Intervento di Mariella Megna (Cittadini contro l'amianto) all’incontro
pubblico sull'amianto - Soresina (CR) - 13 ottobre 2008
Ad oggi, purtroppo si sta avverando quanto avevamo previsto già
da mesi. Con il grave e provocatorio provvedimento adottato dalla
Commissione Ambiente della Regione Lombardia, su proposta
dell’assessore Buscemi di Forza Italia, si sceglie sfrontatamente di
far prevalere gli interessi di pochi rispetto a quelli dei cittadini e
si sceglie di violare le regole a gioco ormai avviato.
Cercano di attaccarsi a qualsiasi cosa per raggiungere l’obiettivo che
è quello di aprire comunque la discarica, a prescindere dai
pareri contrari e dalle condizioni ambientali sfavorevoli e pericolose
per una tale installazione. Anziché la salute si privilegiano la
rendita ed il profitto di pochi.
Con questa opzione di modificare le regole, la Regione Lombardia entra
in netta contraddizione con un piano rifiuti già approvato dalla
provincia di Cremona e sostenuto da una ventina di comuni. E’
pericoloso, oltre che inaudito, togliere qualsiasi vincolo di distanze
fra discariche. Questo significa dare mano libera a qualsiasi
aggressione del territorio e a possibili conseguenze devastanti per la
stessa popolazione.
Dovranno spiegarci in ogni sede e ad ogni livello quali sono le
motivazioni tecniche per non adottare criteri di salvaguardia come le
distanze fra discariche. Chi sono i soggetti che hanno effettuato i
sopralluoghi per giungere a queste conclusioni? Ne avevano i titoli?
Noi abbiamo motivo di dubitarne.
E anche su questo aspetteremo una risposta
Ma la salvaguardia di distanza minima fra discariche non è il
solo ostacolo all’approvazione della VIA. La Regione quindi
vorrà ignorare anche le sue stesse leggi e quelle comunitarie?
Infatti la nuova discarica di Cappella Cantone sarebbe, ed è,
addirittura improponibile se si osservassero le linee guida che la
stessa Regione Lombardia ha emanato, con la delibera di giunta n.
8/6581 dello scorso 13 febbraio 2008, per l’individuazione da parte
delle Province delle aree per il recupero e smaltimento dei rifiuti
(per chi vuole documentarsi la delibera è pubblicata sul
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 15 febbraio
2008, 4° supplemento straordinario). Secondo questa normativa non
ci sarebbero le condizioni per garantire la tutela delle risorse
idriche, un buon impatto ambientale nel medio-lungo periodo, e nemmeno
la re-distribuzione della pressione ambientale all’interno del
territorio lombardo, in quanto la nuova discarica di Cappella Cantone
potrebbe accogliere da un terzo fino a oltre la metà dei
previsti 800mila metri cubi di rifiuti di amianto da smaltire
provenienti da tutta la Lombardia, sarebbe la più grande della
Lombardia e tra le più grandi di Europa.
Nelle linee guida della Regione Lombardia per la gestione del rischio
amianto del maggio 1998 si legge: “Il problema dello smaltimento dei
rifiuti contenenti amianto (RCA) deve essere gestito nell’ottica di una
minimizzazione del possibile rilascio e dispersione di fibre
nell’atmosfera e del contenimento dei possibili inquinamenti delle
falde acquifere”. E la Regione quindi, entrando in contraddizione con
se stessa, vorrebbe indicare come sito idoneo per una discarica
di amianto un luogo dove ci sono falde affioranti?
E ancora, se ciò non bastasse, posso citare l’art. 5 della
direttiva CEE 91/156 la quale prevede che lo smaltimento dei rifiuti
debba essere effettuato secondo il principio di prossimità negli
impianti appropriati più vicini.
Per evitare la dispersione per via aerea delle fibre di amianto, che
è pericolosissima, l’amianto va smaltito il più possibile
vicino al luogo dove è prodotto. Invece a Cappella Cantone cosa
si vuole fare? Attivare un notevole afflusso di camion provenienti da
tutte le parti della Lombardia su un'arteria a scorrimento veloce e
molto trafficata (SS415 Paullese) aumentando i rischi di
incidenti. E ricordiamo anche di considerare che in vicinanza della
discarica in progetto, e sempre sulla Paullese, aumenterà
il traffico di camion perché è in costruzione una
centrale a biomasse, nel comune di Castelleone (comune
confinante). Inoltre il tragitto dalla Paullese alla discarica è
molto lungo e i fattori di rischio aumentano ancora di più.
Rammentiamo anche che l’Istituto Superiore della Sanità calcola
che gli effetti di una discarica siano riscontrabili dalla sua
ubicazione fino ad una distanza che va da un minimo di 3 chilometri di
raggio ad un massimo di 7 chilometri.
La discarica di Cappella Cantone è quindi un sito non sicuro
perché troppo vicino alle abitazioni. Corte Madama
(frazione di Castelleone), Oscasale (frazione di Cappella Cantone) e
San Bassano sono al massimo fra 1 o 2 chilometri di distanza e
Formigara, Soresina, Castelleone, Casalmorano sono entro il raggio di 7
chilometri.
Posso citare decine e decine di altri provvedimenti. Per ulteriori
approfondimenti vi rimando alla lettura dei nostri opuscoli.
