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Intervista
con G. N. Saibaba, vice Segretario del Fronte Democratico
Rivoluzionario (RDF) dell’India
(n.d.r. inviataci dal Partito dei CARC)
Questa è un’intervista
con G.N. Saibaba, vice Segretario del Fronte Democratico Rivoluzionario
(RDF), una Federazione Indiana di Organizzazioni Popolari
Rivoluzionarie. Ha 40 anni ed è nato ad Andhra Pradesh ,uno
stato dell’India del sud. Il nuovo partito norvegese Rødt (Red!)
ha condotto questa intervista.
Reperibile sul sito: http://southasiarev.wordpress.com/
Red!: Se qualcuno le dicesse che
il movimento maoista in India è un movimento marginale che sta
principalmente operando nelle aree molto arretrate, poco popolate, e
che ha lavorato per oltre trentacinque anni senza raggiungere i propri
obiettivi da nessuna parte, quale sarebbe la sua risposta?
Saibaba: Il movimento maoista in
India non è confinato alle aree arretrate. É un movimento
vasto e include le aree “sviluppate”. I maoisti lavorano sia nelle
campagne, sia nelle città. Il governo dice che i Maoisti sono
attivi in 15 stati su 28, e questi includono gli stati maggiori. Il
Ministero dell’Interno sostiene che 167 distretti nel paese su un
totale di 600 sono coperti dai Maoisti. Questo è poco meno di un
terzo dell’India.
I Maoisti in India seguono il metodo
rivoluzionario di nuova democrazia sperimentato con successo in Cina
sotto la guida di Mao. Questo metodo segue il principio per cui il
movimento rivoluzionario deve dare la priorità al lavoro nelle
aree dove lo stato è debole. I maoisti lavorano nelle regioni
arretrate per far crollare il potere locale reazionario e stabilire
quello popolare. In queste aree arretrate costruiscono le basi di massa
rivoluzionarie. Questo non significa che essi non lavorino anche nelle
città. In realtà, al Congresso del CPI (Maoista) tenutosi
nel gennaio/febbraio 2007, hanno deciso di incrementare il loro lavoro
nelle aree urbane. Hanno prodotto un nuovo documento concernente il
lavoro nelle aree urbane che analizza quanto fatto negli ultimi
trent’anni. Questo documento individua la strategia per sviluppare il
lavoro nelle aree urbane.
Le regioni arretrate nel paese sono
essenzialmente semi-feudali e non vi è molto sviluppo
capitalista. Il Partito Maoista ha scelto queste aree come terreno nel
quale condurre
Allo stesso tempo i maoisti partecipano allo
sviluppo di un enorme movimento nelle aree urbane tra gli
intellettuali, gli studenti, le donne e le classi medie. I quadri e i
dirigenti maoisti che hanno lavorato nelle aree urbane sono stati anche
arrestati, vessati e uccisi.
I maoisti portano avanti un grande lavoro
anche tra i lavoratori delle miniere di carbone. Ci sono vaste miniere
di carbone in molte regioni dell’India. Come può vedere, i
maoisti lavorano in molte aree industriali in tutto il paese, sebbene
la loro concentrazione del lavoro proceda dalle zone rurali.
In realtà il PCI (Maoista) guida il
movimento di massa singolo più vasto in India. La reazione dei
governi centrali e locali è un indicatore della vastità
del movimento. Il governo centrale ha formato un Centro di
Coordinamento insieme a 14 amministrazioni statali. Stanno collaborando
per mobilitare le forze di sicurezza e segreti raccogliere informazioni
per controllare i movimenti dei maoisti. Hanno armato un sistema
militare enorme. Le riunioni di questo Centro avvengono mensilmente. Un
vasto numero di forze militari sono al impegnate contro il movimento
maoista. Anche questo indica la forza di tale movimento.
L’insurrezione di Naxalbari nel 1967, che
accennava alla nuova ondata rivoluzionaria, terminò con
divisioni in molti gruppi. Il frazionamento delle forze comuniste
rivoluzionarie è durato dal 1972 al 1997. È solo dopo il
1997 che i comunisti rivoluzionari hanno iniziato ad unirsi. Due dei
partiti maggiori che conducevano la lotta armata si sono uniti nel 1998
e l’accordo finale è stato siglato nel 2004 quando il PCI
(Maoista) si è formato con la fusione del MCCI e del PCI (Guerra
Popolare). A causa delle divisioni, il movimento non si è potuto
sviluppare più velocemente prima del 2004.
