dal sitO WWW.ARCIPELAGO.ORG
*CAMMELLI "MARXISTI RIVOLUZIONARI"*
Documento sottoscritto da alcuni militanti romani del PRC
a proposito del comportamento congressuale degli esponenti dell'associazione
Progetto Comunista. Quello di Roma non è il solo episodio riprovevole che ha
visto protagonisti i "marxisti rivoluzionari", anche se riveste un
particolare significato alla luce della complicità garantita ai "marxisti
rivoluzionari" di Ferrando, Grisolia e Ricci dai "revisionisti" di
Bertinotti; più grave ancora, da un punto di vista politico, è l'esclusione
dal Comitato Politico Nazionale del segretario del circolo degli operai di
Melfi, sempre per fare spazio a qualche oscuro burocrate di provata fede
"marxista rivoluzionaria".
L'esclusione dal CPN della voce degli operai di Melfi appare assolutamente
vile se solo si pensa alla pubblicità che Ferrando & Co. hanno dato al fatto
che in quel circolo il III Documento ha avuto la grande maggioranza dei
voti, pari al 70%. Si vede che anche per i "marxisti rivoluzionari" gli
operai vanno bene quando si tratta di portare voti, ma guai ad affidargli un
ruolo da protagonisti... si sa, gli operai - specialmente in situazioni come
quella di Melfi - sono troppo impegnati a lavorare ed a lottare per leggere
con la dovuta attenzione i testi di Trotzky e le dotte interpretazioni di
Ferrando, Grisolia e Ricci.*
* A PROPOSITO DI CERTI "MARXISTI RIVOLUZIONARI"…*
Siamo compagne e compagni del PRC di Roma che avevano raccolto l'appello di
Marco Ferrando per un documento unitario alternativo a quello di Bertinotti
ed alla sua deriva governista e revisionista; un appello, si diceva, rivolto
a tutti, "aldilà delle vecchie divisioni congressuali" ed incentrato su
alcuni punti fondamentali, fra i quali il rifiuto della cooptazione del PRC
nel centrosinistra, la costruzione di un polo di aggregazione per la
sinistra alternativa e di classe e, dulcis in fundo, il ripristino della
democrazia nel partito stesso.
Ci siamo impegnati nei nostri congressi di circolo, ottenendo anche
risultati significativi, fra i quali vogliamo citare l'elezione di un
delegato nel circolo di Cinecittà (il secondo per numero di iscritti della
federazione romana) e la maggioranza al III Documento nel circolo di Casal
Bertone; avremmo potuto fare di più, se non ci fossimo trovati di fronte il
comportamento inqualificabile dei rappresentanti romani dell'associazione
"marxista rivoluzionaria" Progetto Comunista. Riteniamo giusto che i
compagni e le compagne siano a conoscenza di quello che è avvenuto.
La possibilità di un percorso diverso per il PRC, prefigurata dal III
documento, è stata bruciata dai suoi stessi proponenti, che hanno adottato
una serie di comportamenti politici all'insegna di un settarismo e di una
scorrettezza che non avremmo mai potuto immaginare: nessuna riunione con i
compagni, nessuna comunicazione da parte del membro della commissione
congressuale (tale Nicola Di Iasio), imposizione dei presentatori delle
mozioni contro le indicazioni dei compagni dei circoli. Il risultato di
questa arrogante inettitudine è noto: a Roma il III documento ha raccolto
solo 69 voti su più di 2.200, pari a circa il 3%, la metà della di per sé
non esaltante media nazionale. Ma il peggio deve ancora venire: come è noto,
il regolamento congressuale (riprendendo lo statuto del partito) disponeva
che, oltre ai delegati eletti con quoziente pieno nei circoli, al congresso
federale partecipassero i delegati recuperati con i "resti" più alti
ottenuti da ogni documento nei congressi di circolo, fino all'utilizzo
proporzionale di tutti i voti ottenuti da ogni documento. Ebbene, alla conta
dei voti, al III Documento – che aveva eletto direttamente otto delegati al
congresso federale – spettavano ancora tre delegati da "ripescare" con i
"resti"; il Di Iasio, anziché indicare alla commissione congressuale i
compagni che avevano ottenuto i maggiori consensi nei circoli, si è
autoproclamato delegato al congresso federale, e con lui ha "eletto" altri
due compari, tali Angiuoni e Fioravanti. E' da notare che sia il Di Iasio
che i due compari, nei circoli avevano ottenuto ciascuno un solo voto: il
proprio.
In sede di congresso federale, si è assistito ad uno spettacolo ancora più
indegno. Il ricorso urgente presentato per ripristinare la legittimità e le
democrazia, sostituendo i delegati abusivi con i compagni realmente votati
dai circoli, è stato respinto grazie al soccorso accordato ai "marxisti
rivoluzionari" dai "revisionisti" bertinottiani, contro il parere dei
compagni di tutti gli altri documenti. Mentre i compagni dei documenti 2
(Grassi), 4 (Malabarba) e 5 (Bellotti), votavano per ripristinare
legittimità e democrazia, i "marxisti rivoluzionari" venivano amorevolmente
soccorsi dai "governisti e revisionisti" di Bertinotti, alcuni dei quali si
premuravano anche di minacciare i compagni e le compagne che avevano osato
presentare il ricorso.
La presentazione di una lista alternativa ci ha consentito di portare nel
Comitato Federale un compagno realmente eletto in un circolo, mandando a
casa almeno uno dei tre abusivi, ma non impedisce di assistere al ridicolo
di un personaggio (il Di Iasio) che siederà nel Comitato Politico Nazionale,
il massimo organismo rappresentativo del partito, avendo preso un solo voto
congressuale: il suo. Naturalmente, tutto è avvenuto in perfetto accordo con
i vertici "marxisti rivoluzionari", cioè Ferrando, Grisolia e Ricci, che
hanno avallato l'intera pastetta, compreso il soccorso bertinottiano.
Questi sono i fatti. Le considerazioni politiche le lasciamo ad ognuno.* *
Per le compagne e i compagni del III Documento: Claudio Lorenzoni (Circolo
Prati "Ambrogio Donini"; Germano Monti (Circolo di Casal Bertone -
Portonaccio "Rachel Corrie"; Gina Morichelli (Circolo San Lorenzo
"Francesco Babusci"; Maurizio Timitilli (Circolo di Cinecittà "Luigi
Longo"; Gabriele Tommasi (Circolo Monti – Esquilino)