Dedicato ai fratelli Cervi e a Lauro Ferioli, Ovidio Franchi, Emilio
Reverberi, Marino Serri e Afro Tondelli.
Ieri, Lunedì 16 ottobre a Reggio Emilia abbiamo contestato
pubblicamente la presentazione del nuovo libro di Giampaolo Pansa
"La
grande bugia". Ritenevamo fosse doveroso sacrificare una giornata di
lavoro o di studio e sobbarcarci oltre quattro ore di viaggio e
cinquecento chilometri per cercare di impedire quello che credevamo
e
crediamo sia un vero e proprio sfregio alla memoria della nostra
Storia. Dalla pubblicazione de "Il sangue dei vinti" il dottor Pansa
ha
sempre scelto Reggio Emilia come luogo di partenza per la
presentazione
della sua pubblicistica revisionista. La sua è stata una
provocazione voluta e dichiarata, proprio nella città che lui
considera l'epicentro del "triangolo della morte" convinto che anche
questa volta non avrebbe trovato nessuno a contestarne le tesi. La
nostra iniziativa, alla luce di quanto pubblicato e trasmesso dalla
stampa, ha evidentemente colpito un nervo scoperto. E' opportuno, a
questo punto, fare chiarezza su quanto accaduto realmente ieri sera
all'Hotel Astoria Mercure.
La presentazione si è aperta alle 21,15 con l'introduzione
del
giornalista del Corriere Aldo Cazzullo; il quale dopo aver affermato
di
condividere il 95% di quanto detto e scritto da Pansa si è
soffermato, tra l'ilarità complice della sala,
sull'incapacità della sinistra di "disturbare" iniziative
come
quella che era in corso. Al momento di passare la parola all'ospite
della serata, come convenuto, uno di noi si è alzato e
dirigendosi verso la presidenza ha riconsegnato polemicamente la
propria copia de "La grande bugia". Quello era il segnale. Nello
stesso
momento infatti, da diverse parti della sala i compagni si sono
alzati
urlando Viva la Resistenza, Viva i Partigiani e hanno rapidamente
occupato il palco srotolando uno striscione su cui campeggiava la
scritta "Triangolo rosso? nessun rimorso". La platea, tutt'altro che
bipartisan, ha cominciato ad inveire contro di noi rispolverando
saluti
romani, inni al duce e nostalgiche marcette ( evidentemente è
questo il pubblico a cui si rivolge il dottor Pansa). Ne è
seguito un patetico tentativo di scipparci lo striscione subito
rientrato di fronte alla nostra reazione decisa. Nel caos generatosi
abbiamo comunque trovato il tempo per regalare al dottor Pansa un
libro
di storia per bimbi "Il mio primo libro di storia" consigliandogli
di
approfondire le sue conoscenze.
L'azione si è protratta per altri venti minuti tra canti
partigiani e di lotta che hanno finito col sovrastare gli ormai
flebili
"Viva il Duce" pronunciati a distanza di sicurezza da alcuni giovani
virgulti di Alleanza nazionale.
All'arrivo di Polizia e Carabinieri abbiamo deciso di avere
abbondantemente raggiunto il nostro scopo e dopo l'inevitabile
identificazione siamo ripartiti alla volta di Roma non senza aver
brindato alla riuscita dell'iniziativa.
Ci preme, per concludere, correggere alcune inesattezze riportate da
Aldo Cazzullo ( inesattezze dovute al fatto che il sopra citato ha
pensato bene di dileguarsi immediatamente dopo il nostro arrivo):
• Non è stato esposto alcune striscione con scritto
"Revisionisti assassini" (anche se ne avremmo condiviso il
contenuto).
• Non c'è stata da parte nostra nessuna aggressione.
• Portare i capelli corti non significa necessariamente essere uno
"skinhead di sinistra" (a cui comunque vanno i nostri saluti)
• Non c'era alcun partigiano tra i presenti ad insultarci, solo un
sedicente comunista "da ben 55 anni" che evidentemente non aveva
letto
il libro, visto che i comunisti ne sono i principali bersagli.
Questo è il comunicato ufficiale della Militant
rispetto a quanto accaduto il 16 ottobre, qualsiasi altro commento o
dichiarazione non ci appartiene.
Saluti resistenti