Ciao compagno Zep, la tua morte non è frutto di fatalità. Ti hanno ucciso la violenza dei rapporti di produzione capitalistici e l'ipocrisia subdola del potere.

Un altro compagno, un altro essere umano ucciso dalla violenza e dalla barbarie dei rapporti di produzione capitalisti.
Il compagno Zep ci piace ricordarlo attento e determinato nelle iniziative antifasciste e antiimperialiste.
Lo abbiamo incontrato l'ultima volta, insieme ad altri compagni, a Piacenza nel corso di una manifestazione contro i fascisti di forza nuova. La sua è stata una vita complessa e difficile, mai banale, sempre dignitosa,come la sanno vivere i proletari.
E' stato ucciso dalla violenza e dalla disumanità insita nei rapporti di produzione capitalistici e dall'ipocrisia indifferente di chi amministra le strutture periferiche del potere borghese.
Gli enti privatizzati che gestiscono servizi che dovrebbero essere pubblici ( gas, acqua, energia ecc.) arrivano a togliere l'erogazione se una bolletta di pochi euro viene pagata in ritardo, salvo poi puntare in modo affannoso a realizzare profitti da reinvestire in rischiose operazioni finanziarie, anzichè occuparsi di chi effettivamente si trova in particolari situazioni di difficoltà.
Da Zep ai rifugiati politici di via Lecco a Milano un filo unisce questi destini a quello di altri milioni di persone assassinate dalla violenza e dall'ingiustizia sociale prodotte dal capitalismo e dall'imperialismo.
Prima o poi qualcuno dovrà pur pagare o no? Piangere l'ennesima morte di un compagno è umano, ma non sufficiente per onorarne la loro memoria.

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