COMUNICATO STAMPA
Milano, 3 marzo 2008
OGGETTO: perché diciamo NO alla presentazione dello spettacolo
teatrale “Normali per forza” presso il teatro San Domenico di Crema.
L’autore dello spettacolo teatrale “Normali per forza”, in
programmazione al Teatro San Domenico di Crema il prossimo 8
marzo, è Cesare Ferri, noto esponente della destra
radicale coinvolto in molteplici episodi di estremismo nero nel corso
degli ultii 30 anni.
Cesare Ferri ha collaborato con le Edizioni AR, casa editrice di Franco
Freda, noto estremista della destra radicale anche lui coinvolto in
gravissimi episodi di violenza nera.
Chiediamo formalmente la revoca dell’autorizzazione alla presentazione
dello spettacolo.
Facciamo appello a tutti i democratici antifascisti, agli studenti e ai
dirigenti scolastici di boicottare attivamente la partecipazione al
suddetto spettacolo, nel caso in cui non avvenisse la revoca.
Invitiamo tutti gli antifascisti ad una mobilitazione per togliere
agibilità politica ai fascisti a Crema e ovunque.
Invitiamo altresì a scrivere e telefonare alla Fondazione San
Domenico e all’Assessore alla Cultura di Crema per richiedere la revoca
di tale iniziativa.
Fondazione San Domenico
fondsandomenico@libero.it
telefono 0373 85418
Assessore alla Cultura del Comune di Crema
giunta.comunale@comune.crema.cr.it
Giorgio Riboldi
L’altra Lombardia – SU LA TESTA
Per saperne di più su Cesare Ferri, l’autore di “Normali per
forza”
Cesare Ferri
Nato a Milano il 7 giugno 1951 e laureato in filosofia a Bologna.
Notissimo picchiatore sambabilino dei primi anni Settanta, entra a far
parte di Ordine Nero alla sua costituzione ( marzo 72 ), confluendo
appunto in quella che viene considerata l' organizzazione a piu' alta
vocazione stragista di sempre della galassia neofascista. Ordine
Nero nasce dalle ceneri del disciolto MPON (Movimneto Politico Ordine
Nuovo), e a Milano particolarmente beneficia dell'ingresso del gruppo
de " La Fenice", cellula milanese ordinovista, e di altri personaggi
come Giancarlo Esposti, legato al MAR (Movimento Autonomista
Rivoluzionario) di Fumagalli e animatore contemporaneamente delle
Squadre Azione Mussolini, formazione dedita soprattutto ad
attentati esplosivi.
Due giorni dopo la strage di Piazza Loggia a Brescia (28 maggio 1974)
avviene uno scontro a fuoco a Pian del Rascino (Rieti) fra un gruppo di
carabinieri e tre militanti neofascisti di Milano, tra cui Giancarlo
Esposti, che morirà crivellato di colpi. Dopo il conflitto a
fuoco verranno trovate armi ed esplosivi ed una fototessera di Cesare
Ferri, che successivamente un sacerdote di Brescia, Don Gasparotti,
riconoscerà come la persona con la quale si era intrattenuto a
parlare nella Chiesa di S. Maria in Calchera il 28 maggio e che era in
possesso di una borsa. Sarà solamente nel secondo filone
d'indagine che si cercherà d' indagare su questa pista, mentre
inizialmente le indagini si focalizzano su un gruppo di balordi
bresciani; di questi uno, Ermanno Buzzi, verrà condannato in
primo grado come responsabile della strage e poi ucciso nel carcere di
Novara da Tuti e Concutelli alla vigilia del processo d'appello e di
preannunciate importanti rivelazioni. Viene ipotizzato dagli inquirenti
bresciani che, in previsione dell'appello a Brescia, sia stato
convenuto, attraverso Latini, responsabile della rivista carceraria
"Quex", tra Ferri, Tuti e Concutelli, l'omicidio del Buzzi per
tappargli la bocca. Lo stesso Sergio Latini, gia' legato strettamente a
Cesare Ferri, asserirà di essere stato appunto il tramite fra il
gruppo per questa vicenda.