(Vedere le note per maggiori informazioni su
questi temi)
Red!: Come rispondono i maoisti
alle accuse di essere dogmatici e di non essere disposti ad imparare
dagli errori del socialismo nel 20° secolo?
Saibaba: I maoisti stanno applicando
con creatività ed autenticità i principi marxisti alle
condizioni concrete dell’India. Non imitano ciecamente
La lotta armata guidata dai maoisti significa
anche riappropriazione delle fonti dei mezzi di sostentamento da
parte dei dannati della terra , che li tolgono alle classi dominanti e
potenti. Significa anche costruire istituzioni alternative di potere
popolare. Perciò, in questo caso, la lotta armata è
ridefinita e praticata con lo spirito bolscevico di dare tutto il
potere ai soviet. Senza la lotta armata non si può costruire la
resistenza in paesi come l’India e la resistenza che è stata
condotta negli anni precedenti non può essere mantenuta. Le
azioni armate contro le forze di stato e le forze feudali si fanno per
proteggere il movimento, per l’autodifesa e l’autoaffermazione delle
classi sfruttate.
I maoisti credono che la fine della
costruzione socialista in Russia e in Cina è stata
principalmente dovuta alla linea revisionista che si è
sviluppata all’interno dei rispettivi Partiti Comunisti di quei paesi.
I capitalisti dirigenti che seguivano la strada del capitalismo in
Russia e in Cina hanno sottratto il potere alla classe dei lavoratori
perché quei partiti non si sono potuti difendere
dall’infiltrazione della borghesia all’interno dei partiti proletari.
Il fallimento dei progetti socialisti ha fornito insegnamenti
importanti al proletariato internazionale, per portare avanti la lotta
di classe, contro la borghesia in vari paesi e contro la borghesia
monopolistica a livello internazionale. In nessun paese del mondo, la
lotta di classe ha avuto successo senza lotta armata.
Red!: Quanti soldati hanno,
approssimativamente, i maoisti?
Saibaba: Il governo indiano dice
28.000, ma il numero può essere molto maggiore. Le aree di loro
influenza paiono più ampie di quelle che indicano le stime del
governo. C’è anche un’ampia milizia popolare che lavora a
livello di villaggio. La milizia è fondamentale e di primaria
importanza in relazione all’Esercito di Liberazione Popolare secondo la
strategia del PCI (Maoista).
Red!: Ci sono stati, da qualche
parte, negoziati di pace tra i maoisti e le autorità?
Saibaba: Si sono avuti incontri per
la pace nel 2004. Il governo di Andhra Pradesh invitò i maoisti
per negoziati di pace. Il Partito Maoista dichiara sempre di non essere
mai contrario ai negoziati politici con i suoi antagonisti tempi sulle
questioni delle lotte popolari, ma possibili non c’è negoziato
possibile sulla linea politica centrale in termini di strategia. A
Hyderabad sono stati condotti incontri per la pace per circa un mese.
Tutto ciò è stato facilitato e sostenuto dagli
intellettuali di spicco della regione. negoziazioni Nei negoziati, i
Maoisti hanno asserito che se il governo fosse stato disposto a
risolvere i problemi del popolo, per cui essi hanno combattuto negli
ultimi trentacinque anni, avrebbero dato il benvenuto al cambiamento.
circa hanno discusso dei problemi di base del popolo. E’ stato firmato
un accordo di tregua da entrambe le parti prima dell’inizio dei
negoziati di pace. Il governo ha detto che volevano chiudere la prima
fase negoziazioni dei negoziati e ha aggiunto che avrebbe attuato i
punti concordati. I dirigenti maoisti che avevano accordo negoziato
tornarono in clandestinità. Hanno attesol’attuazione dei punti
stabiliti. Purtroppo, il governo ha violato la tregua, ha iniziato le
ostilità contro i maoisti e molte centinaia di loro sono stati
uccisi, inclusi i quadri dirigenti. Questo procedimento ha reso
evidente, agli occhi persone del popolo, come i governanti reazionari
non sono pronti a risolvere i problemi del popolo.
Red! : I maoisti hanno aree base?
