Resoconto prime due udienze processo 11/3
Antifa Block - antifa11marzo@yahoo.it
14 luglio 2006
Lunedì e Martedì con le prime due udienze si è entrati nel vivo del processo
per i fatti di C.so Buenos Aires: in gabbia 25 compagne e compagni
Oggi dalle 9.00 la terza udienza
MILANO, PALAZZO DI GIUSTIZIA 10 LUGLIO 2006
Si entra nel vivo del processo per i fatti di c.so Buenos Aires e subito si
respira un’aria pesante.
La pesantezza di un’udienza durata quasi 8 ore con due brevi interruzioni, ma
soprattutto la pesantezza delle richieste di condanna a carico della totalità
degli imputati: 8 anni e 6 mesi (ridotti a 5 anni e 8 mesi in abbreviato) per
25 e 9 anni (ridotti a 6) per due, aumento di pena motivato dai precedenti
penali. Una punizione collettiva, una condanna esemplare. Il Pm Basilone
ricalca la linea dura che ha tracciato finora con 4 mesi di carcere preventivo
di “massa” per 25 compagni e compagne prelevate dalle strade l’11 marzo scorso.
Quello che impressiona non è tanto l’esosità della pubblica accusa, ma
l’atteggiamento che ha tenuto la corte fin dai primissimi momenti. Si ha
l’impressione che tutto debba essere chiuso in fretta, basti pensare che dopo
più di 7 ore tra requisitoria e arringa, il giudice avrebbe voluto procedere
ulteriormente, senza considerare la stanchezza di tutti e soprattutto lo stress
psicofisico a cui erano sottoposti gli arrestati. Non sappiamo fino a che punto
siano state ascoltate le argomentazioni degli avvocati difensori che stanno
lavorando duramente ed egregiamente. Speriamo sia solo un brutto presentimento,
si teme che la sentenza, da qualche parte, sia già stata scritta. Un altro
elemento significativo è stato all’inizio della giornata quando si è tentato di
negare l’accesso agli esterni all’aula, adducendo fantomatiche motivazioni di
“ordine pubblico”. Solo in seguito alle diverse repliche fatte dagli avvocati
si è finalmente permesso alla gente di entrare, assistere all’u
dienza e rivedere, dopo tanto tempo, i compagni e le compagne imprigionati.
L’aula e le gabbie sono grandi, le donne da una parte e gli uomini dall’altra.
Proprio questi ultimi si ritrovano, oltre che dietro le sbarre, anche dietro a
delle reti molto fastidiose che impediscono pure d’inquadrarne bene i volti.
Nonostante le gabbie e le reti in cui sono stati rinchiusi tutto il giorno,
hanno sorriso e salutato i compagni, gli amici e i familiari che, numerosi,
hanno riempito l’aula portando il calore della solidarietà, non prima di essere
stati identificati uno per uno.
In mattinata ha parlato l’accusa esponendo le proprie tesi incentrate sulla
questione del “concorso” in “devastazione e saccheggio”. Un capo d’imputazione
utilizzato nelle ultime inchieste per disordini di piazza, dal G8 di Genova,
passando per Torino, arrivando oggi a Milano.
L’esito di questo processo segnerà una direzione verso cui s’indirizza la
repressione del dissenso e del conflitto.
L’impianto accusatorio non ha una base d’indizi e prove capaci di reggere
l’accusa gravissima di devastazione e saccheggio (non verificatasi e quindi non
dimostrabile), ma neanche presenta elementi oggettivi che possano accertare le
responsabilità soggettive dei singoli imputati.
Probabilmente di queste cose il Pubblico Ministero non ha bisogno, basta
creare il concorso che automaticamente rende responsabili tutti di quello che è
accaduto in piazza quel giorno. Una colpa di presenza, una colpa derivata dal
semplice fatto di aver partecipato a una manifestazione contro la parata
neofascista della Fiamma Tricolore.
Il nostro futuro è legato alla loro sorte, è l’identità politica ad essere
messa alla sbarra, sono le loro e le nostre idee ad essere processate.
E’ necessario che tutti continuino la mobilitazione in solidarietà agli
antifascisti inquisiti.
DEVASTANO LE NOSTRE VITE E SACCHEGGIANO IL NOSTRO FUTURO
Più di 150 anni di galera per antifascismo
NESSUNA GIUSTIZIA NESSUNA PACE
MILANO, PALAZZO DI GIUSTIZIA 11 LUGLIO 2006
Seconda udienza del processo per i fatti di c.so Buenos Aires. Dalla mattina
al pomeriggio inoltrato hanno parlato i difensori degli imputati. La presenza
dei compagni, degli amici e dei famigliari ha riempito ancora l’aula per tutto
l’arco della giornata, facendo sentire la vicinanza e la solidarietà che, in
vista della chiusura del processo, deve essere intensificata ed estesa nelle
forme più varie da parte di tutti.
Non sarà certo il pronunciamento del giudice a mettere la parola fine a questa
vicenda, a meno che non si esprima con l’assoluzione dei 27; se ci saranno
condanne e carcerazioni saremo pronti a difendere ancora la libertà di tutti
gli antifascisti.
I prossimi appuntamenti sono
-venerdì 14 dalle ore 9:00 in Tribunale terza e ultima udienza dove parleranno
ancora i difensori e ci saranno eventualmente repliche del pm e controrepliche
degli avvocati.
Alle ore 12:00 si terrà una conferenza stampa davanti al Palazzo di Giustizia.
-Lunedì 17 ore 21:30 all’Orso assemblea organizzativa in vista della sentenza
-Mercoledì 19 ore 9:00 in tribunale SENTENZA.
Comunque vada dal tribunale si uscirà in corteo portando nel centro cittadino
quello che sarà il pronunciamento del giudice.
Nel pomeriggio si raggiungeranno le carceri di Bollate e San Vittore, per
accogliere chi, speriamo, verrà rilasciato.
Porteremo la solidarietà a tutti gli altri detenuti e alle lotte che stanno
conducendo dall’interno per l’amnistia e l’indulto.
Perché lottare per la libertà degli antifascisti imprigionati vuol dire anche
lottare per un mondo senza galere, contro le logiche di esclusione e reclusione
che regnano nella nostra società.
LIBERI TUTTI E SUBITO
“Vivo! Sono partigiano, per questo odio chi non parteggia, odio gli
indifferenti”
(Antonio Gramsci)