DICHIARAZIONE DEL COMPAGNO SA'ADAT DAVANTI AL TRIBUNALE MILITARE -
25/12/08
Per cominciare, io non sono qui per difendermi davanti alla vostra
corte. Ho già sostenuto che non riconosco la legittimità
di questo tribunale dal momento che esso è, in base alla legge
internazionale, un'estensione dell'occupazione illegale, di fronte alla
quale si pone il legittimo diritto del nostro popolo a resistervi.
Torno a riaffermare questa posizione oggi; inoltre, questo tribunale si
basa sulle leggi d'emergenza britanniche del 1945, riguardo alle quali
uno dei dirigenti del partito laburista sionista affermò, dopo
la loro approvazione, che erano peggiori delle leggi naziste. Aggiunse,
"E' vero che i crimini nazisti non raggiunsero il livello del crimine
di questa legislazione."
Così sono qui per difendere il mio popolo ed il suo legittimo
diritto all'indipendenza nazionale, all'autodeterminazione e il diritto
al ritorno. Questi diritti sono garantiti dalla legge internazionale,
dal diritto umanitario e dalle risoluzioni dell'ONU, così come
dalle più recenti raccomandazioni del Tribunale de L'Aia sul
muro.
Difendo il diritto del nostro popolo alla pace ed alla stabilità
non solo in questa regione ma nel mondo intero. Sicurezza e
stabilità non potranno mai essere raggiunte in Palestina o nella
regione e nel mondo finché ci sarà una politica basata
sulla logica dell'occupazione e dell'imposizione delle cose sugli
uomini, sia che avvenga tramite invasione militare sia tramite
occupazione, come in Palestina.
Ancora una volta oggi sono qui davanti a questo tribunale, meccanismo
per la soppressione del nostro popolo e strumento di oppressione, che
è incapace di porre fine alla resistenza ed è un esempio
dell'incapacità dell'occupazione e delle sue politiche di
imporsi alla gente. Se rivedessimo i dossier dei prigionieri
dell'occupazione sionista della Palestina, scopriremmo che molti sono
detenuti per la seconda o terza volta, perché il meccanismo non
è riuscito ad impedire al nostro popolo o ai nostri militanti di
lottare per i nostri diritti.
Questo, alla stregua di molti altri esempi del fallimento
dell'occupazione e dei suoi strumenti per sopprimere il nostro popolo e
per annientare la nostra resistenza, e questi tribunali rimarranno
fintantoché esisterà l'occupazione che continuerà
a scontrarsi con la resistenza del nostro popolo.
L'attuale politica dell'occupazione e la logica di imposizione con la
forza non porteranno sicurezza ad Israele né agli altri stati
coinvolti nell'occupazione. La via per raggiungere sicurezza,
stabilità e pace nella regione è la fine dell'occupazione
e l'implementazione delle risoluzioni della legalità
internazionale riguardanti la causa palestinese, in modo da garantire
un clima in cui una soluzione democratica, pacifica e umana alla crisi
palestinese ed al conflitto arabo-sionista. È l'unica strada per
mettere fine a violenza e spargimento di sangue da entrambe le parti.
Infine, ho già sottolineato nelle mie precedenti dichiarazioni
la mia posizione rispetto alla cosiddetta "lista delle accuse", redatta
per giudicarmi. Ora ribadisco la stessa posizione dopo che la vostra
corte deciderà, in forma unilaterale, comica e fittizia la via
per raggiungere la propria risoluzione sotto la mera immagine di un
"tribunale". Le sentenze di condanna erano già conosciute
previamente e pre-determinate dalle relazioni delle autorità
politiche e dei servizi di sicurezza, "legittimate" dal tribunale.
Questo è il fondamento della mia posizione: sono orgoglioso del
popolo Palestinese e della sua resistenza politica e nazionale e della
loro giusta lotta per raggiungere i suoi diritti nazionali. Allo stesso
modo sono orgoglioso della fiducia accordatami dal Comitato Centrale
del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, eleggendomi
alla carica di Segretario Generale, e mi dispiace di non essere stato
in grado di svolgere pienamente i miei compiti. In primo luogo a causa
della detenzione da parte dell'Autorità Nazionale Palestinese
(ANP) e della perdita della mia libertà di lavorare, per
più di quattro anni; in secondo luogo, a causa della mia
detenzione in cui più di una parte – U.S.A., Gran Bretagna e ANP
– fu complice. Ma, malgrado ciò, e sia quel che sia la sentenza
che andate ad emettere ed eseguire – perché possedete la forza
per farlo -, non potete fermare la lotta, insieme al mio popolo,
qualunque sia lo spazio in cui potrò muovermi.
Lunga vita alla lotta del popolo palestinese!
Ahmad Sa'adat
(Segretario Generale del Fronte popolare per la Liberazione della
Palestina)
I MASSACRI A GAZA UCCIDONO OLTRE 313 PERSONE! ORA È TEMPO DI
UNITÀ E RESISTENZA - 28/12/08
Più di 313 persone sono state uccise e 1400 ferite nel criminale
massacro commesso dagli occupanti sionisti il 27 dicembre 2008 contro
la popolazione palestinese di Gaza. Gli occupanti hanno sparato decine
di missili dagli elicotteri Apache e dagli F-16 verso parecchi edifici
del governo di Gaza, direttamente in mezzo a quartieri densamente
abitati, mentre molti insegnanti e studenti tornavano da scuola. Le
proteste sono scoppiate lungo l’intera West Bank e nel mondo Arabo in
lotta, e per la brutalità di questi crimini di massa è
nato ovunque un sentimento di sdegno.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina si è
appellato alla più forte resistenza, per rispondere ai massacri
contro la nostra gente, per invocare l’immediata unità nazionale
del popolo Palestinese, per ricevere l’occupante con decisione a
dispetto dei suoi crimini brutali. Il comunicato del FPLP ha fatto
appello a tutte le forze di resistenza, perché si unissero
subito e si coordinassero per affrontare la provocazione di questi
attacchi contro la nostra gente.
