10 NOVEMBRE 2005
Il quotidiano
israeliano Haaretz pubblica l'articolo intitolato "Le
forze di difesa israeliane usano proiettili al fosforo nelle
esercitazioni, contro la legge internazionale" .
leggi
l'articolo in francese
11
LUGLIO 2006
Il ministro della sanità palestinese accusa l’esercito
israeliano di usare
armi proibite contro i Palestinesi nella striscia di Gaza e chiede alla
comunità internazionale ed alle organizzazioni umanitarie di
inviare
commissioni speciali di indagine sull’uso di queste armi.
Le
sue accuse si basano sulle testimonianze dei medici che operano nei 22
ospedali
della Striscia e che dichiarano che le ferite riportate dai ricoverati
sono
insolite.
Circa
249 palestinesi sono stati feriti dall’inizio dell’invasione della
Striscia da
parte dell’esercito israeliano e la maggior parte delle ferite sono
provocate
da proiettili nuovi e sofisticati che provocano amputazione degli arti
e
bruciature interne.
Quando il proiettile esplode si trasforma in piccoli pezzi come
granelli di
sabbia che entrano da più parti nel corpo ed escono espandendosi
causando
lacerazioni ed emorragie interne. L'esame dei raggi X non rivela la
presenza di
alcuna scheggia come nelle ferite causate dalle granate, e il tessuto
morto é
particolarmente esteso e in profondità. Questo causa nella
maggior parte dei
casi delle gravi infezioni che non lasciano altra scelta che
l'amputazione
della parte lesa. La mortalità è comunque altissima anche
dopo le amputazioni.
L’appello
era partito dal Dr Al Saqqa, dirigente del pronto soccorso
dell’ospedale di El
Shifa di Gaza il 7 luglio 2006; egli aveva chiesto aiuto ai colleghi
stranieri
per approfondire le analisi sui casi sospetti,
visto che l’unico laboratorio della striscia di Gaza era stato
bombardato durante l’invasione israeliana e che gli ospedali della
Striscia
dovevano operare in forti ristrettezze dovute all’assedio imposto dalle
forze
di occupazione. In quelle condizioni era quasi impossibile per i medici
di Gaza
tenere la dovuta documentazione su questi casi sospetti (relazionare
sul tipo
di armi usate per offendere, registrare le testimonianze oculari,
conservare i
campioni di tessuto in formalina) ma nessun medico di
oltreoceano ha
alzato un dito!!! Alcuni esperti in
armamenti hanno
fatto delle
ricerche per capire quali nuovi ordigni potessero causare le ferite
descritte.
13
LUGLIO 2006
Mustafa
Barghouti, leader
della formazione Palestina Indipendente e parlamentare, rilancia la
richiesta di una commissione di
indagine sul
tipo di bombe usate dagli Israeliani dopo che sono state
ricoverate
persone con delle insolite ferite.
25
LUGLIO 2006
ospedale di
Sidone
|
Anche
i medici in Libano denunciano che i feriti che arrivano negli ospedali
dopo i
bombardamenti hanno strane ferite e come i loro colleghi di Gaza hanno
pochi
mezzi ed operano in situazioni di emergenza e non possono approfondire
gli
esami su questi casi.
Ad
avallare le
loro tesi sull’uso
di armi non convenzionali sono le istruzioni inviate il 23 luglio agli
organi
di stampa dal colonnello Sima Vaknin-Gil, capo censore dell’esercito
israeliano, che al paragrafo 6 invita a non fornire informazioni “sulle
attività delle forze speciali e sull’uso di tipi particolari di
munizioni e
armamenti”.
Il Dr
Hassan
Wazni, direttore
dell’ospedale di Nabatiyeh nel sud del Libano, parla di “bombe del
vuoto”,
munizioni che creano il vuoto intorno al corpo provocando
l’interruzione
cardiaca ed il soffocamento.
Il
Dr Bashir Cham, membro dell’associazione francese medici
cardiovascolari, direttore dell’ospedale di Sidone,
parla dei cadaveri che sono arrivati in
ospedale soprattutto dopo i bombardamenti di Doueir e Rmayleih.
“Sembravano
ustionati ma erano scuri, gonfi, emanavano un odore terribile e non
sanguinavano; i capelli non erano bruciati”.
