Gli insegnamenti di Gramsci sono
attuali più che mai ... "Odio gli
indifferenti. Credo che "vivere
vuol dire essere partigiani". Chi vive veramente non può non
essere
cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è
parassitismo, è
vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso
morto della storia.
L'indifferenza
opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È
la fatalità; e ciò su cui non si può contare;
è ciò che sconvolge i programmi,
che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si
ribella
all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede non è
tanto dovuto
all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza,
all'assenteismo
dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché
alcuni vogliono che
avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua
volontà, lascia
fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà
abrogare, lascia
salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà
rovesciare. La
fatalità che sembra dominare la storia non è altro
appunto che apparenza
illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Alcuni
piagnucolano
pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si
domandano:
"se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere
la
mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che
è successo?" Ma
nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro
scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro
attività a quei gruppi
di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di
procurare
quel tal bene si proponevano.
Odio gli
indifferenti anche perché mi dà noia il loro piagnisteo
di eterni
innocenti.
Vivo, sono
partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli
indifferenti." (da La Città futura - Antonio
Gramsci 1917, Einaudi)