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A Giorgio Riboldi

Laltralombardia

Sede nazionale di Milano

 Crema, 3 maggio 2005

 
Caro Giorgio,

indirizzo a te queste brevi note in risposta al vs comunicato stampa; non saprei infatti come contattare gran parte dei gruppi firmatari del comunicato, e ti vorrei quindi pregare di diffondere loro questa mail.

Innanzi tutto vorrei dire che interpreto il fatto che voi abbiate voluto indirizzare a me e a Giancarlo Corrada il comunicato come segno che ci ritenete almeno degli interlocutori : questo è importante, perchè se voi ci riteneste solo degli ignavi che hanno concesso spazi pubblici ai neofascisti perchè non capaci di valutare appieno il pericolo del neofascismo oggi (o, peggio ancora, per qualche forma velata di collusione....), allora non ci sarebbe nessuno spazio per scambiarci opinioni diverse.     Se invece c'è da parte vostra la consapevolezza che noi abbiamo fatto delle scelte - su cui non siete d'accordo - ma per delle ragioni chiare, allora ci si può confrontare.    Magari per trovarsi alla fine ancora in disaccordo, ma almeno nel rispetto reciproco.

Di conseguenza vi invio queste note, necessariamente sintetiche, dichiarandomi fin d'ora disponibile ad approfondire il dibattito nelle sedi più opportune, esponendovi le ragioni per cui mi sono comportato in un certo modo.

 Io non sottovaluto il pericolo del risorgere del fascismo, come problema mondiale, anzi.

Chiaramente oggi, nel 2005, il fascismo si ripresenta in forme molto diverse dalla forma storica cha assunse nell'Italia degli anni '30 : se qualcuno oggi utilizzasse l'orbace o il saluto romano verrebbe sepolto da una risata; userebbe quindi forme molto più sottili e subdole, le stesse forme che oggi il fascismo utilizza in paesi come la Colombia o la Tailandia.

Oggi, 2005, il fascismo usa delle tattiche e degli strumenti : la tattica in genere sta nel'individuare un "nemico pubblico" su cui indirizzare l'odio delle masse : la razza nemica, la religione diversa, il pericolo dell'immigrato.....     Dopo che la paura ha seminato nella gente "dust and devils", si propongono degli strumenti per combatterla :

-  L'autorità (dello stato, dei poteri locali, delle chiese), perchè ci vuole un potere forte che ci garantisca dai pericoli...

-  L'intolleranza (contro il diverso, il nemico ecc.)

- Il conformismo, appiattendo le coscienze con i vari "oppio del popolo"  (televisione in primis...).

 Questi pericoli non solo solo dei paesi del 3M, sono profondamente insiti anche nelle nostre democrazie, da sempre a rischio per la rinascita dei totalitarismi (Hanna Arendt insegna).      A questo proposito bisogna dire che nell'Italia di oggi è molto più pericolosa, come motore di una deriva totalitaria, la Lega di Borghezio che non 4 nostalgici un pò sfigati.

Come combattere questo rischio di deriva totalitaria ?   Con una applicazione rigorosa ed inflessibile dei principi della democrazia.   Con l'apertura delle menti, con uno sguardo che non veda nell'altro il pericolo, il nemico, e quindi combattendo la paura e il conformismo.    E più di ogni altra cosa, con la tolleranza.     La tolleranza è a mio parere la più forte arma in mano all'antifascismo, e si può legittimamente dire che mentre il fascimo è di sua natura intolleranza, la tolleranza rovescia alla radice il modo di agire e di essere del fascismo.

Ora, la tolleranza non può esistere part-time.  O c'è o non c'è, non esiste che ci sia con alcune eccezioni.     Bisogna essere tolleranti anche con i fascisti ?  O, in altri termini, come può la democrazia difendersi dai nemici della democrazia?