Molti
medici affermano che è stato usato fosforo bianco nel sud del
Libano. Non hanno dubbi. Altri esperti avanzano le ipotesi che siano
state
usate armi ad energia diretta (DEW) ed agenti chimici e /o biologici in
una
sorta di macabro esperimento senza rispetto per niente: per le regole
internazionali (dagli accordi di Ginevra ai trattati sulle armi
biologiche e
chimiche), per i rifugiati, gli ospedali, la Croce Rossa, senza parlare
delle
persone, del loro futuro, dei loro bambini, e dell’ambiente che
è contaminato
da uranio impoverito e sostanze tossiche. |
28
LUGLIO 2006
Il
Dr Douglas Rokke, capo del centro investigativo dell’esercito USA per
l’addestramento
ai rischi da uranio
impoverito, accusa Israele di aver usato munizioni con
uranio impoverito di
provenienza statunitense contro il popolo Libanese e chiede che si
fermi
immediatamente questa pratica.
[PROIETTILI
ALL’URANIO IMPOVERITO
. L’uranio
impoverito é lo
scarto che rimane dopo il processo di arricchimento dell’uranio
naturale ed è
usato come arma perché ha elevate capacità di
penetrazione visto che è il
metallo più denso e pesante che esista ed è completamente
gratis, anzi risolve
il problema dello stoccaggio dei rifiuti nucleari. I proiettili
all’uranio
impoverito sono pericolosi perché quando esplodono liberano
delle
particelle radioattive microscopiche
che vengono trasportate nell’aria per migliaia di chilometri.
Essendo
solubili le particelle possono contaminare il suolo e le acque
superficiali ed
entrare nel corpo umano sia per ingestione che per inalazione. Quando
viene
ingerito l’uranio impoverito va ad accumularsi
nelle ossa e nei reni, dando luogo all’insorgenza di tumori e di
danni
renali irreversibili.
Le particelle
sono in grado
anche di attraversare la placenta e provocare malformazioni al feto.
Quando
viene inalato, invece, l’uranio impoverito si accumula nei polmoni
aumentando
il rischio di tumori. Alcuni studiosi ritengono che queste sostanze
radioattive
rimangono attive per 4,5 miliardi di anni.]
In
un’intervista di 50 minuti, che si può ascoltare (in inglese)
all’indirizzo web http://www.youtube.com/watch?v=lqKFvPckHuk
, il dr Rokke parla degli effetti di
queste armi, analizzati per la prima volta nei soldati impegnati nella
I guerra
del Golfo, e del fatto che i vertici militari continuarono ad usarle
nella II
guerra del Golfo senza denunciarne pubblicamente i rischi. Parla anche
degli
Israeliani che le usarono per la prima volta nel conflitto del 1973 e
degli USA
che solo nei primi 2 mesi della II guerra del Golfo ne hanno sganciate
500
tonnellate. Passa poi alle accuse dirette contro l’esercito israeliano;
ha le
prove che Israele ha fatto uso deliberato di queste armi proibite
dall’ONU
contro il popolo libanese e questo comporterà effetti disastrosi
sulla salute
sia degli israeliani che dei libanesi e palestinesi, perché
l’intera zona è ora
contaminata. In un precedente
articolo del 24 luglio il dr Douglas Rokke
afferma che l’uso dell’uranio impoverito è assolutamente
inaccettabile ed è un
crimine contro l’umanità. Chiede alla comunità
internazionale di agire per
impedire l’uso di queste armi e chiede al governo israeliano di
attivarsi
immediatamente per fornire tutta l’assistenza medica necessaria a
curare i
danni provocati.
10
AGOSTO 2006
Si
diffondono le foto di un nuovo tipo di ordigno i cui effetti
corrispondono ai
casi descritti dai medici a Gaza e nel Libano. E’ la nuova versione
delle bomba
a grappolo, la differenza sta nel modo in cui opera una volta esplosa:
può far
volare via un corpo a 2800 piedi al secondo, riduce a brandelli sia gli
autoveicoli che le membra umane, non lascia schegge nei corpi, l’aria
lungo la
sua traiettoria si scalda a tal punto che è verosimile che
danneggi il tessuto
umano producendo le bruciature e le ferite descritte dai medici
precedentemente.
