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Sono nato a Milano nel 1959, allevato in una famiglia di antico sentimento antifascista e democratico, alle superiori mi sono reso conto della china irreversibile della sinistra giovanile a causa della diversità delle vedute del particolare,che portavano ad un fronte disomogeneo.Ora non è cambiato niente da quando c'era la DC,tutta l'area politica prona al papato,la sinistra è diventata borghese.Non c'è un riferimento democratico e laico nello Stato, nessuno dei punti irrisolti della nazione è stato risolto, tutti delegano a tutti.In questo quadro di completo abbrutimento sociale,morale politico e religioso,urlo il mio dissenso con l'esortazione a riunirsi in una rete di "Dissidenti" di cui ci sarà presto un sito e una e-mail.C'è bisogno dell'apporto delle idee di tutti per organizzare una rete efficace.Attualmente per intervenire a formare questa iniziativa c'è solo il mio riferimento e-mail:    
robertobertolio@libero.it          
                                                                                                                                                        Roberto Bertolio

 ESISTE IL DISSENSO DAL MODELLO MORALE PROPOSTO DALLA POLITICA E
                                                         DAL CLERO IN ITALIA ?
                                                            ORGANIZZIAMOLO !

                                                                Il mondo è quel disastro che vedete,
                                                   non tanto per i guai combinati dai malfattori,
                                                       quanto per l’inerzia di chi sta lì a guardare                                                    
                                                                                                         A. Einstein                                                          

                                                                     

Fotografia

Nella nebbia novembrina s’inizia la mattina,
con una rapina alla banca cittadina,
a poca distanza, in una stanza,
si consuma la mattanza voluta da uomini di panza.
In un vicolo dietro alla piazza
viene violentata una ragazza,
vicino alla posta, un pensionato,
viene assassinato, per 400€ che ha appena ritirato.
Fuori da un supermercato,
un africano è trucidato, da gente col cranio rasato,
in un parcheggio vicino al castello,
per l’ultimo posto finisce al coltello.
E poi c’è una violenza surreale,
che fa altrettanto male,
di quelli che non stanno nella loro pelle e per sentirsi realizzati,
colgono fiori non ancora sbocciati,
che raggirati nel profondo rispondono a un fiato,
o chi è spaventato, subisce congelato.
Un caso, che pensando a me nel passato,
violenza non avrei chiamato,
è il dilagare di insegnanti,
che accolgono gli allievi e anche tanti,
i quali, con gli ormoni esasperati,
sono loro solo grati.
Ma questa è una parentesi scherzosa,
la realtà imperante è un’altra cosa.
E’ la politica dell’incarico annunciato,
destra, sinistra, centro a obbedire al papato,
e appoggia americani, Sionismo e Regno Unito,
a uccidere e occupare per il suolo ambito.
Col consenso dei prelati romani,
che condannano solo i pari diritti tra gli umani,
perché, con un compromesso,
al posto di Cristo, sull’altare hanno messo,
con vero cinismo,
possesso e maschilismo.
Per questa logica, la violenza sulla donna e la sua figlia,
sono taciute, per salvare l’iconografia della famiglia.
Dimentico qualcosa di sicuro,
l’orrore umano è molto oscuro.
Ho preso spunto dai fatti quotidiani, in Italia,
ma tanto è uguale ovunque, fino in Australia.

In uno Stato

In uno stato,
dove il reato è punito
a discrezione dell’opinione
di poche persone.
In uno Stato,
dove il papato
il suo primato impone
sulla costituzione.
In uno Stato,
dove l’evasione fiscale
atterra l’economia nazionale.
In uno Stato,
che concede al clero l’evasione fiscale
per ottenere i voti sotto l’egida papale,
e che dona loro soldi a palate
per i loro alberghi e le loro scuole private.
I uno Stato,
dove in Parlamento è insediato
anche chi è condannato,
dove la popolazione
è attratta dal carrozzone
dei politicanti,
e tutti quanti
sono illusi che vengano fatti i loro interessi,
non quelli della nazione e loro stessi.
In uno Stato,
dove la politica è una farsa
e la democrazia scomparsa
dalle vocazioni della gente,
non resta più niente.
O forse hanno ragione loro,
che con lustro e decoro,
incuranti delle conseguenze,
si adeguano alle eminenze
che indicano il percorso da seguire,
per non sentire
il grido degli oppressi,
sfruttati al fine che noi stessi,
possiamo godere al meglio la situazione,
e dai giornali e dalla televisione
viene l’invito a non ascoltare
nulla che turbi il nostro piacere.
In uno Stato….

