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Intervista con G. N. Saibaba, vice Segretario del Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF) dell’India
(n.d.r. inviataci dal Partito dei CARC)

Uno sguardo dall’interno alla strategia maoista in India

Questa è un’intervista con G.N. Saibaba, vice Segretario del Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF), una Federazione Indiana di Organizzazioni Popolari Rivoluzionarie. Ha 40 anni ed è nato ad Andhra Pradesh ,uno stato dell’India del sud. Il nuovo partito norvegese Rødt (Red!) ha condotto questa intervista.

Reperibile sul sito: http://southasiarev.wordpress.com/ 

Red!: Se qualcuno le dicesse che il movimento maoista in India è un movimento marginale che sta principalmente operando nelle aree molto arretrate, poco popolate, e che ha lavorato per oltre trentacinque anni senza raggiungere i propri obiettivi da nessuna parte, quale sarebbe la sua risposta?

Saibaba: Il movimento maoista in India non è confinato alle aree arretrate. É un movimento vasto e include le aree “sviluppate”. I maoisti lavorano sia nelle campagne, sia nelle città. Il governo dice che i Maoisti sono attivi in 15 stati su 28, e questi includono gli stati maggiori. Il Ministero dell’Interno sostiene che 167 distretti nel paese su un totale di 600 sono coperti dai Maoisti. Questo è poco meno di un terzo dell’India.  

I Maoisti in India seguono il metodo rivoluzionario di nuova democrazia sperimentato con successo in Cina sotto la guida di Mao. Questo metodo segue il principio per cui il movimento rivoluzionario deve dare la priorità al lavoro nelle aree dove lo stato è debole. I maoisti lavorano nelle regioni arretrate per far crollare il potere locale reazionario e stabilire quello popolare. In queste aree arretrate costruiscono le basi di massa rivoluzionarie. Questo non significa che essi non lavorino anche nelle città. In realtà, al Congresso del CPI (Maoista) tenutosi nel gennaio/febbraio 2007, hanno deciso di incrementare il loro lavoro nelle aree urbane. Hanno prodotto un nuovo documento concernente il lavoro nelle aree urbane che analizza quanto fatto negli ultimi trent’anni. Questo documento individua la strategia per sviluppare il lavoro nelle aree urbane.

Le regioni arretrate nel paese sono essenzialmente semi-feudali e non vi è molto sviluppo capitalista. Il Partito Maoista ha scelto queste aree come terreno nel quale condurre la guerriglia. La lotta armata è considerata come forma principale di lotta. Allo scopo di sviluppare la principale forma di lotta, i maoisti concentrano il loro lavoro nelle aree arretrate. La lotta nelle aree urbane è secondaria e complementare. Il lavoro del partito nelle aree urbane, nell’ambito della classe operaia, potenzia la guida proletaria della lotta nelle aree arretrate.

Allo stesso tempo i maoisti partecipano allo sviluppo di un enorme movimento nelle aree urbane tra gli intellettuali, gli studenti, le donne e le classi medie. I quadri e i dirigenti maoisti che hanno lavorato nelle aree urbane sono stati anche arrestati, vessati e uccisi.

I maoisti portano avanti un grande lavoro anche tra i lavoratori delle miniere di carbone. Ci sono vaste miniere di carbone in molte regioni dell’India. Come può vedere, i maoisti lavorano in molte aree industriali in tutto il paese, sebbene la loro concentrazione del lavoro proceda dalle zone rurali.

In realtà il PCI (Maoista) guida il movimento di massa singolo più vasto in India. La reazione dei governi centrali e locali è un indicatore della vastità del movimento. Il governo centrale ha formato un Centro di Coordinamento insieme a 14 amministrazioni statali. Stanno collaborando per mobilitare le forze di sicurezza e segreti raccogliere informazioni per controllare i movimenti dei maoisti. Hanno armato un sistema militare enorme. Le riunioni di questo Centro avvengono mensilmente. Un vasto numero di forze militari sono al impegnate contro il movimento maoista. Anche questo indica la forza di tale movimento.

L’insurrezione di Naxalbari nel 1967, che accennava alla nuova ondata rivoluzionaria, terminò con divisioni in molti gruppi. Il frazionamento delle forze comuniste rivoluzionarie è durato dal 1972 al 1997. È solo dopo il 1997 che i comunisti rivoluzionari hanno iniziato ad unirsi. Due dei partiti maggiori che conducevano la lotta armata si sono uniti nel 1998 e l’accordo finale è stato siglato nel 2004 quando il PCI (Maoista) si è formato con la fusione del MCCI e del PCI (Guerra Popolare). A causa delle divisioni, il movimento non si è potuto sviluppare più velocemente prima del 2004.

(Vedere le note per maggiori informazioni su questi temi)

Red!: Come rispondono i maoisti alle accuse di essere dogmatici e di non essere disposti ad imparare dagli errori del socialismo nel 20° secolo?

