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LA STRAGE NASCOSTA ...QUESTA VOLTA NON A FALLUJA MA A GAZA E NEL LIBANO

... oggi come allora ...
Overheard Over S.E. Asia
"White phosphorus, white phosphorus,
mechanical snow,
where are you falling?"



"I am falling impartially on roads and roofs,
on bamboo thickets, on people.
My name recalls rich seas on rainy nights,
each drop that hits the surface eliciting
luminous response from a million algae.
My name is a whisper of sequins. Ha!
Each of them is a disk of fire,
I am the snow that burns.
                                           I fall
wherever men send me to fall
but I prefer flesh, so smooth, so dense:
I decorate it in black, and seek
the bone."

Footprints (1972)

Denise Levertov
Sentito per caso nel sud-est asiatico
 “Fosforo bianco, fosforo bianco,
Neve meccanica,
Dove cadi?

Cado senza particolarità su strade e tetti
Nel folto dei bambù, sulle persone
Il mio nome richiama mari copiosi nelle serate di pioggia
Ogni goccia che colpisce la superficie suscita
Il responso luminoso di milioni di alghe.
Il mio nome è un sussurro di lustrini. Giusto!
Ognuno di essi è un disco di fuoco
Sono la neve che  arde.
            Cado
Ovunque gli uomini mi mandano a cadere
Ma io preferisco la carne, bella liscia e compatta:
la decoro di nero e vado alla ricerca
dell’osso.”
Tratta dalla raccolta “Footprints” (1972)

Denise Levertov

Traduzione di Pina Piccolo


10 NOVEMBRE 2005

Il quotidiano israeliano Haaretz pubblica l'articolo intitolato "Le forze di difesa israeliane usano proiettili al fosforo nelle esercitazioni, contro la legge internazionale" .
leggi l'articolo in francese

11 LUGLIO
2006
Il ministro della sanità palestinese accusa l’esercito israeliano di usare armi proibite contro i Palestinesi nella striscia di Gaza e chiede alla comunità internazionale ed alle organizzazioni umanitarie di inviare commissioni speciali di indagine sull’uso di queste armi.

Le sue accuse si basano sulle testimonianze dei medici che operano nei 22 ospedali della Striscia e che dichiarano che le ferite riportate dai ricoverati sono insolite.
Circa 249 palestinesi sono stati feriti dall’inizio dell’invasione della Striscia da parte dell’esercito israeliano e la maggior parte delle ferite sono provocate da proiettili nuovi e sofisticati che provocano amputazione degli arti e bruciature interne.
Quando il proiettile esplode si trasforma in piccoli pezzi come granelli di sabbia che entrano da più parti nel corpo ed escono espandendosi causando lacerazioni ed emorragie interne. L'esame dei raggi X non rivela la presenza di alcuna scheggia come nelle ferite causate dalle granate, e il tessuto morto é particolarmente esteso e in profondità. Questo causa nella maggior parte dei casi delle gravi infezioni che non lasciano altra scelta che l'amputazione della parte lesa. La mortalità è comunque altissima anche dopo le amputazioni.

L’appello era partito dal Dr Al Saqqa, dirigente del pronto soccorso dell’ospedale di El Shifa di Gaza il 7 luglio 2006; egli aveva chiesto aiuto ai colleghi stranieri per approfondire le analisi sui casi sospetti,  visto che l’unico laboratorio della striscia di Gaza era stato bombardato durante l’invasione israeliana e che gli ospedali della Striscia dovevano operare in forti ristrettezze dovute all’assedio imposto dalle forze di occupazione. In quelle condizioni era quasi impossibile per i medici di Gaza tenere la dovuta documentazione su questi casi sospetti (relazionare sul tipo di armi usate per offendere, registrare le testimonianze oculari, conservare i campioni di tessuto in formalina) ma nessun medico di oltreoceano ha alzato un dito!!! Alcuni esperti in armamenti hanno fatto delle ricerche per capire quali nuovi ordigni potessero causare le ferite descritte.
 
13 LUGLIO 2006
Mustafa Barghouti, leader della formazione Palestina Indipendente e parlamentare, rilancia la richiesta di una commissione di indagine sul tipo di bombe usate dagli Israeliani  dopo che sono state ricoverate persone con delle insolite ferite.
 
