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CAMPAGNA INTERNAZIONALE CONTRO L’OCCUPAZIONE USA E
SIONISTA
CONFERENZA DEL CAIRO – FORUM DEL CAIRO
PER LA LIBERAZIONE
27-30 MARZO 2008
PALESTINA
La questione palestinese è stata affrontata in 3 sessioni
principali della Conferenza e in 14 gruppi di lavoro.
Contesto politico
La Palestina è costituita dall’intero territorio che va dal
fiume Giordano al Mar Mediterraneo. I suoi confini sono quelli
che corrispondono al mandato britannico del 1922: Giordania, Siria,
Libano ed Egitto.
L’occupazione sionista del territorio palestinese, iniziata agli inizi
del XX secolo e proseguita fino ad oggi, è illegittima
L’entità sionista, il cosiddetto stato di Israele, è
illegittima. Parimenti sono illegittimi tutti i fondamenti e le
decisioni internazionali su cui si basa questa entità, a
cominciare dalla dichiarazione Balfour e dal Mandato britannico sancito
nel 1922 dall’ONU, e dalla risoluzione ONU 181 che sancisce la
divisione fino alla risoluzione 242, il trattato di pace
Egitto-Israele, gli accordi di Camp David, l’accordo di Wadi Arabia tra
Giordania ed Israele, e anche gli accordi firmati dall’OLP e da Israele
ad iniziare dagli accordi di Oslo del 1993 fino alle risoluzioni di
Annapolis del 2007.
Ogni accordo politico sulla questione palestinese che includa il
riconoscimento della legittimità dell’occupazione sionista di
qualsiasi parte del territorio palestinese è parimenti
illegittimo
Legittima è la liberazione di tutto il territorio palestinese
occupato
La resistenza in tutte le sue forme è la vera via per la
liberazione
Finalità ed obiettivi
Sulla base di quanto sopra esposto le finalità e gli obiettivi
della campagna internazionale sono i seguenti:
1. Lotta per l’annullamento di tutti le basi fondative legali dello
stato di Israele così come di tutti i progetti di accordo sopra
menzionati. Ciò richiama al completo sostegno del movimento di
resistenza per ottenere la liberazione dei territori occupati.
2. Appello per un esteso boicottaggio da parte del mondo arabo ed
internazionale dell’entità sionista chiamata Stato di Israele
3. Termine di ogni forma di impedimento esercitato sul popolo
palestinese sia nella striscia di Gaza che in Cisgiordania e nel resto
dei territori occupati palestinesi e anche sui profughi palestinesi
privati del diritto al ritorno.
Azioni proposte (per quest’anno
e come base per gli anni a venire)
Azione urgente
Organizzazione di una vasta campagna politica e mediatica contro
l’entità sionista in occasione del 60esimo anniversario
dell’occupazione della Palestina e della costituzione del cosiddetto
stato di Israele.
Organizzazione di dimostrazioni di massa in tutti i paesi del mondo il
giorno 15 maggio 2008 facendo appello a tutte le organizzazioni
professionali e sindacali del mondo arabo ed internazionale
affinché coordinino queste manifestazioni per la stessa ora.
Partecipazione alle manifestazioni per il diritto al ritorno che
partiranno il 15 maggio 2008 dai paesi limitrofi (Giordania, Egitto,
Siria, libano) e che si dirigeranno verso i confini rivendicando
la liberazione ed il diritto al ritorno.
Azioni contro la legittimazione dello
Stato di Israele e contro gli accordi politici
Organizzazione di una campagna politica internazionale per chiarire e
spiegare la verità sulla questione della Palestina, la sua
storia e i suoi fondamenti opposti alla visione sionista
Organizzazione di una campagna legale nel mondo arabo ed internazionale
in collaborazione con organizzazioni quali l’Unione Araba degli
avvocati e altre organizzazioni nel mondo per annullare la risoluzione
ONU che ha sancito la divisione il 19 novembre 1948.
Organizzazione di una campagna di massa nel mondo arabo contro la
risoluzione 242, con il fine di ricusarla come base per un accordo
politico.
Organizzazione di una campagna di massa in Egitto per annullare gli
accordi di camp David
Organizzazione di una campagna politica e legale contro gli accordi di
Oslo (1993) con tutte le sue implicazioni, compreso il riconoscimento
della legittimità dell’entità sionista, la privazione per
i palestinesi della sovranità sulla loro terra nella striscia di
Gaza e in Cisgiordania, e il tentativo di liquidare la resistenza,
assumendo il concetto che resistenza equivale a terrorismo, che
è il principale se non l’unico obiettivo degli accordi di Oslo.