Saibaba: I maoisti stanno applicando con creatività ed autenticità i principi marxisti alle condizioni concrete dell’India. Non imitano ciecamente la Cina o la Russia. Allo stesso tempo, sono consapevoli che i progetti socialisti in Cina e in Russia sono stati sconfitti da quelli che hanno seguito la via del capitalismo. Essi applicano il  Marxismo-Leninismo-Maoismo nella pratica adatta all’India. Se uno dichiara che portare avanti la lotta armata è dogmatismo, si allontana dalla lotta di classe in un paese impoverito come l’India. La lotta armata contadina è la lotta fondamentale, perché il 70% delle masse è stato forzato a rimanere nelle campagne e a dipendere da un’agricoltura e da rapporti di produzione arretrati. In tale situazione, dove una larga maggioranza non ha uno spazio democratico pubblico, esse non saranno in grado di combattere le classi dominanti fasciste senza le armi. Ma la lotta armata viene anche condotta in modo creativo e pratico. Non significa annichilimento del nemico di classe. La lotta armata è una forma di lotta di classe dove le classi oppresse affermano il loro potere e si organizzano per dei sottrarre il potere ai capitalisti compradores, feudali e pro-imperialisti.

La lotta armata guidata dai maoisti significa anche riappropriazione  delle fonti dei mezzi di sostentamento da parte dei dannati della terra , che li tolgono alle classi dominanti e potenti. Significa anche costruire istituzioni alternative di potere popolare. Perciò, in questo caso, la lotta armata è ridefinita e praticata con lo spirito bolscevico di dare tutto il potere ai soviet. Senza la lotta armata non si può costruire la resistenza in paesi come l’India e la resistenza che è stata condotta negli anni precedenti non può essere mantenuta. Le azioni armate contro le forze di stato e le forze feudali si fanno per proteggere il movimento, per l’autodifesa e l’autoaffermazione delle classi sfruttate.

I maoisti credono che la fine della costruzione socialista in Russia e in Cina è stata principalmente dovuta alla linea revisionista che si è sviluppata all’interno dei rispettivi Partiti Comunisti di quei paesi. I capitalisti dirigenti che seguivano la strada del capitalismo in Russia e in Cina hanno sottratto il potere alla classe dei lavoratori perché quei partiti  non si sono potuti difendere dall’infiltrazione della borghesia all’interno dei partiti proletari. Il fallimento dei progetti socialisti ha fornito insegnamenti importanti al proletariato internazionale, per portare avanti la lotta di classe, contro la borghesia in vari paesi e contro la borghesia monopolistica a livello internazionale. In nessun paese del mondo, la lotta di classe ha avuto successo senza lotta armata.

Red!: Quanti soldati hanno, approssimativamente, i maoisti?

Saibaba: Il governo indiano dice 28.000, ma il numero può essere molto maggiore. Le aree di loro influenza paiono più ampie di quelle che indicano le stime del governo. C’è anche un’ampia milizia popolare che lavora a livello di villaggio. La milizia è fondamentale e di primaria importanza in relazione all’Esercito di Liberazione Popolare secondo la strategia del PCI (Maoista).

Red!: Ci sono stati, da qualche parte, negoziati di pace tra i maoisti e le autorità?

Saibaba: Si sono avuti incontri per la pace nel 2004. Il governo di Andhra Pradesh invitò i maoisti per negoziati di pace. Il Partito Maoista dichiara sempre di non essere mai contrario ai negoziati politici con i suoi antagonisti tempi sulle questioni delle lotte popolari, ma possibili non c’è negoziato possibile sulla linea politica centrale in termini di strategia. A Hyderabad sono stati condotti incontri per la pace per circa un mese. Tutto ciò è stato facilitato e sostenuto dagli intellettuali di spicco della regione. negoziazioni Nei negoziati, i Maoisti hanno asserito che se il governo fosse stato disposto a risolvere i problemi del popolo, per cui essi hanno combattuto negli ultimi trentacinque anni, avrebbero dato il benvenuto al cambiamento. circa hanno discusso dei problemi di base del popolo. E’ stato firmato un accordo di tregua da entrambe le parti prima dell’inizio  dei negoziati di pace. Il governo ha detto che volevano chiudere la prima fase negoziazioni dei negoziati e ha aggiunto che avrebbe attuato i punti concordati. I dirigenti maoisti che avevano accordo negoziato tornarono in clandestinità. Hanno attesol’attuazione dei punti stabiliti. Purtroppo, il governo ha violato la tregua, ha iniziato le ostilità contro i maoisti e molte centinaia di loro sono stati uccisi, inclusi i quadri dirigenti. Questo procedimento ha reso evidente, agli occhi persone del popolo, come i governanti reazionari non sono pronti a risolvere i problemi del popolo.

