Nota della
redazione : per gli aggiornamenti sulla situazione a Nablus e nel resto
del West Bank e Gaza é stata aperta una sezione intitolata 'I
crimini israeliani giorno per giorno'
Dal 17 febbraio é in corso un’operazione militare a Nablus, in
modo particolare nel campo profughi di Balata, ma anche a Tulkarem,
dove sono tornate in azione le squadre speciali che in operazione
notturna hanno arrestato un 19enne, e a Jenin dove sono state demolite
nuove case e piantagioni.
I fatti di Nablus:
Lunedì 20 febbraio le forze militari israeliane alle tre e
trenta del mattino sono entrati nel campo profughi di Balata e nella
città vecchia di Nablus. Vicino a Balata sono
iniziati gli scontri tra soldati israeliani e combattenti palestinesi.
Sono poi seguite forti esplosioni dentro il campo ed il successivo
ritiro verso Hawara, dove le forze di occupazione hanno la loro base
militare. Dopo due ore sono però tornati nuovamente con
bulldozer, tanks e una ventina di jeep iniziando una nuova operazione
nel campo profughi e mettendo dei blocchi di cemento alle entrate del
campo. E’ iniziata poi la devastazione delle abitazioni: rastrellamenti
casa per casa, demolizioni con esplosivi per attraversare direttamente
le abitazioni. In questa occasione sono state uccise tre persone e
ferite trenta, una delle quali è deceduta più tardi in
ospedale. Ma l’occupazione militare non si ferma.
Il giorno dopo, 21 febbraio, hanno allargato l’ operazione militare
anche nella città vecchia di Nablus. Intanto a Balata sono state
occupate circa 20 case e la scuola femminile, dove hanno distrutto
l’aula computer e dipinto sui muri immagini offensive. Hanno lasciato
la città per la notte, ma il giorno dopo sono nuovamente tornati
alle sette e trenta del mattino, il momento in cui le strade sono piene
di persone, specialmente di ragazzi che vanno a scuola. Iniziano
nuovi scontri: pietre contro pallottole. Altre 25 persone sono state
ferite in quest’occasione ed altri morti si sono aggiunti alla lista.
Cinque di questi sono volontari del pronto soccorso ( uno di loro
morirà più tardi), un altro è l’autista
dell’ambulanza che non ha potuto ricevere aiuti per ore.
I media israeliani dicono che hanno ucciso tre terroristi.
Intanto il Medical Relief (UPMRC) ha rilasciato un comunicato
sull’invasione di Balata, avvenuta tra il 17 e il 23 febbraio,
sottolineando come l’operazione stessa dell’IOF (Israeli Occupation
Forces) sia ancora in corso. Il 23 febbraio l’IOF ha sparato anche
sulle squadre di primo soccorso e sui giornalisti presenti nel campo
profughi. Sono stati feriti gravemente tre volontari del Medical
Relief, Jerir Zakaria Qanadilu, colpito ad una mano e ad una gamba da
due proiettili, Ahmad Arabat, colpito al petto, Ihab Mansour, ferito
alla testa e arrestato. In questa operazione sono stati feriti anche
due internazionali, un americano e un tedesco. Il Medical Relief lancia
un appello alla comunità internazionale affinchè si
mobiliti per fare pressioni su Israele e chieda la cessazione dei
continui attacchi militari all’interno della città di
Nablus. Il Mediacal relief ricorda come questi atti, gli attacchi
ai mezzi di pronto soccorso e al loro personale, gli attacchi alla
stampa, violino la Quarta Convenzione di Ginevra.
27 febbraio 2006
Le forze
di occupazione hanno ancora
invaso oggi la città di Aseera Al-Shamaleyya e il campo profughi
di Balata nel distretto di Nablus conducendo un’operazione di ricerca
di casa in casa che ha portato all’arresto di 8 giovani palestinesi.
Hanno invaso anche con mezzi blindati il villaggio di Beit Fajjar nel
distretto di Betlemme e arrestato 10 ragazzi.
