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Dal Molin, ovvero IL RE E? NUDO


   Con il placet di Romano Prodi all'insediamento di una base USA nel
   cuore di Vicenza si chiude l?ultimo barlume di speranza in una azione
   di governo vagamente autonoma dalle strategie politico-militari
   statunitensi.


   Il servilismo con il quale la decisone è stata presa traspare dai
   tempi, in largo anticipo sulla enfatizzata ?dichiarazione
   chiarificatrice di venerdì 19 gennaio?, e dai modi, esposti dal
   ministro degli esteri  durante la trasmissione televisiva ?Ballarò?
   di martedì 16 gennaio , durante la quale D?Alema ha rivelato una
   proposta alternativa al Dal Molin, evidentemente rifiutata dal padrone
   americano. Il Pentagono ha battuto forte sul tavolo, ha dettato le
   condizioni per la realizzazione della base ora, subito, adesso. Il
   "governo amico" ha battuto i tacchi.

   Alcune affermazioni di Prodi, che addossano ora la responsabilit?
   della scelta al voto del consiglio comunale di Vicenza ed al passato
   governo Berlusconi aggiungono al servilismo un forte sapore di
   ridicolo.


   Mentre migliaia di cittadini vicentini occupano la stazione di
   Vicenza, le trivelle sono pronte a scavare le fondamenta per
   l?installazione della 173° brigata aviotrasportata USA, tristemente
   nota per i massacri in Vietnam e più recentemente a Falluja..

   La strada tracciata è evidente: una reiterata subalternit?
   dell?Italia alle presenti e future operazioni di guerra in Medio
   Oriente. I nostri territori saranno ancora di più trampolino di
   lancio per le aggressioni contro l?Afghanistan, la Siria, l?Iran,  il
   Libano, la Somalia e il corno d?Africa.


   In base a queste scelte politiche decine di civili afgani muoiono
   quotidianamente sotto i bombardamenti della NATO, in Libano i soldati
   italiani difendono (dichiarazioni di D?Alema e Prodi) gli interessi di
   Israele e dell?illegittimo governo Siniora, è stata varata una
   finanziaria che - prima volta nella storia repubblicana - investe più
   fondi per le spese militari rispetto a quelle sociali.

   La cosiddetta ?sinistra radicale? di governo si trova ora di fronte ad
   una nuova, gravissima scelta presa dal ?nocciolo duro? dell?esecutivo
   prodiano, contro la quale l?unica strada possibile sarebbe quella di
   determinare una vera crisi di governo, con il ritiro dei propri
   ministri dall'esecutivo.

   Dubitiamo fortemente sulle reali intenzioni di questo ceto politico,
   prono sino ad oggi di fronte a scelte guerrafondaie e liberiste.


   La base USA al Dal Molin apre la strada ad una riorganizzazione
   strategica dell?esercito statunitense nel nostro paese. Le notizie
   trapelate in questi ultimi anni su ipotesi di raddoppio ed ampliamento
   a camp Darby, Sigonella, Taranto, Brindisi, Napoli si tramutano oggi
   in una drammatica attualit? .


   Il movimento contro la guerra si trova di fronte ad una sfida a tutto
   campo, su tutto il territorio nazionale. Le lotte di questi mesi a
   Vicenza indicano però una strada, in grado di far uscire le
   mobilitazioni da un generico pacifismo.

   Dobbiamo costruire una forte rete nazionale di resistenza attiva sui
   territori, contro la militarizzazione della politica e dell?economia,
   contro l?occupazione di intere aree da parte di eserciti in guerra
   oggi contro i popoli mediorientali, domani contro chiunque metta in
   discussione l?ordine delle cose esistente.


   Esprimiamo la nostra totale solidariet?  alle mobilitazioni di queste
   ore a Vicenza, chiamando tutte le realt?  coerentemente pacifiste a
   scendere in piazza, contro un ulteriore, vergognoso schiaffo alla
   dignit?  nazionale, subìto oggi da un governo che qualcuno spacciava
   come ?amico?.

   Occorre mobilitazione immediata e riorganizzazione strategica del
   movimento contro la guerra.

   Il convegno nazionale ?Disarmiamoli? del prossimo 10 febbraio a
   Bologna si porr?  al servizio di queste urgenze.


         Il Comitato nazionale per il ritiro delle truppe italiane

                www.disarmiamoli.org  info@disarmiamoli.org

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