Saibaba:
Red!: Si dice che i governi
centrali di stato abbiano lanciato attacchi contro le posizioni maoiste
ad Andhra Pradesh, e che i Maoisti siano stati cacciati dalla maggior
parte delle zone. Questo non dimostra che quando le classi dominanti
vogliono, possono sconfiggere i maoisti militarmente e che
è solo una questione di tattiche del partito nemico, quando
decide di schiacciare i Maoisti?
Saibaba: Negli ultimi dieci anni, ad
Andhra Pradesh, più di duemila quadri maoisti sono stati
brutalmente uccisi. C’è stato un attacco concentrato
particolarmente dopo i negoziati di pace. Quando i maoisti si sono
accorti che stavano perdendo molte forze, si sono ritirati da alcune
aree e schierati in altre. C’è stata una sconfitta temporanea
del movimento Maoista in alcune zone di Andhra Pradesh, tuttavia essi
stanno cercando di risollevarne
Il movimento non è semplicemente un
movimento militare. É un movimento politico che coinvolge le
masse. Perciò i maoisti non stanno fronteggiando e combattendo
le forze militari indiane solamente a livello militare, ma soprattutto
a livello politico, così da avere un’ampia base di massa. Grazie
al supporto popolare massiccio, non è possibile per il governo
sconfiggere il movimento. Le sconfitte temporanee non sono insolite nei
movimenti rivoluzionari. I movimenti rivoluzionari maturi possono
invece riprendersi velocemente da tali sconfitte con l’andar del tempo.
Red!: In India, ci sono forze
rivoluzionarie che cercano una strategia diversa dalla guerra popolare
di lunga durata?
Saibaba: Sì, per esempio il
Partito Comunista Indiano (ML) Nuova Democrazia e alcuni altri gruppi
del PCI (ML). In vista delle elezioni di Lok Sabha (elezioni per la
legislatura parlamentare) del 2004, il PCI (ML) Bandiera Rossa e alcuni
altri gruppi del PCI (ML) presero l’iniziativa di formare un
fronte unito di comunisti rivoluzionari sostanzialmente per contrastare
le elezioni.
I maoisti li considerano deviazionisti di
destra, ma non revisionisti. Sono progressisti, ma non in direzione di
un percorso rivoluzionario come avviene per i maoisti. Tuttavia, i
maoisti non sono contrari a lavorare con loro lavoratori nel lavoro di
massa.
Red!: L’India è un grande
paese. In alcune aree ci sono guerre civili, in altre zone non
c’è molta agitazione. Allo stesso tempo, la maggior parte dei
partiti è regionale e non nazionale. Ci sono organizzazioni
rivoluzionarie in tutti gli stati dell’India?
Saibaba: L’agitazione è
ovunque. Prendi per esempio Madhya Pradesh e Rajasthan. Queste due zone
sono fortemente colpite dalla povertà. Tuttavia, non c’è
un solo partito rivoluzionario in queste regioni. L’agitazione qui
prende luogo sotto forme diverse. A volte nascono movimenti militanti
di massa. Ma il problema maggiore è che le forze soggettive
rivoluzionarie non stanno lavorando in quei luoghi. Questi sono due
grandi stati, ma non vi è traccia di partiti comunisti
rivoluzionari, in queste aree lavorano soprattutto le Organizzazioni
Non Governative. Spesso, ricevono finanziamenti dall’estero. Tuttavia,
la situazione oggettiva, anche in queste zone, è molto matura
per la lotta armata. È semplicemente questione di espandere, in
queste regioni che non aspettano altro, le forze rivoluzionarie.
Red!: Qual è la percentuale
di persone che vivono nelle città? Quante di loro hanno un
lavoro?
Saibaba: Il 30% della popolazione
indiana vive nelle zone urbane e semiurbane ed il 70% nelle campagne.
Complessivamente, circa il 77% della popolazione vive, in media, con
meno di 20 rupie al giorno, vale a dire con mezzo dollaro americano al
giorno. La disoccupazione è in crescita in ogni parte dell’India.
Red!: Ufficialmente l’India sta
aumentando il tasso del PIL di quasi il 10%. Lei contesta questa stima?
Perché?