APPELLO
da Associazione di amicizia Italia-Palestina Le associazioni, organizzazioni e gruppi informali
che in Italia lavorano da anni sulla questione Mediorientale e operano
per una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, e per
una pace giusta ,si rivolgono con un appello all’informazione libera e
democratica del nostro paese affinché¨ sia data
un’informazione corretta su quanto sta accadendo nei Territori Occupati
in Palestina. Dal 17 febbraio é¨ infatti in corso
un’operazione militare da parte dell’IOF (Israeli Occupation Forces) a
Nablus, in modo particolare nel campo profughi di Balata, ma anche a
Tulkarem, dove sono tornate in azione le squadre speciali che in
operazione notturna hanno arrestato un 19enne, e a Jenin dove sono
state demolite nuove case e piantagioni.
I fatti di Nablus:
Lunedì 20 febbraio le forze militari israeliane alle tre e
trenta del mattino sono entrati nel campo profughi di Balata e nella
città vecchia di Nablus. Vicino a Balata sono
iniziati gli scontri tra soldati israeliani e combattenti palestinesi.
Sono poi seguite forti esplosioni dentro il campo ed il successivo
ritiro verso Hawara, dove l’IOF ha la sua base militare. Dopo due ore
sono però tornati nuovamente con bulldozer, tanks e una ventina
di jeep iniziando una nuova operazione nel campo profughi e mettendo
dei blocchi di cemento alle entrate del campo. E’ iniziata poi la
devastazione delle abitazioni: rastrellamenti casa per casa,
demolizioni con esplosivi per attraversare direttamente le abitazioni.
In questa occasione sono state uccise tre persone e ferite trenta, una
delle quali è deceduta più tardi in ospedale.
Mal’occupazione militare non si ferma.
Il giorno dopo, 21 febbraio, hanno allargato l’ operazione militare
anche nella città vecchia di Nablus. Intanto a Balata sono state
occupate circa 20 case e la scuola femminile, dove hanno distrutto
l’aula computer e dipinto sui muri immagini offensive. Hanno lasciato
la città per la notte, ma il giorno dopo sono nuovamente tornati
alle sette e trenta del mattino, il momento in cui le strade sono piene
di persone, specialmente di ragazzi che vanno a scuola. Iniziano
nuovi scontri: pietre contro pallottole. Altre 25 persone sono state
ferite in quest’occasione ed altri morti si sono aggiunti alla lista.
Cinque di questi sono volontari del pronto soccorso ( uno di loro
morirà più tardi), un altro è l’autista
dell’ambulanza che non ha potuto ricevere aiuti per ore.
I media israeliani dicono che hanno ucciso tre terroristi.
Intanto il Medical Relief (UPMRC) ha rilasciato un comunicato
sull’invasione di Balata, avvenuta tra il 17 e il 23 febbraio,
sottolineando come l’operazione stessa dell’IOF (Israeli Occupation
Forces) sia ancora in corso. Il 23 febbraio l’IOF ha sparato anche
sulle squadre di primo soccorso e sui giornalisti presenti nel campo
profughi. Sono stati feriti gravemente tre volontari del Medical
Relief, Jerir Zakaria Qanadilu, colpito ad una mano e ad una gamba da
due proiettili, Ahmad Arabat, colpito al petto, Ihab Mansour, ferito
alla testa e arrestato. In questa operazione sono stati feriti anche
due internazionali, un americano e un tedesco. Il Medical Relief lancia
un appello alla comunità internazionale affinchè si
mobiliti per fare pressioni su Israele e chieda la cessazione dei
continui attacchi militari all’interno della città di
Nablus. Il Mediacal relief ricorda come questi atti, gli attacchi
ai mezzi di pronto soccorso e al loro personale, gli attacchi alla
stampa, violino la Quarta Convenzione di Ginevra.
Le nostre associazioni si associano all’appello rivolgendoci non solo
alla comunità internazionale ma anche ai media italiani
certi di trovare una risposta ad un silenzio che sta mortificando i
palestinesi ancor più degli attacchi militari.