E’
un’arma a basso costo di produzione, usata una sola volta nella guerra
del
Golfo.
La
chiamano “sensor fuzed weapon” ed è la nuova versione del
CBU-97. Ogni
involucro contiene 10 ordigni che a loro volta ne contengono altri 4
dotati di
sensori per la ricerca del bersaglio; ogni bomba contiene quindi 40
ordigni.
LE
RESPONSABILITA’ ITALIANE
Riportiamo
un estratto dell’articolo di Manlio Dinucci pubblicato su Il Manifesto
del 26
luglio 2006
“…L’Italia
non è estranea a tutto questo. La maggior parte di queste armi è fornita a Israele dagli Stati
uniti e
molte passano da Camp Darby e altre
basi Usa nel nostro paese. Per di più la Legge 17 maggio 2005 n.
94,che
istituzionalizza la cooperazione tra i ministeri della difesa e le forze armate di Italia e Israele, prevede la
“cooperazione nella ricerca, nello
sviluppo e nella produzione” di tecnologie militari tramite “lo scambio
di dati
tecnici, informazioni e hardware” e incoraggia “le rispettive industrie nella ricerca di progetti e
materiali” di interesse comune. Tutto
sotto la cappa del segreto militare. Non è quindi escluso
che qualche
arma di “tipo unico”, sperimentata dalle forze israeliane nel
“poligono”
libanese,incorpori già tecnologia italiana.”
11
AGOSTO 2006
Il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha dato vita alla
Commissione di Inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Libano e
Palestina “col mandato di stabilire i fatti” che erano accaduti.
23
AGOSTO 2006
In un articolo
di Leuren Moret, Globalresearch.ca,
riportato
dal sito www.uruknet.info, si
elencano i tipi di munizioni usate dall’esercito
israeliano in Libano: bombe a grappolo, bombe e proiettili con uranio
impoverito, armi al fosforo bianco, nuove armi chimiche e armi
biologiche che
causano il vomito senza provocare la morte e probabili armi ad energia
diretta
(DEW – Direct Energy Weapon) viste le analogie tra le ferite di alcuni
cadaveri
libanesi con quelli iracheni rinvenuti all’aeroporto di Baghdad nel
2003 e
oltre.
30
AGOSTO 2006
In
Libano è allarme per gli ordigni inesplosi delle bombe a
grappolo.
[BOMBE
A GRAPPOLO (CLUSTER BOMBS)
Ogni
bomba ne contiene
tantissime altre e quando esplodono hanno effetti devastanti su un’area
uguale
a quella di un campo di calcio. Si trasformano in mine antiuomo quando
non esplodono.
Come
le mine antiuomo possono
uccidere civili anche a distanza di anni, soprattutto bambini che sono
attirati
dal loro aspetto simile ad una lattina gialla o arancione o a palle da
baseball
fluorescenti.
La
convenzione di Ottawa
sulle mine antipersona proibisce l’uso di bombe a grappolo
perché si
trasformano in mine antiuomo. Gli USA non hanno aderito a questa
convenzione
]
Dal 14 agosto,
giorno del cessate il fuoco, fino ad oggi questi ordigni
hanno
già causato 13 morti e 50 feriti, tra cui anche militari
libanesi durante le
operazioni di disinfestazione. Causano anche difficoltà agli
agricoltori che
non possono recarsi nei campi per la raccolta delle olive e del tabacco
e
problemi per la ricostruzione e il ritorno dei profughi perché
ce ne sono
tantissime disseminate tra le case in macerie ed è molto
difficoltoso mettere
le aree bombardate in sicurezza.
Il responsabile
degli aiuti umanitari dell'ONU, Jan Egeland, denuncia l'uso immorale
delle bombe a grappolo fatto dagli Israeliani soprattutto negli ultimi
tre giorni del conflitto: "Ciò che é spaventoso, e direi
del tutto immorale, é che il 90% delle bombe a grappolo sono
state sganciate nelle ultime 72 ore del conflitto quando già si
sapeva che ci sarebbe stata la risoluzione del Consiglio di Sicurezza".
