Alcuni
esempi tipici di disinformazione
Nella
storia dell’umanità c’è sempre stato qualcuno pronto a
speculare sulle tragedie collettive, sui cataclismi provocati dalla
furia naturale, sulle guerre e sulle carneficine umane. Rammentate il clima di
panico e sgomento generale suscitato intorno all’aviaria, meglio nota
come “influenza dei polli”? Non esagero se dico
che ci hanno indotti a temere il peggio; si era persino giunti a
paventare una pandemia di proporzioni colossali, a prospettare uno
scenario apocalittico di catastrofe umanitaria e sanitaria. Ma quali sono stati i
danni effettivamente arrecati dall’influenza aviaria?
Gli
esiti reali sono stati addirittura irrisori di fronte ai terrificanti
effetti temuti e sbandierati dagli “esperti”. Al
contrario, la iattura maggiore è stata prodotta dalla paura e
dalla propaganda terroristica dei mass-media, che conducono a disastri
più gravi del male stesso.
Le
perdite principali sono state di ordine
economico, poichè l’allarmismo
diffuso tra la popolazione ha arrecato svantaggi e rovine al settore
dell’avicultura. Chi, dunque, ne ha
approfittato? Cui prodest? A chi interessa
spaventare la gente?
Tra
quanti hanno tratto utili incalcolabili, figurano senza dubbio le
industrie farmaceutiche produttrici di vaccini antinfluenzali, nonché altri avvoltoi che hanno lucrato su
ciò che è stato il business economico dell’anno scorso:
l’influenza dei polli. Ma i veri “polli”
sono stati i milioni di cittadini e consumatori, truffati e gabbati
dagli organi della disinformazione di massa.
Uno dei
concetti chiave di Goebbels (il Ministro
della propaganda nazista) era: “Una bugia ripetuta mille volte diventa
più vera della verità”.
Parimenti
mi chiedo chi ha lucrato sulle catastrofi internazionali degli ultimi
anni come, ad esempio, lo spaventoso
tsunami che nel dicembre 2005
devastò il sud-est asiatico, causando un’orribile ecatombe. La
risposta la lascio al vostro giudizio individuale.
Un altro
esempio. Si pensi all’11 settembre 2001, allo storico attentato contro le Twin Towers.
Questa immane tragedia, un orrendo crimine contro l’umanità, ha
cinicamente rappresentato un esorbitante affare economico, uno
straordinario evento speculativo in borsa, che ha generato immense
fortune finanziarie per pochi, grandi speculatori, ma ha dissolto
ingenti ricchezze, rovinando milioni di piccoli risparmiatori.
Così
le tante guerre, attualmente in corso nel
mondo, in Iraq, in Afghanistan, in Medio Oriente, in Africa, sono tante
opportunità per siglare affari d’oro, per arricchirsi con il
sangue, la morte e la sofferenza di milioni di esseri umani, condannati
ad un destino atroce e sventurato.
Ma la guerra è,
per antonomasia, un evento catastrofico, che annienta non solo vite
umane, ma demolisce intere città, agglomerati urbani, strade,
abitazioni, scuole e ospedali, insomma le infrastrutture, alla stregua
di un violento sisma o di una qualsiasi calamità naturale. A cui segue il momento della ricostruzione delle aree
disastrate, una fase che è anch’essa un’occasione lucrosa, utile
e propizia per stipulare affari. A tal
punto che l’economia della ricostruzione è tanto ricca e
conveniente quanto l’economia di guerra, o un’economia della catastrofe
e del catastrofismo. I “frutti” di cui parlo sono gli affari
osceni compiuti da sciacalli e trafficanti capitalisti, privi di
scrupoli, che dissanguano e disonorano il genere umano. In tal senso,
l’economia della catastrofe è omologa e corrispondente
all’economia di guerra, come l’economia
della ricostruzione è associata in modo complementare
all’economia di guerra.
L’indotto
economico che si viene a creare intorno ad un processo di
ricostruzione, è un circuito assai vasto, complesso e
articolato, che impiega decine di migliaia di tecnici, professionisti,
ingegneri, architetti, progettisti, lavoratori addetti all’edilizia, ma
anche operatori della sanità, della scuola, dei servizi;
è un sistema che può favorire l’accumulazione di notevoli
fortune economico-capitalistiche. Si rammenti quanto è accaduto durante l’opera di
ricostruzione successiva al sisma del 23 novembre 1980, che
cancellò in pochi attimi intere comunità dell’Irpinia e della Basilicata.
L’economia
della ricostruzione implica anche la formazione di rendite e titoli
azionari in borsa, che sono soggetti alle
oscillazioni e ai condizionamenti derivanti da avvenimenti catastrofici.
Insomma,
tutti noi dovremmo imparare a diffidare delle notizie, soprattutto di
quelle più allarmistiche, che quotidianamente ci vengono propinate dai mezzi di comunicazione di
massa, cercando di ragionare con la nostra testa, esercitandoci
nell’arte del dubbio e della critica, non per il gusto di polemizzare
gratuitamente, ma per liberare ed espandere l’area della nostra
coscienza, per disintossicarci dalle scorie velenose della
disinformazione, che ormai è diventata una droga psicologica, un
pericoloso ingranaggio che procura un’inconscia forma di dipendenza e
di assuefazione mentale. Non a caso, molti di noi dipendono e fanno dipendere la propria vita dai mass-media, in
particolare dalla televisione, senza mai dubitare delle informazioni
ricevute. L’oracolo moderno a cui le masse guardano e si rivolgono come
a un profeta elettronico, o a una
divinità terrena, da cui ottenere responsi autorevoli, è
proprio la televisione.
