FALLITO IL DISEGNO REPRESSIVO DI QUESTA
AMMINISTRAZIONE!
DAVANTI AL GIUDICE DEL LAVORO DI MILANO E’ STATO RIDIMENSIONATO
RADICALMENTE IL PROVOCATORIO PROVVEDIMENTO DISCIPLINARE DELLO SCORSO
ANNO CONTRO GIORGIO RIBOLDI!
LA VOLONTA’ INTIMIDATORIA E REPRESSIVA DELL’AMMINISTRAZIONE E DEL
SUO APPARATO BUROCRATICO NON E’ PASSATA ED E’ STATA SCONFITTA!
La Regione, nell’impossibilita’ oggettiva di dimostrare contro il
nostro compagno accuse su responsabilità inesistenti e di fronte
al rischio di vedersi contestare le proprie carenze riguardanti la
tempestività di assegnazione di incarichi di lavoro a Giorgio
Riboldi, ha dovuto assoggettarsi alla proposta originaria del giudice
Alba Chiavassa ed accettare una soluzione conciliativa che prevede in
sintesi:
LA RESTITUZIONE del denaro corrispondente ad 8 giorni di stipendio,
trattenuto lo scorso anno a fronte di una originaria penalizzazione di
10 giorni. In sostanza la penalizzazione si riduce da 10 a 2
giorni, corrispondenti alla formale sospensione.
L’ANNULLAMENTO della cosiddetta “RECIDIVA” che costituiva la parte
più grave del provvedimento disciplinare (per capirci, se questa
non fosse stata tolta, il provvedimento disciplinare avrebbe pesato per
due anni sul nostro compagno).
CONSEGUENTEMENTE non saranno inficiati ne’ il percorso di carriera, ne’
eventuali reinquadramenti automatici, ne’ l’erogazione della
quota individuale d’incentivo.
LE PARTI IN CAUSA non avranno più nulla da “pretendere” o
“rivendicare” reciprocamente per il periodo in contestazione
marzo-settembre 2003.
RIMBORSO di una quota delle spese processuali sostenute da Giorgio
Riboldi.
RESTITUZIONE della quota di contributi previdenziali, trattenuti lo
scorso anno in concomitanza con l’attuazione del provvedimento
disciplinare.
IN SOSTANZA IL GRAVE PROVVEDIMENTO E’ STATO SVUOTATO DI
CONTENUTO E DEL SUO SIGNIFICATO ESEMPLARE.
Questo risultato é il frutto di un nostro impegno rigoroso e
determinato e costituisce la risposta a chi ci voleva chiudere la
bocca e impedire di pensare. Infatti e’ il caso di ricordare che la
decisione di ricorrere alla sanzione giunse immediatamente dopo
la diffusione di un volantino dello Slai-Cobas, in cui veniva
denunciato il pericolo della presenza di amianto nei locali del
Pirellone squassati dall’incidente aereo e la strumentalizzazione
politica che aveva fatto l’amministrazione su quell’episodio.
Evidentemente, in modo del tutto arbitrario, l’amministrazione o
qualche suo dirigente attribuì la stesura del volantino a
Giorgio Riboldi e poiché non poteva colpirlo per un “reato”
d’opinione o per il suo intransigente impegno sindacale, cercò
di intimidirlo, propinandogli un pesante provvedimento disciplinare
basato sulla contestazione di fatti e responsabilità inesistenti
o strumentali.
E’ EVIDENTE CHE LA SOLUZIONE POSITIVA DI QUESTA VICENDA CI DA’ ANCORA
PIU’ FORZA E VOLONTA’ PER PROSEGUIRE NELLA DIFESA INTRANSIGENTE
DEGLI INTERESSI DEI LAVORATORI E PER DENUNCIARE LE GRAVI
CONSEGUENZE CHE PROVOCA LA POLITICA LIBERISTA E DI
PRIVATIZZAZIONE DI QUESTA AMMINISTRAZIONE.
LA CONCLUSIONE DI QUESTA VICENDA DIMOSTRA, FRA L’ALTRO, CHE SE NON SI
ABBASSA LA TESTA E SE NON SI SUBISCE IN SILENZIO, E’ ANCORA POSSIBILE
NON SOLO RESISTERE, MA ANCHE REALIZZARE DEI BUONI RISULTATI . QUESTO E’
VALIDO PER TUTTI/ E PER IL FUTURO.
Cogliamo l’occasione per ringraziare gli avvocati Fezzi, Borali e
Federico e Alessandro Riboldi che hanno operato, nelle varie fasi della
vicenda in modo preciso, intelligente e senza cedimenti, permettendo di
raggiungere questo positivo risultato su una questione molto complessa
e difficile da gestire.
SlaiCobas Ente Regione Lombardia