Vuoto

Non riesco a fare rime sui sentimenti,
in questi anni deliranti
ci sono problemi più urgenti.
Gli animi si sono spenti
in questa realtà arrogante, provocante,
incurante delle conseguenze,
tesa a colmare carenze
nello spessore  personale,
spesso considerato tale,
da una maserati nel cortile.
Il vuoto lasciato
dagli errori voluti già nel passato,
per accomodare interessi,
sempre gli stessi.
Nel presente,
sempre più assente
di un’idea originale,
che faccia dire, non sono uguale,
a un’umanità uniformata
dalla griffe di giornata,
un vuoto sempre più profondo
di cui si può intuire il fondo.
Indipendentemente dallo strato sociale,
questo vuoto è uguale,
perché rappresenta una situazione
di mancanza di educazione.
L’unica proposta per il vuoto da colmare,
è quella dell’avere.

Discorsi umanitari

Di fronte a tanti bei discorsi
in cui tutti siamo incorsi,
la prima considerazione da valutare
è, chi me lo fa fare?
Perchè devo sacrificare
una parte del mio avere,
perché ognuno possa arrivare
a un piatto di riso da mangiare.
Perché devo agire isolato,
di fronte a un mare sconfinato
di gente, a cui non frega niente?
Un sacrificio isolato
è destinato a finire schiacciato,
dalla massa del niente morale,
piaga sociale.
Manca la volontà individuale
di un agire solidale.
Ognuno, ha un unico interesse,
e per esso si fa beffe
dei discorsi umanitari
e degli uomini suoi pari.

Politica

Sono un anarchico, con la convinzione,
che la polizia abbia una ragione
di essere presente
tra la gente.
In un mondo d’ignoranti,
disposti a condannare tutti quanti
un disgraziato,
non si pensa che la ragione,
è la ricchezza di gran parte della nazione,
che ha emarginato
chi è più sfortunato.
Eppure la gente ha ragione
a volere la delinquenza in prigione.
Ma la colpa non è solo di chi commette il reato,
è anche dello stato.
Assente, spesso connivente
che per interessi elettorali,
fa amnistie parziali,
senza un contenitore lavorativo
per chi della società è redivivo.
O le leggi riduttive o di depenalizzazione delle pene per molti reati,
fatte apposta da un governo per sé e i suoi alleati.
Così, visto l’esempio di chi regge il paese,
la popolazione lo vota a proprie spese.
Molti condannati per vari reati,
i più dediti alla cocaina,
è un parlamento da copertina,
la gente pensa che sia la normalità,
ma una vergogna simile non ha età.
E’ la realtà dei politicanti,
che inganna tutti quanti,
i quali proni alle proprie voglie di possesso,
giustificano dei potenti ogni eccesso.
Dando così una ragione,
a chi affossa loro e la nazione.

Giustizia

Il principio della legge, è, che è uguale per tutti,
ma com’è che a conti fatti,
solo alcuni in lei incappati
poi sono condannati?
E’ che l’uomo si abitua a tutto,
finchè a lui non è diretto,
e così, pur all’evidenza,
dell’ingiustizia e prepotenza,
siamo tutti ammaestrati
da orologi e bei vestiti,
che ci danno il tepore
dell’oggetto dell’avere,
che sopisce ogni pulsione,
che ci da la ribellione
a un sistema che ci umilia,
promettendo mirabilia,
ma che al momento di pagare
il conto del malaffare,
gode di ogni privilegio,
alla giustizia uno sfregio.
E’ l’Italia dei protetti
e di quelli a loro addetti,
e di quelli e sono tanti,
che invidiano i potenti,
e per i quali è normale
che la giustizia sia ineguale.