25 LUGLIO 2006

ospedale di Sidone
Anche i medici in Libano denunciano che i feriti che arrivano negli ospedali dopo i bombardamenti hanno strane ferite e come i loro colleghi di Gaza hanno pochi mezzi ed operano in situazioni di emergenza e non possono approfondire gli esami su questi casi.
Ad avallare le loro tesi sull’uso di armi non convenzionali sono le istruzioni inviate il 23 luglio agli organi di stampa dal colonnello Sima Vaknin-Gil, capo censore dell’esercito israeliano, che al paragrafo 6 invita a non fornire informazioni “sulle attività delle forze speciali e sull’uso di tipi particolari di munizioni e armamenti”.
Il Dr Hassan Wazni, direttore dell’ospedale di Nabatiyeh nel sud del Libano, parla di “bombe del vuoto”, munizioni che creano il vuoto intorno al corpo provocando l’interruzione cardiaca ed il soffocamento.
Il Dr Bashir Cham, membro dell’associazione francese medici cardiovascolari, direttore dell’ospedale di Sidone,  parla dei cadaveri che sono arrivati in ospedale soprattutto dopo i bombardamenti di Doueir e Rmayleih. “Sembravano ustionati ma erano scuri, gonfi, emanavano un odore terribile e non sanguinavano; i capelli non erano bruciati”.
Molti medici affermano che è stato usato fosforo bianco nel sud del Libano. Non hanno dubbi. Altri esperti avanzano le ipotesi che siano state usate armi ad energia diretta (DEW) ed agenti chimici e /o biologici in una sorta di macabro esperimento senza rispetto per niente: per le regole internazionali (dagli accordi di Ginevra ai trattati sulle armi biologiche e chimiche), per i rifugiati, gli ospedali, la Croce Rossa, senza parlare delle persone, del loro futuro, dei loro bambini, e dell’ambiente che è contaminato da uranio impoverito e sostanze tossiche.

28 LUGLIO 2006
Il Dr Douglas Rokke, capo del centro investigativo dell’esercito USA per l’addestramento ai rischi da uranio impoverito, accusa Israele di aver usato munizioni con uranio impoverito di provenienza statunitense contro il popolo Libanese e chiede che si fermi immediatamente questa pratica.
[PROIETTILI ALL’URANIO IMPOVERITO . L’uranio impoverito é lo scarto che rimane dopo il processo di arricchimento dell’uranio naturale ed è usato come arma perché ha elevate capacità di penetrazione visto che è il metallo più denso e pesante che esista ed è completamente gratis, anzi risolve il problema dello stoccaggio dei rifiuti nucleari. I proiettili all’uranio impoverito sono pericolosi perché quando esplodono liberano delle particelle radioattive microscopiche  che vengono trasportate nell’aria per migliaia di chilometri. Essendo solubili le particelle possono contaminare il suolo e le acque superficiali ed entrare nel corpo umano sia per ingestione che per inalazione. Quando viene ingerito l’uranio impoverito va ad accumularsi  nelle ossa e nei reni, dando luogo all’insorgenza di tumori e di danni renali irreversibili. Le particelle sono in grado anche di attraversare la placenta e provocare malformazioni al feto. Quando viene inalato, invece, l’uranio impoverito si accumula nei polmoni aumentando il rischio di tumori. Alcuni studiosi ritengono che queste sostanze radioattive rimangono attive per 4,5 miliardi di anni.]

In un’intervista di 50 minuti, che si può ascoltare (in inglese) all’indirizzo web http://www.youtube.com/watch?v=lqKFvPckHuk , il dr Rokke parla degli effetti di queste armi, analizzati per la prima volta nei soldati impegnati nella I guerra del Golfo, e del fatto che i vertici militari continuarono ad usarle nella II guerra del Golfo senza denunciarne pubblicamente i rischi. Parla anche degli Israeliani che le usarono per la prima volta nel conflitto del 1973 e degli USA che solo nei primi 2 mesi della II guerra del Golfo ne hanno sganciate 500 tonnellate. Passa poi alle accuse dirette contro l’esercito israeliano; ha le prove che Israele ha fatto uso deliberato di queste armi proibite dall’ONU contro il popolo libanese e questo comporterà effetti disastrosi sulla salute sia degli israeliani che dei libanesi e palestinesi, perché l’intera zona è ora contaminata. In un precedente articolo del 24 luglio il dr Douglas Rokke afferma che l’uso dell’uranio impoverito è assolutamente inaccettabile ed è un crimine contro l’umanità. Chiede alla comunità internazionale di agire per impedire l’uso di queste armi e chiede al governo israeliano di attivarsi immediatamente per fornire tutta l’assistenza medica necessaria a curare i danni provocati.
 