Il FPLP ha addossato agli Stati Uniti la responsabilità degli
attacchi, in quanto alleati strategici degli occupanti, poiché
lavorano da sempre insieme nel massacro del popolo Palestinese,
perché forniscono le armi usate dagli occupanti contro la nostra
gente. Il comunicato ha poi anche fatto emergere la complicità
dei regimi arabi in questi crimini, in particolare del regime egiziano,
che partecipa attivamente nel blocco e nell'assedio della popolazione
Palestinese, concertando con l’occupante i suoi piani su Gaza. Questi
massacri si stanno svolgendo anche a causa del silenzio e della
complicità Araba e internazionale.
Il FPLP ha fatto appello alla fine immediata di tutte le trattative con
il brutale occupante e ha affermato che se queste non cesseranno
immediatamente, Abu Mazen si deve dimettere. La natura del nemico
Sionista e la sua dedizione alla decimazione del popolo palestinese si
palesa anche in questa serie di attacchi, calcolati per causare i
massimi danni materiali e umani. Negli ultimi 60 anni c’è stata
una storia ininterrotta di crimini contro la nostra gente e questa non
è che l’ulteriore espressione della natura dello stato coloniale
illegittimo che si è impiantato nel territorio palestinese e che
continua a vivere con il sostegno statunitense.
Il comunicato termina con un appello a tutti i combattenti e i soldati,
invitandoli a resistere con forza all’occupazione e ai suoi massacri
attraverso tutti i metodi e le forme di azione, facendo appello alla
solidarietà più forte fra gli arabi e a livello
internazionale, invita la gente a scendere per le strade, a
manifestare, marciare e a dichiarare che questi crimini sono
inaccettabili, che gli arabi e il mondo sono con la Palestina e il
popolo palestinese, e che non permetteranno che questi crimini
continuino né permetteranno ai regimi arabi e internazionali di
essere complici silenziosi o di essere attivamente coinvolti
nell’occupazione.
Il popolo palestinese accoglierà questi massacri con
risolutezza, forza, unità e resistenza e tutti i crimini, i
massacri, i bersagli civili, come i quartieri residenziali, gli
studenti e gli insegnanti, non freneranno la resistenza del nostro
popolo; di fronte alla brutalità che rende chiara la vera faccia
dell’occupante al mondo intero i palestinesi sapranno essere uniti!
L’AUTORITÀ PALESTINESE È RESPONSABILE DEI CRIMINI CONTRO
IL COMPAGNO SA’DAT! - 28/12/08
La compagna Leila Khaled, membro del Fronte Popolare per la Liberazione
della Palestina, ha salutato con orgoglio il compagno Ahmad Sa’dat,
leader del Fronte, per la sua presa di posizione eroica e il suo
rifiuto di riconoscere il tribunale illegittimo durante la sentenza
illegale che si è svolta il 25 dicembre 2008.
In un’intervista al canale satellitare Al-Quds, la compagna Khaled ha
dichiarato che il processo del compagno Sa’dat è un processo a
tutto il movimento nazionale palestinese rappresentato dal Segretario
Generale del Fronte Popolare e dalla lotta di massa del nostro popolo.
La compagna Khaled ha ritenuto l’Autorità Palestinese
responsabile della carcerazione, sottolineando che è stata
l’Autorità che ha tenuto Sa’dat nella Guantanamo palestinese, la
prigione di Gerico, per ben quattro anni, e che ha accettato la sua
detenzione come parte di una più larga “cooperazione per la
sicurezza”. La prigione dalla quale Sa’dat fu rapito era controllata
dalle forze di sicurezza dell'ANP.
La compagna Khaled ha espresso solidarietà a tutti i prigionieri
delle carceri occupate e ha notato che le prigioni sono piene di
attivisti e combattenti che lottano per il loro popolo e contro
l’occupazione. Khaled ha chiesto la fine delle futili e logoranti
trattative tra l’Autorità Palestinese e Israele, specificando
che il rilascio dei prigioni non avverrà pregando l’occupante in
ginocchio.
Ha affermato che il compito urgente per il popolo palestinese è
di costruire un'unità nazionale basata sulla resistenza
all’occupazione e di sostenere i suoi principi, precisando che la
vittoria non può essere raggiunta senza unità. Tutti i
leaders palestinesi in prigione, ha notato, compreso il compagno
Sa’dat, il Dr. Aiziz Dweik e Marwan Barghouthi, continuano a fare
appello all’unità nazionale.
Leila Khaled ha concluso dicendo che la nostra gente non ha altra
scelta che prendere la strada della resistenza e che, fin quando ci
sarà l’occupazione, ci sarà una resistenza forte e decisa.
L’FPLP CHIAMA LE FORZE ARABE ED INTERNAZIONALI AD INTENSIFICARE LE
PROPRIE AZIONI E SOLIDARIETÀ - 03/01/09
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP), il 3
gennaio 2009, ha esortato il popolo arabo e tutte le forze progressiste
nel mondo ad intensificare tutte le forme di resistenza contro i nemici
sionista ed imperialista.
L’FPLP ha notato la risposta di massa del popolo arabo, che è
sceso nelle strade in tutta la patria araba in sostegno alle proprie
sorelle e ai propri fratelli che resistono e sono assediati a Gaza, ed
esorta questa resistenza a continuare e ad intensificarsi. Il Fronte
lancia poi un appello alla resistenza popolare ed armata contro gli
occupanti e gli invasori della nostra terra, ad intensificare e
potenziare le proprie azioni, in modo che come il nemico si
sforzerà di moltiplicare i suoi crimini a Gaza avrà la
risposta della resistenza ed il fuoco della rabbia e la determinazione
della gente ovunque.
