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Cremona, 24 maggio 2005
LETTERA APERTA
- Ai quotidiani/settimanali locali di Cremona e Crema e della Lombardia
e, p.c. - Al sindaco di Crema
- Al sindaco di Cremona
- Ai partiti
- Alle associazioni antifasciste
A proposito delle iniziative antifasciste
del
20 maggio
2005 a Cremona e del 27 maggio
2005 a Crema, ovvero come la stampa
della Provincia di Cremona abbia ignorato due iniziative
politico-culturali
antifasciste. Puro caso o scelta?
In occasione del 60° della Liberazione le città di Cremona e Crema sono state oggetto di manifestazioni di chiaro stampo fascista tollerate ed autorizzate dalle amministrazioni comunali.
Il sindaco di Cremona ha rispedito al mittente a mezzo stampa stizzito le accuse rivoltegli dagli antifascisti.
Il sindaco di Crema ha cercato invece di argomentare, affermando che sono state concesse le sale del comune di Crema e la piazza ad un gruppo di estrema destra perché la democrazia deve essere anche tolleranza e comprensione per le ragioni degli altri. Egli sostiene che la censura o l’uso dell’interdizione non facilita il contrasto di ideologie e posizioni politiche che anche il sindaco rifiuta con radicalità. Egli sostiene che alla barbarie nazi-fascista occorre contrapporre cultura, sapere ed argomentazioni valide (cosa che per altro abbiamo fatto e continuiamo a fare).
Ebbene io su parecchi di questi argomenti ho già espresso il mio parere ed il mio radicale dissenso nel carteggio tra me ed il sindaco di Crema, apparso su Cronaca la settimana scorsa, ma voglio sottolineare come il convegno di venerdì scorso a Cremona su “nuove destre e antifascismo militante”, che ha visto la partecipazione di oltre 80 persone per lo più giovani e giovanissimi, non abbia avuto neppure una minima attenzione da parte dei tre maggiori quotidiani della provincia di Cremona.
Questo costituisce un fatto gravissimo di censura al limite della connivenza di fatto coi fascisti. Infatti, anziché dare correttamente notizia delle iniziative antifasciste, si preferisce dare spazio a presunte ed inesistenti aggressioni a qualche individuo in cerca di vittimismo e pubblicità.
Il convegno che si è tenuto a Cremona, insieme a quella che si terrà a Crema il 27 maggio 2005 su “Foibe, campi di concentramento fascisti e revisionismo storico”, vogliono essere appunto una risposta “alta” sul piano ‘politico-culturale’ al tipo di propaganda fascista imperversata in questo periodo. Ma evidentemente quando oltre 80 giovani si fermano ad ascoltare per circa tre ore due relazioni di storia contemporanea è un fatto che per i nostri giornali non fa notizia. Meglio ignorare. Perché questi sono fatti che fanno paura al potere costituito che tollera e foraggia i fascisti. Meglio parlare in modo superficiale ed idiota di presunti pericoli di violenza in occasione della messa per un criminale di guerra come Mussolini, o di pericoli di violenza degli antifascisti in occasione di iniziative di pura apologia del fascismo.
I nostri quotidiani preferiscono il folklore e la superficialità rispetto alle iniziative serie e questi sono i fatti reali che ci danno ragione e che ci convincono sempre di più che la strada giusta è quella dell’impegno culturale, di denuncia, di controinformazione e di antifascismo militante.
Giorgio Riboldi
Associazione L’altra Lombardia – SU LA TESTA
P.S. Sperando che questo scritto non subisca la stessa sorte di quelli della scorsa settimana.