Continua dicendo che l'85% delle zone bombardate sono nel sud del
Libano e che sono stati identificati 359 siti bombardati in cui ci sono
100mila bombe a grappolo inesplose, 100mila bombe che potranno essere
calpestate da bambini, donne, negozianti, agricoltori. Termina con un
appello affinché la conferenza di Stoccolma del 31 agosto sulla
ricostruzione del Libano preveda un aumento di aiuti finanziari per la
bonifica delle mine.
OTTOBRE
2006
Campioni di
tessuto di pazienti di Gaza sono stati consegnati ai
reporter italiani di RAI News 24.
Nel
documentario che hanno diffuso si avanzano ipotesi di uso di armi
DIME (Dense Inert Metal Explosion).
E’ un’arma
ancora alle prime fasi di sviluppo negli USA, ha un
rivestimento in carbonio e contiene polvere di tungsteno e
piccoli proiettili di metallo. Provoca potenti esplosioni ma in un
raggio limitato.
I vertici
militari israeliani hanno naturalmente smentito di aver fatto
uso di queste armi.
Piccola
e letale, ecco l'arma testata a Gaza
Addio cluster bomb, le nuove
munizioni figlie della guerra al terrorismo si chiamano Small diameter
bomb e Dense inert metal explosive (Dime). Aspirano ad essere ordigni
«umanitari»: piccole dimensioni,
effetto circoscritto, usabili su zone abitate senza sollevare troppe
proteste. In realtà sono più letali delle precedenti:
frammenti
cancerogeni, tagli e ferite che non si rimarginano
di Annalena Di
Giovanni
Più piccole, più letali e più precise. Svuotati
gli arsenali dalle discusse bombe a grappolo, sarebbe ora nelle
«armi a
letalità
concentrata», o «munizioni dai ridotti danni
collaterali», la svolta per la cosiddetta guerra al terrorismo.
Una
nuova generazione di ordigni dalle ridotte dimensioni ad effetto
circoscritto, tanto da poterle utilizzare nelle aree densamente
popolate: in Afghanistan, in Iraq, nei Territori occupati palestinesi,
in Libano. Non tanto per contrastare un esercito regolare, quanto
piccoli gruppi di guerriglieri spesso camuffati (secondo le versioni
ufficiali) all'interno dei centri abitati. Un tipo di intervento, il
bombardamento aereo, finora limitato dagli estesi danni che esso
comporta: decine di civili uccisi, abitazioni danneggiate, proteste
dell'opinione pubblica. Ora il problema potrebbe essere risolto. A
partire dalle richieste di marina e aviazione americane, con la
plausibile cooperazione militare israeliana, nel 2003 la Boeing ha
vinto l'appalto per la progettazione
delle Small diameter bomb (bombe di piccolo diametro), ordigni che non
superassero i 90 chili di peso e il metro e mezzo di lunghezza. Grazie
ad ingenti stanziamenti da parte del Dipartimento della difesa
americano (investimenti raddoppiati nel 2004) i primi prototipi sono
stati disponibili per la sperimentazione sul campo a partire dal maggio
2006, e già dallo scorso settembre sarebbero disponibili negli
arsenali
militari. Con una variante rispetto alle munizioni tradizionali: il
Dense inert metal explosive, ovvero l'ultimo ritrovato in fatto di
letalità concentrata. Il Dime è formato da una carica
interna in lega
di tungsteno
(quello
delle lampadine, tanto per capirne conduzione e reattività).
Libera nell'aria una polvere incandescente che, cadendo sul proprio
peso specifico, aggredisce l'obiettivo con una certa angolazione
provocando innumerevoli tagli e ferite senza superare i 4 metri di
gittata. Alla carica inerte viene combinato un involucro esterno in
fibra di carbonio, più leggero ed economico del metallo,
invisibile a
raggi x. Una
volta esploso si polverizza in microparticelle invece che in schegge.