Red! : I maoisti hanno aree base?

Saibaba: La Guerra Popolare non ha ancora raggiunto il livello delle aree di base. Tuttavia, questo livello è stato quasi raggiunto in molti posti. In queste zone, dove le aree di base sono in fase di costruzione, i governi popolari stanno operando localmente, in centinaia di villaggi.

Red!: Si dice che i governi centrali di stato abbiano lanciato attacchi contro le posizioni maoiste ad Andhra Pradesh, e che i Maoisti siano stati cacciati dalla maggior parte delle zone. Questo non dimostra che quando le classi dominanti vogliono, possono sconfiggere i maoisti militarmente e che  è solo una questione di tattiche del partito nemico, quando decide di schiacciare i Maoisti?

Saibaba: Negli ultimi dieci anni, ad Andhra Pradesh, più di duemila quadri maoisti sono stati brutalmente uccisi. C’è stato un attacco concentrato particolarmente dopo i negoziati di pace. Quando i maoisti si sono accorti che stavano perdendo molte forze, si sono ritirati da alcune aree e schierati in altre. C’è stata una sconfitta temporanea del movimento Maoista in alcune zone di Andhra Pradesh, tuttavia essi stanno cercando di risollevarne la situazione. I governi centrali di stato usano in larga misura gruppi di vigilantes per entrare nelle aree dei maoisti e sconfiggerli. I gruppi di vigilantes sostenuti dai governi hanno operato con maggiore efficacia per il govenro nello spezzare in alcune zone di Andhra Pradesh.

Il movimento non è semplicemente un movimento militare. É un movimento politico che coinvolge le masse. Perciò i maoisti non stanno fronteggiando e combattendo le forze militari indiane solamente a livello militare, ma soprattutto a livello politico, così da avere un’ampia base di massa. Grazie al supporto popolare massiccio, non è possibile per il governo sconfiggere il movimento. Le sconfitte temporanee non sono insolite nei movimenti rivoluzionari. I movimenti rivoluzionari maturi possono invece riprendersi velocemente da tali sconfitte con l’andar del tempo.

Red!: In India, ci sono forze rivoluzionarie che cercano una strategia diversa dalla guerra popolare di lunga durata?

Saibaba: Sì, per esempio il Partito Comunista Indiano (ML) Nuova Democrazia e alcuni altri gruppi del PCI (ML). In vista delle elezioni di Lok Sabha (elezioni per la legislatura parlamentare) del 2004, il PCI (ML) Bandiera Rossa e alcuni altri gruppi  del PCI (ML) presero l’iniziativa di formare un fronte unito di comunisti rivoluzionari sostanzialmente per contrastare le elezioni.

I maoisti li considerano deviazionisti di destra, ma non revisionisti. Sono progressisti, ma non in direzione di un percorso rivoluzionario come avviene per i maoisti. Tuttavia, i maoisti non sono contrari a lavorare con loro lavoratori nel lavoro di massa.

Red!: L’India è un grande paese. In alcune aree ci sono guerre civili, in altre zone non c’è molta agitazione. Allo stesso tempo, la maggior parte dei partiti è regionale e non nazionale. Ci sono organizzazioni rivoluzionarie in tutti gli stati dell’India?

Saibaba: L’agitazione è ovunque. Prendi per esempio Madhya Pradesh e Rajasthan. Queste due zone sono fortemente colpite dalla povertà. Tuttavia, non c’è un solo partito rivoluzionario in queste regioni. L’agitazione qui prende luogo sotto forme diverse. A volte nascono movimenti militanti di massa. Ma il problema maggiore è che le forze soggettive rivoluzionarie non stanno lavorando in quei luoghi. Questi sono due grandi stati, ma non vi è traccia di partiti comunisti rivoluzionari, in queste aree lavorano soprattutto le Organizzazioni Non Governative. Spesso, ricevono finanziamenti dall’estero. Tuttavia, la situazione oggettiva, anche in queste zone, è molto matura per la lotta armata. È semplicemente questione di espandere, in queste regioni che non aspettano altro, le forze rivoluzionarie.

Red!: Qual è la percentuale di persone che vivono nelle città? Quante di loro hanno un lavoro?

Saibaba: Il 30% della popolazione indiana vive nelle zone urbane e semiurbane ed il 70% nelle campagne. Complessivamente, circa il 77% della popolazione vive, in media, con meno di 20 rupie al giorno, vale a dire con mezzo dollaro americano al giorno. La disoccupazione è in crescita in ogni parte dell’India.

Red!: Ufficialmente l’India sta aumentando il tasso del PIL di quasi il 10%. Lei contesta questa stima? Perché?

