Comitati di Appoggio alla
Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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Direzione Nazionale
Inoltriamo il
comunicato stampa del CAP(n)PCI di Parigi con importanti aggiornamenti
sul processo tenutosi oggi a Parigi contro il (nuovo)Partito Comunista
Italiano.
La mobilitazione ha
obbligato il giudice a rinviare il processo contro Angelo (studente di
Parigi 8) e i suoi compagni!
Oggi,
17 gennaio 07, presso il Tribunale correzionale di Parigi ha avuto
luogo il processo contro Angelo D’Arcangeli (studente di Parigi 8),
Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel. Come abbiamo più volte
denunciato, oltre ai tre militanti del (nuovo)Partito comunista
italiano, nel processo sono coinvolti anche due militanti della
Fracciòn Octubre del PCE®: Ramon Teijelo e Manuela Galan.
Il
processo doveva tenersi anche domani e dopo domani.
Un
processo senza avvocati: tutti gli avvocati difensori sono infatti
impegnati in altri processi durante i tre giorni stabiliti dalla Corte
e il giudice, Mme Beauguin, ha rigettato la domanda di rinvio da loro
avanzata nel mese di Dicembre. Anche l’Ordine degli avvocati si
è espresso contro il rifiuto del giudice di rinviare il
processo, considerandolo una vera violazione del diritto alla difesa.
Insomma:
le Autorità Francesi, sulla domanda delle Autorità
Italiane, prima hanno violato i diritti politici dei tre militanti del
(n)PCI attraverso degli arresti “preventivi” e adesso violano anche i
loro diritto alla difesa! Tutto questo per un motivo semplice:
estradarli in Italia, dove il giudice Paolo Giovagnoli sta montando un
nuovo processo e, soprattutto, una nuova detenzione “preventiva”.
Data la
situazione di chiara violazione del diritto alla difesa e data
l’evidenza della volontà di attuare l’estradizione, i compagni
Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel si sono sottratti al regime di
libertà vigilata e non si sono presentati al processo.
In aula
insieme ad Angelo e ai due militanti spagnoli c’erano trenta persone.
Altre quaranta persone attendevano fuori: il giudice gli ha impedito di
entrare. Tra i presenti anche personalità come Monsignor
Gaillot, Mendes (professore di Parigi 8), una responsabile nazionale
dell’MRAP; presenti rappresentanti di organizzazioni politiche
francesi, corse, turche. Presente anche una delegazione del Sindacato
Lavoratori in Lotta (SLL). Numerosi gli studenti dell’università
di Parigi 8 e Nanterre. Inoltre: presenti anche le telecamere di Zalea
tele (tv indipendente di Parigi).
Inizia
il processo. Angelo chiede al giudice di chiamare il responsabile
dell’Ordine degli avvocati per avere un sostegno legale, data l’assenza
degli avvocati. Il giudice lo richiama al silenzio. Angelo richiede
allora il rinvio del processo, data la chiara impossibilità di
difendersi. Il giudice lo richiama nuovamente al silenzio e minaccia di
espellerlo dalla sala, in caso di una nuova dichiarazione del genere.
Il giudice inizia allora a leggere i capi di imputazione. Si rivolge ai
due militanti spagnoli ponendogli delle domande: ambedue si rifiutano
di rispondere data l’assenza degli avvocati. Il giudice pone dunque
delle domande ad Angelo, il quale si rifiuta a sua volta di rispondere
e chiede nuovamente la convocazione del responsabile dell’Ordine degli
avvocati. Il giudice gli ordina di tacere, Angelo continua a pretendere
il diritto di difendersi, il Giudice allora ordina a cinque poliziotti
di espellerlo dalla sala: Angelo viene letteralmente assalito dai
cinque poliziotti, portato fuori dalla sala mentre grida “voi mi
espellete perché volete impedirmi di difendermi”, viene sbattuto
contro il muro (il compagno ha adesso una spalla piena di lividi) con i
poliziotti che gli dicono “adesso ti facciamo tacere noi!”. Le persone
presenti in aula scattano in piedi e cominciano a gridare contro il
giudice e i poliziotti. Le persone presenti fuori dall’aula iniziano a
gridare lo slogan “libertà per il nostro compagno!”. Dei
compagni presenti fuori dall’aula iniziano a fare il giro delle altre
aule del tribunale presenti allo stesso piano denunciando l’accaduto
alle persone presenti fuori dalle aule e chiamandoli ad esprimere
solidarietà.
Arrivano
più di 40 poliziotti per bloccare l’accesso all’aula e, allo
stesso tempo, per cercare di controllare i compagni che fuori dall’aula
protestavano contro l’espulsione di Angelo. Angelo viene rinchiuso in
una stanza adiacente alla sala del tribunale fino alla fine
dell’udienza.
Il
giudice, vedendo la situazione, si è visto costretto a fare
passi indietro, ad abbandonare la volontà di fare il processo
anche senza gli avvocati e a rinviare il processo di tre mesi. Il
processo ci sarà il 4, 5 e 6 aprile. Il poliziotto italiano
presente in aula come “supervisore”, non era molto contento…
Liberato,
Angelo è salito su una della panche presenti fuori dall’aula e
ha tenuto un discorso denunciando l’accaduto, sostenendo la scelta dei
compagni Maj e Czeppel di non presentarsi (ed evidenziando come questo
elemento è uno degli elementi che ha permesso di ottenere il
rinvio perché è stato uno degli elementi che ha messo in
difficoltà il giudice) e chiamando i presenti a fare un sit-in
davanti al giornale Liberation per spingere il giornale a ricevere una
delegazione e fare un articolo per denunciare l’accaduto. Il sit-in si
è tenuto e una delegazione, composta da militanti e
personalità è stata accolta, accompagnata dallo slogan
“no all’estradizione!”. Numerosi passanti si sono fermati a chiedere
informazioni.