Pur essendo capace di penetrare il cemento armato, la fibra di carbonio
non offre eccessiva resistenza alla detonazione dell'esplosivo
contenuto, aumentandone di fatto l'efficacia, al punto che i primi
prototipi hanno distrutto gli strumenti di misurazione dei laboratori
militari. Un Dime sarebbe inoltre capace di seguire il proprio
obiettivo mobile grazie alla propria leggerezza e ad un sistema di
controllo Gps. Dunque: alta precisione, esplosione circoscritta,
nessuna scheggia. Ma la svolta sembra poco positiva. Test finora
intrapresi nei laboratori militari di Maryland avrebbero dimostrato,
secondo il New Scientist del febbraio 2005, una mortalità del
100%
sulle cavie: esposte ai
frammenti di tungsteno, nel giro di 5 mesi sviluppavano tutte la stessa
rara forma di cancro, il rabdosarcoma. Ma accantonando le ipotesi sulla
tossicità del tungsteno, rimangono preoccupazioni più
urgenti. Se
quanto
testato a Gaza erano Dime, come sembra altamente probabile, gli effetti
prodotti sembrano più gravi di quelli delle vecchie bombe in
acciaio.
Poche
centinaia di schegge vengono sostituite da una lacerante nube di
particelle incandescenti che penetrano, tagliano e ustionano le vittime
fino alle ossa. Nel giro di pochi minuti provocano la necrosi di interi
arti, infine si depositano all'interno del corpo senza
possibilità di estrazione. Il tutto in uno scenario asimmetrico,
nel
quale da una parte c'è un essere umano, dall'altra una bomba
sganciata
da un drone
pilotato a distanza, e dove aumenta il numero delle vittime invisibili:
gli invalidi permanenti. Ottenere il massimo dei risultati e il minimo
delle perdite, questo l'imperativo. E, viste le ridotte dimensioni
delle Dime, le munizioni incamerabili da ogni velivolo si
quadruplicano automaticamente.
In conclusione, la differenza delle munizioni a letalità
concentrata potrebbe essere proprio nella giustificazione morale
suggerita dai committenti stessi: il presunto interesse a limitare i
danni collaterali. Difficile, in base al diritto umanitario, proibire
l'uso di
queste munizioni, devastanti nei fatti ma presentate come ridotte,
circoscritte ai soli «terroristi». Il Dime, economico e
leggero,
potrebbe essere sganciato in aree densamente popolate, in
quantità quattro volte superiori, provocando gli effetti
riscontrati a
Gaza
(né civili, né donne né bambini sono stati
risparmiati). E
allora sarà la sua stessa definizione di arma a basso danno
collaterale
a fornire un alibi a chiunque la utilizzi, assai più
giustificabile
delle
«vecchie» armi finora utilizzate.
Fonte:
http://www.fisicamente.net/ISR_PAL/index-1293.htm
Il quotidiano
britannico «The Indipendent» ha sostenuto che
nuovi, micidiali, ordigni non
convenzionali a base di uranio arricchito
sarebbero stati usati da Israele nel corso dei 34 giorni di
bombardamenti sul Libano del luglio-agosto scorso. In alcune zolle di
terra provenienti dai crateri provocati dalle bombe israeliane nei
pressi delle due cittadine del Libano del sud di Khiam e At Tiri -
località dove più forte è stata la resistenza
degli Hezbollah e più duri i combattimenti con l'esercito di Tel
Aviv - sarebbero state trovate consistenti tracce di uranio arricchito.
Lo sostiene il dottor Chris Busby, segretario scientifico britannico
del «Comitato Europeo sui rischi di radiazioni nucleari»
che riferisce nel suo rapporto che «L'impatto
sulla salute degli abitanti in seguito all'uso massiccio di bombe a
penetrazione e alla presenza di grandi quantità di particelle di
ossido
di uranio nell'atmosfera che possono essere respirate saranno
probabilmente assai rilevanti... raccomandiamo
perciò ulteriori ricerche...con la prospettiva di un'operazione
di
bonifica». Tracce di uranio sarebbero confermate
anche dalle analisi preliminari eseguite sui campioni dai laboratori
Harwell nell'Oxfordshire - utilizzati anche dal Ministero della difesa
di sua maestà a cui fa capo il Comitato di sorveglianza per
l'uranio impoverito, di cui é componente lo stesso Busby.
La presenza di
uranio arricchito nell'aria, nella terra, nelle acque
del Libano del sud potrebbe avere conseguenze assai gravi per la
popolazione locale, ma anche per le truppe multinazionali che si
trovano da qualche settimana nella regione.
APRILE
2007
GAZA
- aprile 2007 - Questo
bimbo si chiama Kaled
Le
sue ferite sono dovute all'uso di armi DIME (Dense Inert Metal
Explosion).