La democrazia si difende con la democrazia.   Se i fascisti violano la legge, si applica la legge, ma manifestazioni di intolleranza anche nei confronti dei fascisti  servono solo a fare il loro gioco, ossia a creare quel clima descritto prima del quale poi il dittatore di turno approfitta.

Con questo non voglio negare che in certe situazioni, come nell'Europa del 40'-45', la lotta armata fosse un dovere morale.   Ma noi oggi non siamo nel '45, e espressioni di odio politico fanno retrocedere, non avanzare, le conquiste democratiche.

E' nel clima culturale di paura e conformismo che il fascismo trova il suo humus, e quindi la lotta antifascista è innanzi tutto lotta di cultura.  Se davvero vogliamo battere il fascismo è su questo terreno che dobbiamo affrontarlo : pensare di batterlo con i pugni e i calci sarebbe come pensare di vincere una partita di calcio picchiando i tifosi avversari : le botte servono solo a fare squalificare il tuo campo di qualche giornata.

Un'ultima riflessione sul tema autoritarismo / antiautoritarsimo.    Io da sempre ho cercato di dare al Comune di Crema una impronta aperta ed antiautoritaria, e mi pare assurdo pretendere che un Ente Locale eserciti una censura preventiva concedendo o non concedenedo l'uso di uno spazio pubblico.     Per definizione, lo spazio pubblico è di tutti, non è proprietà personale del Sindaco o di qualcha altra autorità ; ragion per cui, una volta soddisfatte le varie autorizzazioni  (che devono a loro volta soddisfare ai principi di sicurezza, non di controllo politico), una volta verificato che non si sovrappongano manifestazioni diverse, a mio parere il permesso deve essere dato d'ufficio, senza che un organo politico dia l'imprimatur.    E' quello che noi da anni facciamo : si può non essere d'accordo, ma bisogna ammettere che se non si fa così si reintroduce un principio autoritario che poi potrebbe (nel clima di rinascita dei fascismi di cui parlavo prima) ritorcerci contro le istituzioni democratiche.

Ci sarebbero molte altre cose da dire : non voglio annoiarvi, riconfermo la mia disponibilità a un incontro, e vi saluto cordialmente 

 Claudio Ceravolo

Sindaco di Crema

RISPOSTA ALLA LETTERA DI CLAUDIO CERAVOLO SINDACO DI CREMA,

Caro Claudio,

                       rispondo alla tua e-mail del 3.05.2005, cercando di seguire per punti la logica del tuo ragionamento.

Premessa: è evidente che essendoci rivolti ai due sindaci delle città in cui si sono svolte le iniziative nazifasciste si sia voluto rimarcare il fatto che i due primi cittadini, essendo certamente di cultura e di collocazione politica antifascista, avrebbero potuto intervenire politicamente per impedirle e avviare quanto meno un confronto con gli organismi che intendono opporsi sempre a questi rigurgiti

di nostalgici fascisti. Questo confronto non c’è stato e comunque è stato del tutto insufficiente, tanto più che le argomentazioni contenute nel comunicato stampa del 29.04.2005 erano abbastanza articolate da meritare una risposta, anche se negativa. Ma d’altra parte neppure uno dei giornali provinciali si è peritato di renderlo noto, preferendo o il silenzio, o l’estrapolazione di alcune frasi dal contesto generale, dato che hanno preferito pubblicare pagine intere di foto di saluti fascisti e annotazioni folkloristiche sui militanti antifascisti.

Non si tratta quindi né di considerare ignavi chicchessia, né di impartire lezioni di antifascismo a nessuno. Si tratta di essere rispettosi gli uni con gli altri (ci si  riferisce al rispetto tra antifascisti, l’antifascismo costituisce un discrimine fra barbarie e civiltà).