Saibaba: Al momento la percentuale in crescita si aggira intorno al 9% come dichiarano i governi.  Solo lo 0,5% della forza lavoro, che è impegnata nel settore dei servizi, sta contribuendo con il 55% al prodotto interno lordo. Il 70% della forza lavoro, che è occupata nel settore dell’agricoltura, sta contribuendo con solo il 19% al PIL. Invece il 3% della forza lavoro è impegnata nel settore manifatturiero. Queste stime fornite dal governo ci dicono che la grande maggioranza del contributo popolare al PIL è molto esiguo. Le stime della percentuale in crescita sono fondate in larga parte sul capitale speculativo, che include gli investimenti stranieri. Perciò, il dato di percentuale in crescita è illusorio e debole. I calcoli di questa percentuale sono basati oltretutto su falsità. Se queste stime niente significano qualcosa, riteniamo che il picco del 10% rappresenta l’accumulo di beni attraverso i metodi più spietati di sfruttamento.

Red!: Nelle Filippine c’è una combinazione di guerra popolare e, allo stesso tempo, di sostegno, da parte del partito, nei confronti dei partiti popolari che si candidano alle elezioni, in Nepal i maoisti sono stati alle elezioni parlamentari nel 1993, poi le hanno boicottate ed hanno iniziato la guerra popolare, e adesso sono in parlamento. Non è possibile combinare guerra popolare e lavoro parlamentare, nello stesso modo, in un paese ampio e diversificato come l’India?

Saibaba: La storia dello sviluppo del Movimento Comunista in India, negli ultimi 40 anni, ci mostra che quei partiti comunisti rivoluzionari che non hanno scelto la strategia della guerra popolare, ma hanno preferito la teoria della resistenza popolare, prima di iniziare la guerra popolare, oppure che hanno scelto di combinare la resistenza popolare e la politica parlamentare, gradualmente sono scivolati o nel deviazionismo di destra oppure nel percorso neorevisionista.

La Guerra Popolare  è la strategia principale, mentre concorrere alle elezioni parlamentari è una questione tattica. I maoisti non sono per principio contro le elezioni, ma ritengono che la partecipazione alle elezioni possa facilitare la strategia della guerra popolare. I maoisti considerano la questione della partecipazione alle elezioni parlamentari come parte della tattica che ha un’importanza strategica. Perciò, non vedono nessuna possibilità immediata di partecipare alle elezioni. Le istituzioni parlamentari sono le assai screditate tra il popolo in India. Nella immaginazione popolare, in larga scala, se partecipando uno partecipa alle elezioni è un nemico che arriva per rapinarli. I maoisti boicottano le lezioni e si concentrano sulla costruzione alternativa del potere popolare e delle istituzioni popolari. In India, i maoisti non hanno piani immediati di utilizzo di questa tattica.

Red!: Non è possibile sviluppare sia la lotta legale, sia quella clandestina, nelle città e nella maggior parte delle aree urbane, anche includendo il lavoro nelle organizzazioni parlamentari?

Saibaba: I maoisti lavorano nelle aree urbane tra le classi dei lavoratori e le classi medie. Questo ha un’importanza secondaria rispetto alla strategia principale della linea rivoluzionaria. L’importanza primaria sta nello sviluppo della lotta armata nei villaggi tra i contadini come forza principale, e con l’ideologia della classe dei lavoratori alla guida. Questo non intende solamente i lavoratori manuali, bensì, che quelli entro il popoli che hanno acquisito l’ideologia proletaria e che non posseggono nessuna proprietà. I maoisti fanno combinare lotte legali e illegali fino a che le lotte abbiano lo spazio per operare e, fondamentalmente, fino a che si capisca che sempre più lotte militanti creano questo spazio. Ovunque c’è qualche spazio democratico viene usato nella massima estensione possibile. Solo che le classi dominanti non permettono l’utilizzo di mezzi legali e di differenti istituzioni democrazia democratiche sempre. Partecipare alle elezioni non è la sola via per prendere parte agli spazi legali e cittadini. Anche boicottare le elezioni è un’attività politica a tutti gli effetti, che costituisce un altro modo di partecipare all’interno dello spazio democratico dato che esiste in India.

Prima di tutto, i maoisti si stanno concentrando sul conquistare il potere per il popolo e costruire istituzioni rivoluzionarie democratiche popolari. Quando questo verrà conseguito nelle grandi aree, essi avranno maggiore spazio nei centri urbani.

Red!: L’occupazione è in crescita?

Saibaba: La percentuale dell’occupazione non è in crescita, è ancora ferma. Anzi, la percentuale reale dell’occupazione lavoro è diminuita molto, per molte ragioni. Le stime economiche ci dicono che un milione di piccole industrie hanno cessato l’attività negli ultimi anni, e questo ha prodotto  un enorme danno all’occupazione. Anche il fatto che la terra è stata acquistata dagli agricoltori, è responsabile della disoccupazione. I piccoli contadini e i contadini senza terra hanno perso in massa il loro  lavoro.

