Marzabotto, Italia occupata, 1944:
La mattina del 29 settembre, prima di muovere all'attacco dei
partigiani, quattro reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS
che soldati della Wermacht, accerchiarono e rastrellarono una vasta
area di territorio compresa tra le valli del Setta e del Reno,
utilizzando anche armamenti pesanti. «Quindi – ricorda lo
scrittore bolognese Federico Zardi – dalle frazioni di Panico, di Vado,
di Quercia, di Grizzana, di Pioppe di Salvaro e della periferia del
capoluogo le truppe si mossero all'assalto delle abitazioni, delle
cascine, delle scuole», e fecero terra bruciata di tutto e di
tutti.
Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, la popolazione atterrita si
rifugiò nella chiesa di Santa Maria Assunta, raccogliendosi in
preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una raffica di
mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le
altre persone, raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 195 vittime,
di 28 famiglie diverse tra le quali 50 bambini. Fu l'inizio della
strage. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu
setacciato dai soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La
violenza dell'eccidio fu inusitata: alla fine dell'inverno fu ritrovato
sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini.
Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze,
il bilancio delle vittime civili si presentava spaventoso: oltre 800
morti. Le voci che immediatamente cominciarono a circolare relative
all'eccidio furono negate dalle autorità fasciste e dalla stampa
locale (Il Resto del Carlino), indicandole come diffamatorie; solo dopo
la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l'entità
del massacro. Fonte: Wikipedia
Gaza, Palestina occupata, 2009:
Intanto l'Onu rivela che l'esercito israeliano ha ucciso in un
bombardamento 30 civili che facevano parte di un gruppo di 110
palestinesi che avevano riunito in una casa di Gaza. «Secondo
diverse testimonianze, il 4 gennaio, dei soldati hanno evacuato e
raggruppato circa 110 palestinesi in una sola casa a Zeitun (di questi
la metà erano bambini) ordinando loro di restare all'interno
dell'immobile», afferma l'ufficio Onu per il coordinamento
umanitario (Ocha) in un comunicato. «Ventiquattr'ore più
tardi, le forze israeliane hanno bombardato a più riprese quella
casa, uccidendo circa 30» persone, aggiunge il comunicato.
Secondo una stima delle Nazioni Unite, inoltre, almeno 257 bambini
palestinesi sono rimasti uccisi dall’inizio delle operazioni militari
nella Striscia di Gaza. Nel suo ultimo bilancio rilasciato oggi, l’Onu
ha spiegato inoltre che altri 1.080 bambini sono rimasti feriti dal 27
dicembre scorso, primo giorno di incursioni aeree israeliane in
territorio palestinese. Fonte: Il Corriere della Sera