Inoltre, il FPLP chiama le forze progressiste di tutto il mondo a
proseguire e estendere le proprie azioni e la mobilitazione contro i
crimini israeliani e la complicità e il sostegno degli U.S.A. e
dell’Unione Europea in questa guerra contro il nostro popolo. L’FPLP
accoglie positivamente la mobilitazione di massa nelle città del
mondo – Londra, New York, Parigi, Oslo, Brasilia, Lima, Roma, San
Francisco, Chicago, Città del Messico, Bogotà, Manila,
Jakarta, Kuala Lumpur e ovunque – ed esorta a continuare la pressione
sui propri governi.
L’FPLP infine dichiara che questi sono un momento ed una battaglia
storici, una lotta per l’esistenza della resistenza e del futuro della
causa palestinese. Ora è il tempo di affrontare questa sfida,
così come la resistenza sta facendo a Gaza e nella West Bank,
con tutte le azioni e mobilitazioni più vigorose possibili,
nella patria araba e in tutto il mondo.
Verso la vittoria!
IL SEGRETARIO GENERALE SA’ADAT: TRASFORMARE GAZA IN UN CIMITERO PER I
SOLDATI OCCUPANTI - 5/01/09
Il compagno Ahmad Sa'adat, Segretario Generale del Fronte Popolare per
la Liberazione della Palestina, imprigionato in Israele, ha rilasciato
una dichiarazione dalla sua cella il 5 gennaio 2009, esortando
affinché Gaza si trasformi in un cimitero per gli occupanti e
affinché la resistenza palestinese si unisca e colpisca
l’occupazione in ogni luogo possibile, con l’obiettivo di sconfiggere
il nemico.
Il Segretario Generale Sa’adat ha anche chiesto alla Autorità
Palestinese nella West Bank di rilasciare immediatamente i propri
prigionieri politici e ha invitato il Presidente dell’ANP Mahmoud Abbas
a chiarire su che posizioni si trovi – dalla parte della resistenza o
da quella del nemico. L’appello del Segretario Generale è stato
largamente diffuso dai media arabi.
Aziz Dweik di Hamas e Marwan Barghouthi di Fatah, leaders nazionali
palestinesi rinchiusi anch’essi in carcere da Israele, hanno rilasciato
dichiarazioni che riecheggiano le opinioni del Compagno Sa’adat,
incitando all’unità nazionale ed alla resistenza agli occupanti.
La scorsa notte è stata rilasciata una dichiarazione dei
prigionieri politici palestinesi rinchiusi nelle galere israeliane,
sottoscritta da tutte le forze nazionali ed islamiche, in cui si lancia
un appello alla fermezza dinanzi ai crimini di Israele ed ai massacri a
Gaza e si spinge all’unità sul campo di battaglia nella lotta.
A GAZA CONTINUANO I MASSACRI
CONTRO IL NOSTRO POPOLO… LA RESISTENZA CONTINUA A COMBATTERE! - 05/01/09
Le Brigate “Abu Ali Mustafa” - l’ala militare del Fronte Popolare per
la Liberazione della Palestina - hanno reso noto di aver lanciato
missili e colpi da mortaio da 60 mm, contro le forze occupanti
israeliane nei pressi del valico di Karni, ferendo soldati e causando
perdite al nemico. Le Brigate “Abu Ali Mustafa” hanno inoltre riferito
di aver lanciato missili contro la zona occidentale di Naqab, Asqelan e
Netivot, come confermato dagli stessi mezzi d’informazione del nemico.
Le Brigate “Abu Ali Mustafa” hanno dichiarato che sorgeranno dalle
rovine di Gaza per continuare a combattere, confermando che tutti i
gruppi della resistenza sono uniti, determinati e completamente pronti
a fronteggiare l’offensiva di terra con le loro armi e con i loro corpi.
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina - infine - ha
dichiarato che la crudeltà del nemico non otterrà i suoi
obiettivi e che a dispetto di tutte le atrocità perpetrate
contro il popolo palestinese, la resistenza continuerà a lottare
e a combattere per conquistare la vittoria.
L’FPLP OMAGGIA IL VENEZUELA PER L’ESPULSIONE DELL’AMBASCIATORE DI
ISRAELE - 7/01/09
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) omaggia il
Presidente venezuelano Hugo Chavez e il popolo del Venezuela. Il
Venezuela ha espulso l’ambasciatore di Israele, Shlomo Cohen, insieme
ad altri sei impiegati dell’ambasciata, come gesto di
solidarietà al popolo palestinese e per protestare contro i
massacri israeliani a Gaza.
Il Venezuela ha preso questa decisione il 6 gennaio 2009, assumendo una
posizione di guida nell’isolare e nel denunciare i crimini del regime
di Israele contro il nostro popolo palestinese. Il Presidente Chavez ha
annunciato alla televisione venezuelana che il Presidente di Israele
dovrebbe essere condotto davanti ad un tribunale internazionale per i
crimini di guerra insieme al presidente degli Stati Uniti, denunciando
il silenzio internazionale sull’aggressione contro il popolo
palestinese. Chavez ha denunciato il massacro israeliano e definito
“vigliacche” le forze armate d’occupazione.
L’FPLP accoglie positivamente l’atto del Venezuela e lo riconosce come
ulteriore esempio della fermezza della leadership del Venezuela nel
contrastare l’imperialismo statunitense e l’ingiustizia internazionale,
e nell’agire in solidarietà con i popoli in lotta del mondo.
Saluta con favore Hugo Chavez e l’impegno del popolo venezuelano alla
solidarietà ed all’azione in appoggio al popolo palestinese.
L’FPLP inoltre si appella affinché quest’azione sia ripetuta in
tutto il mondo, esortando ad espellere gli ambasciatori
dell’occupazione da Il Cairo, da Amman, da ogni capitale araba ed
islamica e da ogni capitale del mondo, e invitando al completo e totale
isolamento, boicottaggio e ripudio internazionale dello stato occupante.