Solo l’industria tecnologica  e alcune industrie di servizi sono in crescita. Tuttavia, questi sono settori nei quali è impegnato un numero minimo di persone. L’occupazione nel settore manifatturiero è in declino. Il governo non diffonde queste stime. Gli intellettuali indipendenti producono stime alternative sulla percentuale di sviluppo e la disoccupazione. C’è un’enorme controversia circa le stime ufficiali e la situazione lavorativa in India. Nel complesso, c’è un declino nel tasso di crescita dell’occupazione e ovunque si registra un calo nei salari effettivi dei lavoratori.

Red!: L’India è un paese imperialista oppure un paese semifeudale, semicoloniale?

Saibaba: L’India  non è un paese imperialista. La ragione è che l’India è nella morsa del potere imperialista. Le classi dominanti indiane potere hanno scarso potere nella politica internazionale. In larga parte, il paese sta agendo secondo i dettami degli imperialisti statunitensi. Allo stesso tempo, l’India ha piani espansionistici. le potenze imperialiste possono controllare altri paesi, mentre l’espansionismo è desiderio di espandersi senza esserne capaci rispetto ai paesi limitrofi per cercare  di sfruttarli e prevaricarli.

Tuttavia, anche questi piani imperialisti non corrispondono ai voleri delle classi dominanti indiane, ma piuttosto a quelli degli imperialisti. Ad oggi, l’India pone in atto i suoi piani espansionistici diventando uno strumento nelle mani degli Stati Uniti. Gli Stati Uniti stanno manovrando l’India per ottenere il controllo sui paesi più piccoli di confine per i propri interessi geopolitici nell’Asia del sud. Si tratta ad esempio dello Sri Lanka e del Nepal. L’India viene usata per sopprimere la giusta lotta delle Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam (LTTE) per la liberazione del Tamil nello Sri Lanka. Il rapporto tra gli Stati Uniti e l’India può essere paragonato con l’egemonia di Israele in Medio Oriente. Adesso gli Stati Uniti vogliono usare l’India per sopprimere il movimento maoista in Nepal anche se al momento lo fanno in modo clandestino. L’India ha occupato il Kashmir e i territori nazionali nord – orientali., come Naga e altre popolazioni, mediante la forza militare brutale.

Red!: In India, la lotta di classe è più intensa adesso di 20 anni fa?

Saibaba: In India, i livelli di povertà sono aumentati. Nel 1947 non si registravano suicidi tra gli agricoltori. Dagli anni ’90 in poi hanno iniziato a verificarsi, in larga misura, morti suicide di agricoltori. Perché sono iniziate negli anni ’90? Perché l’agricoltura, che impiega la maggior parte della popolazione, è stata drasticamente trascurata. I contadini poveri non sono in grado di sopravvivere in questo settore che dipende ampiamente dal sistema di credito privato ad alto sfruttamento. Circa 150.000 agricoltori si sono suicidati negli ultimi 10 anni. In molte aree si verificano morti per fame. La gente sta mangiando piante selvatiche e foglie in molte aree delle zone rese deliberatamente sottosviluppate. In realtà, oggi, in India possiamo vedere che molte aree sono allo stesso livello dei paesi dell’Africa sub – sahariana. Tutto questo accade, in modo particolare, dopo la globalizzazione aggressiva pro – imperialista iniziata in India in larga scala.

La classe operaia è la classe più assediata nel nostro paese. Essi hanno perso i loro diritti. Le sezioni recenti dei lavoratori, che emergono dalle classi contadine, non possono unirsi alla classe aristocratici dei lavoratori. Il settore organizzato è molto esiguo, rispetto al settore non organizzato, dove gli accordi collettivi e le leggi sul lavoro sono seguiti in misura che decresce rapidamente.

Anche le persone comuni sono più consapevoli delle lotte esistenti che già ci sono in altre zone. Le contraddizioni di classe si sono acuite perché le risorse stanno andando nelle mani di sempre meno persone, dopo il processo di globalizzazione iniziato intorno al 1990. Questo processo accumula le ricchezze in davvero poche mani.

Alcune riforme sociali, introdotte dalle classi dominanti negli anni sessanta e settanta, sono decadute  ed il governo sta lasciando ogni cosa al mercato condotto dalle forze imperialiste direttamente collegate  ai servi capitalisti nazionali.

Red!: Sin dagli inizi degli anni ’90, le classi dominanti, in India, hanno continuato una politica neoliberalista di liberalizzazione, privatizzazione e globalizzazione. Questi cambiamenti, come influiscono nella situazione delle donne?

