AMIANTO: IL GOVERNO ITALIANO E L'INAIL DENUNCIATI ALLA CORTE EUROPEA
PER I DIRITTI DELL'UOMO A STRASBURGO PER LESIONE DEL DIRITTO
L' Associazione Italiana Esposti Amianto, l'Associazione Esposti
Amianto - Friuli Venezia Giulia - e il Comitato per la Difesa
della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Sesto San
Giovanni (Mi), hanno presentato ricorso alla Corte Europea per i
diritti dell'Uomo contro il governo Italiano e l'Inail per
violazione delle norme costituzionali e comunitarie. In questi anni
migliaia di lavoratori italiani, i loro familiari e intere famiglie
sono state sterminate dal pericoloso e silenzioso killer e molti
aspettano invano da anni giustizia. In molti casi le cause si
trascinano per anni, e per i processi penali questo significa
prescrizione e impunità per i datori di lavoro e i dirigenti
responsabili della morte di centinaia di lavoratori.
In particolare, con il decreto del 12-3-2008 del Ministro
del Lavoro in concerto con il Ministro dell'Economia e il Ministro
delle Finanze e successivamente con l'atto dell'Inail (direzione
centrale) del 19-5-2008, l'ingiustizia aumenta e vengono lesi i diritti
di migliaia di lavoratori esposti all'amianto.
La legge 257 del 1992 concedeva a questi lavoratori, a causa della
minore aspettativa di vita ( in media 7 anni), di andare in pensione
anticipata come risarcimento per allontanarli dalla fonte di
esposizione.
Le polveri di amianto, come dimostrato dalla scienza medica, sono
cancerogene indipendentemente dalla quantità ( anche una sola
fibra può produrre il mesotelioma ovvero quel tumore che non ha
altre cause se non l'esposizione ad amianto) e con gli atti di
indirizzo e i successivi atti dell'Inail il governo, riconoscendo i
periodi di esposizione all'amianto fino all'inizio della bonifica e non
oltre il 2-10-2003 solo in alcuni siti, discrimina i lavoratori
riconoscendo solo ad alcuni la possibilità di usufruire del
risarcimento del danno subito, escludendo e limitando il diritto della
maggioranza dei lavoratori interessati che hanno lavorato a
contatto con l'amianto in altri siti industriali non oggetto degli atti
di indirizzo.
Le nostre associazioni, tramite il nostro legale avv. Ezio
Bonanni del foro di Roma, ritenendo tutto questo lesivo
degli interessi dei loro associati e di tutti i lavoratori italiani,
hanno inoltrato il ricorso alla Corte Europea per i Diritti
dell'Uomo in tema di lesione dei diritti e delle libertà
fondamentali .
In particolare, tra gli altri riteniamo che siano stati violati l'art.
1 della Costituzione Repubblicana e l'art. 32 che tutelano la
salute come fondamentale diritto dell'individuo.
Inoltre questi provvedimenti sono in contrasto e violano anche l'art. 1
della Convenzione Europea per i Diritti dell'Uomo che tutela il diritto
alla vita e l'art. 2 che afferma il principio secondo cui " il diritto
alla vita di ogni persona è protetto dalla legge" . Inoltre
vengono violati l'art. 6 che stabilisce che" ogni persona ha diritto ad
un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole" e l'art.14 che
stabilisce il principio di non discriminazione, riconoscendo che
"Il godimento dei diritti delle libertà riconosciuti nella
presente Convenzione, deve essere assicurato senza nessuna
discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il
colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o di altro
genere, l'origine nazionale o sociale, l'appartenenza ad una minoranza
nazionale, la ricchezza, la nascita o ogni altra condizione"
Associazione Italiana Esposti Amianto
Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel
Territorio
Associazione Esposti Amianto Regione Friuli Venezia Giulia