Fatta questa sintetica premessa, entro nel merito delle tue considerazioni:

1)      Oggi, il fascismo si presenta certamente in modo diverso rispetto al passato e utilizza conseguentemente metodi e tattiche differenti. Il suo autoritarismo e la sua aggressività si manifestano non solo in modo subdolo, sottile e nello stesso tempo volgare (esempio tipico l’ideologia berlusconiana), ma anche e ancora in modo violento, spavaldo e aggressivo nei confronti di persone, popoli e stati sovrani e indipendenti. Come si potrebbero definire l’aggressione imperialista USA all’Iraq nel suo complesso e specificamente la strage di Falluja perpetrata dall’esercito d’occupazione? Qui vi sono state torture, violenze di ogni tipo contro la popolazione inerme, stermini di massa, e persecuzioni tipiche dei metodi nazi-fascisti  utilizzati nell’ultimo conflitto mondiale. A proposito dell’ultima guerra mondiale, quasi tutti tendono a sottovalutare e dimenticare il ruolo criminale che ha avuto l’esercito fascista nelle guerre di aggressione coloniale in Libia, Etiopia, Jugoslavia ecc., quasi a ridurre il fascismo ad essere quello rappresentato dalle squadracce, o quello descritto come una “macchietta” inoffensiva. Si potrebbe continuare a lungo a descrivere ciò che è stato e ciò che è il fascismo e le loro differenze, ma in questa sede ci fermiamo qui.

Purtroppo il pericolo autoritario e fascista dopo 60 anni dalla Liberazione è ancora presente, perché la soluzione fascista nella gestione del potere è intrinseca nei rapporti di produzione capitalistici in determinate fasi storiche e politiche.

Hanna Harendt nei suoi studi sul totalitarismo riconosce questo aspetto, distinguendo oggettivamente fra l’involuzione autoritaria nei paesi a sistema democratico-borghese da quelli, come l’URSS, dove l’involuzione burocratico-autoritaria avvenne conseguentemente a processi politici ed economici differenti da quelli capitalistici (scusa la sintesi e la rozzezza della semplificazione).

2)      Noi non siamo così superficiali da considerare oggi i rigurgiti fascisti come la contraddizione o il problema principale in questa fase politica. Sappiamo riconoscere quali sono i problemi principali da quelli secondari e strumentali. Sappiamo anche, però, che le classi dirigenti e le forze di governo di destra hanno sempre manovrato, utilizzato, finanziato e strumentalizzato i gruppi della estrema destra radicale filo-fascista e del terrorismo nero per diffondere paura, sottomissione e passivizzazione, attraverso l’uso della violenza e del terrore (vedere le stragi impunite, gli omicidi, le aggressioni a persone e a sedi di organismi democratici). Questi individui di Forza Nuova e dei gruppi simili o peggiori di loro non sono solo quattro “sfigati” come li definisci tu, ma, al contrario, la maggior parte dei loro dirigenti e burattinai sono stati implicati direttamente nelle inchieste sul terrorismo nero degli anni ’70, ’80 e ’90. Questi gruppi sono parte di un progetto politico consapevole, che attraverso diversi modi e strumenti tendono ad ostacolare e ritardare il faticoso processo di democratizzazione e liberazione, cercando di introdurre nel nostro paese un altro regime di terrore ed oscurantismo quale fu quello fascista. E’ bene ricordare le trame, le complicità e i legami che hanno unito e probabilmente uniscono gli uomini della P2 con i gruppi dell’estrema destra radicale e l’oggettiva copertura che l’attuale maggioranza di governo dà a taluni gruppi neo-fascisti, ricercando con loro intese elettorali (vedere rapporti fra Polo e Fiamma Tricolore, o fra Polo e lista Mussolini, solo per fare due esempi).

     Perché su questo punto il centrosinistra si é limitato ad una blanda opposizione parlamentare e non ha mobilitato le masse,         sancendo in tal modo una netta presa di distanza dai progetti autoritari della destra governativa?

Neppure a livello locale le amministrazioni di Crema e Cremona hanno avuto comportamenti differenti.