10 AGOSTO 2006



Si diffondono le foto di un nuovo tipo di ordigno i cui effetti corrispondono ai casi descritti dai medici a Gaza e nel Libano. E’ la nuova versione delle bomba a grappolo, la differenza sta nel modo in cui opera una volta esplosa: può far volare via un corpo a 2800 piedi al secondo, riduce a brandelli sia gli autoveicoli che le membra umane, non lascia schegge nei corpi, l’aria lungo la sua traiettoria si scalda a tal punto che è verosimile che danneggi il tessuto umano producendo le bruciature e le ferite descritte dai medici precedentemente.
E’ un’arma a basso costo di produzione, usata una sola volta nella guerra del Golfo.
La chiamano “sensor fuzed weapon” ed è la nuova versione del CBU-97. Ogni involucro contiene 10 ordigni che a loro volta ne contengono altri 4 dotati di sensori per la ricerca del bersaglio; ogni bomba contiene quindi 40 ordigni.
 
LE RESPONSABILITA’ ITALIANE
Riportiamo un estratto dell’articolo di Manlio Dinucci pubblicato su Il Manifesto del 26 luglio 2006
“…L’Italia non è estranea a tutto questo. La maggior parte di queste  armi è fornita a Israele dagli Stati uniti e molte passano da Camp Darby e  altre basi Usa nel nostro paese. Per di più la Legge 17 maggio 2005 n. 94,che istituzionalizza la cooperazione tra i ministeri della difesa e le  forze armate di Italia e Israele, prevede la “cooperazione nella ricerca,  nello sviluppo e nella produzione” di tecnologie militari tramite “lo scambio di dati tecnici, informazioni e hardware” e incoraggia “le rispettive  industrie nella ricerca di progetti e materiali” di interesse comune. Tutto  sotto la cappa del segreto militare. Non è quindi escluso che qualche arma di “tipo unico”, sperimentata dalle forze israeliane nel “poligono” libanese,incorpori già tecnologia italiana.”
 
11 AGOSTO 2006
Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dato vita alla Commissione di Inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Libano e Palestina “col mandato di stabilire i fatti” che erano accaduti.

23 AGOSTO 2006
In un articolo di Leuren Moret, Globalresearch.ca, riportato dal sito www.uruknet.info, si elencano i tipi di munizioni usate dall’esercito israeliano in Libano: bombe a grappolo, bombe e proiettili con uranio impoverito, armi al fosforo bianco, nuove armi chimiche e armi biologiche che causano il vomito senza provocare la morte e probabili armi ad energia diretta (DEW – Direct Energy Weapon) viste le analogie tra le ferite di alcuni cadaveri libanesi con quelli iracheni rinvenuti all’aeroporto di Baghdad nel 2003 e oltre.
 
30 AGOSTO 2006
In Libano è allarme per gli ordigni inesplosi delle bombe a grappolo.
[BOMBE A GRAPPOLO (CLUSTER BOMBS) Ogni bomba ne contiene tantissime altre e quando esplodono hanno effetti devastanti su un’area uguale a quella di un campo di calcio. Si trasformano in mine antiuomo quando non esplodono.
Come le mine antiuomo possono uccidere civili anche a distanza di anni, soprattutto bambini che sono attirati dal loro aspetto simile ad una lattina gialla o arancione o a palle da baseball fluorescenti.
La convenzione di Ottawa sulle mine antipersona proibisce l’uso di bombe a grappolo perché si trasformano in mine antiuomo. Gli USA non hanno aderito a questa convenzione
]
Dal 14 agosto, giorno del cessate il fuoco, fino ad oggi questi ordigni hanno già causato 13 morti e 50 feriti, tra cui anche militari libanesi durante le operazioni di disinfestazione. Causano anche difficoltà agli agricoltori che non possono recarsi nei campi per la raccolta delle olive e del tabacco e problemi per la ricostruzione e il ritorno dei profughi perché ce ne sono tantissime disseminate tra le case in macerie ed è molto difficoltoso mettere le aree bombardate in sicurezza.