Il Ministro degli Esteri venezuelano ha denunciato Israele anche per
aver posto come bersaglio le scuole dell’UNRWA (United Nationss Relief
and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East - Agenzia
delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi
palestinesi nel vicino oriente) che servivano come rifugio, uccidendo
oltre 43 palestinesi, e ha chiesto che Israele e U.S.A. siano ritenuti
responsabili per i loro crimini contro il popolo palestinese,
equivalenti ad un olocausto di un moderno stato nazista.
L’FPLP RIFIUTA LA RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU CHE
PERMETTE CHE CONTINUINO L’ASSEDIO E IL MASSACRO CONTRO IL NOSTRO POPOLO
- 09/01/09
Il 9 gennaio 2009 il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina
(FPLP) ha affermato che la risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni Unite, approvata l’8 gennaio, non riesce a proteggere i
diritti fondamentali dei palestinesi, non condanna il massacro contro
la nostra gente e permette ad Israele di continuare la sua aggressione
e il suo assedio contro il nostro popolo.
Il compagno Dr. Maher al-Taher, membro dell’Ufficio Politico del FPLP e
leader della sua sezione in esilio, ha sostenuto che la risoluzione del
Consiglio di Sicurezza è un prodotto della forza e della tenacia
del popolo palestinese a Gaza, che ha costretto le istituzioni
internazionali a muoversi. Ha dichiarato che, nonostante ciò,
gli U.S.A. stanno lavorando con tutte le proprie forze al fianco del
loro partner strategico, Israele, per raggiungere politicamente
ciò che Israele non è riuscito ad ottenere attraverso
l’assassinio e la distruzione.
Il compagno Taher ha messo in risalto che la risoluzione non condanna
l’attacco israeliano e i crimini contro il nostro popolo, assumendo una
posizione cosiddetta “neutrale” tra la vittima e il carnefice, e che
consente la prosecuzione dell’aggressione.
Egli ha sottolineato fermamente che il FPLP rifiuta di accettare
qualsivoglia decisione o iniziativa internazionale che non condanni
l’aggressione contro il nostro popolo, che non chieda la fine
dell’attacco e quella dell’occupazione, e che non richieda la fine del
blocco contro il nostro popolo e l’immediata e permanente apertura dei
valichi, incluso quello di Rafah, evidenziando che qualsiasi iniziativa
a ciò contraria non sarà accettata, in ogni circostanza,
dal nostro popolo.
L’FPLP inoltre osserva che l’inefficacia di questa risoluzione è
resa palese dall’immediato rifiuto di Israele che, infatti, il 9
gennaio ha promesso di continuare ed estendere i suoi massacri contro
il nostro popolo. Ancora, l’FPLP ha affermato che il popolo palestinese
e le masse del mondo hanno forzato gli U.S.A. ad abbandonare la propria
iniziale posizione di bloccare qualsiasi iniziativa in seno al
Consiglio di Sicurezza, e che ora gli Stati Uniti stanno cercando di
usare la propria posizione nel tentativo di costringere i palestinesi
ad accettare condizioni umilianti, ingiuste ed illegittime, e in quello
di indebolire e distruggere la resistenza palestinese, e ribadisce che
questi tentativi falliranno miserabilmente, alla stessa maniera in cui
i massacri israeliani hanno fallito nel raggiungimento degli stessi
obiettivi.
La compagna Khalida Jarrar, membro dell’Ufficio Politico del FPLP, ha
asserito che la risoluzione equipara la vittima ed il carnefice laddove
si parla di un cosiddetto “mutuo cessate-il-fuoco” e manca
completamente l’obiettivo di porre termine all’aggressione contro la
nostra gente. Ha chiesto invece che sia presa una decisione vincolante
per mettere fine all’aggressione e per rompere l’assedio, con
l’inclusione dell’immediata apertura dei valichi di frontiera,
così come per perseguire per crimini di guerra gli ufficiali
israeliani. La compagna Jarrar ha affermato che il popolo palestinese
non ha opzioni, se non la resistenza e la fermezza, e che esso è
sostenuto dai popoli del mondo anche se la burocrazia internazionale
collabora al massacro dei palestinesi.
Il FPLP infine denuncia qualsiasi piano per una cosiddetta “forza
internazionale” a Gaza, e ritiene che queste richieste siano un
tentativo di indebolire i fondamentali diritti nazionali del popolo
palestinese e di imporre una forza internazionale in qualità di
protettrice dell’occupazione, per domare e disarmare il popolo
palestinese e la sua resistenza, e afferma che una tale presenza
sarebbe rifiutata da tutto il popolo palestinese.
IL BRACCIO MILITARE DELL’FPLP: LA RESISTENZA CONTINUA DI FRONTE AI
CRESCENTI MASSACRI - 10/01/09
L’8 gennaio 2009 le Brigate Abu Ali Mustafa, il braccio armato del
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, hanno annunciato la
crescente resistenza e l’aumento delle azioni militari contro
l’occupante. In serata le Brigate Abu Ali Mustafa hanno bombardato Kfar
Azza con tre missili Sumoud e colpito Sderot con due missili Grad. Le
Brigate Abu Ali Mustafa e tutte le forze della resistenza hanno messo
in risalto che le truppe d’occupazione stanno affrontando una forte
resistenza e duri scontri e sono incapaci d’avanzare.
Tutti i gruppi della resistenza palestinese riportano del lancio di
numerosi razzi contro l’occupante e che ci sono alti livelli di
coordinamento nello scegliere come bersagli molte aree dei territori
occupati. In feroci battaglie infuriate in tutta Gaza, fonti della
resistenza riportano che 23 soldati occupanti sono stati uccisi e 115
feriti.