Saibaba: Non c’è niente di liberale in merito alle politiche neoliberali. Queste politiche sono state impiantate al tempo di Nehru in India. Il cosiddetto socialismo di Nehru è pieno di politiche pro – imperialiste di globalizzazione. Tuttavia, in seguito, naturalmente, si è verificata una forte differenza tra la prima fase e la fase iniziata a partire dagli anni ’90. La differenza consiste nel fatto che la globalizzazione è la fase aggressiva dell’assalto imperialista. Per globalizzazione s’intende quella del capitale monopolio monopolista aggressivo in assenza del blocco socialista mondiale, generata anche dalla profonda crisi propria dell’imperialismo. Inoltre, il peso di questa crisi viene riversata sulle spalle dei paesi del terzo mondo. A seguito delle estreme condizioni di sfruttamento date dal processo di globalizzazione, il primo settore di popolazione che ha di fronte difficoltà pesanti è quello degli Adivasi, poi ci sono i contadini poveri senza terra, i lavoratori, le minoranze religiose, in modo particolare, i musulmani, una maggioranza schiacciante dei quali è tra le più povere del paese, e, in sezioni tutti questi settori e classi, le donne sono le prime ad essere colpite.

Le donne sono certamente colpite in modo più duro. Quando posti di lavoro vengono tagliati, le donne sono le prime a perderli. In secondo luogo, in condizioni di declino dello sviluppo, le donne non ottengono nuovi lavori poiché il mercato del lavoro è patriarcale a livelli di fanatismo. L’oppressione patriarcale estrema che esiste in India è il risultato sia del capitalismo deviante, sia del semifeudalesimo. Quando le fonti di sostentamento diminuiscono, le donne sono obbligate ad accudire le famiglie, soprattutto i bambini. Come risultato, le donne dunque mangiano meno, allattano i loro bambini e curano le loro case. Oggi, c’è più malnutrizione tra le donne a causa delle condizioni difficili del lavoro sia in casa che fuori. Prendono paghe minori rispetto all’uomo. Anche se la legge del paese prevede salari uguali, nessuno la segue.

Il rapporto dei sessi nel paese si è trasformato velocemente in un abisso, con il numero attuale di donne in diminuzione rispetto al numero degli uomini. Il feticidio delle femmine è un fenomeno in crescita. Negli ospedali vengono registrati centinaia di casi di feticidio di bambine. Perciò, attualmente, le donne costituiscono il gruppo più grande di persone che partecipano alle lotte, stando in prima linea e partecipando a tutti gli scontri. Più del 30% dei membri nel partito maoista sono donne. Anche il partito borghese più grande nel paese non raggiungerà una percentuale del genere. In alcune aree come Chhattisgarh e Jharkhand la percentuale è più elevata.

Red!: Lei dice che il dislocamento costituisce il maggiore problema in India, che ci sono sei tipi diversi di dislocamento: Zone Economiche Speciali, attività mineraria, nuove industrie, nuove grandi dighe, abbellimento degli spazi urbani e progetti per le infrastrutture ed altro. Lei asserisce che il dislocamento forzato è basato, approssimativamente, sull’espropriazione del 12% della terra. La maggior parte di questa terra è anche molto fertile. Può spiegare perché il dislocamento costituisce la questione principale, e non la povertà, la disoccupazione, la malnutrizione e cosi via?

Saibaba: Il 70% della popolazione dipende dalla terra, quindi, direttamente o indirettamente dall’agricoltura. La maggiore fonte di lavoro è l’agricoltura. Quando la terra viene tolta per questi progetti, il popolo non ha altra fonte di sostentamento. Perciò, una delle maggiori cause di perdita del lavoro è l’espropriazione della terra. Questo, infatti, rende gli agricoltori  e i contadini senza terra poveri disoccupati. I pacchetti di ripristino della situazione, promessi dal governo, per coloro che hanno perso la terra, non funzionano. Il ripristino non è mai stato attuato. Perciò, tutti i problemi come la malnutrizione, la povertà, la disoccupazione e così via,  hanno radice nel processo di espropriazione del popolo dalle sue fonti di sostentamento, mediante lo spostamento dalla sua terra, dalle foreste e da altri habitats.

Red!: Perché i contadini dislocati non possono avere nuovi lavori nel settore moderno?

Saibaba: Le persone dislocate che provengono da quei settori, sono forzate, in modo tacito, a rimanere analfabete. Non hanno le capacità necessarie per il lavoro industriale, particolarmente per il tipo di industria che è in linea con la tecnologia avanzata imperialista. Da un altro lato, anche se una piccola parte di queste persone è adatta per il lavoro industriale, non lo ottiene comunque perché le industrie, sono ben fornite, sono impostate per un tipo di lavoro tecnologico intensivo per cui non impiegano molte persone. Le macchine arrivano dai paesi imperialisti. Queste macchine richiedono un lavoro altamente qualificato. Perciò non c’è spazio per chi cerca lavoro nel settore industriale che si suppone in crescita. C’è poi la ristretta possibilità di impiego nel settore dell’informazione tecnologica o in quello dei servizi, ma non nell’industria manifatturiera. Nelle aree urbane c’è già un settore enorme di disoccupati istruiti che otterranno un numero esiguo di lavori in queste industrie, ma i contadini dislocati sono esclusi.