Il responsabile degli aiuti umanitari dell'ONU, Jan Egeland, denuncia l'uso immorale delle bombe a grappolo fatto dagli Israeliani soprattutto negli ultimi tre giorni del conflitto: "Ciò che é spaventoso, e direi del tutto immorale, é che il 90% delle bombe a grappolo sono state sganciate nelle ultime 72 ore del conflitto quando già si sapeva che ci sarebbe stata la risoluzione del Consiglio di Sicurezza". Continua dicendo che l'85% delle zone bombardate sono nel sud del Libano e che sono stati identificati 359 siti bombardati in cui ci sono 100mila bombe a grappolo inesplose, 100mila bombe che potranno essere calpestate da bambini, donne, negozianti, agricoltori. Termina con un appello affinché la conferenza di Stoccolma del 31 agosto sulla ricostruzione del Libano preveda un aumento di aiuti finanziari per la bonifica delle mine.

OTTOBRE 2006
Campioni di tessuto di pazienti di Gaza sono stati consegnati ai reporter italiani di RAI News 24.
Nel documentario che hanno diffuso si avanzano ipotesi di uso di armi DIME (Dense Inert Metal Explosion).
E’ un’arma ancora alle prime fasi di sviluppo negli USA, ha un rivestimento in carbonio e contiene polvere di  tungsteno e piccoli proiettili di metallo. Provoca potenti esplosioni ma in un raggio limitato.
I vertici militari israeliani hanno naturalmente smentito di aver fatto uso di queste armi.


Piccola e letale, ecco l'arma testata a Gaza
Addio cluster bomb, le nuove munizioni figlie della guerra al terrorismo si chiamano Small diameter bomb e Dense inert metal explosive (Dime). Aspirano ad essere ordigni «umanitari»: piccole dimensioni, effetto circoscritto, usabili su zone abitate senza sollevare troppe proteste. In realtà sono più letali delle precedenti: frammenti cancerogeni, tagli e ferite che non si rimarginano
di Annalena Di Giovanni

