L'antifascismo non si arresta!


E' da tre mesi che il carcere ha inghiottito 25 compagni/e per essersi opposti
alla sfilata neo-nazifascista dell'11 marzo a Milano.


Quel giorno, circa 300 antifascisti - giovani, operai, studenti, precari - che
non volevano accettare a nessun costo l'ignobile parata fascista, sono stati
pestati selvaggiamente e rastrellati dai fascisti in divisa, che proteggevano
quelli della fiamma tricolore, del governo Berlusconi e della ricca borghesia
milanese.


E' ora di fare i conti con le contraddizioni di questa Repubblica Demokratica,
ora che si prospetta un periodo paralizzante di "contentini" e riconciliazione
sociale, ora che è passata la "fanfara" elettorale che ha speculato, per
qualche voto in più, su qualsiasi evento, dalla solidarietà internazionalista
al popolo palestinese, espressa a Roma il 13 febbraio, alla coraggiosa e
doverosa manifestazione antifascista dell'11 marzo a Milano, dove, ad accanirsi
con maggiore livore sui compagni, sono stati gli organi d'informazione, che
hanno scatenato una campagna di criminalizzazione orchestrata ad ampio raggio
con la classe politica istituzionale sull'onda della campagna elettorale.


E' necessario affermare con forza che la versione data dai mass-media è falsa,
perché travisa i fatti accaduti e dipinge come criminali i compagni e le
compagne, mentre tace sulla vera violenza e sui veri crimini, quelli del
fascismo storico e moderno e quelli delle forze dell'ordine, che hanno
dimostrato, per l'ennesima volta, che ci troviamo, di fatto, in uno stato di
polizia.


Uno Stato che reprime e incarcera, con la scusa del "teppismo", chiunque
esprima la propria contrarietà a chi consegna una città Partigiana a gruppi di
estrema destra, lasciandoli sfilare con i propri simboli di morte e in apologia
al fascismo, in beffa alla Costituzione e alla Democrazia, alle vittime di
tante stragi rimaste impunite!


Uno Stato che sequestra e tortura, dietro lo spauracchio manicheo del
terrorismo, i proletari rivoluzionari e i Resistenti nel mondo.


Uno Stato che risponde con l'indifferenza o la repressione alla legittima
domanda e rivendicazione di diritti fondamentali (eguaglianza, lavoro,
cittadinanza, casa, salute, istruzione, spazi sociali, Resistenza, ecc.),
criminalizzando chiunque esprima un disagio sociale con la lotta di classe e si
opponga con radicalità alla guerra, all'imperialismo, al neocolonialismo, alla
riabilitazione del fascismo e al revisionismo storico, alle leggi razziste, al
negazionismo, alla precarietà, allo sfruttamento delle risorse umane e
ambientali, all'egemonia dell'integralismo cattolico nella vita della
Repubblica. Come se questi fossero effetti collaterali ineluttabili di una
"democrazia" avanzata e non di un sistema capitalistico scelleratamente
neoliberista.


Uno Stato che risponde invece al "diritto" forcaiolo di "sicurezza", invocato
dalla borghesia imperialista, con la repressione degli antifascisti e con una
viscida parata in Corso Buenos Aires, accarezzando, a fini elettorali, il ceto
della media e ricca borghesia di Milano. Borghesia che ha gridato al "teppismo"
quando i compagni esercitavano il legittimo diritto all'autodifesa innalzando
barricate contro le cariche della polizia, ed ha accolto il corteo della fiamma
tricolore a "botteghe aperte", anziché chiudere quel giorno i negozi in segno
di protesta e di lutto cittadino per la consegna della Città ai neofascisti.

25 compagne e compagni arrestate/i a Milano sono ancora in carcere!

Piena e incondizionata solidarietà agli antifascisti/e sequestrati dallo Stato!

Tutti in piazza a Milano!


Sabato 17 giugno, ore 15.00 in Piazza Duomo: MANIFESTAZIONE NAZIONALE

Per gridare uniti:


LIBERE/LIBERI TUTTE/TUTTI SUBITO!


Rete Antifascista Perugina