Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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Direzione Nazionale
Comunicato 19 ottobre 2006
Mobilitiamoci contro l’attacco della borghesia agli antifascisti e ai
comunisti
Il primo grado del processo contro gli antifascisti milanesi che l’11
marzo hanno cercato di impedire la parata fascista per le vie di Milano
(città medaglia d’oro per la Resistenza), si è concluso
con 18 condanne a 4 anni di carcere e 9 assoluzioni determinate (gli
antifascisti assolti avevano a loro carico gli stessi indizi di tutti
gli altri) dalla pressione della mobilitazione di massa in
solidarietà con gli antifascisti che ha influenzato i magistrati
i quali, già orientati per una condanna esemplare e generale,
hanno dovuto rinunciare al “bottino pieno”.
A distanza di due mesi dall’esito di quella sentenza, scadono i tempi
per il deposito del ricorso in appello per i 18 antifascisti condannati
che (sempre grazie alla mobilitazione popolare) sono stati scarcerati e
rimessi in libertà dagli arresti domiciliari e sono tuttora
sottoposti all’obbligo di firma ogni quindici giorni presso le caserme
o i commissariati dei luoghi di residenza.
Il processo di appello si presenta come un ulteriore occasione per
rilanciare la solidarietà con gli antifascisti e la lotta contro
l’ormai sempre più frequente utilizzo dei reati di devastazione
e saccheggio e di quello del concorso morale, reati con i quali la
magistratura tenta di criminalizzare le lotte di Resistenza che le
masse popolari oppongono al procedere della seconda crisi generale del
sistema capitalistico, agli attacchi della borghesia contro le
conquiste di civiltà e benessere, alla riabilitazione e alla
legittimazione del fascismo.
La borghesia teme il rafforzamento del movimento comunista,
antimperialista e antifascista che va sviluppandosi anche nel nostro
paese. Per questo ricorre sempre più spesso alla
criminalizzazione dei comunisti e degli antifascisti anche attraverso
l’accusa di associazione sovversiva (art. ccp 270 e 270 bis). Il
pubblico ministero Giovagnoli della Procura di Bologna è uno dei
più zelanti esecutori degli interessi della borghesia e oggi
dirige varie inchieste contro i comunisti e in particolare contro i
CARC e contro il (n)PCI.
Dobbiamo fare tesoro dell’efficacia della vasta mobilitazione in
solidarietà con gli antifascisti milanesi e contrastare ogni
tentativo di liquidare quella mobilitazione che ha assunto sempre
più il carattere di una mobilitazione popolare, grazie
soprattutto alla costituzione e al lavoro dei comitati dei genitori,
alle manifestazioni e alle iniziative svolte sul territorio nazionale,
all’impegno dei compagni che hanno tenuto i colloqui in carcere con i
prigionieri, alla solidarietà sviluppata in tutto il paese.
La mobilitazione popolare ha rotto l’isolamento al quale gli zelanti
magistrati avrebbero voluto relegare gli antifascisti carcerati e
indagati e ha impedito che essi venissero immolati nel nome di una
riappacificazione nazionale che fa comodo soltanto all’accozzaglia di
ladri, sfruttatori, ricattatori e imbroglioni che si arricchiscono
sulle spalle delle masse popolari. La scarcerazione degli antifascisti
è una vittoria della mobilitazione di tutti i compagni e i
sinceri democratici che ancora oggi combattono i soprusi e le
ingiustizie della borghesia imperialista. Questa vittoria rafforza la
fiducia nell’efficacia della mobilitazione popolare che deve assumere
maggiore vigore nel continuare la lotta per la derubricazione dei reati
di devastazione e saccheggio, del concorso morale (vera e propria spada
di Damocle sulla testa delle masse popolari, dei lavoratori e delle
organizzazioni che lottano per difendere gli spazi di agibilità
politica e i diritti conquistati dalla Resistenza ad oggi) e per
l’assoluzione di tutti gli antifascisti.
Il processo di appello rappresenta un ulteriore fronte di lotta che la
mobilitazione popolare, crescendo ed estendendosi, dovrà
praticare per un ulteriore vittoria.
Anche a Torino altri antifascisti sono sotto processo e a loro sono
state imputate le stesse accuse dei giovani operai e studenti che a
Milano, l’11 marzo scorso, hanno cercato di impedire la parata fascista
. L’esperienza della mobilitazione popolare e dei comitati dei genitori
in solidarietà con gli antifascisti di corso Buenos Aires
rappresenta un efficace strumento per il coordinamento della
mobilitazione tra le rispettive città in cui magistrati al
servizio della borghesia stanno mettendo in atto la persecuzione
giudiziaria contro gli antifascisti. Quell’efficace esperienza di lotta
popolare ci insegna che è possibile combattere vittoriosamente i
soprusi e le ingiustizie e difendere altrettanto efficacemente i
diritti e gli spazi di agibilità politica e che è
possibile rivolgere contro la borghesia le sue stesse armi.
E’ dunque possibile e necessario estendere questa mobilitazione ed
adoperarsi perchè possa trasformarsi in una grande mobilitazione
contro la criminalizzazione delle lotte di resistenza dei lavoratori e
delle masse popolari, contro l’utilizzo sempre più frequente da
parte della magistratura dei reati associativi e per la difesa delle
libertà politiche e democratiche conquistate dalla Resistenza.
No alla riabilitazione del fascismo!
Mobilitiamoci contro l’attacco ai comunisti, agli antifascisti e agli
antimperialsiti!
W la Resistenza antifascista!
Libertà per tutti i compagni colpiti dalla repressione!