        E’ bene anche non dimenticare che il programma della P2, basato essenzialmente sulla radicale trasformazione dello stato         democratico in stato autoritario e corporativo, si sta sostanzialmente realizzando attraverso alcuni provvedimenti legislativi         del governo Berlusconi ed in particolar modo col tentativo di manomettere la Costituzione repubblicana e anti-fascista.

        E’ paradossale che, mentre sta avvenendo ciò, i neofascisti imputati per la strage di piazza Fontana siano stati prosciolti             per una serie di cavilli procedurali, anche se a loro carico risultavano prove circostanziate. E vergogna nella vergogna i             familiari delle vittime sono stati condannati al pagamento delle spese processuali. Diverso l’atteggiamento degli organi dello         Stato nei confronti dei militanti di sinistra, comunisti ed anarchici che vengono perseguiti e messi in carcere per “reati”                 legati alla pratica antifascista (vedi il processo di Genova a Marta, Milo e Orlando, ecc...).

3)      Proprio perché riteniamo che il fascismo si combatte con l’applicazione e con la pratica rigorosa della democrazia, continuiamo a pensare che, essendo il nazi-fascismo la negazione strutturale della democrazia, sarebbe stato (e sarà per il futuro) opportuno e doveroso impedire qualsiasi iniziativa, manifestazione ed esposizione di simboli o pratiche di riti che si riferiscono al nazi-fascismo. E’ utile ricordare che la Costituzione proibisce non solo la ricostituzione, sotto ogni forma, di qualsiasi organizzazione che si richiami al fascismo, ma anche le esibizioni di simboli o le pratiche di riti che si richiamino allo stesso. Inoltre la legge Scelba e la legge Mancino del 1993, applicando ed ispirandosi ai dettami della Costituzione, fornisce la possibilità concreta di mettere fuori legge  quelle formazioni che posseggono le caratteristiche sopra indicate. Nella provincia di Cremona, fra il 23 aprile ed il 30 aprile, si sono avuti raduni fascisti in luoghi pubblici, dove ci sono state esibizioni di saluti, riti tipicamente fascisti e apologie del ventennio tragico, senza che ci sia stato un adeguato intervento di interdizione (che dire della messa in onore di un criminale di guerra, sbandierata  come fatto pubblico e contornata da atti apologetici del fascismo, senza che nessuno sia intervenuto ad impedirlo ? Qualcuno ha cercato di giustificare tutto ciò sostenendo che davanti alla morte si è tutti uguali, ma se si è uguali davanti alla morte, ciò che conta è come si è vissuti e quindi la vita di un combattente partigiano per la libertà non è certo uguale alla vita di un assassino o di un criminale di guerra quale fu Mussolini). Con il fascismo e i fascisti non si può e non si deve essere tolleranti, perché operando in questo modo di fatto  si entra in contrasto con le leggi vigenti e le disposizioni costituzionali. Di fronte ai fascisti applicare la democrazia, secondo noi, significa rispettare la Costituzione e quindi impedire loro qualsiasi forma di manifestazione pubblica che li legittimi dal punto di vista politico e democratico.

4)      Noi non siamo intolleranti, non usiamo abitualmente pugni e calci per far politica, bensì il cervello, il pensiero e la memoria storica. Non facciamo uso della violenza, come metodo e pratica politica, pur avvertendo la necessità di difendere i nostri spazi e la nostra agibilità sul territorio. Non usiamo l’odio come sentimento che ci guida.

Noi cerchiamo di combattere le ingiustizie, lo sfruttamento, l’illiberalità, le ineguaglianze e tutto ciò che attiene al sopruso verso le persone e i popoli.

      Di questi sentimenti (che sono sentimenti di rispetto e d’amore) siamo orgogliosi.