Più piccole, più letali e più precise. Svuotati gli arsenali dalle discusse bombe a grappolo, sarebbe ora nelle «armi a letalità
concentrata», o «munizioni dai ridotti danni collaterali», la svolta per la cosiddetta guerra al terrorismo. Una nuova generazione di ordigni dalle ridotte dimensioni ad effetto circoscritto, tanto da poterle utilizzare nelle aree densamente popolate: in Afghanistan, in Iraq, nei Territori occupati palestinesi, in Libano. Non tanto per contrastare un esercito regolare, quanto piccoli gruppi di guerriglieri spesso camuffati (secondo le versioni ufficiali) all'interno dei centri abitati. Un tipo di intervento, il bombardamento aereo, finora limitato dagli estesi danni che esso comporta: decine di civili uccisi, abitazioni danneggiate, proteste dell'opinione pubblica. Ora il problema potrebbe essere risolto. A partire dalle richieste di marina e aviazione americane, con la plausibile cooperazione militare israeliana, nel 2003 la Boeing ha vinto l'appalto per la progettazione
delle Small diameter bomb (bombe di piccolo diametro), ordigni che non superassero i 90 chili di peso e il metro e mezzo di lunghezza. Grazie ad ingenti stanziamenti da parte del Dipartimento della difesa americano (investimenti raddoppiati nel 2004) i primi prototipi sono stati disponibili per la sperimentazione sul campo a partire dal maggio 2006, e già dallo scorso settembre sarebbero disponibili negli arsenali militari. Con una variante rispetto alle munizioni tradizionali: il Dense inert metal explosive, ovvero l'ultimo ritrovato in fatto di letalità concentrata. Il Dime è formato da una carica interna in lega di tungsteno (quello
delle lampadine, tanto per capirne conduzione e reattività). Libera nell'aria una polvere incandescente che, cadendo sul proprio peso specifico, aggredisce l'obiettivo con una certa angolazione provocando innumerevoli tagli e ferite senza superare i 4 metri di gittata. Alla carica inerte viene combinato un involucro esterno in fibra di carbonio, più leggero ed economico del metallo, invisibile a raggi x. Una volta esploso si polverizza in microparticelle invece che in schegge. Pur essendo capace di penetrare il cemento armato, la fibra di carbonio non offre eccessiva resistenza alla detonazione dell'esplosivo contenuto, aumentandone di fatto l'efficacia, al punto che i primi prototipi hanno distrutto gli strumenti di misurazione dei laboratori militari. Un Dime sarebbe inoltre capace di seguire il proprio obiettivo mobile grazie alla propria leggerezza e ad un sistema di controllo Gps.  Dunque: alta precisione, esplosione circoscritta, nessuna scheggia. Ma la svolta sembra poco positiva. Test finora intrapresi nei laboratori militari di Maryland avrebbero dimostrato, secondo il New Scientist del febbraio 2005, una mortalità del 100% sulle cavie: esposte ai frammenti di tungsteno, nel giro di 5 mesi sviluppavano tutte la stessa rara forma di cancro, il rabdosarcoma. Ma accantonando le ipotesi sulla tossicità del tungsteno, rimangono preoccupazioni più urgenti. Se quanto testato a Gaza erano Dime, come sembra altamente probabile, gli effetti prodotti sembrano più gravi di quelli delle vecchie bombe in acciaio. Poche
centinaia di schegge vengono sostituite da una lacerante nube di particelle incandescenti che penetrano, tagliano e ustionano le vittime fino alle ossa. Nel giro di pochi minuti provocano la necrosi di interi arti, infine si depositano all'interno del corpo senza possibilità di estrazione. Il tutto in uno scenario asimmetrico, nel quale da una parte c'è un essere umano, dall'altra una bomba sganciata da un drone pilotato a distanza, e dove aumenta il numero delle vittime invisibili: gli invalidi permanenti. Ottenere il massimo dei risultati e il minimo delle perdite, questo l'imperativo. E, viste le ridotte dimensioni delle Dime, le munizioni incamerabili da ogni velivolo si quadruplicano  automaticamente.
In conclusione, la differenza delle munizioni a letalità concentrata potrebbe essere proprio nella giustificazione morale suggerita dai committenti stessi: il presunto interesse a limitare i danni collaterali. Difficile, in base al diritto umanitario, proibire l'uso di
queste munizioni, devastanti nei fatti ma presentate come ridotte, circoscritte ai soli «terroristi». Il Dime, economico e leggero,
potrebbe essere sganciato in aree densamente popolate, in quantità quattro volte superiori, provocando gli effetti riscontrati a Gaza (né civili, né donne né bambini sono stati risparmiati). E allora sarà la sua stessa definizione di arma a basso danno collaterale a fornire un alibi a chiunque la utilizzi, assai più giustificabile delle «vecchie» armi finora utilizzate.
Fonte: http://www.fisicamente.net/ISR_PAL/index-1293.htm


Il quotidiano britannico «The Indipendent» ha sostenuto che nuovi, micidiali, ordigni non convenzionali a base di uranio arricchito sarebbero stati usati da Israele nel corso dei 34 giorni di bombardamenti sul Libano del luglio-agosto scorso. In alcune zolle di terra provenienti dai crateri provocati dalle bombe israeliane nei pressi delle due cittadine del Libano del sud di Khiam e At Tiri - località dove più forte è stata la resistenza degli Hezbollah e più duri i combattimenti con l'esercito di Tel Aviv - sarebbero state trovate consistenti tracce di uranio arricchito. Lo sostiene il dottor Chris Busby, segretario scientifico britannico del «Comitato Europeo sui rischi di radiazioni nucleari» che riferisce nel suo rapporto che «L'impatto sulla salute degli abitanti in seguito all'uso massiccio di bombe a penetrazione e alla presenza di grandi quantità di particelle di ossido di uranio nell'atmosfera che possono essere respirate  saranno probabilmente assai rilevanti... raccomandiamo perciò ulteriori ricerche...con la prospettiva di un'operazione di bonifica». Tracce di uranio sarebbero confermate anche dalle analisi preliminari eseguite sui campioni dai laboratori Harwell nell'Oxfordshire - utilizzati anche dal Ministero della difesa di sua maestà a cui fa capo il Comitato di sorveglianza per l'uranio impoverito, di cui é componente lo stesso Busby.
La presenza di uranio arricchito nell'aria, nella terra, nelle acque del Libano del sud potrebbe avere conseguenze assai gravi per la popolazione locale, ma anche per le truppe multinazionali che si trovano da qualche settimana nella regione.