Sud

L’assenza dello stato,                                                          e la presenza dello stato svanisce.                   
è un piano, preordinato                                                       Nel sud è la malavita organizzata
al fine di ottenere                                                                che gestisce il welfare di borgata. 
due Italie a sé straniere.                                                       Lo stato esiste solo nella fantasia
Una che paga le tasse statali                                                di chi crede che un’altra Italia ci sia,
l’altra il pizzo, ai sodali                                                       non come era ed è adesso
dei governanti                                                                      che per collusioni politiche il Sud
e intanto, è mantenuta                                                          è abbandonato a sé stesso.  
dallo stato che l’aiuta.
Ma dei soldi e tanti come è,
riscontro non ce n’è,
ne nel tessuto urbano,
ne in quello umano.
Tutti i soldi svaniscono,
in varie tasche spariscono.
E’ la gente delinquente che s’ingrassa,
alla faccia di chi passa
la vita lavorando
e se onesto pagando
il giusto tributo alla nazione,
che se non avesse in parlamento un coro mascalzone
sia al governo che all’opposizione,
restituirebbe il denaro richiesto
in forma di servizi per quello e questo.
Invece, si osserva una riduzione,
di ogni servizio dato dalla nazione.
A causa delle connessioni occulte certo,
ma anche dell’evasione fiscale a cielo aperto,
di cui la nostra nazione, con vanto naturale,
si fregia della palma e non ha uguale.
Imitiamo l’america, paese liberale,
ma non per i reati dei capitali,
che puniscono senza uguali.
Così lo stato è assente in molti settori,
Dalla lotta alla malavita organizzata a quella agli evasori,
la giustizia è lasciata volutamente
in uno stato carente,
al fine di esorcizzare
il rischio, di condanne da citare
ai potenti del malaffare.
Così i peggiori lestofanti
vivono beati come santi,
in mezzo ai poveri minchioni,
che solo a pagare le tasse sono buoni,
reggendo solo sulle loro spalle,
il destino di una nazione che scivola a valle.
E intanto il divario progredisce,

Il diverso

Il diverso, è  un disperso,
in un uniforme universo
di milioni di persone,
spesso anche uguali per nome.
Interagendo riceve perplessità,
e alla minima contrarietà,
genera aggressività.
La diversità in ogni sua forma,
è l’orma,
da seguire per capire,
come ci si può sentire
di fronte a un mondo,
che anche tacendo,
protende il dito
contro chi ha incontrato,il corso di un destino
che non gli è stato beniamino.
Ma la richiesta della forma,
nel conto che non torna,
toglie alla sostanza,
la possibilità di esistenza
del suo stesso spessore,
espresso nelle ore
ad ascoltare sé stessi,
anche negli eccessi,
di chi non è considerato uguale
ad ogni altro essere detto “normale”.
La sentenza già scritta dalla gente,
è il rifiuto o a volte un’accettazione diffidente,
che antepone la paura di perdere qualcosa,
all’accettare un altro che si osa,
turbare la quiete della gente
col suo essere differente.

Sentimenti

La maschera che indosso
per essere ammesso
di fronte alla gente
(che senza un istante,con sguardo scrutante, su quanto sei abbiente, ti giudica, onestamente convinta, che un capo firmato, sia obbligato per  essere adeguato),
è la fatica scottante di un compromesso,
tra essere me stesso,
e ciò che è richiesto
in questo contesto
di bella presenza,
di sfoggio e assenza
di educazione.
Ogni giorno incontro gente che in ogni situazione
indossa una maschera per l’emozione.
Viene insegnato, che l’assenza di sentimenti,
rende gaudenti.
Emulazione, competizione,
arrivismo, qualunquismo,
per non restare disgustati,
bisogna essere mascherati
almeno verso se stessi,
perché ci sono compromessi
difficili da conciliare,
e l’emozione non deve trapelare.
I sentimenti,
spesso impedimenti,
sono considerati un’opinione,
solo una questione di inclinazione
dell’ago della bilancia del profitto,
anche in termini di affetto.

Messaggio

Oggi ogni risvolto della vita è mercato,
luminari, a lungo hanno studiato
la mente della gente,
al fine di formare il messaggio più eloquente,
per creare il bisogno inesistente.
Irretiti nel profondo,
rispondiamo a tutto tondo,
acquistando, come indotto,
ogni sorta di prodotto.
Una cosa ormai scontata,
è la bella equiparata,
alla merce che è mostrata.
E’ il pensiero aberrante,
che una donna avvenente,
da tutti sia pensata
come merce acquistata.
E’ il concetto maschilista,
che tante donne conquista.
E’ il messaggio sconvolgente,
del potere alla gente,
una donna che è mostrata
per essere acquistata,
mentre viene censurata
la satira impegnata.

Risorse umane

Oggi sul mercato ho trovato,
le “risorse umane” che costavano meno del brasato.
Le azioni contrattate dalla borsa,
dicono che sono una risorsa.
Milioni di persone,
una schiera senza nome,
tutti utili, nessuno indispensabile.
Dai colletti bianchi
alle tute con gli occhi stanchi,
tutti soggetti alla legge del profitto,
che appende a un filo, il loro diritto
sancito dalla costituzione,
di lavoro e abitazione.
E’ tutto precario,
si è aperto un divario,
tra la certezza dell’istituzione
della repubblica alla sua fondazione,
e lo sviluppo conseguente
al governo di troppa gente,
con interessi privati
opposti a quelli dichiarati.
La massa lavorante,
è la risorsa umana solamente,
di chi ha in borsa il titolo in listino,
non di sé stessa e del proprio destino.
La sua vita dipende dalla decisione,
presa sul bilancio di gestione. 