Appello all’autorità palestinese di revocare gli accordi con
Israele, ritirando il riconoscimento dello stato di Israele, e
ritornare alla resistenza
Appello all’unità del fronte palestinese sulla base della
resistenza
Il boicottaggio e la sfida ad Israele
Organizzare campagne mediatiche e politiche per il boicottaggio di
Israele
Sostenere il movimento per il boicottaggio garantendo la sua
continuità
Lavorare per riuscire ad estendere il boicottaggio agli USA, che dalla
fine della seconda guerra mondiale sono stati i principali alleati e la
guida dell’entità sionista.
Costruire comitati per il boicottaggio in tutto il mondo
Costituire un centro di informazione per il boicottaggio che
fornisca un data base delle diverse istituzioni israeliane, sia
governative che private, politiche, economiche, scientifiche,
accademiche, culturali o altro e anche informazioni sulle istituzioni,
aziende ed esponenti pubblici coinvolti in relazioni con Israele
Boicottare tutte le società ed enti che hanno normalizzato
le relazioni con Israele ed includerli in una ‘Black List’
Approfondire e sostenere il movimento di boicottaggio accademico
iniziato in Inghilterra per estenderlo ad altre università del
mondo
Sviluppare semplici e chiari mezzi per aumentare la partecipazione di
massa nella campagna di boicottaggio, come l’ organizzazione di
campagne di comunicazione per fare pressione sulle società che
normalizzano le loro relazioni con Israele
Intentare cause legali in Europa davanti alla Corte Europea per i
Diritti Umani contro i paesi che hanno relazioni militari, scientifiche
ed economiche con Israele, in base al diritto umanitario internazionale
che prevede sanzioni ai paesi occupanti secondo la IV Convenzione di
Ginevra (vedi esperienza italiana)
Organizzare una campagna legale per rivendicare il diritto storico e
nazionale di ciascun palestinese e di tutto il popolo palestinese a cui
è stata tolta la propria casa o terra. A tal proposito si
potrà prendere in considerazione:
- la formazione di un centro di informazione per raccogliere le
informazioni sulla terra e le proprietà confiscate,
preferibilmente con documenti che ne attestino la proprietà
- il reclutamento di avvocati e organizzazioni specializzate in
questioni legali per raccogliere le denunce e perseguire i criminali
sia a livello individuale che di istituzioni.
Organizzare una campagna continua contro gli insediamenti israeliani e
la violazione delle terre palestinesi, sottolineando che non c’è
differenza tra i vecchi e nuovi insediamenti
Lottare contro l’espansione israeliana nei territori palestinesi e
denuncia delle politiche e delle leggi sioniste emesse in quella
direzione
Lotta contro il rafforzamento dell’identità ebrea sulla
città di Gerusalemme, compresa la rete di tunnel scavati sotto
la città vecchia
Creazione di un centro di documentazione sugli atti di assassinio,
terrorismo, genocidio, espulsione forzata, detenzione,confisca delle
terre, demolizione di case e distruzione del terreno agricolo compiuti
dal movimento sionista negli ultimi 100 anni
Organizzazione di campagne politiche e mediatiche contro il terrorismo
sionista e lo stato terrorista di Israele
Persecuzione dei criminali di guerra sionisti per assicurarli alla
giustizia (vedi esperienza britannica)
Organizzazione di movimenti e gruppi con l’unico obiettivo di lottare
contro il sionismo
Lottare contro la migrazione ebrea nei territori occupati attraverso lo
studio dei suoi meccanismi, il sostegno e il finanziamento di
istituzioni e di studi sociali sulla natura e le caratteristiche di
settori che fanno ricerca sull’immigrazione, con l’intento di
raggiungere una migliore comprensione del fenomeno. Nello stesso tempo
incoraggiare un movimento di immigrazione inversa
Creare un database dei gruppi, organizzazioni e individui sionisti nel
mondo
Organizzare campagne di solidarietà per il diritto al ritorno
dei profughi palestinesi e contro la legislazione israeliana che
dà diritto a tutti gli ebrei del mondo di emigrare in Palestina
Organizzare campagne costanti contro tutte le forme di discriminazione
razziale all’interno dell’entità sionista, con particolare
attenzione al Muro
Organizzare diverse campagne per la liberazione dei prigionieri di
guerra palestinesi detenuti nelle carceri israeliane
Organizzare campagne contro ogni sostegno militare ad Israele da parte
dei paesi del mondo e fare pressione per l’adozione da parte di questi
paesi di accordi per il disarmo nucleare
Sostegno del popolo palestinese e
revoca degli embarghi imposti
Creare il più vasto numero di comitati popolari di
solidarietà al popolo palestinese e alla sua causa
Sostenere costantemente il popolo palestinese, sia finanziariamente che
umanamente, fornendo anche cibo e medicine
Organizzare continue spedizioni umanitarie
Organizzare continue campagne di donazione, non limitate ai periodi di
crisi
Rompere l’embargo umanitario, organizzando delegazioni popolari in
solidarietà al popolo palestinese; usare il visto palestinese e
non israeliano e rifiutare gli accordi che attualmente regolano il
passaggio dei valichi
Continuare la solidarietà e il sostegno ai palestinesi bloccati
ai valichi, fenomeno che si sta sempre più connotando come
cronico
Organizzare una campagna di massa in Egitto per far pressione sul
governo egiziano affinché tolga l’assedio alla striscia di Gaza,
firmando un accordo indipendente tra Egitto e Autorità
Palestinese senza interferenza di terzi, quali Israele, USA o Unione
europea.