Saibaba: Al momento la percentuale in
crescita si aggira intorno al 9% come dichiarano i governi. Solo
lo 0,5% della forza lavoro, che è impegnata nel settore dei
servizi, sta contribuendo con il 55% al prodotto interno lordo. Il 70%
della forza lavoro, che è occupata nel settore dell’agricoltura,
sta contribuendo con solo il 19% al PIL. Invece il 3% della forza
lavoro è impegnata nel settore manifatturiero. Queste stime
fornite dal governo ci dicono che la grande maggioranza del contributo
popolare al PIL è molto esiguo. Le stime della percentuale in
crescita sono fondate in larga parte sul capitale speculativo, che
include gli investimenti stranieri. Perciò, il dato di
percentuale in crescita è illusorio e debole. I calcoli di
questa percentuale sono basati oltretutto su falsità. Se queste
stime niente significano qualcosa, riteniamo che il picco del 10%
rappresenta l’accumulo di beni attraverso i metodi più spietati
di sfruttamento.
Red!: Nelle Filippine c’è
una combinazione di guerra popolare e, allo stesso tempo, di sostegno,
da parte del partito, nei confronti dei partiti popolari che si
candidano alle elezioni, in Nepal i maoisti sono stati alle elezioni
parlamentari nel 1993, poi le hanno boicottate ed hanno iniziato la
guerra popolare, e adesso sono in parlamento. Non è possibile
combinare guerra popolare e lavoro parlamentare, nello stesso modo, in
un paese ampio e diversificato come l’India?
Saibaba: La storia dello sviluppo del
Movimento Comunista in India, negli ultimi 40 anni, ci mostra che quei
partiti comunisti rivoluzionari che non hanno scelto la strategia della
guerra popolare, ma hanno preferito la teoria della resistenza
popolare, prima di iniziare la guerra popolare, oppure che hanno scelto
di combinare la resistenza popolare e la politica parlamentare,
gradualmente sono scivolati o nel deviazionismo di destra oppure nel
percorso neorevisionista.
Red!: Non è possibile
sviluppare sia la lotta legale, sia quella clandestina, nelle
città e nella maggior parte delle aree urbane, anche includendo
il lavoro nelle organizzazioni parlamentari?
Saibaba: I maoisti lavorano nelle
aree urbane tra le classi dei lavoratori e le classi medie. Questo ha
un’importanza secondaria rispetto alla strategia principale della linea
rivoluzionaria. L’importanza primaria sta nello sviluppo della lotta
armata nei villaggi tra i contadini come forza principale, e con
l’ideologia della classe dei lavoratori alla guida. Questo non intende
solamente i lavoratori manuali, bensì, che quelli entro il
popoli che hanno acquisito l’ideologia proletaria e che non posseggono
nessuna proprietà. I maoisti fanno combinare lotte legali e
illegali fino a che le lotte abbiano lo spazio per operare e,
fondamentalmente, fino a che si capisca che sempre più lotte
militanti creano questo spazio. Ovunque c’è qualche spazio
democratico viene usato nella massima estensione possibile. Solo che le
classi dominanti non permettono l’utilizzo di mezzi legali e di
differenti istituzioni democrazia democratiche sempre. Partecipare alle
elezioni non è la sola via per prendere parte agli spazi legali
e cittadini. Anche boicottare le elezioni è un’attività
politica a tutti gli effetti, che costituisce un altro modo di
partecipare all’interno dello spazio democratico dato che esiste in
India.
Prima di tutto, i maoisti si stanno
concentrando sul conquistare il potere per il popolo e costruire
istituzioni rivoluzionarie democratiche popolari. Quando questo
verrà conseguito nelle grandi aree, essi avranno maggiore spazio
nei centri urbani.
Red!: L’occupazione è in
crescita?
Saibaba: La percentuale
dell’occupazione non è in crescita, è ancora ferma. Anzi,
la percentuale reale dell’occupazione lavoro è diminuita molto,
per molte ragioni. Le stime economiche ci dicono che un milione di
piccole industrie hanno cessato l’attività negli ultimi anni, e
questo ha prodotto un enorme danno all’occupazione. Anche il
fatto che la terra è stata acquistata dagli agricoltori,
è responsabile della disoccupazione. I piccoli contadini e i
contadini senza terra hanno perso in massa il loro lavoro.
Solo l’industria tecnologica e alcune
industrie di servizi sono in crescita. Tuttavia, questi sono settori
nei quali è impegnato un numero minimo di persone. L’occupazione
nel settore manifatturiero è in declino. Il governo non diffonde
queste stime. Gli intellettuali indipendenti producono stime
alternative sulla percentuale di sviluppo e
Red!: L’India è un paese
imperialista oppure un paese semifeudale, semicoloniale?