Ha subito anche un intervento di colostomia.
Il gruppo di studio Nuove Armi
dirama un Appello al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite
affiché si stabilisca se vi siano rischi sanitari di lungo
periodo per la popolazione civile di Libano e Striscia di Gaza in
seguito all'uso da parte israeliana di nuovi tipi di armi durante i
conflitti dell'estate 2006. (Il
gruppo di studio Nuove Armi (nuovearmi@gmail.com) si é
costituito nell'agosto del 2006 grazie all'iniziativa della
prof. Paola Manduca , membro del Centro per la Ricerca sulla
Globalizzazione, Globalresearch.ca,
e professoressa di
genetica presso l’università di Genova. Lo scopo di questo
gruppo é di avviare le indagini
sugli effetti dell’uso di armi non convenzionali in Palestina e Libano
in
risposta all’appello dei medici di Gaza e del Libano)
"Il gruppo di
studio Nuove Armi raccoglie scienziati e ricercatori che
hanno deciso di lavorare insieme dopo i conflitti in Libano e Striscia
di Gaza che hanno avuto luogo durante l'estate del 2006.
Il nostro
essenziale obiettivo è verificare i rischi collegati
all'uso
di differenti agenti tossici contaminanti sulla salute della
popolazione esposta. Questo importante tema non sembra essere
sufficientemente indirizzato dall'organismo delle Nazioni Unite
appositamente creato dopo i conflitti.
L'11 agosto
2006 il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite
ha dato vita alla Commissione di Inchiesta sulle violazioni dei diritti
umani in Libano e Palestina “col mandato di stabilire i fatti” che
erano accaduti.
Nel rapporto
che è seguito all'inchiesta, la Commissione ha
osservato
che “la politica adottata – dall'Idf, le forze armate israeliane – di
assimilare ogni persona ad un potenziale nemico ha causato violazioni
dei diritti umani, che si è risolta in una punizione
collettiva”;
inoltre “l'uso di alcune armi è stato illegale, come l'uso di
bombe a
grappolo” che viene definito nel rapporto “eccessivo e non giustificato
da necessità militare” e che “è andato oltre argomenti di
proporzionalità. Erano una violazione flagrante delle
convenzioni
internazionali”.
Ciononostante,
la Commissione ha stabilito anche che “nessuna delle
armi di cui è noto l'uso da parte delle forze armate israeliane
è
illegale di per sè secondo il diritto internazionale”. Il
rapporto
della Commissione non indirizza il problema dell'uso estensivo e
possibilmente sperimentale di armi e munizioni di nuovo sviluppo e di
conseguenza non fornisce alcuna risposta alla preoccupazione
fondamentale che ha generato il mandato della Commissione stessa.
La mancanza di
preoccupazione circa i potenziali rischi alla salute
della popolazione civile esposta ai bombardamenti è
incomprensibile. La
Commissione non sembra promuovere studi adeguati sul problema.
Tuttavia, dal punto di vista di dottori e scienziati, così come
dei
diritti della popolazione, questo è un punto essenziale.
Noi chiediamo
al Consiglio, di cui è prevista una riunione a
giugno, di
promuovere e organizzare la continuazione del lavoro della Commissione
attraverso la creazione di due nuovi gruppi di lavoro:
●
uno composto di medici e scienziati libanesi e
palestinesi col
compito di raccogliere le evidenze mediche già disponibili e di
raccoglierne di nuove;
●
uno composto di medici, veterinari e scienziati
libanesi e
palestinesi col compito di realizzare i test sul campo secondo
procedure riconosciute per stabilire la presenza di elementi tossici e
altri rischi sanitari nelle aree fortemente bombardate e distrutte nel
sud del Libano. Il ruolo di questo panel sarebbe quello di stabilire se
sia necessario diramare degli allarmi per la salute della popolazione,
circoscrivere le regioni a rischio e attivare le procedure di allarme
nelle strutture mediche locali, che attualmente sono inadeguate ad
affrontare il potenziale emergere di problemi di questa natura, di
definire protocollo epidemiologici per gli anni a venire e promuovere
la cultura locale su questo genere di conseguenze della guerra.
