solidarietà militante e complice agli antifascisti di milano
Alcune riflessioni sui fatti di milano dell’11 marzo.
A pochi giorni dall'anniversario dell'omicidio di Dax ad opera dei
nazifascisti, a Milano viene autorizzata una manifestazione di Fiamma
Tricolore, organizzazione nostalgica neofascista e xenofoba che fa
dell'orgoglio fascista e del revisionismo storico i suoi punti di forza.
Ogni antifascista ha sentito la manifestazione di fiamma tricolore a Milano
come una provocazione e una violenza che non poteva in alcun modo essere
sopportata.
Forse non è necessario ricordare lo stillicidio di aggressioni,
accoltellamenti e incendi di cui negli ultimi mesi decine di militanti sono
stati vittime: nonostante il silenzio assordante di troppi, la nostra memoria
non si cancella.
A Milano l’11 marzo si è deciso di non permettere più che una sfilata
neofascista potesse stuprare le proprie strade nell’indifferenza comune.
Ignorare ciò che scorre davanti ai nostri occhi è un errore che non possiamo
più commettere.
La contromanifestazione non è stata autorizzata. Chi ha lasciato i fascisti
marciare per le strade dovrà dunque assumersi la piena responsabilità politica
di ciò che succederà.
E la risposta arriva pronta, sotto forma di segnale forte e radicale. Un
messaggio chiaro da parte di chi non tollera più, da chi questa volta non
scende a compromessi, con nessuno, tantomeno con le forze partitiche che hanno
dimostrato ancora una volta il loro vergognoso profilo non spendendo parola
alcuna su questo grave ed incostituzionale episodio ma limitandosi alla
condanna tout court del movimento da cui ormai sono separati da una distanza
abissale.
L’ipocrisia che si è rovesciata sulla manifestazione di sabato, da destra a
sinistra, è segno dei tempi: l’appiattimento di tutte le forze politiche nella
condanna senza se e senza ma (condanna che non abbiamo avuto l’onore di sentire
tanto determinata per la guerra o per le violenze fasciste, tanto per dire)
sembra coincidere con la spasmodica rincorsa alla posizione più reazionaria,
ingaggiata da tutti i partiti, cui stiamo assistendo in questa penosa campagna
elettorale.
Dalla laicità al (neo)fascismo, dalla guerra al controllo sociale, dalla
mercificazione delle nostre vite al modello di sviluppo neoliberista, sembrano
non esserci vie di fuga a sinistra.
Mentre un grande movimento continua a palpitare sotto lo sguardo cieco di
molti, ribadendo la propria autonomia e la propria radicalità, dalla lotta
popolare alla TAV all’opposizione alle ingerenze operate dal Vaticano, dalle
occupazioni delle università all’antifascismo militante, tutto il resto tace, e
se non tace dice cazzate.
Milano si è accorta che c’è qualcos’altro. E se ne sono accorti tutti. Che
nelle città in cui sfilano i neonazisti si aprono ferite profonde con cui tutti
devono confrontarsi. Che le responsabilità politiche di questori, prefetti e
sindaci nell’autorizzare le sfilate dei fascisti sono gravi e imperdonabili.
Nessuna mediazione è possibile sull’antifascismo.
Resta il fatto che 37 arresti sono un prezzo da pagare troppo alto. Denunciamo
l’accanimento di polizia e carabinieri nella violenta caccia all’uomo che è
seguita alle cariche.
Lo sfondamento dei portoni all’interno dei quali gli antifascisti hanno
trovato rifugio (grazie alla solidarietà degli abitanti) è un atto gravissimo
che a molti ha ricordato quello che è successo a Genova.
Chiediamo l’immediata scarcerazione di tutti i compagni e le compagne che sono
stati arrestati.
Solidarietà a tutti i denunciati e ai compagni antifascisti di Milano. Noi ci
siamo stati e ci saremo.
Con Dax nel cuore,
CESCO LIBERO
LIBERI TUTTI
collettivo scienze politiche - pd