Associazione Solidarietà Proletaria (ASP)

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22-11-‘05

 

Evviva la scarcerazione di Angelo D’Arcangeli simpatizzante e collaboratore della Delegazione del (nuovo ) Partito comunista italiano.

 

Anche se il tribunale parigino non ha ancora restituita la piena libertà al compagno Angelo, che ora è stato messo sotto controllo giudiziario con l’obbligo di residenza e firma in gendarmeria, consideriamo questa scarcerazione una vittoria e un passo in avanti verso la liberazione degli altri due compagni membri del (nuovo) Partito comunista italiano, Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel.

Anche questa volta è stata determinante la mobilitazione di solidarietà di massa che si è sviluppata non soltanto in Italia, ma anche a livello internazionale. La solidarietà delle masse popolari paga!! Ma paga anche la resistenza del prigioniero politico che non cede alle angherie della magistratura speciale e dei carcerieri aguzzini della borghesia imperialista.

I responsabili principali di questa vicenda di repressione che ha assunto una dimensione internazionale, visto il coinvolgimento di almeno tre governi da quello Italiano, francese e svizzero, ha il suo cuore politico nella persecuzione contro il (n) Pci.

Il grosso problema della borghesia imperialista italiana qualche anno fa era non far nascere il (n) Pci. Ma visto che il 3 ottobre 2004 questo partito nonostante tutto si è costituito,  il problema per la borghesia resta quello di bloccare il suo consolidamento e rafforzamento.

Gli artefici politici principali della persecuzione di questo partito è oggi il governo anticomunista di Berlusconi (il mandante) e in Francia il governo di Chirac-De Villepin, che hanno messo a disposizione il loro apparato repressivo e controrivoluzionario.

La libertà di Angelo, anche se limitata per il confino che gli è stato imposto, è il risultato dell’attuazione di una serie di condizioni soggettive:

  1. in primo luogo la resistenza dello stesso prigioniero Angelo D’Arcangeli, che in carcere dal 19 luglio scorso ha mantenuto con dignità alta la sua identità di comunista. Egli ha saputo difendere senza tentennamenti e nonostante le pressioni dei carcerieri (censura della posta in entrata e uscita dal carcere, isolamento, continue e pretestuose perquisizioni in cella e personali, ecc.) fino a ieri, giorno dell’avvenuta scarcerazione, il suo lavoro di collaboratore della delegazione del (n) Pci. Angelo, durante i quattro mesi di detenzione, ha tenuto testa all’inquisizione del giudice Thiel che lo ha incarcerato, rispondendogli chiaramente di essere un perseguitato per le sue idee politiche e di sentirsi per questo un prigioniero politico comunista.
  2. altra condizione soggettiva che ha determinato la liberazione di Angelo è stata la mobilitazione di solidarietà delle masse popolari. Questa mobilitazione è consistita in varie iniziative: raccolta firme, interrogazioni parlamentari, mozioni nei consiglio comunali e provinciali, manifestazioni presso il consolato (a Napoli) e l’ambasciata francese a Roma, vari interventi  a mezzo stampa, scritte murali, manifesti, volantini ecc.
  3. altro aspetto che ha favorito la liberazione di Angelo è stata la politica da fronte ampio che i promotori delle mobilitazioni hanno adottato: il coinvolgimento delle Forze soggettive che hanno espresso solidarietà, parlamentari ed esponenti dei partiti riformisti che hanno preso posizioni contro la carcerazione dei compagni e contro la persecuzione del (n) Pci.

 

La liberazione del giovane comunista Angelo rappresenta una nuova incrinatura nel castello delle accuse di terrorismo che la magistratura napoletana dal 23 giugno 2003 ha mosso contro i compagni del (n) Pci. Le accuse di terrorismo della magistratura partenopea hanno coinvolto decine e decine di compagni di altre organizzazioni politiche in Italia, ma anche in Francia e in Svizzera.

Parliamo di nuova incrinatura dell’inchiesta per 270 bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo) di cui è titolare la Sostituta Procuratore Stefania Castaldi, in quanto già un’altra incrinatura si è avuta il 29 giugno scorso, quando la Procura Federale di Berna (Svizzera) ha rigettato in modo inequivocabile la richiesta italiana di Assistenza giudiziaria internazionale datata 26 maggio 2003. Tale rigetto avveniva per mancanza di prove contro i compagni indagati per terrorismo. Tutto questo conferma che si tratta semplicemente di pura persecuzione politica contro i comunisti e contro il (n) Pci.

Il risultato della liberazione di Angelo e lo sfaldamento progressivo dell’inchiesta napoletana, devono essere considerati solo dei passaggi ulteriori per la vittoria definitiva di questa battaglia in corso.

Occorre continuare la lotta sviluppando ancora più forte la mobilitazione per la difesa delle libertà politiche, di associazione, di parola e di pensiero.

La solidarietà è l’arma che dobbiamo diffondere e usare sempre più affinché avvenga la scarcerazione degli altri compagni del (n) Pci Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel che sono ancora ostaggi della borghesia imperialista nelle carceri francesi.

 

Libertà per i compagni del (n) Pci!

Libertà per tutti i rivoluzionari prigionieri!

Viva la solidarietà internazionale!