CONTRASTARE IL REVISIONISMO STORICO
Milano, 16 febbraio 2006
ANNULLATO UN CONVEGNO SUL CAMPO DI CONCENTRAMENTO FASCISTA DI GONARS -
RELATRICE LA COMPAGNA ALESSANDRA KERSEVAN - CHE AVREBBE DOVUTO
PRESENTARE IL
SUO LIBRO.
DOPO CHE I FASCISTI E I FORZAITALIOTI AVEVANO DISTURBATO UN CONVEGNO
ANALOGO
A LA SPEZIA CONTINUANO I TENTATIVI DI REPRIMERE LA VERITA' STORICA SU
QUANTO
E' AVVENUTO TRA IL 1940 E IL 1945 SUL CONFINE NORD-ORIENTALE ITALIANO.
Alessandra Kersevan era stata invitata dal locale Istituto storico e
dal
comune di Bellaria Igea Marina a fare una conferenza per presentare il
suo
libro sul campo di concentramento di Gonars. Era l'ultima di una serie
di
conferenze dedicate alla storia del confine orientale.
In questa organizzazione si era poi inserita anche la Provincia di
Rimini.
L'Istituto annullava all'ultimo momento la conferenza adducendo come
scusante che c'erano state pressioni da parte di AN, che denunciava la
Kersevan come storica "negazionista".
Nella vicenda dei campi di concentramento i negazionisti caso mai sono
quelli di AN, ma tant'è i politici di centro sinistra della
provincia han
pensato bene di cedere alle pressioni squadristiche e hanno annullato
la
conferenza.
Va aggiunto il testo della mail che la storica ha indirizzato al
Presidente
e all'Assessore della provincia di Rimini (quest'ultima poi ha scritto,
scusandosi e rinnovando la "stima" nei suoi confronti...):
"Vi state prestando ad una operazione di censura di stampo fascista,
nei
confronti di una studiosa che il vostro istituto storico aveva
giudicato
scientificamente degna di fare una conferenza, ma voi avete preferito
basarvi sui giudizi politicamente interessati dati da politici di AN.
La vicenda del campo di concentramento fascista di Gonars e degli
innumerevoli altri campi fascisti in cui morirono fra il 1941 e il 1943
7000
sloveni, croati, montenegrini - donne, uomini, vecchi, bambini,
cioè
famiglie intere rastrellate dall'esercito italiano in quelle terre
occupate
e ANNESSE (!!) - di fame e di malattie è uno dei tanti crimini
di guerra
impuniti commessi dall'esercito italiano in Jugoslavia. I politici (o
politicanti, forse è meglio usare questo termine) italiani che
si riempiono
ora da destra a sinistra la bocca con la giornata del ricordo, non
sanno
nulla della storia delle terre del confine orientale e di ciò
che il
fascismo vi ha rappresentato. La mia conferenza poteva essere una buona
occasione per saperne qualcosa, almeno per la popolazione di Bellaria.
Vi
ricordo che la stessa legge istitutiva della giornata del ricordo,
parla
anche delle "più complesse vicende del confine orientale", e
quindi avreste
avuto anche la copertura della legge, se vi occorreva proprio. Ma come
diceva il Manzoni, il coraggio uno non se lo può dare, e voi non
ve lo siete
dato. Forse si tratta solo di piccoli e meschini calcoli politici.
L'assessore
alla cultura di Bellaria, unica che mi abbia contattato, anche se solo
dopo
che io l'avevo cercata, mi dice che la mia presenza avrebbe messo in
pericolo l'ordine pubblico. A parte l'evidente esagerazione, mi pare
che i
fascisti adesso abbiano capito bene cosa dovranno fare in futuro,
quando si
parlerà di argomenti che non gradiscono: mobiliteranno le loro
squadracce
minacciando l'ordine pubblico, e tutti caleranno le brache. Mi pare che
il
fascismo nel '20 abbia trionfato così. Spero che tutto questo vi
si rivolti
contro, e che gli elettori antifascisti della provincia di Rimini
sappiano
almeno togliervi il loro consenso.
Alessandra Kersevan"
CHE FARE?
Ormai da due anni in coincidenza del 10 febbraio assistiamo ad
indecorose
iniziative e prese di posizione sulle questione "foibe", che
anziché
riflettere la verità e le documentazioni storiche manifestano
posizioni
strumentali e storicamente prive di ogni fondamento tipiche del
revanscismo
nazionalista che ha sempre ispirato i fascisti di ogni risma ed oggi
lambisce ampi settori del centro-sinistra.
Occorre contrastare la tendenza alla menzogna storica estendendo
iniziative
tipo quella di Alba e Crema.
La nostra associazione è disponibile a dare il suo contributo
culturale,
politico ed organizzativo per preparare unitariamente per l'anno
prossimo un
convegno-seminario nazionale che dia un contributo storicamente
rigoroso su
ciò che è accaduto sul confine nord-orientale italiano in
tutta la prima
metà del secolo scorso in modo da contrastare
strumentalizzazioni, menzogne
e superficialità.