APRILE 2007



GAZA -  aprile 2007 - Questo bimbo si chiama Kaled
Le sue ferite sono dovute all'uso di armi DIME (Dense Inert Metal  Explosion).
Ha subito anche un intervento di colostomia.


Il gruppo di studio Nuove Armi dirama un Appello al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite affiché si stabilisca se vi siano rischi sanitari di lungo periodo per la popolazione civile di Libano e Striscia di Gaza in seguito all'uso da parte israeliana di nuovi tipi di armi durante i conflitti dell'estate 2006. (
Il gruppo di studio Nuove Armi (nuovearmi@gmail.com) si é costituito nell'agosto del 2006 grazie all'iniziativa della prof. Paola Manduca , membro del Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione, Globalresearch.ca, e professoressa di genetica presso l’università di Genova. Lo scopo di questo gruppo é di avviare le indagini sugli effetti dell’uso di armi non convenzionali in Palestina e Libano in risposta all’appello dei medici di Gaza e del Libano)

"Il gruppo di studio Nuove Armi raccoglie scienziati e ricercatori che hanno deciso di lavorare insieme dopo i conflitti in Libano e Striscia di Gaza che hanno avuto luogo durante l'estate del 2006.
Il nostro essenziale obiettivo è verificare i rischi collegati all'uso di differenti agenti tossici contaminanti sulla salute della popolazione esposta. Questo importante tema non sembra essere sufficientemente indirizzato dall'organismo delle Nazioni Unite appositamente creato dopo i conflitti.
L'11 agosto 2006 il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dato vita alla Commissione di Inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Libano e Palestina “col mandato di stabilire i fatti” che erano accaduti.
Nel rapporto che è seguito all'inchiesta, la Commissione ha osservato che “la politica adottata – dall'Idf, le forze armate israeliane – di assimilare ogni persona ad un potenziale nemico ha causato violazioni dei diritti umani, che si è risolta in una punizione collettiva”; inoltre “l'uso di alcune armi è stato illegale, come l'uso di bombe a grappolo” che viene definito nel rapporto “eccessivo e non giustificato da necessità militare” e che “è andato oltre argomenti di proporzionalità. Erano una violazione flagrante delle convenzioni internazionali”.
Ciononostante, la Commissione ha stabilito anche che “nessuna delle armi di cui è noto l'uso da parte delle forze armate israeliane è illegale di per sè secondo il diritto internazionale”. Il rapporto della Commissione non indirizza il problema dell'uso estensivo e possibilmente sperimentale di armi e munizioni di nuovo sviluppo e di conseguenza non fornisce alcuna risposta alla preoccupazione fondamentale che ha generato il mandato della Commissione stessa.
La mancanza di preoccupazione circa i potenziali rischi alla salute della popolazione civile esposta ai bombardamenti è incomprensibile. La Commissione non sembra promuovere studi adeguati sul problema. Tuttavia, dal punto di vista di dottori e scienziati, così come dei diritti della popolazione, questo è un punto essenziale.
Noi chiediamo al Consiglio, di cui è prevista una riunione a giugno, di promuovere e organizzare la continuazione del lavoro della Commissione attraverso la creazione di due nuovi gruppi di lavoro:
●    uno composto di medici e scienziati libanesi e palestinesi col compito di raccogliere le evidenze mediche già disponibili e di raccoglierne di nuove;
●    uno composto di medici, veterinari e scienziati libanesi e palestinesi col compito di realizzare i test sul campo secondo procedure riconosciute per stabilire la presenza di elementi tossici e altri rischi sanitari nelle aree fortemente bombardate e distrutte nel sud del Libano. Il ruolo di questo panel sarebbe quello di stabilire se sia necessario diramare degli allarmi per la salute della popolazione, circoscrivere le regioni a rischio e attivare le procedure di allarme nelle strutture mediche locali, che attualmente sono inadeguate ad affrontare il potenziale emergere di problemi di questa natura, di definire protocollo epidemiologici per gli anni a venire e promuovere la cultura locale su questo genere di conseguenze della guerra.
Siamo preoccupati che una inchiesta iniziata per stabilire la verità possa al contrario trasformarsi in un modo di ammettere la presenza in guerra di una grande varietà di tipi e modelli di armi illegali, contraddicendo in questo modo i vincoli delle convenzioni di Ginevra e della convenzione per il controllo delle armi chimiche e le altre armi di distruzione di massa.

