LETTERE DA SAN VITTORE DELLE PRIGIONIERE ANTIFASCISTE ARRESTATE IL 11 MARZO
E TUTTORA CARCERATE


Lettera collettiva delle compagne antifasciste detenute al femminile di San Vittore.

5 aprile 2006

Questa lettera nasce dall'esigenza di avere notizie più dettagliate sulla
situazione creatasi all'esterno dopo l'11 marzo.
Come ben sapete, nei primi giorni di carcerazione, le notizie che si ricevono
dall'esterno sono frammentarie e parziali.
Abbiamo ricevuto molta solidarietà a livello umano e alcuni dei
comunicati usciti in rete, ma d'altra parte l'informazione sugli episodi di
quello strano giorno sono lasciate in pasto ai giornali che naturalmente non
perdono questa grande opportunità per descriverci e stigmatizzarci come
teppisti privi di ideali quando in realtà le nostre motivazioni politiche erano
ben chiare e precise.
E' stata fatta una tale strumentalizzazione sulla nostra pelle a fini
elettorali da far scattare meccanismi di desolidarizzazione anche qui dentro da
parte di alcune detenute.
Ma se in questa fase sembra che tutti abbiano perso la memoria storica, noi
continuiamo e continueremo a rivendicare che era dovere di tutti coloro che
amano la libertà , essere in piazza l'11 Marzo per opporsi all'adunata
fascista.
Al di là dello svolgimento dei fatti c'era e c'è dentro di noi un forte
sentimento politico, un'idea congiunta: l'ANTIFASCISMO e se la nostra
carcerazione, ingiusta, può servire a qualcosa, è per rendere massa critica e
consapevole quella parte di popolo che non comprende le dinamiche che hanno
portato alla nostra incriminazione, che non riconosce nell'antifascismo un
valore assoluto e che ci dipinge come mostri senza scrupoli.
ma se ci troviamo di fronte a una deriva del proletariato ciò è in parte anche
a una mancanza di crescita del movimento che in quest'ultimi anni si è basato
principalmente sull'autoreferenzialità: questa può essere una buona occasione
per svoltare.
Sull'11 ci sono molte cose da chiarire e certamente avremo modo di farlo, ma
non vogliamo nemmeno che quella giornata determini la fine di un percorso di
anni sull'antifascismo.
Proprio perchè la situazione è molto grave sia sul piano giuridico (presente e
futuro) che su quello politico, da qui dentro la sensazione che abbiamo è che
non sistiano mettendo in atto adeguate risposte.
OGNUNO DI NOI DEVE DARE QUALCOSA PER FAR SI' CHE POCHI DI NOI NON SIANO
COSTRETTI A DARE TUTTO
Questo è ciò che sentiamo: che i compagni e le compagne a noi più vicini/e
stiano impazzendo nel tentativo di fare qualcosa, ma che non ci sia un
coinvolgimento più ampio nel portare avanti una campagna di sensibilizzazione
fatta di volantinaggi,cortei, presidi.
Cercate di capirci, non prendetela male, ma qui le uniche notizie ci arrivano
da TG e avvocati, in particolare, questi ultimi, li vediamo fortemente sotto
stress, per cui sarebbe opportuno creare un solido supporto legale.
Fateci sapere qualcosa: QUI E’ FACILE IMPAZZIRE!

5.4.06

Sono ancora qui, la situazione non si sblocca, ma continuo ad essere forte e a
mantenere calma e pazienza.
Sembra che dovremo aspettare queste cazzo di elezioni prime che mandino
qualcuno a casa. Siamo rimasti in 25 tra S. Vittore e Bollate.
Nel frattempo i compagni fuori ci hanno fatto avere tutto ciò che può servire
qui dentro: soldi, libri, vestiti, ecc. E anche tanta solidarietà a livello
'umano', mentre sul piano politico le notizie che arrivano non sono molto
confortanti.
Sembra che dopo l¹11 marzo ci siano stati molti scazzi e assemblee deliranti,
per cui a quanto pare non c¹è unità nel portare avanti la campagna per la
nostra scarcerazione e, soprattutto, per rivendicare i principi
dell¹antifascismo che sono stati infangati come non mai, proprio in
concomitanza dell¹anniversario di Dax. Questo aspetto mi sta molto a cuore
perché gli ultimi tre anni sono stati scanditi da coltellate, incendi
aggressioni, e molti di questi episodi li ho vissuti da vicino, per cui vedere
le immagini di quella parata nazista mi ha fatto veramente rabbrividire. Poco
importa se poi la magistratura si è mossa anche contro di loro, se non c¹è una
capacità di intervento politico. Noi qui al femminile abbiamo tentato di
stimolare un po¹ il dibattito scrivendo una lettera collettiva, per quanto non
sia così semplice trovare lucidità e concentrazione qui dentro.. I momenti più
sereni sono quelli che passo con le altre compagne, all'aria o in socialità. Ma
ci sono comun
que belle persone anche tra le altre detenute che stiamo imparando a conoscere
nonostante il via vai continuo di arresti, trasferimenti e scarcerazioni.....
Non ho intenzione di farmi scalfire da queste sbarre.
A presto in libertà.

una prigioniera antifascista