Siamo i genitori
dei
ragazzi di Reggio Emilia condannati per i fatti di Milano dell’11 marzo
2006.
La
sentenza che ha “colpito”i nostri figli è a dir poco
sorprendente ,ingiusta e
non degna di un paese democratico.L’assioma per il quale “c’eri quindi
sei
colpevole”non dovrebbe reggere in uno stato di diritto ma ,purtroppo,i
fatti ci
hanno dimostrato che di diritto c’è ben poco in questa vicenda.I
nostri figli
sono stati condannati a 4 anni di arresti domiciliari con il divieto di
vedere
chiunque,di parlare solo con noi ,di non alzare la cornetta del
telefono e di
avere visite dei carabinieri a qualsiasi ore del giorno e della notte
ecc.ecc.
Con loro siamo stati condannati anche noi familiari perché
abbiamo il divieto
di vedere, in casa nostra,chiunque perché potrebbe venire a
contatto con “i
pericolosi criminali “che custodiamo:siamo diventati carcerati e
carcerieri!
Qualche anima “bella “dirà che se sono stati condannati,
qualcosa
avrànno fatto. Non è così,non hanno fatto
nulla,non ci sono prove ma sono stati
ritratti in fotografie che li vedevano
presenti al corteo ,come gli altri.Da profani della legge ci chiediamo
se
questo può bastare per condannare per “concorso morale” giovani
a una pena così
pesante e ingiusta.
Non ci scagliamo contro i giudici,anche se sarebbe opportuno
capire cosa li ha portati a questo ma, per noi, ora è importante
puntare il
dito contro il nostro codice penale che mantiene al suo interno leggi
del
periodo fascista,leggi liberticide del diritto fondamentale al
dissenso,leggi
che sono in aperta contrapposizione con articoli della
Costituzione…..ma tant’è
questa Carta, così importante per il nostro paese, sembra
diventata pura
letteratura.
Questa sentenza,emanata dopo un dibattimento processuale kafkiano,
ci ha molto amareggiati perché ora siamo convinti che la
giustizia non è
giusta; in noi che abbiamo sempre rispettato le leggi,pagato le tasse
come un
dovere morale,lavorato con impegno e coscienza c’è solo la
profonda
consapevolezza che nessuno è più al sicuro,che quello che
è successo a noi e ai
nostri ragazzi può capitare a chiunque…E’ necessario ora,per
tutti, uscire
dall’indifferenza, dalle piccole
certezze quotidiane che ci appaiono
così sicure e impegnarci affinché situazioni del genere
non debbano più
verificarsi;occorre riprendere in mano il nostro essere cittadini
consapevoli
che,se questo è successo ad alcuni potrebbe succedere a molti…Il
nostro impegno
da quell’11 marzo, è di dimostrare che l’accusa è un puro teorema e la sentenza la conseguenza
naturale della
volontà di tacitare ogni forma di dissenso.
Chiediamo a coloro che hanno ancora
il “senso”di giustizia di aiutarci in
questa battaglia giuridica ,civile e morale affinché vengano
cancellate e
riscritte le regole di un codice penale che sia libero da implicazioni
inquisitorie a senso unico.
Il nostro
ringraziamento va
a coloro che ci sono stati vicini e lo
saranno anche nei prossimi mesi e che si impegneranno a percorrere, al
nostro
fianco, un cammino di civiltà.
I
genitori dei ragazzi di Reggio Emilia