Organizzare campagne simili in paesi europei per far pressione sui
rispettivi governi affinché tengano una posizione imparziale
sugli attuali accordi israelo-palestinesi sui valichi. L’Europa deve
smettere di comportarsi ai valichi come sostituto della polizia
israeliana (vedi in proposito gli accordi tra Israele, Autorità
palestinese ed Unione europea firmati nel 2005).
Organizzare la pressione popolare per la liberazione economica della
Cisgiordania e di Gaza attraverso il disimpegno dall’entità
sionista
Sviluppare un meccanismo flessibile per affrontare le situazioni di
emergenza quali il recente massacro a Gaza del 1° marzo 2008,
attraverso il sostegno politico, mediatico e materiale al popolo
palestinese
Organizzare campagne di massa con i paesi donatori allo scopo di:
- Denunciare la grande differenza tra l'aiuto dato ai palestinesi e
quello dato agli israeliani
- Assicurare che gli aiuti arrivino all’intero popolo palestinese
senza discriminazione tra la popolazione di Gaza e quella di
Cisgiordania
- Assicurare che le donazioni non siano usate come mezzo di pressione
per accordi politici o di riconoscimento dello stato di Israele
Organizzare conferenze politiche di massa in solidarietà alla
causa palestinese in tutti i paesi del mondo, con frequenza di almeno
una conferenza all’anno (la conferenza di quest’anno sarà tenuta
in India)
Appello per una terza intifada per attirare l’attenzione del mondo
sulla causa palestinese
Organizzare campagne politiche e mediatiche contro la terminologia
usata dagli USA e Israele quali “terrorismo invece di resistenza”,
"pace in riferimento alla sicurezza israeliana”, ecc…
La risoluzione 194 dell’ONU, inattuata da 60 anni, va applicata
attraverso l’esercizio pratico del diritto al ritorno. A tal fine
occorre organizzare manifestazioni di profughi che marcino verso i
confini, sostenuti dai gruppi di solidarietà internazionale.
5000 scrittori e artisti in Indonesia hanno deciso che il 2008
sarà l’anno della Palestina. Le entrate saranno devolute in
solidarietà al popolo palestinese (Si può replicare in
altri paesi)
Intestare vie, piazze e organizzazioni della società civile ai
martiri palestinesi in tutti i paesi arabi
Realizzare carte geografiche alternative, in cui la Palestina
sostituirà Israele e organizzare campagne per diffondere tali
carte geografiche
Lanciare un appello per l’organizzazione di una manifestazione del
“martello” del popolo palestinese contro il Muro . I manifestanti
dovranno colpire simbolicamente con piccoli martelli il Muro, sostenuti
dall’appoggio internazionale e da una forte copertura mediatica.
Sviluppare un database che contenga i dati rilevanti importanti
relativi alla storia della Palestina e alla celebrazione di quegli
eventi
Lanciare un appello per la formazione di una lega araba dei popoli che
sostituisca la Lega Araba ufficiale. L’organizzazione dei popoli si
assume il compito di coordinare il sostegno delle cause arabe superando
le mancanze e le complicità dei regimi arabi del Medio Oriente
Lanciare un appello all’unità della resistenza contro gli Usa e
Israele in Palestina, Libano e Iraq.
Raccomandazioni organizzative
Dare ampia diffusione a queste proposte
Creare un sito web per la campagna in diverse lingue
Creare una rete di comunicazione tra i principali partecipanti alla
campagna internazionale e altri enti ed organizzazioni impegnati nella
stessa lotta, allo scopo di coordinare l’impegno e di scambiarsi
informazioni
Traduzione di Mariella Megna –
www.laltralombardia.it