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documenti e iniziative a favore dei compagni vittime della repressione repressione di stato internazionale

Assemblea antifascisti condannati per l'11 marzo 2006
 
Comunicato

Ad un anno dalla conclusione del processo che condannò (con l'accusa di devastazione e saccheggio) 18 antifascisti
alla pena di quattro anni di carcere per avere tentato, l'11 marzo 2006 a Milano in corso Buenos Aires, con altre
centinaia di antifascisti, di impedire il corteo autorizzato dalle autorità cittadine, della compagine neofascista
Fiamma Tricolore, si celebrerà il processo d'appello.
Dopo quattro mesi di carcerazione preventiva in attesa di processo e a distanza di un anno dai fatti accaduti, gli
antifascisti condannati giungono all'appello ancora sottoposti alle misure cautelari degli obblighi di firma.
I "moderni tribunali speciali" molto simili, nella sostanza, a quelli che durante il ventennio fascista condannavano al
confino, al carcere e alla morte gli antifascisti, i comunisti, gli anarchici e chiunque lottava contro il
regime, confermano la continuazione della loro fervente attività di criminalizzazione delle lotte in difesa delle
libertà e degli spazi di agibilità politica. Ieri i tribunali si chiamavano speciali, in via dello "stato
d'eccezione" in cui si trovavano a dover giudicare chiunque esprimesse avversità al regime fascista in vigore, ma
queste sono le medesime condizioni in cui il tribunale di milano si ritrova a dover giudicare 18 antifascisti oggi.
la conferma di uno stato emergenziale d'eccezione che assume lo stato di normalità!
Non potendo oggi svelare pubblicamente la loro attività a sostegno dei regimi di turno contro gli oppositori politici,
i giudici dei "moderni tribunali speciali" utilizzano sistematicamente le accuse dei reati di devastazione e
saccheggio con lo scopo di criminalizzare le lotte presentandole, agli occhi dell'opinione pubblica, come
scorribande di vandali e teppisti della peggior specie in un regime di "Democrazia". Lo stesso reato utilizzato per
criminalizzare chi, senza mediazione di sorta, si procurava di che sostentarsi durante la guerra; oppure contro quei
detenuti in rivolta che apportavano danni alle strutture carcerarie durante la messa in opera delle teorie di
liberazione del proletariato.
Al fine di potere condannare agevolmente gli antifascisti, il "moderno tribunale speciale" milanese, fregandosene delle
stesse leggi borghesi che prevedono di individuare le responsabilità soggettive degli imputati, ha contestato
agli antifascisti anche il " concorso morale" in devastazione e saccheggio che definirebbe punibile, in caso
di attuazione di "reati", *la mera presenza sul luogo e nel momento  in cui i presunti "reati" verrebbero commessi.
Il tentativo di restringere i diritti "democratici" che prevedono le agibilità politiche e la possibilità di
manifestare il proprio dissenso, è sotto gli occhi di tutti e le motivazioni della sentenza di primo grado del "
moderno tribunale speciale" milanese dimostrano il vero carattere politico della criminalizzazione dei movimenti di
lotta e nel caso in specie, delle lotte di carattere antifascista .
Non potendo ancora negare apertamente e per legge, il diritto di manifestare dissenso, i giudici attuano una vera
e propria campagna "terroristica" nei confronti di ancora si ostina a far ricorso a pratiche di autodifesa dei propri
spazi vitali. Il " concorso morale" rappresenta un deterrente e un monito nei confronti di chi non intende
abbassare la testa di fronte alle ingiustizie: "se scendete in piazza a protestare, qualunque cosa succeda, potreste
essere accusati e puniti per il semplice fatto di essere stati presenti sul luogo"; il messaggio dei giudici dei "
moderni tribunali speciali"appare molto chiaro. 
Il processo milanese fa parte  di un contesto repressivo che, ogni giorno di più, col procedere della crisi del
sistema capitalistico e con l'acuirsi degli attacchi alle lotte anticapitaliste in tutti i loro aspetti e
sfaccettature assume caratteristiche sempre più generalizzate e cruente: dalla criminalizzazione dei
movimenti contro la guerra a quelli delle lotte dei lavoratori, passando per l'opposizione alle lotte ecologiste
radicali, a quelle rivendicative dei detenuti e via dicendo.
Dopo la contestazione del G7 di Napoli 2001 e l'oceanica contestazione al G8 di Genova (anch'essa repressa duramente
delle forze dell'ordine che uccisero Carlo Giuliani) l'utilizzo dei " moderni tribunali speciali" e dei
conseguenti capi di accusa nei confronti degli antifascisti (e più in generale nei confronti di chi dissente) segnano
una svolta: una pratica che i potenti metteranno in campo sempre più spesso; ad esempio nei confronti degli
antifascisti torinesi (il processo nei loro confronti è attualmente aperto presso il tribunale di Torino) che nel
giugno 2005 sfilarono in corteo a seguito degli accoltellamenti di alcuni compagni, ad opera di una
squadraccia fascista e vennero caricati duramente dalla polizia che arrestò una decina di persone oggi sotto
processo. Una pratica repressiva tesa ad essere sistematizzata e a prestarsi alla bisogna dell'inquisitore
di turno. Una strategia e una pratica alla quale è necessario opporsi con tutte le nostre forze perché
conseguente alla condizione di sfruttamento ed oppressione alla quale padroni, banchieri, speculatori, affaristi e alti
prelati vorrebbero costringerci.  Come antifascisti imputati dell'11 marzo intendiamo, con
questo documento, rilanciare la lotta contro l'utilizzo dei reati di "devastazione e saccheggio e concorso morale"che la
magistratura e i suoi "moderni tribunali speciali" al servizio del padrone di turno, mettono in campo, ormai
sistematicamente, nel tentativo di arginare le mobilitazioni contro la legittimazione e i rigurgiti del fascismo e, più
in generale, di reprimere i movimenti di lotta contro l'arroganza del potere. Con questo documento, inoltre,
intendiamo affermare la nostra solidarietà con tutte quelle realtà in lotta, singoli o collettivi, che vengono
sempre più spesso fatti oggetto di vere e proprie persecuzioni giudiziarie che si esprimono fra l'altro con il
costante utilizzo delle accuse per associazione sovversiva con finalità terroristiche ( art.270 e 270 bis).
Riteniamo necessario rilanciare, proprio all'apertura del processo di secondo grado, la più vasta mobilitazione
possibile che raccolga il maggior numero di singoli e realtà in movimento attorno ai compagni colpiti dalla
repressione, e che contrasti con determinazione ogni tentativo di reprimere, arginare e soffocare le
contestazioni e i movimenti di lotta contro questo regime democratico che vede i suoi degni rappresentanti negli
speculatori, affaristi, padroni, banchieri e alti prelati, della magistratura e degli apparati di polizia, i veri
devastatori e saccheggiatori. 

Assemblea degli antifascisti condannati per l'11 marzo