Missili Katyusha lanciati dal Libano
Il 7 gennaio 2009 sono stati lanciati dal sud del Libano due missili
Katyusha, colpendo il territorio della Palestina occupata nel 1948, nei
pressi di Nahariya. I media hanno largamente comunicato del lancio dei
missili, che ha ferito 5 persone. Nessun gruppo ha rivendicato la
responsabilità per i missili, lanciati dal sud del Libano per la
prima volta dal 2006. Gli israeliani hanno immediatamente chiuso le
scuole e aperto i rifugi anti-bomba.
Parlando a proposito della resistenza di fronte ai duri attacchi, le
Brigate Abu Ali Mustafa hanno rilasciato una dichiarazione sostenendo
che la resistenza palestinese è impegnata nella lotta per
sconfiggere tutti i piani dell’occupazione, colpendo con tutte le forze
unite del popolo palestinese e della sua resistenza; hanno poi
sottolineato il completo fallimento delle forze di occupazione per
ciò che riguarda il dichiarato tentativo di porre fine al lancio
di missili da parte della resistenza, affermando che esso
continuerà fino a che continuerà l’occupazione.
IL COMPAGNO DR. MUHANNA RENDE
OMAGGIO ALLA RESISTENZA CHE CONTINUA - 10/01/09
Il compagno Dr. Rabah Muhanna, membro dell'Ufficio Politico del FPLP e
capo della sua sezione nella striscia di Gaza, ha richiesto l'8 gennaio
2009, la fine del massacro del nostro popolo a Gaza e la revoca
dell'assedio di Gaza, includendo l'apertura permanente di tutti i
valichi, in particolare quello di Rafah.
Il compagno Muhanna ha denunciato i brutali massacri da parte di
Israele e i crimini contro il nostro popolo palestinese a Gaza, come
gli attacchi contro bambini ed anziani, la distruzione di massa di case
e l'uccisione di intere famiglie. Ha duramente condannato la
distruzione di massa di infrastrutture civili a Gaza, come il
bombardamento di istituti medici, organizzazioni della società
civile e palazzi governativi, così come anche la devastazione
ambientale e sociale causata dal taglio dell'elettricità, la
distruzione di sistemi idrici e fognari, e la scarsità di cibo.
Ha, comunque, sottolineato che l'incrollabile popolo di Gaza
sconfiggerà l'obiettivo di questi massacri – distruggere la
causa nazionale e la resistenza palestinesi - e che Gaza è
una roccia che non sarà frantumata da tutti i crimini
dell'occupazione. Ha insistito sulla solida unità di tutto il
popolo palestinese e la resistenza contro l'occupante e i suoi crimini.
Il compagno Muhanna ha reso omaggio alle Brigate Abu Ali Mustafa, l'ala
armata del FPLP, e tutte le fazioni della resistenza palestinese,
osservando che la resistenza continuerà e non sarà
soppressa, facendo appello ai più elevati livelli di risolutezza
e coordinazione all'interno della resistenza, e risposte continue ai
crimini dell'occupante.
APPELLO URGENTE AL POPOLO GRECO:
BLOCCARE LA SPEDIZIONE DI ARMI STATUNITENSI DA UN PORTO GRECO VERSO
ISRAELE! - 10/01/09
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiama il
movimento greco, il popolo greco e tutte le forze progressiste a
livello internazionale a fermare la pianificata spedizione di armi
statunitensi ad Israele dal porto greco di Astakos. Media
internazionali hanno rivelato che la Marina statunitense sta tentando
di spedire 325 cointainers di munizioni, per un peso di oltre 3000
tonnellate, in una spedizione di emergenza di armamenti per aiutare
l’occupazione nella sua guerra contro il popolo palestinese a Gaza.
Il FPLP chiama i popoli del mondo, ed in particolare il movimento
greco, ad agire per fermare tale spedizione di armi. Gli U.S.A. stanno
provando a noleggiare una nave mercantile per portare gli armamenti
agli israeliani al porto di Asdud nella seconda metà di gennaio.
Non dobbiamo permettere che questi armamenti arrivino nelle mani degli
israeliani, che li userebbero per massacrare il nostro popolo a Gaza!
Dobbiamo impedirlo in tutti i modi!
Queste bombe saranno utilizzate nelle guerre di Israele – contro i
palestinesi, i libanesi, gli arabi, gli iraniani e tutti i popoli della
regione. Questa spedizione d’emergenza indica che l’occupante sta
richiedendo una quantità sempre maggiore di armi nella sua
futile guerra di massacri contro il popolo e la resistenza palestinesi.
La richiesta del popolo palestinese, di quello arabo, e di tutte le
forze progressiste - comprese quelle statunitensi – è
l’isolamento internazionale di Israele e la fine di tutti gli aiuti
statunitensi. Il governo U.S.A. è un partner strategico di
Israele, ed è impegnato ad associarsi a quest’ultimo nei suoi
massacri e nei suoi crimini contro il nostro popolo. Se non fermeranno
la spedizione di armi, saranno il popolo greco e i popoli del mondo a
doverla fermare per loro!
L’FPLP saluta il popolo greco – la vostra solidarietà
incondizionata e le vostre manifestazioni di massa in appoggio al
popolo palestinese hanno mandato un forte messaggio di sostegno,
insieme ad aiuti, volontari ed azioni sul campo. Le vostre coraggiose
lotte per la giustizia hanno spronato noi e i popoli in tutto il mondo.
Stiamo facendo appello:
A tutte le compagnie greche e a tutte le compagnie di nolo
affinché si rifiutino di trasportare qualsiasi carico di armi
diretto verso Israele. Qualsiasi compagnia di nolo che porti queste
armi ha le mani sporche del sangue del popolo di Gaza!
Ai lavoratori greci e a tutti i lavoratori portuali affinché si
rifiutino di caricare qualsiasi carico di armi diretto verso Israele.
Le forte mani dei lavoratori greci non devono insudiciarsi con un
carico così pericoloso!
