Ciao
compagno Zep, la tua morte
non è frutto di fatalità. Ti hanno ucciso la violenza dei
rapporti di produzione
capitalistici e l'ipocrisia subdola del potere.
Un altro compagno, un altro essere
umano ucciso dalla violenza e dalla barbarie dei rapporti di produzione
capitalisti.
Il compagno Zep ci piace ricordarlo attento e determinato nelle
iniziative
antifasciste e antiimperialiste.
Lo abbiamo incontrato l'ultima volta, insieme ad altri compagni, a
Piacenza nel
corso di una manifestazione contro i fascisti di forza nuova. La sua
è stata una
vita complessa e difficile, mai banale, sempre dignitosa,come la sanno
vivere i
proletari.
E' stato ucciso dalla violenza e dalla disumanità insita nei
rapporti di
produzione capitalistici e dall'ipocrisia indifferente di chi
amministra le
strutture periferiche del potere borghese.
Gli enti privatizzati che gestiscono servizi che dovrebbero essere
pubblici (
gas, acqua, energia ecc.) arrivano a togliere l'erogazione se una
bolletta di
pochi euro viene pagata in ritardo, salvo poi puntare in modo affannoso
a
realizzare profitti da reinvestire in rischiose operazioni finanziarie,
anzichè
occuparsi di chi effettivamente si trova in particolari situazioni di
difficoltà.
Da Zep ai rifugiati politici di via Lecco a Milano un filo unisce
questi destini a quello di altri milioni di persone assassinate dalla
violenza
e dall'ingiustizia sociale prodotte dal capitalismo e dall'imperialismo.
Prima o
poi qualcuno dovrà pur pagare o no? Piangere l'ennesima morte di
un compagno è
umano, ma non sufficiente per onorarne la loro memoria.
L'Altra Lombardia - SU LA TESTA
Cremona, 4 gennaio
2006