violenza contro le donne
25 novembre 2008
La dimensione della violenza e degli omicidi di donne mostra in maniera
evidente che non si tratta affatto di singoli episodi in cui le ragioni
vanno trovate nella condizione specifica, ma di una condizione generale
delle donne. La società imperialista è arrivata ad un
grado di putrefazione, in cui l'oppressione verso la donna, che sempre
è la cartina di tornasole del grado di inciviltà del
sistema sociale, assume la forma della violenza, della
brutalità. Non si tratta che questo sistema sociale non fa nulla
per impedire violenze e omicidi, ma si tratta che è esso la
causa principale delle violenze e omicidi. La maggior parte degli
omicidi, delle violenze avvengono all'interno della famiglia o dei
rapporti di coppia. Esse trovano ragione in una famiglia sempre
più "esaltata" da Governi, Chiesa, partiti borghesi che ne fanno
luogo di conservazione di questo sistema sociale e quindi un suo
importante puntello; famiglia come ammortizzatore sociale delle
contraddizioni sempre più laceranti della società
imperialista, famiglia che lenisce le "ferite", che addomestica,
controlla, normalizza le spinte di rottura; una "istituzione" di
difesa/sicurezza/ordine, di chiusura verso l'esterno considerato "il
male". Tornano tutti gli aspetti di oppressione della donna nella
famiglia, ma in peggio, perché interni concezioni da moderno
fascismo/medioevo, in cui l'aspetto più evidente è la
diffusione di un individualismo disperante che non fa considerare la
persona essere sociale, parte e in rapporti con le altre persone,
uomini e donne, ma un singolo individuo che arriva a considerare
"umani" i suoi istinti bestiali e "bestiali" i desideri umani delle
persone, e in primo luogo delle donne. Questa realtà non ha
soluzione se non in una rottura rivoluzionaria di questo sistema ormai
pieno di metastasi. Non una lotta per chiedere provvedimenti a chi ne
è causa, ma una lotta per far sentire ad ogni donna la forza
collettiva delle donne "per ogni donna stuprata e offesa siamo tute
parte lesa": come se ogni violentatore trovasse sotto la sua casa una
ma tante donne. Una lotta contro: il sistema sociale, lo Stato, e tutte
le sue propaggini culturali, ideologiche, parte integrante della lotta
generale rivoluzionaria per rovesciare lo stato di cose esistente.
margherita calderazzi
movimento femminista proletario rivoluzionario
mfpr@fastwebnet.it
taranto 25-11-08