Malavita organizzata

La malavita organizzata                                             cancro maligno di un’Italia vessata,
nella storia d’Italia è radicata,                                    oltre all’omicidio di borgata,
dai Borboni                                                                 gestisce gli affari in borsa della sua controllata.
ai nuovi padroni,                                                         Lo Stato che deve salvare la faccia,
ha sempre dettato condizioni,                                     perché pare che la Poltrona non dispiaccia,
raccolte dal potere temporale                                      soggiace al ricatto della malavita
e soddisfatte tale e quale,                                            giocando su due fronti la partita,
perché la presenza                                                                                                 
dello stato è evidenza,                                                La malavita organizzata, ringrazia sentitamente
dell’interesse del capitale,                                          lo Stato soggiacente.
fabbrica o latifondo è uguale,                                    
e ha sempre avuto come intermediario                      
il capo cosca del circondario.
La malavita organizzata
che gestisce ogni debolezza dell’umanità inappagata,
è il parassita
di una società indebolita dello stato,
che lo stato accetta,
purché non ammetta
dell’intreccio con i rappresentanti delle istituzioni,
rendendo evidente che sono mascalzoni.
Così con mano grata ai favori
ricevuti da quei signori,
lo stato, ha mandato al confino nel nord industriale,
malavitosi di Napoli, Reggio e Acireale,
al fine di impiantare succursali
per incrementare della malavita i capitali.
In tempi più recenti, il centro-destra ha legiferato
in modo da garantire
che il corso della giustizia non si possa seguire.
La sinistra altrettanto connivente,
per sanare la situazione non ha fatto niente.
Lo stato, assente,
ogni tanto arresta un latitante,
e  al suono della fanfara,
esordisce alla gente ignara,
che la malavita organizzata
è quasi debellata.
Invece sempre più invadente,
fa parte dell’economia corrente,
con i capitali riciclati
in ristoranti e supermercati.
Così la malavita organizzata,

Clero

La Chiesa, è un’aggregazione di persone
in comunione con un unico ideale,
di giustizia e soccorso solidale.
Ma del clero cosa si può dire,                                             
la definizione si fa sottile,                                                   
tutto è occultato da loro e dallo stato.
E’ l’unica società che si può vantare,
di non lasciare tracce per non farsi giudicare.
Intrecci con la politica,
logge massoniche,
servizi segreti,
deferenti, e consueti
a fare da sponda,
a patti concordati
in luoghi appartati.
Tutto questo è risaputo,
ma più come leggenda che come fatto compiuto.
Non parlo dei preti di borgata,
che nel sud vivono in una realtà ingrata,
ai margini di città violente
e danno qualcosa alla gente.
Non parlo di quei preti onesti e stanchi
che sono tanti.
E altrettanti sono quei preti che insultano chi li sta ascoltando,
predicando bene e male razzolando,
parlo di loro e dei cardinali, vescovi e monsignori,
prelati tessitori
di reti di contatti,
a cui solo i potenti sono addetti.
Stingono alleanze adatte alle circostanze,
indipendentemente,
dal sentimento della gente.
Sono tanti nel mondo
e agiscono per il tornaconto
del potere che hanno in mano
e dello Ior Vaticano.
Impongono indirizzi ai governanti,
perché determinano le scelte di tanti.
Se la convenienza politica lo impone,
fanno tacere, del Darfur e di ogni altra situazione
di sterminio di gente innocente,
segno di una scelta connivente
con gli interessi di poche persone,
e non dei più deboli, come la fede in Cristo propone.
Paro anche del clero che pratica la pedofilia,
perché anche la loro, è una società come le altre sulla scia,
della seduzione
di sempre più giovani persone,
modello insegnato
dalle leggi di mercato.
Di certo, in una società che va contro natura,
che esclude le donne e che rifiuta il sesso, qualche perversione è sicura,
in proporzione, in numero più elevato,
che nel resto dello stato.
Inoltre va ricordato,
che il gettito stanziato
per il soccorso  della gente nel mondo,
è una parte infinitesimale del reddito Vaticano tondo.
Vedendo qual è, del clero, la pratica reale,
rispetto alle parole
proposte alla gente,
riscontro il niente
morale, di chi indirizza oggi la Chiesa,
che dalla morte di Cristo è discesa.