Siamo
preoccupati che una inchiesta iniziata per stabilire la
verità
possa al contrario trasformarsi in un modo di ammettere la presenza in
guerra di una grande varietà di tipi e modelli di armi illegali,
contraddicendo in questo modo i vincoli delle convenzioni di Ginevra e
della convenzione per il controllo delle armi chimiche e le altre armi
di distruzione di massa.
DICEMBRE 2008 - GENNAIO 2009
L'esercito
israeliano continua indisturbato a colpire la popolazione di Gaza con
le nuove armi DIME ed il fosforo bianco
|
TESTIMONIANZE
DI GILBERT MADS ED ERIK FOSSE
due medici norvegesi
che operano nella regione da una ventina d'anni con l'organizzazione
non governativa (ONG) norvegese Norwac
Il dr Gilbert Mads, di origine norvegese, medico del pronto
soccorso dell'ospedale Shifa di Gaza City, conferma di aver curato
negli ultimi 3 mesi persone le cui ferite sono chiaramente provocate da
armi DIME in un'intervista rilasciata alla BBC.
(leggi
l'intervista in inglese)
|
Dalle dichiarazioni di Gilbert Mads ed
Erik Fosse
"All'ospedale Al-Shifa di Gaza non abbiamo visto ustioni da fosforo
né
lesioni da bombe a grappolo. Ma abbiamo visto delle vittime di
ciò che
abbiamo tutti i motivi di pensare sia il nuovo tipo d'arma sperimentato
dall'esercito americano e noto con l'acronimo DIME – cioè Dense
Inert
Metal Explosive", hanno dichiarato i medici "A 2 metri il corpo
è
troncato in due; a 8 metri le gambe sono tagliate, bruciate" come da
migliaia di punture d'ago. Non abbiamo visto i corpi sezionati, ma
abbiamo visto molti amputati. C'erano stati casi simili nel sud del
Libano nel 2006 e abbiamo visto la stessa cosa a Gaza sempre nel 2006,
durante l'operazione israeliana "Pioggia d'estate". Degli esperimenti
sui topi di laboratorio hanno mostrato che queste particelle che
restano nel corpo sono cancerogene", hanno spiegato. Inglobare schegge
o respirare micropolveri di tungsteno, metallo pesante e notoriamente
cancerogeno, non potrà che provocare nella popolazione
sopravvissuta o
che vive nei dintorni un aumento della frequenza di insorgenze
tumorali. Su questo sono state fatte ancora relativamente poche
ricerche, ma ce ne sono alcune, condotte anche negli Stati Uniti, che
mostrano che queste armi hanno una tendenza molto alta a provocare il
cancro. Così chi non resta ucciso sul colpo rischia di ammalarsi
di
tumore.
Queste sono armi sperimentali di tipo chimico, vietate dalle Nazioni
Unite.
Chi ha studiato e messo a punto queste armi? La ricerca è stata
condotta dal US Air Force Research Laboratory in collaborazione con il
Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL) americano. Nel 2007 sono
stati spesi oltre 40 milioni di dollari per lo sviluppo di queste bombe
dal governo USA.Vedi
http://defense-update.com/products/d/dime.htm
Un medico palestinese intervistato da Al-Jazeera ha
parlato della sua impotenza in questi casi: "Non hanno alcuna traccia
di metallo in corpo, ma strane emorragie interne. Una sostanza brucia i
loro vasi sanguigni e provoca la morte, non possiamo fare nulla".
Secondo la prima équipe di medici arabi autorizzata a entrare
nel territorio, giunta all'ospedale di Khan Younis il 16 gennaio,
quest'ultimo ha accolto "decine" di casi di questo tipo.
I medici norvegesi, da parte loro, si sono trovati costretti – hanno
detto – a testimoniare ciò che hanno visto, in assenza a Gaza di
ogni altro rappresentante del "mondo occidentale", medico o giornalista
che fosse: "Può essere che questa guerra sia il laboratorio dei
fabbricanti di morte? Può essere che nel XXI secolo si possano
imprigionare 1,5 milioni di persone e far loro tutto ciò che si
vuole chiamandoli terroristi?". Il numero di civili feriti e uccisi a
Gaza dimostra che Israele sta attaccando deliberatamente la popolazione.
Numerosissime testimonianze di
medici che operano negli ospedali della striscia di Gaza confermano che
la popolazione civile é stata colpita da bombe al fosforo bianco.
