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LA DELIBERAZIONE DI BENEVENTO, FIRMATA DA 31 RICERCATORI INDIPENDENTI.
Una relazione importante, valida per i comitati, i cittadini e le amministrazioni perché pone un'attenzione specifica alla salvaguardia di scuole ed ospedali.
Inoltre, un principio essenziale rilevato da questi esperti è quello di PRECAUZIONE (Il Principio di Precauzione stabilisce che quando ci sono indicazioni di possibili effetti nocivi per la salute, anche se essi restano incerti, i rischi della inazione possono essere di gran lunga maggiori di quelli derivanti dall'azione volta a  contenere tali rischi)
Poi, non ultima, l'indicazione sulla necessità di PIANIFICARE (Pianificazione dell'installazione delle antenne per telefonia mobile in modo da minimizzare l'esposizione delle persone)

La Commissione Internazionale per la Sicurezza ElettroMagnetica (ICEMS)  ha tenuto dal 22 al 24 Febbraio 2006 a Benevento una conferenza internazionale dal titolo "Approccio precauzionale ai campi elettromagnetici: Razionale, Legislazione e Applicazione". L'incontro è stato dedicato a W. Ross Adey (1922- 2004). I ricercatori intervenuti alla conferenza  hanno approvato, ampliando la Risoluzione di Catania del 2002, il documento che segue:

1. Ulteriori evidenze accumulate suggeriscono che, ai livelli attuali di esposizione, vi sono effetti avversi alla salute derivanti dalle esposizioni della popolazione e delle lavoratrici e dei lavoratori ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, o CEM . E' necessaria, poiché non ancora realizzata, un'ampia, indipendente e trasparente disamina delle evidenze di questo potenziale problema emergente di salute pubblica.
2. Le risorse disponibili per accertare tale realtà sono fortemente inadeguate, malgrado l'esplosiva crescita delle tecnologie relative alle comunicazioni "senza fili" e gli enormi continui investimenti nella costruzione di linee elettriche.
3. Vi è evidenza che le attuali fonti di finanziamento influenzano l'analisi e l'interpretazione dei risultati della ricerca nella direzione di rifiutare l'evidenza dei possibili rischi per la salute pubblica.
4. La tesi che i campi elettromagnetici di bassa intensità non possono avere effetti sui sistemi biologici non rispecchia l'attuale spettro di opinioni scientifiche.
5. Sulla base della revisione da noi effettuata degli studi scientifici, appare che effetti biologici possono essere dovuti all'esposizione sia ai campi elettromagnetici di bassa frequenza (ELF) sia quelli in radiofrequenza (RF). Evidenze sperimentali epidemiologiche, in vivo e in vitro dimostrano che l'esposizione a specifici campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF) può  aumentare il rischio di cancro nei bambini ed indurre altri problemi di salute sia nei bambini che negli adulti. Inoltre è stata accumulata evidenza epidemiologica che indica un aumentato rischio di tumori al cervello per uso prolungato di telefoni mobili, i primi campi a radiofrequenza che si è iniziato a studiare in modo  esaustivo. Non si possono ignorare studi epidemiologici e di laboratorio che dimostrano un aumentato rischio di cancro ed altre malattie nelle esposizioni professionali. Studi di laboratorio sul cancro ed altre malattie hanno rivelato che la ipersensibilità ai campi elettromagnetici può essere dovuta in parte a predisposizioni genetiche.
6. Noi incoraggiamo i Governi ad adottare linee guida per la esposizione della popolazione e delle lavoratrici e dei lavoratori basate sul " Principio di Precauzione" , come già alcune nazioni hanno fatto. Le strategie precauzionali dovrebbero essere basate su standards di progettazione e di prestazioni e può essere non necessario definire soglie numeriche, poiché tali soglie potrebbero essere  interpretate erroneamente come livelli al di sotto dei quali nessun effetto nocivo può verificarsi. Queste strategie dovrebbero includere:

6.1 La promozione di sistemi alternativi ai sistemi di comunicazione "senza fili" come , per esempio: fibre ottiche e cavi coassiali; telefoni cellulari che raggiungono maggiori livelli  di sicurezza nel loro uso, anche mediante l'allontanamento delle onde dalla testa dell'utilizzatore; mantenimento in vita delle reti telefoniche via cavo; interramento degli elettrodotti nelle vicinanze di zone popolate,e loro istallazione in zone residenziali solo in casi estremi.

6.2 La informazione della popolazione circa i rischi potenziali dell'uso dei telefoni cellulari e dei telefoni cordless. Invito ai consumatori a limitare  le chiamate "senza fili" e ad usare il telefono fisso via cavo per conversazioni prolungate.

6.3 La limitazione dell'uso dei telefoni cellulari e dei telefoni cordless da parte dei bambini e degli adolescenti ai livelli più bassi possibili con divieto alle compagnie telefoniche di pubblicità indirizzata a tali fasce di età.

6.4 Obbligo per i costruttori di fornire per ogni telefono cellulare e telefono cordless un       "kit  mani libere" (con viva voce o auricolare).

6.5 Protezione delle lavoratrici e dei lavoratori da apparecchiature che generano campi elettromagnetici mediante restrizioni all'accesso in aree esposte ai CEM e con l'impiego di schermature sia individuali che realizzate attraverso strutture fisiche.

