mobilitiamoci, informiamo, facciamo girare queste testimonianze delle
atrocità subite dal popolo di Gaza, carne e sague del popolo
palestinese. Chiediamo ai nostri partiti, alle nostre associazioni, ai
nostri sindacati di mobilitarsi, subito! Nella striscia di Gaza capita
anche che una bambina non muoia sotto le bombe, ma di stenti, freddo,
paura. Si chiamava Cristine. ----------------------
Riusciamo a vedere i vostri telegiornali e restiamo costernati per le
bugie che sentiamo: anche Cristine era una pericolosa terrorista?
Parlando con Padre Manuel Musallam
3/1/2009
“Cristine è una vittima ‘indiretta’ dei bombardamenti israeliani
di quest’ultima settimana… è morta di paura, di stenti e di
freddo; e come lei ci sono migliaia di minori, di bambini e
adolescenti, che non resistono al continuo martellamento dei
bombardamenti, ai boati tremendi che il resto del mondo si ostina a non
sentire o a definire incidenti collaterali”.
Padre Manuel Musallam, parroco della Sacra Famiglia, unica chiesa
cattolica della Striscia, parla alla MISNA di Cristine al-Turk, una
ragazza di 16 anni morta ieri nella sua casa della città di Gaza
nel quartiere di Rimal non perché colpita da un ordigno
israeliano o da un crollo ma di stenti, di freddo, dopo giorni e giorni
di terrore.
Nella Striscia, per divieto di Israele, non sono ufficialmente presenti
operatori dell’informazione stranieri e padre Musallam è
diventato, non solo per la MISNA, un punto di riferimento anche per
notizie sulle condizioni dei circa 3000 cristiani presenti a Gaza.
Le sue descrizioni, testimonianze senza fronzoli, chiare e
inconfutabili, raccontano anche le storie dei ‘piccoli’, degli
innocenti, della gente di solito anonima e ignorata come Cristine,
quello che le grandi cronache di guerra e i freddi bilanci non fanno
sapere.
“Da giorni - continua - stanno colpendo Gaza dal mare con le loro navi
da guerra, dall’alto con aerei ed elicotteri, da terra con carri armati
e cannoni; vengono colpite case di civili con dentro persone”.
Gli abitanti di Gaza uccisi in una settimana, dopo le 750 incursioni
aeree ammesse da Israele, sono, secondo fonti mediche locali, 436,
almeno un quarto civili dice l’Onu, inclusi 75 bambini e 21 donne.
Cristine frequentava la scuola diretta da padre Musallam ed era una
cristiana della piccola comunità greco-ortodossa.
“Avrebbe potuto anche essere musulmana - continua padre Musallam - ma
che importanza ha?
Nelle stesse ore Iyad, Mohammed e Abdelsattar al-Astal – tre fratellini
di età compresa tra i 7 e i 10 anni - sono stati uccisi da un
missile vicino alla loro abitazione ad al-Qarara. I missili qui non
guardano in faccia, non bussano a nessuna porta. Uccidono”.
E’ stanco, ma non vuole fermarsi padre Musallam, racconta di come la
gente abbia saputo di proteste e manifestazioni a loro favore in
diverse città e paesi del mondo, racconta della rabbia di dover
sentire solo una verità.
“Riusciamo a vedere i vostri telegiornali – continua – e restiamo
costernati per le bugie che sentiamo.
Quanto vale la vita di un palestinese?
Perché un razzo artigianale lanciato dalla resistenza
palestinese - ordigni che dal 2002 ad oggi avranno causato al massimo
una decina di vittime - fa più notizia di 432 persone morte in
una settimana?
Israele dice che teme le minacce palestinesi e intanto ci butta in
mare;
dice che teme i razzi e intanto ci bombarda;
dice che siamo terroristi e intanto uccide indiscriminatamente…:
la verità è il primo pilastro della pace;
la verità è che fino al 1948 Israele non esisteva, la
Palestina tutta non era un deserto ma era abitata dai palestinesi;
la verità è che prima ci hanno cacciato e adesso tentano
di cancellare quel che resta di un popolo mentre il resto del mondo
gira gli occhi dall’altra parte.
La verità è il solo strumento che abbiamo per riaprire il
processo di pace; perché noi ancora ci crediamo”.
Anche in memoria di Cristine che “aveva un sogno - ricorda padre
Musallam - poter uscire da questa prigione dove è nata e
viaggiare, vedere con i suoi occhi i posti di cui parlavamo in classe,
vedere Gerusalemme, i luoghi dell’altra Palestina, la Cisgiordania,
visitare i monumenti e le città che poteva vedere solo sui libri
in foto; questo era il suo sogno, ma anche quello di migliaia di
bambini che qui sono nati e morti”.