Red!: Quali sono i principali insegnamenti da trarre, secondo i maoisti dagli riguardo agli errori del socialismo nell’ultimo secolo, quando viene posta la questione del rapporto tra il partito comunista ed il resto della società?

Saibaba: I maoisti indiani ritengono che quanto è successo in Russia e in Cina debba essere ancora ulteriormente analizzato. Pensano che in futuro i rivoluzionari comunisti a livello internazionale debbano ritrovarsi e studiare gli errori in modo più concreto. Una delle ragioni del fallimento dei progetti della costruzione socialista può essere che i partiti non sono stati in grado di ideare meccanismi di controllo delle infiltrazioni della borghesia all’interno dei partiti comunisti. Tuttavia, certamente, la Rivoluzione Culturale Cinese sotto la guida di Mao, aveva studiato il modo di controllare le infiltrazioni della borghesia nei partiti comunisti. Tuttavia, questa tecnica è rimasta a livello sperimentale dopo la morte di Mao. Sempre più dispositivi politici e ideologici devono essere sviluppati all’interno dei partiti comunisti rivoluzionari per arrestare le ideologie di classe estranee insinua che tentano di insinuarsi all’interno dei partiti comunisti. Ogni paese del mondo oggi ha bisogno di costruire partiti proletari solidi.

Sfortunatamente, oggi, in molti paesi europei, così come in alcuni paesi del terzo mondo, si sono insinuate ideologie di classe estranee, in nome della “democrazia del 21° secolo”, dei “principi di organizzazione liberale” e dell’accettazione del “sistema multipartitico”. Anche le linee politiche dei partiti comunisti hanno oggi necessità di essere guidate verso la bolscevizzazione. I partiti leninisti che possono guidare il proletariato alla vittoria entro un processo in cui si possono trarre lezioni dai primi errori che vanno visti come sconfitta temporanea per il proletariato mondiale nella sua lunga storica marcia in avanti.

 Red!: Qual è la causa alla radice delle differenze tra le forze comuniste in India?

Saibaba: In India, le differenze tra i rivoluzionari comunisti non sono da considerare come semplici differenze tra le loro dirigenze. Esse riflettono le basi diverse di classe di questi partiti, la natura piccolo – borghese della loro dirigenza, i loro tentativi di portare i loro partiti verso ideologie di classe non proletarie mediante la conduzione di lotte per lo più legali. Le lotte di classe aspre non possono semplicemente dipendere dai mezzi legali e sopravvivere di fronte a classi altamente fasciste reazionarie. In India, alcuni di quei partiti hanno costruito le loro basi tra i contadini ricchi e medi, che hanno principalmente attitudini piccolo – borghesi e liberali con le quali cercano di proteggere il loro spazio legale. Alcuni altri hanno costruito un partito semplicemente con settori urbani piccolo – borghesi. Altri, che hanno costruito partiti con i poveri senza proprietà e i contadini senza terra inclusi gli Adivasi e la classe operaia, sono in grado di guida avanzare nello sviluppo di formidabili lotte di classe.

Perciò le differenze sono fondate su condizioni materiali concrete presenti nelle classi in cui essi radicano le loro lotte. Oggic’è bisogno che tutte questi piccoli settori di tali partiti comunisti si uniscano per allearsi ai Maoisti, ma l’unità è possibile solamente se esse cambiano il loro orientamento verso una linea proletaria autentica e se basano il loro lavoro sulla classe operaia, i poveri e i contadini senza terra.

 Red!: Ci sono lezioni da apprendere dalla sconfitta del socialismo sulla questione della liberazione delle donne?

Saibaba: Se guardiamo la situazione presente di emancipazione delle donne, osserviamo che le strutture patriarcali vanno studiate a fondo dai marxisti attivi nei movimenti. Attualmente, in India maggio resi pone sempre maggiore attenzione alle strutture patriarcali da parte delle donne – quadro del Partito Maoista. Una questione norma riguarda le norme stesse sulla riproduzione, che rappresentano una grande discriminazione contro le donne. Nell’ambito della pratica rivoluzionaria maoista questa è diventata il problema maggiore insieme ad altri problemi specifici per le donne. Questi problemi non sono stati completamente compresi. Non sono stati trovati meccanismi sufficienti per controllare la discriminazione delle donne all’interno del processo rivoluzionario. La cosa che emerge di più è che le donne continuano a sottostare alle strutture patriarcali solo perché sono donne. Perciò, la nuova rivoluzione deve porre l’attenzione alle specificità di questa particolare forma di oppressione. Il secondo punto importante è che l’emancipazione completa delle donne non è possibile all’interno del sistema capitalista.