La
mobilitazione paga! Le Autorità Francesi sono in grande
difficoltà: è sempre di più un problema per loro
cercare di esaudire le richieste dei “colleghi italiani”! Ma la
vittoria contro l’estradizione ancora non è stata strappata,
nonostante i notevoli risultati. Bisogna continuare con la
mobilitazione, rafforzarla, estenderla.
La
prossima iniziativa sarà venerdì 19 gennaio alla Bourse
du Travail di St.Denis, alle 19h00: concerto e teatro contro
l’estradizione di Angelo, di Maj, di Czeppel e contro la repressione
sviluppata contro tutto il movimento sociale. Parteciperanno numerosi
organismi di solidarietà: ci auguriamo che questa iniziativa,
oltre ad essere un momento per rafforzare la lotta contro
l’estradizione, sia anche un passo in avanti per costruire un fronte
unito contro la repressione.
CAP
(n)PCI-Parigi
e-mail:
cap-npci-paris@voila.fr
sito internet: cap-npci.awardspace.com
Alleghiamo il messaggio
realizzato dalla Delegazione della CP
16.01.07
Ai
compagni e agli amici
Con il
nostro comportamento processuale noi continuiamo e valorizziamo l’opera
di tutti voi che siete stati solidali con noi. Continuiamo e
valorizziamo l’opera e la volontà di tutti quelli che hanno
preso posizione contro la persecuzione che con accanimento le
Autorità Italiane e, al loro servizio, le Autorità
Francesi conducono contro il (nuovo)Partito comunista italiano e la
“carovana” di organismi e individui che hanno contribuito alla sua
costruzione e che in qualche modo lavorano secondo la linea che esso ha
indicato e contribuiscono all’attuazione del suo obiettivo: fare
dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuire così alla
nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.
Infatti
con il nostro comportamento processuale e con la particolare divisione
dei compiti che attuiamo nella fase processuale noi esercitiamo la
massima pressione possibile sulle Autorità Francesi per indurle
a rinviare il processo, conformemente a quello che i nostri avvocati
hanno già chiesto e che persino l’Ordine degli avvocati ha
riconosciuto essere nostro diritto. Noi vogliamo indurre le
Autorità Francesi, reduci dall’affaire d’Outreau e da analoghi e
meno noti affaires, a rispettare almeno in questo caso le loro leggi.
Se processo ci deve essere, esso deve rispettare almeno gli elementari
diritti della difesa. Gli imputati devono essere assistiti dai
rispettivi avvocati lungo tutto il dibattimento. La corte deve
riconoscere il loro diritto di far comparire i testimoni a loro
discarico.
Con la
nostra condotta noi costringiamo i nostri nemici, che sono anche i
nemici delle masse popolari italiane e francesi, a rendere palese il
progetto occulto che esse hanno tramato nel chiuso del “Gruppo
italo-francese sulle minacce gravi” che esse hanno creato il 3 marzo
2004. Questo “Gruppo” ha raccolto e istituzionalizzato la
collaborazione anticomunista, antipopolare e antiimmigrati che le
Autorità dei due paesi conducono da anni. Esercitiamo la massima
pressione perché le Autorità Francesi e Italiane
rinuncino in questo caso particolare e provvisoriamente al loro
progetto e nello stesso tempo manteniamo il massimo di libertà
d’azione e di iniziativa di cui nella situazione concreta possiamo
disporre. Questo corrisponde per noi e per tutti i nostri compagni nel
modo migliore al nostro dovere e al nostro impegno di comunisti.
Ringraziamo
tutti quelli che ci sono stati solidali e li preghiamo di continuare e
di rafforzare la loro solidarietà. Li preghiamo in particolare
di partecipare più numerosi possibile alle iniziative che nei
prossimi giorni e nelle prossime settimane si terranno in Francia e in
Italia contro l’Ottavo Procedimento Giudiziario (OPG) che le
Autorità Italiane hanno montato contro la “carovana” del (n)PCI,
contro il “processo francese” strettamente intrecciato con l’OPG
italiano, contro la minaccia di estradizione (mandato di cattura
europeo) e di espulsione che le Autorità Francesi fanno gravare
sui comunisti italiani e i loro collaboratori. La nostra resistenza
alla repressione e la lotta contro la repressione di tutti quelli che
sono solidali con noi, limitano la libertà d’azione e
l’efficacia dell’opera persecutoria antipopolare delle Autorità
della borghesia imperialista. Sono un contributo alla resistenza di
tutte le classi sfruttate e di tutti i popoli oppressi. Contribuiscono
quindi alla comune lotta contro l’attuale ordinamento sociale o almeno
contro le sue espressioni più scandalose e inique.
Il
collettivo della Delegazione della Commissione Provvisoria del Comitato
Centrale
del
(nuovo)Partito comunista italiano