DEVASTANO LE NOSTRE VITE, SACCHEGGIANO IL NOSTRO FUTURO
- 230 anni di carcere ridotti a 155 per effetto del rito abbreviato -
8 anni e sei mesi per gli incensurati e 9 anni per i due imputati con
precedenti.
Sono queste le pesantissime condanne chieste dal PM al processo a 27 compagn@
che si sta tenendo al Tribunale di Milano.
Su cosa si basano queste assurde richieste, che, solo per effetto del rito
abbreviato (che prevede la riduzione automatica di 1/3 della pena) vengono
riformulate in 5 anni e 8 mesi e 6 anni ?
Non certo sulla contestazione ai singoli imputati di fatti ed episodi
specifici (per i quali non vi sono prove), secondo il PM infatti la sola
presenza in zona (e non la partecipazione o meno agli scontri) è sufficiente
per essere ritenuti moralmente e fattivamente responsabili di devastazione e
saccheggio.
Secondo l’accusa il possesso di una bottiglia d’acqua, o di un paio di
occhialini, diventano elementi sufficienti a legittimare la richiesta di 8 anni
e 6 mesi di carcere, parallelamente perde importanza l’identificazione o meno
dell’imputato in relazione a ciò che gli si contesta.
L’istituto giuridico del concorso viene utilizzato per legittimare un vero e
proprio processo alle intenzioni (supposte), in cui gli elementi probatori
costituiscono il corollario e non il centro del castello accusatorio, per cui
l’intenzione di disturbare una manifestazione di fascisti è sufficiente a
legittimare la richiesta di 230 anni di carcere.
Che il monito sia chiaro per tutt@: le manifestazioni fasciste non vanno
disturbate!
Occorre rispolverare una legge di guerra nata nel ventennio fascista per
punire duramente gli antifascisti; concorso in devastazione e saccheggio è
l’imputazione scelta!
Da 8 a 15 anni di carcere la pena attualmente prevista, ma quando il reato è
stato istituito veniva punito con la pena di morte.
Non solo si processano le intenzioni, ma si fornisce una valutazione giuridica
dei fatti che non ha alcuna proporzione con quanto accaduto. Sicché i
danneggiamenti si trasformano in “devastazione e saccheggio”, allo scopo di
ingigantire a dismisura le pene, ben sapendo che è come paragonare uno schiaffo
ad un tentato omicidio.
La pericolosità di questa volontaria perdita del senso delle proporzioni ha
già prodotto giganteschi disastri che attraversano la vita di tutt@ ed i
territori. Così un graffito può costare un proiettile in testa (Caso Rumesh a
Como), un fermo di polizia la vita (Caso Aldrovandi a Ferrara), ecc...
Sabato 17 giugno in diecimila abbiamo attraversato le strade di Milano per
rivendicare la liberazione dei 25 Antifascist@ in carcere e per aprire una
battaglia di libertà, per le stesse ragioni mercoledì 19 luglio dalle ore 9:30,
invitiamo tutt@ a riempire l’aula del tribunale durante la lettura della
sentenza.
Se l’impianto accusatorio dovesse venir accolto, non verrebbero devastate
esclusivamente le vite degli imputati, ma le garanzie e le libertà di tutt@ !
Chi si occupa di diritto sa bene che i precedenti giuridici divengono
facilmente consuetudine, da domani partecipare ad una manifestazione o
semplicemente opporsi ai mille soprusi quotidiani potrebbe essere sufficiente
per ritrovarsi imputati di reati gravissimi!
Devastate sono le nostre vite, saccheggiato il futuro e le libertà individuali
e collettive, mentre l’assordante silenzio di coloro che invocano lo stato di
diritto ed il garantismo solo quando si tratta di difendere i potenti, svela la
vera ipocrita natura dei cultori del privilegio!
La nostra speranza è di terminare il presidio in tribunale recandoci sotto le
carceri di San Vittore e Bollate per accogliere la liberazione di tutt@ gli
imputati e finché questo non avverrà continueremo a costruire iniziative e
mobilitazioni.
Non lasceremo devastare le loro vite, non lasceremo saccheggiare la libertà!
Per la liberazione immediata e l'assoluzione dei 27.
Contro l'utilizzo indiscriminato del reato di “devastazione e saccheggio” e
della carcerazione preventiva.
Mercoledì 19 luglio dalle ore 9.30 presidio al tribunale in attesa della
sentenza.