L'esercito israeliano nega, ma ricordiamoci di cosa é accaduto
in Libano nel 2006. Anche allora i vertici militari israeliani avevano
all'inizio respinto ogni accusa, ma erano stati costretti poi a
ritrattare di fronte alle prove inconfutabili portate dai medici
Leggi
Pioggia di bombe al fosforo su Gaza Nord di Hiyam
Noir
9 gennaio 2009
Israele sperimenta nuove armi non convenzionali a Gaza
COMUNICATO STAMPA
Israele sta sperimentando nuove armi non convenzionali contro la
popolazione civile di Gaza. E' la denuncia del New Weapons Research
Committee, secondo il quale "si sta ripetendo nella Striscia ciò
che è già avvenuto in Libano nel 2006, quando lo stato
ebraico utilizzò nel conflitto contro l'organizzazione sciita
Hezbollah il fosforo bianco, il Dense inert metal explosive (Dime) e
gli ordigni termobarici, tre tipologie di strumenti di offesa
riconoscibili per le caratteristiche delle ferite che provocano,
nonché le bombe a grappolo e i proiettili all'uranio, che hanno
lasciato tuttora sul terreno nel Paese dei cedri tracce di
radioattività e ordigni inesplosi".
Si moltiplicano le evidenze dell'impiego di queste armi ora anche nella
Striscia di Gaza anche se, precisa il NWRC, a causa del blocco degli
ingressi ancora non sono state possibili verifiche dirette
indipendenti. "Le immagini e le testimonianze che giungono dal
conflitto - spiega Paola Manduca, professoressa di genetica
dell'università di Genova e membro del NWRC - presentano
significative somiglianze con quelle raccolte e verificate nella guerra
di luglio e agosto 2006 in Libano". Mads Gilbert, medico norvegese
dell'organizzazione non governativa Norwac, attualmente al lavoro
nell'ospedale Shifa, il maggiore di Gaza, segnala che "molti arrivano
con amputazioni estreme, con entrambe le gambe spappolate"; ferite,
spiega, "che io sospetto siano ferite da armi Dime". Non solo, ma anche
le immagini che arrivano da Gaza sembrano confermare i sospetti. Le
ustioni riportate da alcuni bambini a Gaza, appaiono molto simili a
quelle evidenziate nel 2006 dal dottor Hibraim Faraj, chirurgo
dell'ospedale di Tiro e dal dottor Bachir Cham di Sidone. "Attualmente
- sottolinea Manduca - ci arrivano report da medici e da testimoni
informati che ci fanno ritenere che, oltre alle armi usate nel 2006,
ulteriori nuove armi siano sperimentate oggi a Gaza. Questo rende
necessario che ulteriori indagini scientifiche e tecniche siano
intraprese".
In questi due anni il NWRC ha realizzato verifiche scientifiche con
tecniche di istologia, microscopia elettronica a scansione e chimiche
su biopsie da vittime della guerra del 2006 e insieme a dottori
libanesi e palestinesi, ha raccolto casistica clinica e documentazione
dalle quali emerge che bombe termobariche, Dime e armi a
intensità subletale mirate sono state usate nelle guerre del
2006 in Libano, mentre Dime e armi mirate subletali sono state
impiegate a Gaza. NWRC ha presentato una relazione di questo lavoro al
Human Rights Council delle Nazioni unite, al Tribunale del popolo sui
crimini della guerra in Libano ed è stato ascoltato dalla
Commisione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito del Senato.
Inoltre ha collaborato con scienziati internazionali che hanno
identificato l'uso di bombe a penetrazione con uranio, arricchito e
impoverito, in Libano.
NWRC è una commissione indipendente di scienziati basata in
Italia che studia l'impiego delle armi non convenzionali e i loro
effetti di medio periodo sui residenti delle aree dove vengono
utilizzate. Gli scopi della sua attività sono: ottenere prova
delle armi usate; determinare i rischi a lungo termine su individui e
popolazioni anche dopo la fine del conflitto; imparare a curare e
proteggere i sopravvissuti attraverso indagini cliniche e predittive.
Ufficio stampa
Fabio De Ponte
TEL. 347.9422957 – MAIL: info@newweapons.org
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