Al governo greco affinché proibisca l’uso dei suoi porti per
inviare armi all’occupante che sta massacrando il nostro popolo!
Al popolo greco, al movimento greco e a tutte le forze progressiste a
livello internazionale affinché agiscano per impedire che simili
merci siano caricate o lascino il porto di Astakos!
Il FPLP fa appello affinché continuiate ad esprimere una
solidarietà incondizionata e a lottare per impedire che U.S.A. e
Israele usino la terra e i porti del popolo greco come un’ulteriore
base per l’occupazione, per i massacri e per i crimini.
Il popolo greco ha una storia ed un presente di splendide lotte. I
rapporti tra il popolo arabo e quello greco sono forti e oggi possiamo
fare appello a voi affinché marciate con noi, ancora una volta,
verso la vittoria e la giustizia per il popolo palestinese e per il
blocco di questa spedizione di armi!
DI FRONTE ALL'INTENSIFICARSI
DELL'AGGRESSIONE, IL FPLP CHIAMA AD OCCUPARE LE AMBASCIATE ISRAELIANE E
A DIMOSTRAZIONI POPOLARI GENERALIZZATE - 11/01/09
Di fronte all’intensificarsi dell’aggressione contro il nostro popolo,
il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina chiama tutte le
forze progressiste a livello internazionale alla più ampia
partecipazione possibile di tutti i settori della società nelle
manifestazioni di massa e nelle iniziative nelle strade in
solidarietà e a sostegno del popolo palestinese a Gaza, come
l'aumento e l'intensificazione dell'azione diretta, in particolare
nell’occupare le ambasciate d'Israele e dei suoi alleati.
Il FPLP saluta le centinaia di migliaia di persone che in tutto il
mondo continuano a scendere in piazza, e i milioni di arabi che hanno
fatto altrettanto nei loro paesi. Oltre 200.000 persone hanno
manifestato il 10 Gennaio 2009 a Londra, circondando l'ambasciata
israeliana con l'intenzione di entrare e occuparla, e le diverse
migliaia di persone che hanno manifestato in numerose città in
giro per il mondo, comprese Parigi, Atene, Nairobi, Chicago, Sao Paulo,
Washington DC, Aockland e Sydney e in tutto il mondo arabo.
In diverse città, i dimostranti hanno circondato le ambasciate
israeliane, così come quelle statunitensi e egiziane,
assediandole con la richiesta di giustizia e la fine dei massacri e
dell'occupazione. A Toronto, il 7 gennaio 2009, alcune donne hanno
tentato di prendere d'assalto l'ambasciata israeliana con un sit-in.
Queste ed altre iniziative hanno avuto un effetto e hanno prodotto un
supporto alla fermezza della resistenza palestinese, e noi possiamo
sentire il potere e la dedizione di questo tipo di azioni, che
rinforzano il morale di tutto il nostro popolo di fronte ai massacri e
all’assedio.
L'esercito occupante ha ucciso oltre 860 palestinesi e ne ha feriti
oltre 3500 fino al 10 Gennaio 2009. Nei giorni scorsi, l'occupante ha
attaccato giornalisti palestinesi, ha bombardato la casa di molti di
loro, così come continua i massacri, annunciando l'intenzione di
intensificare i suoi crimini. Allo stesso tempo, nella West Bank, ha
rinnovato l'utilizzo di proiettili contro le proteste e le
manifestazioni di massa, mentre a Gaza, sta utilizzando tutte le
tipologie di armi contro il nostro popolo, comprese quelle al fosforo
bianco, al gas che causa esaurimenti nervosi, e l'intensivo utilizzo di
armi prodotte e finanziate dagli USA.
Di fronte a tutto ciò, la resistenza palestinese ha mantenuto la
sua fermezza, e le azioni della gente in tutto il mondo in
solidarietà con la causa palestinese rafforzano la dedizione a
combattere fino alla vittoria. Il FPLP chiama a manifestazioni popolari
generalizzate e all'intensificazione di iniziative popolari a livello
internazionale, in particolare l’occupazione delle ambasciate
dell'occupante, di fronte ai massacri e ai crimini, così come i
popoli del mondo manifestano insieme al popolo palestinese contro
l'occupazione e l'oppressione, fino alla vittoria!
IL BRACCIO MILITARE DEL FPLP: LA RESISTENZA È IMPEGNATA IN UNA
DURA BATTAGLIA IN TUTTA GAZA - 11/01/09
Il 10 gennaio 2009, le Brigate Abu Ali Mustafa (AAMB), il braccio
armato del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, hanno
affermato che, l'intera Resistenza palestinese è impegnata in
duri scontri in tutta Gaza, sottolineando le forze d’occupazione hanno
usato quasi tutto il loro imponente arsenale militare contro il nostro
popolo, ma ancora falliscono miserabilmente di fronte alla fermezza
della nostra gente e alla nostra Resistenza.
Le AAMB hanno affermato anche che l'attivo coordinamento tra i vari
bracci armati della resistenza deve svilupparsi al fine di costituire
un comitato per le azioni congiunte in grado di continuare la battaglia
contro l'occupante e capace di impattare il più possibile con le
forze nemiche.
Le AAMB hanno affermato inoltre che la Risoluzione 1860 del Consiglio
di Sicurezza ONU tenta di porre sullo stesso piano i carnefici e le
loro vittime, e che il nostro popolo ha il diritto di resistere e di
rispondere all'aggressione, in quanto non ha altre alternative se non
la continuazione della resistenza fino alla fine dell'aggressione.
Le AAMB hanno riportato gli avanzamenti della resistenza, sottolineando
che, sabato 10 gennaio, i combattenti delle Brigate sono stati
impegnati in duri scontri con le forze occupanti a Jabal al-Rais con 3
pesanti esplosioni, effettuate utilizzando un tunnel nella serata del
10 Gennaio, attaccando i mezzi militari degli occupanti col risultato
di danneggiarli gravemente.
