Muoiono come neppure i cani
enfiati sul bordo delle strade
Le mosche loro animule vaganti sono
il coro funebre che li accompagna
sui gradini infiniti del nulla
Scesi dall’inferno in cui vissero
alla polvere disfatta in cui li avremo dimenticati inedito 2009 Giulio Stocchi Iddio
creò nel principio
il cielo e la terra Segno mio sarà nell’alto
dei cieli un arco R accolte delle nuvole l’arco
apparirà Allora precipitò dagli
aerei sulla terra il cielo Ed ecco un fumo levarsi dalla
terra come il fumo d’una fornace La pianura e gli abitanti delle
città e tutto ciò che
cresceva sul suolo distrusse E vide Iddio che ciò era
buono
giulio stocchi
Fonti:
I Genesi, 1, 1
S Genesi, 9, 13
R Genesi, 9, 14
A mio
E Genesi, 19, 28
L Genesi, 19, 25
E Genesi, 1, 11
I miei occhi si consumano per
tanto lacrimare
Sotto le verga del suo furore
Ritta Livni La Macellaia Santa
Abita in mezzo alle nazioni non trova riposo
E m’ha circondato d’un muro perché non esca
Levatevi gridate di notte spandete come acqua il vostro cuore
E vecchi giacciono e fanciulli per terra nelle vie sotto la verga del
suo furore
giulio stocchi
Fonti:
I Lamentazioni, 2, 11
S Lamentazioni, 3, 1
R mio
A Lamentazioni, 1, 3
E Lamentazioni, 7, 3
L Lamentazioni, 2, 19
E Lamentazioni, 2, 21, 3, 1
Infamie l’empio diffonde
Striscia di Gaza catino di sangue
Ride il deserto e la terra spenta
Abitatori di questo mondo mai più usciranno da noi
E il nostro frutto è il vento
La luce ti darà la sua rugiada
E la terra dei puri insozzerà di crimini
giulio stocchi
Fonti:
I
Isaia, 32, 6
S
mio
R
Isaia, 35, 10
A
Isaia, 26, 18
E
Isaia, 26, 18
L
Isaia, 26, 12
E
Isaia, 26, 10 Poesie di altri autori
Impossibile la vita
Senza
Ritornare
All'
Eco delle
Luci
E
Perduta la vita
Ai dolori delle
Lacrime
Esiliate
Su una
Terra murata,
Isolata,
Negata,
Ancora abbandonata.
Anick Roschi
Impossible la vie
Sans
Revenir
À l'
Echo des
Lumières
Et
Perdue la vie
Aux douleurs des
Larmes
Exilées
Sur une
Terre murée,
Isolée,
Niée,
Encore abandonnée.
Sentita nel sud-est asiatico
“Fosforo bianco, fosforo bianco,
neve meccanica, dove cadi?
Cado imparzialmente su strade e
tetti,
nel folto dei bambù, sulla gente.
Il mio nome richiama mari copiosi
nelle serate di pioggia,
ogni goccia che colpisce la superficie
suscita la risposta luminosa
di milioni di alghe.
Il mio nome è un sussurro di lustrini.
Davvero!
Ognuno di essi è un disco di fuoco.
Sono la neve che arde.
Cado
dove gli uomini mi mandano a
cadere,
ma io prediligo la
carne,
bella liscia e compatta:
la decoro di nero e cerco l’osso.”
Tratta dalla raccolta “Footprints” (1972)
Traduzione di Pina Piccolo,
rivista da Gigi Campolo Le lezioni dei bambini di Gaza
A Gaza, bambini,
imparate che il cielo uccide
e che le case fanno male.
Imparate che la coperta è fumo
e che la colazione è polvere.
Imparate che le macchine fanno le capriole
i vestiti diventano rossi
gli amici si trasformano in statue
i panettieri non vendono il pane
Imparate che la sera è un fucile,
che i giocattoli bruciano
che il respiro si può fermare,
potrebbe toccare a voi.
Imparate:
se vi mandano fuoco
non se lo potevano immaginare:
non muore solo il soldato
anche voi e chi gli sta a lato.
Non c’é dove correre,
non c’è dove andare
non vi potete nascondere
in casa a tremare.
Imparate che la morte non è la vita
Che l’aria non è pane.
La terra è per tutti – avete diritto a
non essere morti
La terra è per tutti – avete diritto a
non essere morti
La terra è per tutti – avete il diritto a
non essere morti
La terra è per tutti – avete il diritto a
non essere morti
di Michael Rosen, Poeta Nazionale
dell’infanzia per il 2007.
Poesia recitata il 10 gennaio
2009, nel Speakers’ Corner, all’Hyde Park di Londra