Questi sviluppi emergono nell' inchiesta sulla pista milanese, affidata
al giudice Zorzi , che incrimina Ferri assieme ad Alessandro Stepanoff
come responsabili materiali della strage e rinvia a giudizio
Latini e Ferri per l'omicidio Buzzi. Stepanoff è l'amico che
aveva fornito al neofascista milanese l'alibi per la mattina del 28
maggio 1974, indispensabile per neutralizzare la testimonianza di un
sacerdote, don Gasparotti, che già nell'ambito della prima
istruttoria aveva affermato (e mai smentirà) di aver visto
il Ferri, la mattina della strage, intorno alle 7,30, nella chiesa
di S.Maria Calchera. I processi di primo, secondo grado e
Cassazione si concludono tutti con assoluzioni generali ( la
Cassazione non avrà nemmeno visionato gli atti del dibattimento,
come accertato in seguito ); Cesare Ferri riceverà anche
cento milioni per ingiusta detenzione patita. Anche lo stralcio
processuale su Rognoni, Ballan, Zani, Bernardelli e Marilisa Macchi si
conclude con un nulla di fatto. La rogatoria internazionale nei
confronti di Gianni Guido - che in carcere per il Circeo aveva ammesso
di aver ricevuto confidenze importanti da Buzzi, ma poi evaso
da S. Gimigniano e rifugiatosi in Argentina - viene neutralizzata
palesemente dall' intervento dei servizi e degli apparati "autonomi"
statali. Guido viene fatto evadere anche dal carcere di Buenos Aires e
entra in latitanza a Panama. Tutta una serie di eventi porta a pensare
che la verità storica sui fatti di Piazza Loggia non sia
sovrapponibile alla verità emersa in sede giudiziaria; il gruppo
milanese di Ordine Nero - SAM - MAR resta una pedina
importantissima per capire la dinamica dell' attentato, e Cesare Ferri
non può a sua volta essere considerato compatibile con la
qualifica di "innocente" in merito a quei fatti.
La sua carriera comunque non termina con le vicende della "Strategia
della Tensione", ma prosegue in compagnia di alcuni tra i
protagonisti di quella che possiamo definire l' "eversione di
stato". Il 21 dicembre 1990 viene costituito a Milano il Fronte
Nazionale di Franco Freda, che ne è promotore principale e
reggente indiscusso. Responsabile per la Lombardia e vice-reggente e'
appunto Cesare Ferri. Come è scritto nello statuto " il Fronte
Nazionale intende custodire i lineamenti essenziali che formano lo
stato- nazione ", in particolare persegue " la lotta senza tregua
all'immigrazione extraeuropea ". Prima della costituzione Freda
si è consultato con lo svizzero Guy Amaudruz, già
leader del NOE (Nouvel Ordre Europèen)," allo scopo di
verificare la possibilità di costituire in Italia un movimento
politico esplicitamente razzista". Nel 1993 per ordine dell'
Autorità giudiziaria di Verona vengono arrestati Franco
Freda, Aldo Gaiba, Cesare Ferri e numerosi altri. Con il
procedere dell'inchiesta l'elenco degli inquisiti si
allungherà ulteriormente; le accuse sono ricostituzione del
partito fascista e incitamento
all'odio e alla discriminazione razziale. Uno dei momenti
caratteristici di questo sodalizio è la celebrazione a Bardolino
sul Lago di Garda del "solstizio d' inverno" (21 dicembre 1991 e
18 dicembre 1992): nei pressi dell' Holiday Lido 150 persone
danno vita ad una cerimonia con fiaccole, pire in fiamme e
svastiche in perfetto stile nazista. Nel 1995 la corte d'assise del
tribunale di Verona condanna Freda a sei anni e Ferri a quattro anni e
sei mesi; nel 1999, dopo che in appello l' anno prima la sentenza
era stata confermata, la Cassazione riduce le pene a tre anni per
Freda e ad un anno e otto mesi per Ferri. Il Consiglio dei
Ministri scioglie definitivamente il Fronte nel 2000 per mezzo
della legge Mancino. Interessante sapere degli aiuti finanziari giunti
da Londra da parte di Roberto Fiore e Morsello - all' epoca ancora
latitanti e fondatori di Forza Nuona - in occasione del processo d'
appello, circa 3.000 sterline e tanta solidarieta' dagli ex-Terza
Posizione.
Oggi Cesare Ferri collabora attivamente alle "Edizioni di AR" (
www.cesareferri.com ), storica casa editrice di Franco Freda, e si
diletta scrivendo opere teatrali e romanzi , presentati in giro per l'
Italia e sponsorizzati non solo dall' area più radicale
della destra nostrana, ma anche da ambiti gravitanti attorno alla
Destra Sociale di AN.