DICEMBRE 2008 - GENNAIO 2009

L'esercito israeliano continua indisturbato a colpire la popolazione di Gaza con le nuove armi DIME ed il fosforo bianco

TESTIMONIANZE DI GILBERT MADS ED ERIK FOSSE due medici norvegesi  che operano nella regione da una ventina d'anni con l'organizzazione non governativa (ONG) norvegese Norwac



Il dr Gilbert Mads, di origine norvegese, medico del pronto soccorso dell'ospedale Shifa di Gaza City, conferma di aver curato negli ultimi 3 mesi persone le cui ferite sono chiaramente provocate da armi DIME in un'intervista rilasciata alla BBC.
(leggi l'intervista in inglese)
Dalle dichiarazioni di Gilbert Mads ed Erik Fosse
"All'ospedale Al-Shifa di Gaza non abbiamo visto ustioni da fosforo né lesioni da bombe a grappolo. Ma abbiamo visto delle vittime di ciò che abbiamo tutti i motivi di pensare sia il nuovo tipo d'arma sperimentato dall'esercito americano e noto con l'acronimo DIME – cioè Dense Inert Metal Explosive", hanno dichiarato i medici "A 2 metri il corpo è troncato in due; a 8 metri le gambe sono tagliate, bruciate" come da migliaia di punture d'ago. Non abbiamo visto i corpi sezionati, ma abbiamo visto molti amputati. C'erano stati casi simili nel sud del Libano nel 2006 e abbiamo visto la stessa cosa a Gaza sempre nel 2006, durante l'operazione israeliana "Pioggia d'estate". Degli esperimenti sui topi di laboratorio hanno mostrato che queste particelle che restano nel corpo sono cancerogene", hanno spiegato. Inglobare schegge o respirare micropolveri di tungsteno, metallo pesante e notoriamente cancerogeno, non potrà che provocare nella popolazione sopravvissuta o che vive nei dintorni un aumento della frequenza di insorgenze tumorali. Su questo sono state fatte ancora relativamente poche ricerche, ma ce ne sono alcune, condotte anche negli Stati Uniti, che mostrano che queste armi hanno una tendenza molto alta a provocare il cancro. Così chi non resta ucciso sul colpo rischia di ammalarsi di tumore.
Queste sono armi sperimentali di tipo chimico, vietate dalle Nazioni Unite.
Chi ha studiato e messo a punto queste armi? La ricerca è stata condotta dal US Air Force Research Laboratory in collaborazione con il Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) americano. Nel 2007 sono stati spesi oltre 40 milioni di dollari per lo sviluppo di queste bombe dal governo USA.Vedi http://defense-update.com/products/d/dime.htm 

Un medico palestinese intervistato da Al-Jazeera ha parlato della sua impotenza in questi casi: "Non hanno alcuna traccia di metallo in corpo, ma strane emorragie interne. Una sostanza brucia i loro vasi sanguigni e provoca la morte, non possiamo fare nulla". Secondo la prima équipe di medici arabi autorizzata a entrare nel territorio, giunta all'ospedale di Khan Younis il 16 gennaio, quest'ultimo ha accolto "decine" di casi di questo tipo.

I medici norvegesi, da parte loro, si sono trovati costretti – hanno detto – a testimoniare ciò che hanno visto, in assenza a Gaza di ogni altro rappresentante del "mondo occidentale", medico o giornalista che fosse: "Può essere che questa guerra sia il laboratorio dei fabbricanti di morte? Può essere che nel XXI secolo si possano imprigionare 1,5 milioni di persone e far loro tutto ciò che si vuole chiamandoli terroristi?". Il numero di civili feriti e uccisi a Gaza dimostra che Israele sta attaccando deliberatamente la popolazione.