Anche noi pensiamo che la cultura e il rigore etico siano uno strumento indispensabile per tenere lontano il lezzo fascista e tutto ciò che è analogo. CULTURA E RIGORE MORALE SONO INCOMPATIBILI CON L’IDEOLOGIA FASCISTA. Ma vi sono momenti storici, o fasi politiche, in cui queste due categorie da sole risultano insufficienti per contrastare le pratiche del fascismo. Accanto a questi due elementi occorre affiancare il rigore della pratica politica coerentemente democratica ed antifascista ed il rispetto letterale della Costituzione nata dalla Resistenza al nazifascismo. Noi questo abbiamo pensato di fare, scendendo in piazza per non lasciare spazio politico e mediatico ai fascisti e per testimoniare (nonostante la colpevole latitanza dei partiti) che esistono ancora persone capaci di lottare e di indignarsi di fronte ad iniziative che fanno rabbrividire e sono insultanti nei confronti di coloro che hanno sofferto e combattuto per la libertà e per un mondo nuovo diverso. Infatti, come anche tu riconosci, il conformismo, l’assuefazione al quieto vivere e la passivizzazione delle masse favoriscono il rinascere di rigurgiti nazifascisti, del razzismo e dell’idiotismo sub-culturale (vedi fenomeno Lega che noi non sottovalutiamo affatto).

5)      Un’ultima considerazione: nella lettera tu affermi: “ Lo spazio pubblico è di tutti,…e come sindaco,…una volta soddisfatte le varie autorizzazioni….ecc….il permesso DEVE essere dato d’ufficio”. Benissimo, noi ti prendiamo in parola, ma prima magari sarebbe utile che ci spiegassi come mai é stato dato spazio ai fascisti sia in piazza Duomo che in sala Ostaggi a Crema (o in sala Rodi a Cremona), e al contrario sia stato negato alle varie situazioni di lotta e democratiche l’utilizzo della sala comunale, con il pretesto che non sono appartenenti all’arco politico presente nel consiglio comunale di Crema.

Ai fascisti di Forza Nuova é stata concessa per due volte la sala, pur non essendo una forza politica rappresentata in consiglio comunale, e anche la piazza. Al contrario alcuni cittadini antifascisti sono stati raggiunti da provvedimenti penali per iniziative di piazza (vedi decreti penali per manifestazioni sull’art. 18 S.L., violazioni del R.D. art. 18 TULPS del 1931 e altro ancora) .

E’ chiaro che d’ora in poi, dobbiamo dedurre che ogniqualvolta una associazione o una realtà autorganizzata chiederà spazi pubblici nella tua città non saranno utilizzati pretesti di qualsivoglia natura per limitare l’agibilità politica.

A costo di essere ripetitivi concludiamo ricordando che, comunque, non si è obbligati a concedere spazi a manifestazioni di chiaro stampo fascista. Si tratta semplicemente di effettuare una scelta politica in un senso, o in un altro, e non solo di legalità o meno. Noi siamo sempre disponibili a qualsiasi confronto civile e democratico, ma permettimi un’ultima osservazione: c’era proprio bisogno di alimentare un caso mediatico più che politico, incontrando un individuo di Forza nuova solo perché preso a male parole in strada da qualche cittadino giustamente indignato per la sua attività para-politica? Con queste “ridondanze” di disponibilità al dialogo si rischia di legittimare esponenti ed ideologie ormai non solo fuori dalla Costituzione, ma dalla storia.

                                          Con cordialità

                                                                              Giorgio Riboldi

Seguono le firme degli organismi che condividono e hanno contribuito alla stesura del testo

Centro Sociale Dordoni di Cremona

Associazione L’Altra Lombardia – SU LA TESTA

Centro Sociale Kavarna di Cremona

Federazione dei Comunisti Anarchici Cremonese

ANPI cremasca sez. Carlo Guaiarini

CAP – Comitato Antifascista Permanente - territorio cremonese

Fulvio Di Giorgio – coordinamento Slai Cobas di Cremona

Collettivo studenti “SU LA TESTA” di Crema

 

Cremona, 6 maggio 2005