In più, le AAMB hanno annunciato che hanno sparato colpi di
mortaio a Azata e due missili Grad a Bir Saba nella prima parte del
giorno, oltre ai 32 missili che la resistenza palestinese ha diretto
verso il cuore dell'occupazione. Le forze della Resistenza palestinese
hanno sottolineato inoltre che i loro missili sono arrivati a colpire
una delle principali basi aeree israeliane a 45 km di distanza, il
punto più lontano raggiunto dai missili della Resistenza.
Imboscate e attacchi contro i soldati israeliani e feroci scontri con
le forze occupanti si stanno tenendo in tutta Gaza da parte di tutte le
forze della Resistenza, comprese le Brigate al-Qassam, Saraya al-Quds,
Brigate Al-Aqsa, Brigate della Resistenza Nazionale, Brigate Nasser
Salah ad-Din, i Comitati di Resistenza Popolare e tutte le forze.
LA LEADERSHIP DEL FPLP RIAFFERMA L'IMPEGNO A RESISTERE A TUTTI I
TENTATIVI DI CANCELLARE LA CAUSA PALESTINESE - 11/01/09
Il 10 gennaio 2009 la compagna Leila Khaled membro dell’Ufficio
politico del Fronte Popolare di per la Liberazione della Palestina, ha
denunciato il massacro d'Israele a Gaza e ha rigettato la risoluzione
del Consiglio di Sicurezza 1860, considerandola un tentativo fallito di
porre sullo stesso piano vittime e carnefici e che non assicura il
diritto del nostro popolo alla liberazione dall'aggressione e
dall'occupazione.
La compagna Khaled inoltre ha affermato che i palestinesi sono uniti
contro l'aggressione a Gaza, e che il popolo palestinese e il suo
movimento di resistenza continueranno la lotta contro gli occupanti e
risulteranno vittoriosi, nonostante i crimini e i massacri.
In più, il compagno Maher al-Taher, membro dell’Ufficio politico
del FPLP e leader della sua struttura in esilio, ha dichiarato in
un'intervista ad Al-Jazeera che il FPLP non accetterà nessuna
iniziativa, sia araba che internazionale, che non contempli
un'immediata interruzione dell'aggressione israeliana a Gaza,
abbandonando completamente l’assedio, l'immediata e permanente apertura
del valico di Rafah, il completo ritiro israeliano e l'assicurazione
del diritto a resistere del nostro popolo.
Il compagno Taher ha affermato anche che è impossibile per il
nostro popolo accettare una "tregua" senza alcuna garanzia
dall'occupante, senza considerare che la precedente "tregua" è
stata rotta dall’ennesimo assassinio e assedio contro il nostro popolo.
Per di più, ha affermato, è sono la forza e la fermezza
del popolo palestinese che hanno scosso il mondo e le istituzioni
internazionali di fronte al mero silenzio che ha prodotto la
Risoluzione 1860 del Consiglio di Sicurezza ONU, sottolineando,
inoltre, che questa risoluzione non dà garanzia alcuna circa i
diritti del nostro popolo.
Ha sottolineato inoltre che vi è un serio impegno da parte degli
USA, insieme ad altri, di raggiungere politicamente ciò che
l'occupazione militare non è riuscita a raggiungere militarmente
– la sconfitta della resistenza, affermando che l'aggressione
israeliana si è solo intensificata dopo l'approvazione della
risoluzione. Il compagno Taher ha affermato che è evidente che
gli USA hanno dato luce verde a Israele nell'eseguire questo massacro,
ma è anche chiaro che il mondo non possa sopportare per lungo
tempo gli assassinii, i bombardamenti e gli omicidi di civili, in
particolare di donne, bambini e anziani – altrimenti renderebbe meno
difficile l'obiettivo statunitense ed israeliano di distruggere la
resistenza e l'imposizione di pesanti condizioni, con l'obiettivo di
cancellare la causa palestinese.
Il compagno Taher ha chiamato il popolo palestinese nella West Bank e
nella Palestina occupata del ‘48 alla mobilitazione e a far mancare il
terreno sotto i piedi agli occupanti, e le masse arabe a dichiarare uno
sciopero generale e a mobilitarsi e intervenire per imporre una nuova
realtà sul terreno.
Il 10 gennaio 2009 il FPLP nella Striscia di Gaza ha rilasciato un
comunicato, sottolineando la necessità di un coordinamento
nazionale per gestire lo scontro politico sulla falsa riga con cui
è stato portato avanti positivamente per la resistenza a Gaza.
Il comunicato ha affermato che l'aggressione del nemico è
rivolta a tutto il nostro popolo e che la nostra risposta politica
necessita del massimo coordinamento politico possibile. Con l'arrivo
della terza settimana di crimini, massacri e aggressioni contro il
popolo palestinese, il comunicato ha elogiato l'unità, la
fermezza e la resistenza di popolo, sottolineando che ciò sta
mostrando al mondo che saranno raggiunti la fine dei massacri, il
ritiro dell'occupante, la fine dell’assedio e la protezione dei diritti
nazionali dei palestinesi.
Il comunicato invita al rafforzamento del coordinamento politico tra
tutte le forze, così come la formazione di comitati popolari in
tutte le regioni e distretti al fine di organizzare i soccorsi e il
supporto necessario a chiunque ne abbia bisogno, così come
l'assistenza in cooperazione con le municipalità.
Il comunicato conclude che la resistenza e la forza del popolo ci
assicurano di essere sulla strada verso la vittoria, e che tutte le
minacce del nemico, compresa quella di lanciare una "terza fase"
dell'aggressione e dei massacri, non scuoterà la nostra
dedizione alla causa, ma potrà solo spingere il nostro popolo ad
accelerare l'unificazione delle nostre forze.