Numerosissime testimonianze di medici che operano negli ospedali della striscia di Gaza confermano che la popolazione civile é stata colpita da bombe al fosforo bianco.
L'esercito israeliano nega, ma ricordiamoci di cosa é accaduto in Libano nel 2006. Anche allora i vertici militari israeliani avevano all'inizio respinto ogni accusa, ma erano stati costretti poi a ritrattare di fronte alle prove inconfutabili portate dai medici

Leggi Pioggia di bombe al fosforo su Gaza Nord di Hiyam Noir


9 gennaio 2009

Israele sperimenta nuove armi non convenzionali a Gaza
COMUNICATO STAMPA

Israele sta sperimentando nuove armi non convenzionali contro la popolazione civile di Gaza. E' la denuncia del New Weapons Research Committee, secondo il quale "si sta ripetendo nella Striscia ciò che è già avvenuto in Libano nel 2006, quando lo stato ebraico utilizzò nel conflitto contro l'organizzazione sciita Hezbollah il fosforo bianco, il Dense inert metal explosive (Dime) e gli ordigni termobarici, tre tipologie di strumenti di offesa riconoscibili per le caratteristiche delle ferite che provocano, nonché le bombe a grappolo e i proiettili all'uranio, che hanno lasciato tuttora sul terreno nel Paese dei cedri tracce di radioattività e ordigni inesplosi".

Si moltiplicano le evidenze dell'impiego di queste armi ora anche nella Striscia di Gaza anche se, precisa il NWRC, a causa del blocco degli ingressi ancora non sono state possibili verifiche dirette indipendenti. "Le immagini e le testimonianze che giungono dal conflitto - spiega Paola Manduca, professoressa di genetica dell'università di Genova e membro del NWRC - presentano significative somiglianze con quelle raccolte e verificate nella guerra di luglio e agosto 2006 in Libano". Mads Gilbert, medico norvegese dell'organizzazione non governativa Norwac, attualmente al lavoro nell'ospedale Shifa, il maggiore di Gaza, segnala che "molti arrivano con amputazioni estreme, con entrambe le gambe spappolate"; ferite, spiega, "che io sospetto siano ferite da armi Dime". Non solo, ma anche le immagini che arrivano da Gaza sembrano confermare i sospetti. Le ustioni riportate da alcuni bambini a Gaza, appaiono molto simili a quelle evidenziate nel 2006 dal dottor Hibraim Faraj, chirurgo dell'ospedale di Tiro e dal dottor Bachir Cham di Sidone. "Attualmente - sottolinea Manduca - ci arrivano report da medici e da testimoni informati che ci fanno ritenere che, oltre alle armi usate nel 2006, ulteriori nuove armi siano sperimentate oggi a Gaza. Questo rende necessario che ulteriori indagini scientifiche e tecniche siano intraprese".

In questi due anni il NWRC ha realizzato verifiche scientifiche con tecniche di istologia, microscopia elettronica a scansione e chimiche su biopsie da vittime della guerra del 2006 e insieme a dottori libanesi e palestinesi, ha raccolto casistica clinica e documentazione dalle quali emerge che bombe termobariche, Dime e armi a intensità subletale mirate sono state usate nelle guerre del 2006 in Libano, mentre Dime e armi mirate subletali sono state impiegate a Gaza. NWRC ha presentato una relazione di questo lavoro al Human Rights Council delle Nazioni unite, al Tribunale del popolo sui crimini della guerra in Libano ed è stato ascoltato dalla Commisione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito del Senato. Inoltre ha collaborato con scienziati internazionali che hanno identificato l'uso di bombe a penetrazione con uranio, arricchito e impoverito, in Libano.

NWRC è una commissione indipendente di scienziati basata in Italia che studia l'impiego delle armi non convenzionali e i loro effetti di medio periodo sui residenti delle aree dove vengono utilizzate. Gli scopi della sua attività sono: ottenere prova delle armi usate; determinare i rischi a lungo termine su individui e popolazioni anche dopo la fine del conflitto; imparare a curare e proteggere i sopravvissuti attraverso indagini cliniche e predittive.

Ufficio stampa
Fabio De Ponte
TEL. 347.9422957 – MAIL: info@newweapons.org
www.newweapons.org


A cura della redazione del sito www.laltralombardia.it