e promotore della
marcia europea No-OGM), Fabio Brescacin (amministratore delegato di
Ecor/NaturaSì).
27 febbraio2009 ore 20,30 Bologna (Ambasciatori, via Orefici 19),
Interverranno l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, il
preside della facoltà di Scienze agrarie Andrea Segrè, il
presidente di FederBio Paolo Carnemolla e il responsabile Innovazione e
valori di Coop Italia Claudio Mazzini.
2 marzo 2009 ore 18 Firenze (Ospedale degli Innocenti, piazza SS.
Annunziata).Intreverranno Ugo Biggeri (Terra Futura), Maria Grazia
Mammuccini, amministratrice dell’Arsia/Regione Toscana e Viviano
Venturi, agricoltore custode toscano.
4 marzo 2009 ore 10,30 Roma (Confederazione italiana agricoltori, Via
Mariano Fortuny 20). Interverranno il presidente nazionale Cia Antonio
Politi, il presidente nazionale Legambiente Vittorio Cogliati Dezza e
il presidente di Legacoop agroalimentare Luciano Sita.