L'FPLP mette in guardia contro le illusioni relative al presidente
degli U.S.A. Barack Obama, il nuovo volto dell'imperialismo
statunitense – 27 gennaio 2009
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) ha
denunciato la perdurante partnership strategica tra Stati Uniti ed
Israele, avvertendo che l'inaugurazione della presidenza di Barack
Obama cambia meramente l'immagine dell'imperialismo a stelle e strisce,
che continua a giocare lo stesso ruolo distruttivo di sempre.
In un comunicato stampa del 26 gennaio 2009, l'FPLP ha dichiarato che
il nuovo inviato statunitense George MItchell fallirà allo
stesso modo dei suoi predecessori (e della macchina da guerra
israelo-statunitense) finché il suo scopo sarà quello di
scardinare i diritti nazionali palestinesi, compresi quelli al ritorno,
all'autodeterminazione, alla sovranità e all'indipendenza, e
quello di mettere fine alla nostra resistenza e alla nostra causa
nazionale.
L'FPLP ha sottolineato che la ricostruzione di una legittimità
internazionale con l'autorità e l'egemonia degli Stati Uniti
è inaccettabile, ed ha messo in guardia contro qualsiasi
illusione sulla nuova amministrazione della Casa Bianca, affermando che
col nuovo presidente non ci sarà cambiamento alcuno nella natura
dell'imperialismo statunitense e che Obama serve esattamente gli stessi
interessi dell'ex presidente George W. Bush. Gli U.S.A. sono stati un
partner strategico ed un nemico imperiale nel mondo arabo per oltre
sessant'anni, e attraverso i sessant'anni di occupazione e di
colonizzazione della Palestina tramite il sionismo, sono stati il
fornitore chiave di armi nonché il supporto economico e politico
dell'occupante. Infatti, lo stato sionista ha funzionato come avamposto
militare per gli Stati Uniti e per i suoi interessi imperiali.
L'FPLP saluta i molti che negli U.S.A. e nel mondo hanno messo in atto
iniziative contro l'occupante, comprese quelle volte a raggiungere
l'isolamento di Israele e di chi lo finanzia e lo supporta, e quelle
per assicurare alla giustizia i responsabili dei crimini, dei massacri
e dell'occupazione. Il comunicato fa poi appello alle persone negli
Stati Uniti e nel mondo affinché inchiodino gli ufficiali
statunitensi alle proprie responsabilità per aver fornito
supporto politico, economico e militare e per aver autorizzato la
permanente aggressione ed occupazione contro il nostro popolo;
affinché chiedano e agiscano per spezzare la partnership
strategica e le relazioni tra l'imperialismo a stelle e strisce ed il
sionismo.
L'FPLP saluta il popolo venezuelano e denuncia l'espulsione da parte
dell'occupante dell'ambasciatore venezuelano presso Ramallah – 28
gennaio 2009
Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) condanna
l'occupazione israeliana per l'espulsione dell'ambasciatore della
Repubblica del Venezuela presso l'Autorità Palestinese (AP) a
Ramallah, avvenuta il 27 gennaio 2009.
Il comunicato dell'FPLP sottolinea che quest'atto rende palese che l'AP
non ha alcuna sovranità o autorità sulla sua stessa terra
contro l'occupante, e che costituisce un'ulteriore provocazione ed
aggressione contro il nostro popolo. Un atto che riflette l'arroganza e
la presunzione dell'occupazione, anche quando i popoli a livello
internazionale chiedono incriminazioni e processi per i crimini di
guerra commessi dall'occupante israeliano a Gaza.
Il comunicato dell'FPLP rende poi omaggio al popolo del Venezuela, al
suo presidente, Hugo Chavez, e al suo ambasciatore, congratulandosi per
aver tenuto ferma la posizione di solidarietà con la causa
palestinese e per rappresentare un baluardo contro l'imperialismo
statunitense, evidenziando che l'amicizia dei popoli venezuelano e
palestinese potrà solo approfondirsi e rafforzarsi nella lotta
contro l'occupante.
La sinistra palestinese incontra la sinistra greca ed organizza un
lavoro comune di solidarietà – 1 febbraio 2009
Una delegazione delle forze della sinistra palestinese, formata dal
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, dal Fronte
Democratico per la Liberazione della Palestina, dal Fronte di Lotta
Popolare e dal Partito del Popolo, ha avuto un incontro con una
delegazione greca al quartier generale del Partito del Popolo a
Ramallah.
La delegazione includeva Ms. Vera, segretario generale del "Committee
on World Peace" ed un membro del Partito Comunista di Grecia, Mirni
Sevanide, segretario della Federazione delle Donne Greche e Debi Kolori
del "Greek Democratic Solidarity Committee". La delegazione della
sinistra palestinese si è congratulata col popolo greco per il
terribile lavoro e la solidarietà con il popolo palestinese,
sottolineando come abbiano invaso le strade fin dal primo giorno per
esprimere la solidarietà con Gaza e come abbiano organizzato un
ampio aiuto e sostegno per il nostro popolo sotto assedio.
Inoltre, la delegazione si è congratulata con i rappresentanti
greci per il raggiungimento da parte del popolo greco e del movimento
di solidarietà con la Palestina del blocco della spedizione di
armi statunitensi verso Israele attraverso i porti greci. I
rappresentanti greci si sono impegnati per continuare la lotta volta al
blocco di qualsiasi simile spedizione nel futuro e per impedire l'uso
della terra greca come ulteriore porto per l'aiuto statunitense ad
Israele.
Le delegazioni hanno discusso su un lavoro comune per assicurare i
diritti palestinesi al ritorno, all'autodeterminazione e alla
sovranità, e sugli sforzi necessari per perseguire gli ufficiali
israeliani per crimini di guerra e per assicurarli alla giustizia ed al
verdetto dei tribunali, prevenendo la possibilità che scappino
impunemente. Entrambe si sono impegnate per sostenere i prigionieri
palestinesi nonché a non far cessare il sostegno e la
solidarietà con il popolo di Gaza sotto assedio.