Saibaba: L’India non è
un paese imperialista. La ragione è che l’India è nella
morsa del potere imperialista. Le classi dominanti indiane potere hanno
scarso potere nella politica internazionale. In larga parte, il paese
sta agendo secondo i dettami degli imperialisti statunitensi. Allo
stesso tempo, l’India ha piani espansionistici. le potenze imperialiste
possono controllare altri paesi, mentre l’espansionismo è
desiderio di espandersi senza esserne capaci rispetto ai paesi
limitrofi per cercare di sfruttarli e prevaricarli.
Tuttavia, anche questi piani imperialisti non
corrispondono ai voleri delle classi dominanti indiane, ma piuttosto a
quelli degli imperialisti. Ad oggi, l’India pone in atto i suoi piani
espansionistici diventando uno strumento nelle mani degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti stanno manovrando l’India per ottenere il controllo sui
paesi più piccoli di confine per i propri interessi geopolitici
nell’Asia del sud. Si tratta ad esempio dello Sri Lanka e del Nepal.
L’India viene usata per sopprimere la giusta lotta delle Tigri per
Red!: In India, la lotta di classe
è più intensa adesso di 20 anni fa?
Saibaba: In India, i livelli di
povertà sono aumentati. Nel 1947 non si registravano suicidi tra
gli agricoltori. Dagli anni ’90 in poi hanno iniziato a verificarsi, in
larga misura, morti suicide di agricoltori. Perché sono iniziate
negli anni ’90? Perché l’agricoltura, che impiega la maggior
parte della popolazione, è stata drasticamente trascurata. I
contadini poveri non sono in grado di sopravvivere in questo settore
che dipende ampiamente dal sistema di credito privato ad alto
sfruttamento. Circa 150.000 agricoltori si sono suicidati negli ultimi
10 anni. In molte aree si verificano morti per fame. La gente sta
mangiando piante selvatiche e foglie in molte aree delle zone rese
deliberatamente sottosviluppate. In realtà, oggi, in India
possiamo vedere che molte aree sono allo stesso livello dei paesi
dell’Africa sub – sahariana. Tutto questo accade, in modo particolare,
dopo la globalizzazione aggressiva pro – imperialista iniziata in India
in larga scala.
La classe operaia è la classe
più assediata nel nostro paese. Essi hanno perso i loro diritti.
Le sezioni recenti dei lavoratori, che emergono dalle classi contadine,
non possono unirsi alla classe aristocratici dei lavoratori. Il settore
organizzato è molto esiguo, rispetto al settore non organizzato,
dove gli accordi collettivi e le leggi sul lavoro sono seguiti in
misura che decresce rapidamente.
Anche le persone comuni sono più
consapevoli delle lotte esistenti che già ci sono in altre zone.
Le contraddizioni di classe si sono acuite perché le risorse
stanno andando nelle mani di sempre meno persone, dopo il processo di
globalizzazione iniziato intorno al 1990. Questo processo accumula le
ricchezze in davvero poche mani.
Alcune riforme sociali, introdotte dalle
classi dominanti negli anni sessanta e settanta, sono decadute ed
il governo sta lasciando ogni cosa al mercato condotto dalle forze
imperialiste direttamente collegate ai servi capitalisti
nazionali.
Red!: Sin dagli inizi degli anni
’90, le classi dominanti, in India, hanno continuato una politica
neoliberalista di liberalizzazione, privatizzazione e globalizzazione.
Questi cambiamenti, come influiscono nella situazione delle donne?
Saibaba: Non c’è niente di
liberale in merito alle politiche neoliberali. Queste politiche sono
state impiantate al tempo di Nehru in India. Il cosiddetto socialismo
di Nehru è pieno di politiche pro – imperialiste di
globalizzazione. Tuttavia, in seguito, naturalmente, si è
verificata una forte differenza tra la prima fase e la fase iniziata a
partire dagli anni ’90. La differenza consiste nel fatto che la
globalizzazione è la fase aggressiva dell’assalto imperialista.