6.6 Pianificazione dell'installazione delle antenne per telefonia mobile in modo da minimizzare l'esposizione delle persone.  Registrazione delle stazioni radio base per telefoni mobili da parte di enti locali di pianificazione territoriale e utilizzazione di carte geografiche o mappe tematiche computerizzate per informare il pubblico sulle esposizioni. Le proposte di realizzazione di sistemi di accesso  "senza fili" per tutta la città (esempio: Wi -Fi, WIMAX, banda larga via elettrodotto ovvero tecnologie equivalenti) dovrebbero essere sottoposte a una valutazione da parte pubblica sulla potenziale esposizione ai CEM della popolazione e, in caso di installazione, i comuni dovrebbero assicurare che dette informazioni siano disponibili a tutti e siano regolarmente aggiornate.

6.7 Prevedere la delimitazione di zone libere da tecnologie "senza fili" nelle città , negli edifici pubblici (scuole, ospedali, aree residenziali) e sui mezzi pubblici per permettere l'accesso a  persone ipersensibili ai campi elettromagnetici.

7. L'ICEMS si rende disponibile a collaborare con le autorità  per sviluppare un programma di ricerca sui campi elettromagnetici. L'ICEMS promuove lo sviluppo di protocolli clinici ed epidemiologici per l'indagine su  gruppi locali di persone con reazioni allergiche e altre malattie o affette da ipersensibilità e la documentazione di interventi preventivi. L'ICEMS sostiene la collaborazione scientifica e la revisione dei risultati delle ricerche effettuate.

I sottoscritti ricercatori sono disponibili ad assistere la promozione di  ricerche sui campi elettromagnetici e lo sviluppo di strategie  per la protezione della salute pubblica attraverso la più larga applicazione del principio di precauzione.

Firmato:

1.Fiorella Belpoggi, Fondazione Europea di Oncologia e Scienze dell'Ambiente B. Ramazzini, Bologna ,Italia
2. Carl F. Blackman, Presidente Società di  Bioelettromagnetismo (1990-1991), Raleigh, NC, USA
3. Martin Blank, Dipartimento di Fisiologia, Columbia University, New York, USA
4. Natalia Bobkova, Istituto di Biofisica Cellulare, Puschino, Regione di Mosca, Russia
5. Francesco Boella, Istituto Superiore per la  Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL), Venezia, Italia
6. Zhaojin Cao, Istituto Nazionale per l'Ambiente, Centro Cinese per la Sorveglianza sulle Malattie, Cina
7.Sandro D'Alessandro, medico, sindaco della Città di Benevento (2001-2006), Italia
8. Enrico D'Emilia, Centro Ricerche ISPESL, Monteporzio  Catone, Italia
9.Emilio del Giudice, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Milano, Italia
       10.Antonella De Ninno, Ente per le Tecnologie l'Energia e l'Ambiente (ENEA), Frascati, Italia
       11.Alvaro A. De Sallas, Università Federale di Rio Grande de Sul, Porto Alegre, Brasile
       12.Livio Giuliani, Direttore Dipartimento ISPESL Venezia e Trentino Alto Adige, Venezia,  Università di Camerino, Italia
       13.Yury Grigoryev, Istituto di Biofisica, Presidente Comitato Russo Nazionale per la Protezione dai CEM, RCNIRP, Russia
       14. Settimio Grimaldi,Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Roma, Italia
       15. Lennart Hardell, Dipartimento di Oncologia, Università Ospedaliera di Oerebro, Svezia
       16. Magda Havas, Dipartimento di Studi Ambiente  e Risorse, Trent University, Ontario, Canada
       17. Gerard Hyland; Warwick University, Inghilterra; Istituto Internazionale di  Biofisica, Germania; Sindacato CEM, Inghilterra
       18. Olle Johansson, Unità Sperimentale di Dermatologia, Dipartimento di Neurologia, Karolinska Institutet, Svezia
       19. Michael Kundi, Direttore Dipartimento Nazionale per l'Ambiente, Univesità di Medicina , Vienna, Austria
       20. Henry C. Lai, Dipartimento di Bioingegneria, Università di Washington, Seattle, USA
       21. Mario Ledda, Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare, CNR, Roma, Italia
       22. Yi-Ping Lin, Centro per la Valutazione e le Politiche sui Rischi per la Salute, Università Nazionale di Taiwan, Taiwan
       23. Antonella Lisi, Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare, CNR, Roma, Italia
       24. Fiorenzo Marinelli, Istituto di Immunocitologia e Trapianti d'Organo, CNR, Bologna, Italia
       25. Elihu Richter, Direttore Unità di  Medicina dell'Ambiente e del Lavoro, Hebrew University, Hadassah, Israele
       26. Emanuela Rosola, Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare, CNR, Roma, Italia
       27. Leif Salford, Direttore Dipartimento di Neurochirurgia, Università di Lund, Svezia
       28. Nesrin Seyhan, Direttore Dipartimento di Biofisica; Direttore Centro  NIRP di Gazi, Ankara, Turchia
       29. Morando Soffritti, Direttore  Fondazione Europea di Oncologia e Scienze dell'Ambiente B. Ramazzini, Bologna, Italia
       30. Stanislaw Szmigielski, Istituto Militare di Igiene e  Epidemiologia, Varsavia, Polonia
       31. Mikhail Zhadin, Istituto di Biofisica Cellulare, Puschino, Regione di Mosca, Russia


Data della pubblicazione : 19 settembre 2006.