Soluzione

Non c’è soluzione a questa situazione,
se non la decisione,
presa con la ragione,
che questa strada porta all’emarginazione
di miliardi di persone,
oppresse per la sola ragione,
di pagare il prezzo necessario
perché ci sia il divario,
tra il nord  sazio e opulento
e il sud affamato e macilento.
Ma una simile decisione
porta alla conclusione,
che questo è un sistema di oppressione,
e l’unica soluzione è che questa generazione,
per i suoi figli, inizi a tessere la tela della Ribellione,
dando un’educazione che mostri questo sistema in paragone
a un sistema democratico che si oppone
al solo governo delle proprie poltrone,
e all’esempio dell’avere fine a se stesso
che ha negato l’essere in un recesso
e che fino ad oggi ha dimostrato solo le ingiustizie che ha creato.
Di certo gli interessi in gioco sono tanti,
e più della dignità importano i contanti.
Però resta sempre la speranza,
che questa non sia l’unica coscienza,
e che entri nella mente,
che al mondo c’è altra gente,
che per noi paga il tributo
di ogni cosa che abbiamo avuto.
Inoltre, c’è da osservare,
che anche il nord comincia a pagare
il prezzo del suo avere,
con fitte schiere
di nuovi poveri che non si possono più mantenere,
che come ex contribuenti, sono censiti dalle stesse istituzioni,
che in Europa ne contano molte decine di milioni,

Ragazzi/e

Giovani con ideali, giovani senza uguali,
come per ogni altra generazione,
giovani con o senza motivazione.
Ma che oggi si dimostri vero
che il sistema proposto non sia sincero?
Che fino ad oggi ha per copione
l’avere cose l’unica ragione.
I politici hanno sempre dimostrato
le promesse che hanno mancato,
soprattutto per la gioventù verso il domani,
alla quale non hanno mai teso le mani.
Il clero al contempo ha sempre dimostrato
di irretire i giovani con la fede nel Cristo assassinato,
mentre nella pratica reale,
dimostra la sua fede al capitale.
Non c’è forse un modo morale
di vivere nel contesto esistenziale?
O forse anche voi giovani con tante aspirazioni,
siete come i miei coetanei così ,
da credere che questa sia l’unica via
e che alternativa non ci sia,
che farsi umiliare da un parlamento mascalzone
e da un clero che la sua ipocrisia impone?
O girare la questione
in termini di movimento che si oppone.
“Movimento” che deve comprendere tutti
indipendentemente dalla pelle e dalla bandiera,
se hanno la divisa verde,o la tonaca o nera.
Riconosciuti nella visione morale
della democrazia solidale.
Non c’è tempo da perdere per organizzare una “Rete” di persone,
che diffonda questo invito alla Ribellione.
Voi giovani siete la speranza,
che si possa cambiare la sentenza,
che di clero e politici massoni,  non si può fare senza.

Forze dell’ordine

Anche voi lavoratori prigionieri
di un sistema di corruzione dello stato
che vi impedisce che venga arrestato,
anche se intercettato e fotografato,
il potente delinquente.
Anche voi vessati, anche moralmente,
costretti ad arrestare
chi  ruba una mela per mangiare,
e a lasciare in circolazione
i potenti della collusione.
Come tecnologia e organizzazione,
potreste eliminare il crimine in diffusione,
se i governanti e l’opposizione
non facessero ostruzione
per salvarsi da ogni imputazione.
Così in osservanza delle leggi fatte da questi mascalzoni,
arrestate solo chi ha le pezze ai pantaloni.
Anche voi dovreste meditare la Ribellione
a un sistema che vi rende macchine da esecuzione.
Unirvi alla rete delle persone scontente
per fermare questo stato di cose indecente.
Anche voi siete una società come le altre uguali,
con all’interno pregi e mali.
Il G8 di Genova, del governo di centrodestra,
ha evidenziato infiltrati, dirigenti, agenti picchiatori e loro protettori,
fascisti  assertori
della violenza della destra nazionale, con cui il centro è stato solidale,
su giovani inermi che non hanno fatto niente di male.
Mi appello a quelle forze che credono nella democrazia,
e che sperano che un’altra Italia ci sia,
che si uniscano alla “Rete” di azione solidale
con le altre persone  che la pensano uguale.








 





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