Per globalizzazione s’intende quella del capitale monopolio monopolista
aggressivo in assenza del blocco socialista mondiale, generata anche
dalla profonda crisi propria dell’imperialismo. Inoltre, il peso di
questa crisi viene riversata sulle spalle dei paesi del terzo mondo. A
seguito delle estreme condizioni di sfruttamento date dal processo di
globalizzazione, il primo settore di popolazione che ha di fronte
difficoltà pesanti è quello degli Adivasi, poi ci sono i
contadini poveri senza terra, i lavoratori, le minoranze religiose, in
modo particolare, i musulmani, una maggioranza schiacciante dei quali
è tra le più povere del paese, e, in sezioni tutti questi
settori e classi, le donne sono le prime ad essere colpite.
Le donne sono certamente colpite in modo
più duro. Quando posti di lavoro vengono tagliati, le donne sono
le prime a perderli. In secondo luogo, in condizioni di declino dello
sviluppo, le donne non ottengono nuovi lavori poiché il mercato
del lavoro è patriarcale a livelli di fanatismo. L’oppressione
patriarcale estrema che esiste in India è il risultato sia del
capitalismo deviante, sia del semifeudalesimo. Quando le fonti di
sostentamento diminuiscono, le donne sono obbligate ad accudire le
famiglie, soprattutto i bambini. Come risultato, le donne dunque
mangiano meno, allattano i loro bambini e curano le loro case. Oggi,
c’è più malnutrizione tra le donne a causa delle
condizioni difficili del lavoro sia in casa che fuori. Prendono paghe
minori rispetto all’uomo. Anche se la legge del paese prevede salari
uguali, nessuno la segue.
Il rapporto dei sessi nel paese si è
trasformato velocemente in un abisso, con il numero attuale di donne in
diminuzione rispetto al numero degli uomini. Il feticidio delle femmine
è un fenomeno in crescita. Negli ospedali vengono registrati
centinaia di casi di feticidio di bambine. Perciò, attualmente,
le donne costituiscono il gruppo più grande di persone che
partecipano alle lotte, stando in prima linea e partecipando a tutti
gli scontri. Più del 30% dei membri nel partito maoista sono
donne. Anche il partito borghese più grande nel paese non
raggiungerà una percentuale del genere. In alcune aree come
Chhattisgarh e Jharkhand la percentuale è più elevata.
Red!: Lei dice che il dislocamento
costituisce il maggiore problema in India, che ci sono sei tipi diversi
di dislocamento: Zone Economiche Speciali, attività mineraria,
nuove industrie, nuove grandi dighe, abbellimento degli spazi urbani e
progetti per le infrastrutture ed altro. Lei asserisce che il
dislocamento forzato è basato, approssimativamente,
sull’espropriazione del 12% della terra. La maggior parte di questa
terra è anche molto fertile. Può spiegare perché
il dislocamento costituisce la questione principale, e non la
povertà, la disoccupazione, la malnutrizione e cosi via?
Saibaba: Il 70% della popolazione
dipende dalla terra, quindi, direttamente o indirettamente
dall’agricoltura. La maggiore fonte di lavoro è l’agricoltura.
Quando la terra viene tolta per questi progetti, il popolo non ha altra
fonte di sostentamento. Perciò, una delle maggiori cause di
perdita del lavoro è l’espropriazione della terra. Questo,
infatti, rende gli agricoltori e i contadini senza terra poveri
disoccupati. I pacchetti di ripristino della situazione, promessi dal
governo, per coloro che hanno perso la terra, non funzionano. Il
ripristino non è mai stato attuato. Perciò, tutti i
problemi come la malnutrizione, la povertà, la disoccupazione e
così via, hanno radice nel processo di espropriazione del
popolo dalle sue fonti di sostentamento, mediante lo spostamento dalla
sua terra, dalle foreste e da altri habitats.
Red!: Perché i contadini
dislocati non possono avere nuovi lavori nel settore moderno?
Saibaba: Le persone dislocate che
provengono da quei settori, sono forzate, in modo tacito, a rimanere
analfabete. Non hanno le capacità necessarie per il lavoro
industriale, particolarmente per il tipo di industria che è in
linea con la tecnologia avanzata imperialista. Da un altro lato, anche
se una piccola parte di queste persone è adatta per il lavoro
industriale, non lo ottiene comunque perché le industrie, sono
ben fornite, sono impostate per un tipo di lavoro tecnologico intensivo
per cui non impiegano molte persone. Le macchine arrivano dai paesi
imperialisti. Queste macchine richiedono un lavoro altamente
qualificato. Perciò non c’è spazio per chi cerca lavoro
nel settore industriale che si suppone in crescita. C’è poi la
ristretta possibilità di impiego nel settore dell’informazione
tecnologica o in quello dei servizi, ma non nell’industria
manifatturiera. Nelle aree urbane c’è già un settore
enorme di disoccupati istruiti che otterranno un numero esiguo di
lavori in queste industrie, ma i contadini dislocati sono esclusi.