Tuttavia, dobbiamo essere anche consapevoli del fatto che se il proletariato prendesse il potere le strutture patriarcali non sparirebbero automaticamente. Questo è un problema importante. Dobbiamo fare particolare attenzione alle istituzioni e alle strutture che rimangono. Le donne devono combattere una rivoluzione all’interno della rivoluzione. In India ci saranno tante più rivoluzioni all’interno della rivoluzione a causa della forma oppressiva caratteristica che abbiamo e che si chiama sistema delle caste. Un esempio di rivoluzione entro la rivoluzione è dato dalla Grande Rivoluzione Culturale (GPCR) in Cina sotto la guida di Mao. Tuttavia, in India deve seguire un percorso più tortuoso. Mao ha fatto appello a mille rivoluzioni per estirpare completamente l’ideologia borghese. Io credo che tutti i tentativi di rivoluzione all’interno della rivoluzione siano complementari cioè razzismo, patriarcato e sistema delle caste vanno considerati da questa visuale. Una soluzione veloce e semplice non è possibile. Un rivoluzionario deve essere paziente.

Tuttavia, questo non significa che queste rivoluzioni devono aspettare che il proletariato conquisti il potere. In India pensiamo che la Rivoluzione Culturale debba iniziare adesso anche prima del successo della Rivoluzione di Nuova Democrazia. Ma ogni tentativo compiuto disattento senza attenzione degenererà in artificio post moderno, come la maggior parte dei progetti umanisti liberali che ricadono nell’oscurantismo post strutturalista. Questo compito è possibile solo se posto nelle mani di un partito proletario solido dopo che ha conquistato la fiducia delle masse rivoluzionarie del paese. Altrimenti, ogni tentativo finirà nel puro anarchismo.

Le donne hanno le proprie organizzazioni e le proprie strutture all’interno del PCI (Maoista). Hanno le loro proprie conferenze e i loro comitati. Esse fanno parte delle assemblee generali ed hanno incontri separati in connessione con queste.

Il criterio è che se una donna e un uomo hanno la stessa competenza, la donna ha la priorità nella direzione di ogni particolare comitato rivoluzionario. C’è anche un’educazione speciale per le donne così che possano svilupparsi più velocemente, e si organizzano settori e addestramenti speciali. Nel Partito Maoista la maggior parte delle donne membro di partito non hanno bambini per loro scelta, ma se alcune di loro vogliono, possono avere un bambino ed il partito le aiuterà. Il periodo di gestazione non è discriminante nei loro confronti. Ci sono politici politiche ben sviluppate riguardo a questi problemi nel Partito Maoista Indiano.

Red!: Oggi, in India, c’è una situazione rivoluzionaria? Che cosa può dire del resto del mondo?

Saibaba: In India, c’è una situazione rivoluzionaria estremamente favorevole ed anche in tutti i paesi del “terzo mondo”. In ognuno di questi paesi, la crisi nazionale sta crescendo così come la crisi internazionale. I paesi del “terzo mondo” non hanno bisogno di aspettare alcuna mondo terza guerra mondiale per compiere le loro rivoluzioni. Non è detto che ci sia una Terza Guerra Mondiale in senso classico, anche anche se Bush l’ha promessa. Le condizioni di guerra esistono in forme diverse.

Il mondo si trova già all’interno di un tipo di guerra, ma attualmente la sua forma è diversa da quella classica. Per esempio, gli Stati Uniti stanno combattendo una guerra militare contro il popolo iracheno ed una guerra economica contro il popolo indiano, ed entrambe le varietà di guerra uccidono le persone nella stessa dimensione. Perciò, perché gli Stati Uniti avrebbero bisogno di dichiarare guerra all’India quando le classi dominanti indiane sono disposte a facilitare ogni cosa per gli imperialisti? Le contraddizioni in aumento tra le forze imperialiste possono cambiare velocemente da collusioni a conflitti. Il terreno è già preparato e la situazione rivoluzionaria è già matura. Sono le forze soggettive dei comunisti che devono prendere vantaggio dalla situazione ed rafforzarsi.

L’egemonia della classe dominante sarà annientata subito se gli imperialisti non verranno in aiuto  in ognuno di questi paesi, quando le masse rivoluzionarie si organizzeranno. In modo simile, la rottura della catena imperialista da qualsiasi parte svilupperà l’incendio e il collasso irreversibile del dominio borghese monopolista/imperialista occidentale seguirà a ruota. I partiti proletari in Europa e gli altri partiti occidentali devono preparare il campo in visione di questa prossima eventualità, imminente e indispensabile.

30 novembre 2008