Ci si è chiesti come mai la ditta Cavenord dei Fratelli Testa,
che ha avanzato richiesta per la realizzazione della discarica, si
è dimostrata così accanita negli ultimi anni per riuscire
a realizzare questo progetto? Aveva già cercato nel 2005 di
acquisire il terreno in località Retorto per realizzare la
discarica, ma aveva ricevuto il diniego del proprietario, la
Fondazione Robbiani. E' tornata poi all'attacco comprando nel 2007 il
terreno adiacente da un privato, e poi ha avanzato la domanda in
Regione. Ci chiediamo il perché di tanta ostinazione. E’
così lontano dal vero pensare che questa ditta aveva molte
certezze nella possibilità di aprire comunque la discarica?
E ci chiediamo ancora: perché gli enti preposti al controllo e
tutela del territorio non pianificano e programmano le località
idonee per realizzare le discariche e poi valutano le domande, invece
di lasciare ai privati la prerogativa di proporre siti a loro certo
convenienti economicamente, ma non altrettanto sicuri per la salute dei
cittadini?
Perché gli interessi privati devono prevalere su quelli pubblici?
Su questi ed altri argomenti ci piacerebbe avere delle risposte precise.
In tutta questa vicenda che ruolo devono giocare i cittadini?
Non ci basta il ruolo di “sostenitori” subalterni. I cittadini sono e
devono essere gli attori principali di questa faccenda In realtà
i cittadini sono scarsamente informati e stimolati alla partecipazione
attiva. E’ una sorta di circolo vizioso che noi respingiamo in partenza.
L’esclusione sistematica dei cittadini dalle decisioni principali fa
sorgere forti perplessità e preoccupazione su come è
stata gestita finora la questione e su dove si voglia andare a parare.
Autorizzare una discarica di amianto comporta responsabilità
altissime perché è in gioco la vita o la morte delle
persone, oltre alla qualità della vita delle stesse. Occorre, in
questo caso, “disturbare il manovratore”. Quindi, chi meglio dei
cittadini stessi in prima persona possono tutelare la propria salute,
controllando che altri interessi non prevalgano?
La partecipazione dei cittadini assume un ruolo rilevante nella
procedura di VIA che deve considerare oltre agli aspetti tecnici e
scientifici anche la molteplicità di interessi e conflitti
legati alla realizzazione dell’opera. E anche le linee guida della
Regione Lombardia per l’individuazione da parte delle Province delle
aree per il recupero e smaltimento dei rifiuti prevede fra le altre
voci “una buona accettazione da parte dei cittadini”.
Inoltre la Regione può indire un’inchiesta pubblica a cui sono
chiamati ad intervenire il Proponente dell’opera e gli Enti locali
interessati e a cui può partecipare qualsiasi cittadino. Tutto
questo deve avvenire però prima della conferenza di servizi.
Perché gli amministratori non ce l’hanno ancora detto?
Comunque la certezza che la discarica non si faccia non può
essere garantita solo dalle istituzioni.
Noi vogliamo essere riconosciuti al pari degli altri interlocutori.
Quindi noi vogliamo avere accesso diretto agli atti e partecipare alle
riunioni in cui si decide il futuro dei cittadini e del territorio con
un rappresentante di ‘Cittadini contro l’amianto’, e su questo
chiediamo formalmente una risposta ufficiale in nome della trasparenza
e del corretto rapporto fra cittadini e amministrazioni locali.
Nel caso in cui ci sia una VIA favorevole al progetto della discarica
vogliamo e quindi dobbiamo essere messi in condizione di consultare e
analizzare tutta la documentazione inerente, perché abbiamo
già la disponibilità dei tecnici e dei legali di Medicina
Democratica che ci stanno assistendo in questa fase di controllo.
Vorremmo anche avere la certezza che gli enti locali coinvolti siamo
disponibili a ricorrere al TAR.
La partita non finisce qui, è appena cominciata.
Adotteremo tutti i mezzi che vanno dalla mobilitazione dei cittadini ai
mezzi legali per impedire che si realizzi questa ennesima aggressione
al territorio. A questo proposito ricordiamo che settori
dell’Avvocatura e della Magistratura, nei procedimenti sulle questioni
relative all’amianto, sostengono che alcuni principi di
responsabilità penale applicati contro i datori di lavoro (vedi
l’indagine del magistrato Guariniello che ha rinviato a giudizio i
titolari della ditta Eternit) potrebbero essere estesi anche agli
amministratori locali.
Da qualche giorno per noi la discarica di amianto di Cappella Cantone
non è più una questione locale o provinciale, ma è
diventata un fatto nazionale.
Proseguiremo le nostre iniziative di informazione attraverso banchetti
di propaganda a Cappella Cantone, Corte Madama, San Bassano ecc. dove
inviteremo anche la popolazione a sottoscrivere una lettera di protesta
da inviare agli amministratori regionali.
Abbiamo verificato e documentato che alcune attività sono
già state intraprese nei pressi della zona individuata per la
discarica (ammucchiamento di materiale inerte, costruzione di bretelle
stradali che potrebbero essere funzionali al collegamento della
discarica con la statale Paullese). A cosa serve esattamente lo
sbancamento di terra in corso? Voremmo avere stasera una risposta anche
su questo.
Come abbiamo ampiamento dimostrato motivi per mobilitarsi ce ne sono in
quantità.
Questo è solo l’inizio e non ci fermeremo.
Ricordatevi che l’unica fibra di amianto innocua è quella che
noi non respiriamo.
Dott. Mariella Megna
Cittadini contro l'amianto della provincia di Cremona
nodiscaricadiamianto@yahoo.it http://cittadinicontroamianto.blogspot.com
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