Nei mesi scorsi, tra la fine del 2007 e la primavera 2008, le immagini
delle strade della Campania sommerse dai rifiuti e del governo Prodi
incapace di risolvere il problema hanno fatto il giro del mondo. Le
elezioni di aprile 2008 hanno determinato la scomparsa della sinistra
dal Parlamento Italiano e la vittoria del centro destra. L’attuale
Presidente del Consiglio Berlusconi in campagna elettorale aveva
promesso che avrebbe risolto l’emergenza rifiuti in Campania in alcune
decine di giorni; vinte le elezioni, e senza nuovi impianti, le strade
della Campania sono state in gran parte ripulite dai rifiuti. Il
Presidente del Consiglio ha così dimostrato di avere mantenuto
la parola con capacità di governo riuscendo, finalmente, ad
imporre l’azione dello Stato in una Campania abitata da cittadini
sporchi e cattivi, amministrata da incapaci e per di più
sottomessi alla malavita organizzata. Apparentemente ci troviamo
di fronte a tre “miracoli”: 1- il suicidio del governo Prodi; 2-
l’autoeliminazione della sinistra; 3- Berlusconi che straordinariamente
in poche decine di giorni riesce ad eliminare i rifiuti dalle strade
della Campania, cosa che non è riuscito a fare Prodi in un anno
e mezzo. E’ straordinario: il destino politico-amministrativo
dell’Italia sembra imperniato sull’affare “emergenza-scandalo rifiuti
in Campania”. Analizziamo scientificamente quanto accaduto negli ultimi
mesi al fine di eliminare la versione “extraterrena” dei fatti che
imporrebbe di richiedere che Berlusconi sia fatto “santo subito”. Il
Governo Prodi con la vittoria elettorale del 2006 ha ereditato la
ricorrente crisi con i rifiuti giacenti lungo le strade; ha nominato
Bertolaso come nuovo Commissario di Governo per l’emergenza rifiuti in
Campania al posto del “sovraesposto” predecessore Catenacci.
Bertolaso ha fatto del suo meglio per fare aggravare la situazione
proponendo anche una nuova discarica di tal quale nel Parco Nazionale
del Cilento (a Perdifimo) e una discarica a Valle Masseria di Serre, in
un sito non idoneo ambientalmente in quanto ubicato sopra l’Oasi
naturalistica di Persano e le opere di prelievo di circa 250 milioni di
metri cubi di acqua utilizzata per l’irrigazione della Piana del Sele
con il rischio di compromettere irreversibilmente l’assetto
socio-economico dell’area. Tale proposta è stata l’occasione di
uno “scontro pagliacciata” con l’allora aspirante suicida ministro
dell’Ambiente Pecoraro Scanio che si è imposto per realizzare la
discarica a Macchia Soprana, poco distante da Valle Masseria ma sempre
in sito non idoneo. Nel frattempo la sinistra parlamentare e
governativa stava a guardare, sia pur mugugnando, scavandosi la fossa.
L’11 maggio 2007, con l’immondizia che pericolosamente si accumulava
lungo le strade, Bertolaso ha fatto emanare il decreto salvacampania,
che sarà trasformato in legge n. 87 il 5 luglio successivo, che
imponeva la costruzione di quattro discariche per chiudere
l’emergenza. All’inizio di luglio un nuovo commissario di
Governo, Pansa, ha sostituito Bertolaso con il dovere di realizzare le
discariche previste dalla legge 87. In sette mesi Pansa non ha attuato
la legge e non è stato nemmeno richiamato da Prodi che lo ha
lasciato fare anche quando, a fine 2007, il Prefetto ha proposto la
realizzazione di discariche in siti non previsti dalla legge 87 e
palesemente non idonei tanto è vero che ha fa scoppiare una
serie di movimenti popolari in mezza Campania ed in particolare a
Napoli dove si proponeva la riapertura della discarica di Pianura. Non
solo Prodi ma anche vari ministri e amministratori, di fatto, hanno
condiviso l’attività di Pansa e le proposte “Prodicide e
sinistracide”. All’inizio del 2008, con la Campania in subbuglio e
invasa dai rifiuti è stato nominato De Gennaro come nuovo
Commissario di Governo per 4 mesi; dopo alcune gaffes, non credibili
per un poliziotto della sua esperienza, a fine mandato ha iniziato a
realizzare le discariche di Savignano Irpino e di Sant’Arcangelo
Trimonte che quasi un anno prima avrebbe dovuto costruire Pansa per
salvare la Campania come imposto dal DL dell’11 maggio 2007. La
campagna elettorale si è caratterizzata per I’emarginazione dei
partiti della sinistra, per la sudditanza e poca credibilità
dello schieramento di centrosinistra e per l’impegno di Berlusconi a
risolvere in poco tempo il problema dei rifiuti in Campania, sicuro che
avrebbe potuto contare sulle discariche avviate da De Gennaro. I noti
risultati elettorali di aprile 2008 hanno certificato l’apparente
suicidio del centrosinistra e l’autoeliminazione della sinistra. E’
evidente chi ha perso (il centrosinistra) e chi ha guadagnato (il
centrodestra) politicamente. C’è anche chi ha guadagnato
economicamente grazie al centrosinistra e al centrodestra: ad esempio
il gruppo Impregilo, beneficiato dallo scadente Prodi con due ordinanze
di grande valenza economica (concessione del CIP 6 e possibilità
di bruciare anche le balle e i rifiuti fuorilegge nell’inceneritore di
Acerra) e dal Governo Berlusconi che le ha subito ratificate e
legalizzate. Sembra incredibile che esperti uomini politici del
centrosinistra, abilissimi ad occupare tutte le posizioni di potere,
non si siano accorti che si stavano suicidando affondando
nell’immondizia campana. Non può essere un suicidio! Questi
eventi perdono la loro straordinarietà se visti come la
conseguenza di un perentorio ordine di scuderia (almeno per quella
parte del centrosinistra confluita nel PD) per preparare il terreno
agli affari enormi resi agevolmente fruibili dalle lobbies trasversali
grazie al conseguente rilancio dell’emergenza rifiuti e all’uso di
poteri speciali sempre maggiori e autoritari. Ordine di scuderia che
potrebbe essere stato impartito dalla “confederazione delle lobbies che
contano” (quelle che comandano le mosse del centrodestra d’accordo con
quelle che guidano il centrosinistra). La prospettiva era seria: si
trattava di “comandare” l’Italia per un lungo periodo senza la sinistra
in parlamento, con una crescente riduzione della democrazia, senza una
opposizione degna di questo nome e una espansione incontrastata delle
attività lobbystiche e parassitarie in un paese sempre
più “democraticamente dittaturalizzato”. Altro che problema
locale! La Campania e i suoi rifiuti sono al centro dell’attenzione e
hanno rappresentato la base per il lancio di chi attualmente comanda e
si prepara, probabilmente, ad estendere il “modello Campania” al resto
dell’Italia.
Franco Ortolani, Ordinario di Geologia,
Università di Napoli Federico II 10 settembre 2008