Red!: Quali sono i principali
insegnamenti da trarre, secondo i maoisti dagli riguardo agli errori
del socialismo nell’ultimo secolo, quando viene posta la questione del
rapporto tra il partito comunista ed il resto della società?
Saibaba: I maoisti indiani ritengono
che quanto è successo in Russia e in Cina debba essere ancora
ulteriormente analizzato. Pensano che in futuro i rivoluzionari
comunisti a livello internazionale debbano ritrovarsi e studiare gli
errori in modo più concreto. Una delle ragioni del fallimento
dei progetti della costruzione socialista può essere che i
partiti non sono stati in grado di ideare meccanismi di controllo delle
infiltrazioni della borghesia all’interno dei partiti comunisti.
Tuttavia, certamente,
Sfortunatamente, oggi, in molti paesi
europei, così come in alcuni paesi del terzo mondo, si sono
insinuate ideologie di classe estranee, in nome della “democrazia del
21° secolo”, dei “principi di organizzazione liberale” e
dell’accettazione del “sistema multipartitico”. Anche le linee
politiche dei partiti comunisti hanno oggi necessità di essere
guidate verso
Red!: Qual è la causa alla
radice delle differenze tra le forze comuniste in India?
Saibaba: In India, le differenze tra
i rivoluzionari comunisti non sono da considerare come semplici
differenze tra le loro dirigenze. Esse riflettono le basi diverse di
classe di questi partiti, la natura piccolo – borghese della loro
dirigenza, i loro tentativi di portare i loro partiti verso ideologie
di classe non proletarie mediante la conduzione di lotte per lo
più legali. Le lotte di classe aspre non possono semplicemente
dipendere dai mezzi legali e sopravvivere di fronte a classi altamente
fasciste reazionarie. In India, alcuni di quei partiti hanno costruito
le loro basi tra i contadini ricchi e medi, che hanno principalmente
attitudini piccolo – borghesi e liberali con le quali cercano di
proteggere il loro spazio legale. Alcuni altri hanno costruito un
partito semplicemente con settori urbani piccolo – borghesi. Altri, che
hanno costruito partiti con i poveri senza proprietà e i
contadini senza terra inclusi gli Adivasi e la classe operaia, sono in
grado di guida avanzare nello sviluppo di formidabili lotte di classe.
Perciò le differenze sono fondate su
condizioni materiali concrete presenti nelle classi in cui essi
radicano le loro lotte. Oggic’è bisogno che tutte questi piccoli
settori di tali partiti comunisti si uniscano per allearsi ai Maoisti,
ma l’unità è possibile solamente se esse cambiano il loro
orientamento verso una linea proletaria autentica e se basano il loro
lavoro sulla classe operaia, i poveri e i contadini senza terra.
Red!: Ci sono lezioni da
apprendere dalla sconfitta del socialismo sulla questione della
liberazione delle donne?
Saibaba: Se guardiamo la situazione
presente di emancipazione delle donne, osserviamo che le strutture
patriarcali vanno studiate a fondo dai marxisti attivi nei movimenti.
Attualmente, in India maggio resi pone sempre maggiore attenzione alle
strutture patriarcali da parte delle donne – quadro del Partito
Maoista. Una questione norma riguarda le norme stesse sulla
riproduzione, che rappresentano una grande discriminazione contro le
donne. Nell’ambito della pratica rivoluzionaria maoista questa è
diventata il problema maggiore insieme ad altri problemi specifici per
le donne. Questi problemi non sono stati completamente compresi. Non
sono stati trovati meccanismi sufficienti per controllare la
discriminazione delle donne all’interno del processo rivoluzionario. La
cosa che emerge di più è che le donne continuano a
sottostare alle strutture patriarcali solo perché sono donne.
