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COMUNICATO N. 7
13 MARZO 2007
ATTENZIONE! NO AL FURTO DEL TFS
Un altro passo verso il furto della liquidazione dei lavoratori
pubblici si è compiuto nei giorni scorsi. Il 6 marzo 2007 l'ARAN
e CGIL, CISL e UIL hanno siglato un accordo che consentirà
l'istituzione del Fondo di previdenza integrativa per i dipendenti
degli enti locali e della sanità. Questo fondo integrativo
diventerà il più grande fondo italiano. La
sottoscrizione di questo fondo comporterà la trasformazione del
TFS in TFR.
OCCORRE BOICOTTARLO RIFIUTANDOSI DI ISCRIVERSI
Anziché difendere il sistema previdenziale pubblico e
mobilitarsi per aumentare queste indecorose pensioni, i promotori
finanziari di CGIL, CISL e UIL vogliono ingannare i lavoratori di
Regioni, Autonomie Locali e Sanità, presentando loro i fondi
integrativi come i toccasana per la loro pensione.
Questa intesa, inoltre, farà da battistrada al completamento del
furto del TFR in quanto, a breve, si avvierà la previdenza
integrativa anche per i restanti comparti del pubblico impiego.
Insomma, manca ancora un piccolo tassello per portare a compimento lo
scippo.
DOBBIAMO IMPEDIRE CHE CIO’ SI REALIZZI!!
Nonostante i 17 milioni di euro stanziati per la pubblicità
ingannevole favorevole ai fondi privati e che non vi sia la minima
possibilità di un contraddittorio con chi la pensa in modo
diverso, nel privato l'operazione del furto del TFR non sta dando i
frutti preventivati.
Cresce, infatti, l'opposizione sociale e i lavoratori hanno capito bene
che occorre diffidare da chi promette rendimenti più alti e
magnifica la necessità di un vitalizio integrativo.
Il rendimento del TFR è sicuro, quello del Fondo pensione
è a rischio e non prevedibile.
Il TFR in azienda è rivalutato annualmente nella misura fissa
del 1,5% più lo 0,75% per ogni punto di aumento dei prezzi. Es:
a fronte di un aumento annuo del 2% dei prezzi viene rivalutato del 3%.
Nei fondi pensione, invece, il TFR è un investimento a rischio.
Occorre ricordare che il governo Prodi su richiesta di CGIL-CISL-UIL ha
anticipato di un anno lo scippo del TFR.
I fondi pensione sono a totale rischio per i lavoratori, sono
subordinati all'andamento delle Borse e dei mercati finanziari e
caratterizzati dall'incertezza del rendimento. Governo, sindacati di
Stato, assicurazioni, finanziarie e speculatori di tutti i tipi stanno
raccontando un sacco di frottole sul rendimento dei fondi pensione. Non
dicono che basta un crollo della borsa di un giorno per far sparire
tutti i soldi versati nel fondo pensione privato. Un esempio? Se oggi
crollassero del 50% i titoli nei quali Lorsignori hanno investito i
nostri soldi, e domani i titoli stessi salissero del 50%, ingenuamente
crederemo che il valore rimanga invariato, ebbene non è
così: ipotizziamo € 30.000 versati nel fondo pensione, perdendo
il 50% ci rimarranno € 15.000 e salendo del 50% aumenteranno di € 7.500
e il nostro capitale salirà a € 22.500. L’indice di Borsa
è tornato pari, ma i nostri soldi e il nostro TFR sono
diminuiti.
Ecco alcuni esempi che dimostrano l’inaffidabilità dei fondi
integrativi pensionistici
Dopo il crack dei fondi pensione della Sicilcassa, di Cassa Ibi
(Cariplo), della Bnl e della Comit, un altro crack si è
verificato in questi ultimi giorni.
Quello del fondo pensione del Teatro Carlo Felice di Genova.
Oggi gli oltre 300 tra pensionati e lavoratori attivi del Teatro Carlo
Felice di Genova non sanno se riusciranno a recuperare quanto versato
nel fondo di previdenza integrativa a favore del personale dell’Ente
autonomo Teatro comunale dell’Opera di Genova. Il Fondo fondato nel
1971 con un accordo tra i sindacati confederali e l’Ente Teatro
è andato in liquidazione nel maggio del 2004 (il primo in
Italia) con un deficit, secondo il conteggio del commissario
liquidatore, di quasi 9 milioni di euro.
E a dare una risposta a questi lavoratori e pensionati saranno, oramai,
solo le carte bollate. Il Fondo pensione "era gestito da amministratori
e revisori divisi in misura paritetica tra Ente e sindacati confederali
CGIL-CISL-UIL".
IL TFR VERSATO AI FONDI PENSIONE È PER SEMPRE E NON PUÒ
ESSERE REVOCATO.
SI POSSONO SOTTOSCRIVERE EVENTUALMENTE I FONDI IN QUALSIASI
MOMENTO DELLA VITA LAVORATIVA.
I piazzisti di CGIL-CISL-UIL, per convincere i giovani a lasciarsi
scippare il TFR, sostengono che avranno una pensione bassa, non dicono
che questo avviene perché la pensione si calcola sulla base dei
contributi versati in tutta la vita lavorativa (accordo CGIL-CISL-UIL
del 1995 con il governo Dini) e per il dilagare del lavoro precario e
sottopagato. Farsi scippare il TFR aggiungerebbe al danno la beffa.
Oggi l'INPS è in attivo e nessuno lo dice.
La soluzione reale sta nell'organizzare la lotta per il rilancio della
previdenza pubblica e per l'adeguamento delle pensioni al costo
effettivo della vita, separando il capitolo della previdenza da quello
dell'assistenza. Infatti è il capitolo assistenza che va a
pesare in modo negativo sui conti dell'INPS, mentre l'assistenza
dovrebbe essere di competenza della fiscalità generale.
NO AI FONDI PENSIONE
RILANCIO DELLA PREVIDENZA PUBBLICA
LAVORO STABILE - SALARIO - DIRITTI
FORMIAMO ANCHE IN REGIONE LOMBARDIA IL COMITATO CONTRO LO SCIPPO DEL TFR
30 MARZO SCIOPERO GENERALE DEL PUBBLICO IMPIEGO
Seguirà comunicato con le motivazioni dello sciopero
AL Cobas RdB– CUB Ente Regione Lombardia