Perciò, la nuova rivoluzione deve porre l’attenzione alle
specificità di questa particolare forma di oppressione. Il
secondo punto importante è che l’emancipazione completa delle
donne non è possibile all’interno del sistema capitalista.
Tuttavia, dobbiamo essere anche consapevoli
del fatto che se il proletariato prendesse il potere le strutture
patriarcali non sparirebbero automaticamente. Questo è un
problema importante. Dobbiamo fare particolare attenzione alle
istituzioni e alle strutture che rimangono. Le donne devono combattere
una rivoluzione all’interno della rivoluzione. In India ci saranno
tante più rivoluzioni all’interno della rivoluzione a causa
della forma oppressiva caratteristica che abbiamo e che si chiama
sistema delle caste. Un esempio di rivoluzione entro la rivoluzione
è dato dalla Grande Rivoluzione Culturale (GPCR) in Cina sotto
la guida di Mao. Tuttavia, in India deve seguire un percorso più
tortuoso. Mao ha fatto appello a mille rivoluzioni per estirpare
completamente l’ideologia borghese. Io credo che tutti i tentativi di
rivoluzione all’interno della rivoluzione siano complementari
cioè razzismo, patriarcato e sistema delle caste vanno
considerati da questa visuale. Una soluzione veloce e semplice non
è possibile. Un rivoluzionario deve essere paziente.
Tuttavia, questo non significa che queste
rivoluzioni devono aspettare che il proletariato conquisti il potere.
In India pensiamo che
Le donne hanno le proprie organizzazioni e le
proprie strutture all’interno del PCI (Maoista). Hanno le loro proprie
conferenze e i loro comitati. Esse fanno parte delle assemblee generali
ed hanno incontri separati in connessione con queste.
Il criterio è che se una donna e un
uomo hanno la stessa competenza, la donna ha la priorità nella
direzione di ogni particolare comitato rivoluzionario. C’è anche
un’educazione speciale per le donne così che possano svilupparsi
più velocemente, e si organizzano settori e addestramenti
speciali. Nel Partito Maoista la maggior parte delle donne membro di
partito non hanno bambini per loro scelta, ma se alcune di loro
vogliono, possono avere un bambino ed il partito le aiuterà. Il
periodo di gestazione non è discriminante nei loro confronti. Ci
sono politici politiche ben sviluppate riguardo a questi problemi nel
Partito Maoista Indiano.
Red!: Oggi, in India, c’è
una situazione rivoluzionaria? Che cosa può dire del resto del
mondo?
Saibaba: In India, c’è una
situazione rivoluzionaria estremamente favorevole ed anche in tutti i paesi del
“terzo mondo”. In ognuno di questi paesi, la crisi nazionale sta
crescendo così come la crisi internazionale. I paesi del “terzo
mondo” non hanno bisogno di aspettare alcuna mondo terza guerra
mondiale per compiere le loro rivoluzioni. Non è detto che ci
sia una Terza Guerra Mondiale in senso classico, anche anche se Bush
l’ha promessa. Le condizioni di guerra esistono in forme diverse.
Il mondo si trova già all’interno di
un tipo di guerra, ma attualmente la sua forma è diversa da
quella classica. Per esempio, gli Stati Uniti stanno combattendo una
guerra militare contro il popolo iracheno ed una guerra economica
contro il popolo indiano, ed entrambe le varietà di guerra
uccidono le persone nella stessa dimensione. Perciò,
perché gli Stati Uniti avrebbero bisogno di dichiarare guerra
all’India quando le classi dominanti indiane sono disposte a facilitare
ogni cosa per gli imperialisti? Le contraddizioni in aumento tra le
forze imperialiste possono cambiare velocemente da collusioni a
conflitti. Il terreno è già preparato e la situazione
rivoluzionaria è già matura. Sono le forze soggettive dei
comunisti che devono prendere vantaggio dalla situazione ed rafforzarsi.
L’egemonia della classe dominante sarà
annientata subito se gli imperialisti non verranno in aiuto in
ognuno di questi paesi, quando le masse rivoluzionarie si
organizzeranno. In modo simile, la rottura della catena imperialista da
qualsiasi parte svilupperà l’incendio e il collasso
irreversibile del dominio borghese monopolista/imperialista occidentale
seguirà a ruota. I partiti proletari in Europa e gli altri
partiti occidentali devono preparare il campo in visione di questa
prossima eventualità, imminente e indispensabile.
30 novembre 2008