Perciò,
non è difficile figurarsi le ragioni per cui la nostra
società versa in uno stato di decadenza morale e intellettuale, una
società in cui regnano i facili allarmismi, le fobie, le
psicosi, l’ipocondria, insomma una società nevrotica e alienante.
In altri
termini, io credo che dovremmo porci, una tantum, la fatidica domanda: “cui prodest”? A chi
serve o conviene una data notizia? A chi giova manipolare la
verità? Una maggiore accortezza
ci aiuterebbe se non altro a ragionare, ad esercitare il nostro senso
critico, che è un istinto naturale, una virtù che il
sistema sociale tende reprimere sin dai primi anni vissuti in famiglia
e a scuola, costringendoci ad obbedire ciecamente alle
“autorità” che sono i genitori, gli insegnanti, lo Stato,
Tra le tante balle catastrofiste e allarmistiche che ci raccontano ogni giorno, vi sono quelle che appartengono alla categoria ecologico-ambientalista. Cito un esempio. L’effetto serra.
Sappiamo che il
surriscaldamento del clima terrestre prodotto dall’inquinamento
atmosferico, è all’origine della siccità e della
desertificazione. Ma, come spesso accade,
ci raccontano solo una percentuale di verità, ossia ci
nascondono una quota della verità stessa.
Occultare
una parte di verità, per riferire solo quella che fa comodo,
significa compiere un’opera di mistificazione.
Dunque, a chi giova un certo tipo di
terrorismo psicologico?
Provo a
ragionare con la mia testa. Semmai si
verificheranno in futuro eventi disastrosi, questi potranno
derivare dall’inevitabile innalzamento delle acque dei mari e degli
oceani che sommergeranno vastissimi territori come, ad es., le fasce costiere dei paesi mediterranei.
E’
innegabile che l’effetto serra stia causando un progressivo
scioglimento dei ghiacciai polari. Tale realtà è
conosciuta da tutti, anche dai ragazzini che frequentano le scuole
elementari. Mi riferisco alla
verità ufficiale, alla versione proposta e divulgata dai
mass-media, che rappresentano e difendono determinati interessi
economici e di potere.
La
verità viene quindi spezzata e
ridotta in frammenti, viene trasmessa e descritta a brandelli. Alcune
porzioni assai rilevanti della verità, vengono
sistematicamente ignorate, trascurate, omesse, occultate e dissimulate
ad arte. In genere, gli organi di informazione
riferiscono solo la razione di verità che conviene rivelare.
Così come avviene nel caso preso in esame.
Perché
non ci spiegano, ad esempio, che la scarsità di
acqua derivante dalla siccità e dalla crescente
desertificazione del clima, potrebbe essere compensata dallo
scioglimento dei ghiacciai polari, così come ci insegna e ci
dimostra la legge dei vasi comunicanti?
Personalmente,
confido nella capacità della Terra di riequilibrarsi e rimediare
ai guasti e agli scempi causati dall’umanità, dato che il nostro
pianeta è simile a un organismo
vivente.
A
proposito di “verità”, o di notizie attendibili, sarebbe
più verosimile la tesi secondo cui sarebbe in atto un processo
di tropicalizzazione del clima,
specialmente del clima mediterraneo, per cui
si potrebbe prefigurare uno scenario futuro di trasformazione
territoriale di paesi quali l’Italia o
La
disinformazione, sempre più dilagante e pervasiva,
condiziona in modo decisivo la nostra vita,
a tutti i livelli, anzitutto nel campo alimentare.
Gli
esperti di nutrizione ci raccontano che la migliore dieta è
quella più varia e più ricca di alimenti
(sicuramente ricca per i commercianti e per le multinazionali del
settore alimentare). Io mi domando se convenga (non solo
economicamente) variare e arricchire la propria alimentazione
giornaliera, nella misura in cui variare significherebbe incrementare i
consumi, per cui tale tesi, divenuta una
persuasione diffusa, un luogo comune trito e ritrito, racchiude una
sorta di messaggio subliminale che inciterebbe al consumismo più
sfrenato.
In altri
termini, con tutte le sconcezze alimentari diffuse in commercio, i cibi
adulterati e geneticamente modificati, le carni gonfie di ormoni, gli alimenti surgelati contenenti
conservanti, coloranti, additivi chimici, mi chiedo se non convenga,
sotto il profilo igienico-sanitario,
seguire una dieta più povera (ma più ricca per il nostro
portafoglio) e più genuina, un’alimentazione meno varia,
incentrata su poche componenti nutritive, magari sugli stessi alimenti,
ma che sappiamo essere sani al cento per cento!
I miei
punti di vista sono antitetici a quelli oggi dominanti, creati dalla
propaganda e della disinformazione di massa, manovrata dai padroni del
mondo, cioè dalle corporations dell’economia globale, che sono i
padroni della scienza, della tecnica e della comunicazione.
Io non
ho le competenze tecnico-specialistiche per confutare determinate tesi
scientifiche che sono false e ingannevoli, ma cerco comunque
di informarmi autonomamente e di ragionare con la mia testa, per cui mi
chiedo: a chi giova un certo tipo di terrorismo psicologico?
Ebbene,
in un conflitto bellico, come in uno
contesto di catastrofe naturale, i primi a trarne profitto sono i
produttori di medicine, ma anche i fabbricanti di armi e le compagnie
petrolifere, per cui in un teatro globale in cui si prefigurino e si
prevedano scenari di guerre e catastrofi climatiche, i valori azionari
ad essere maggiormente apprezzati ed esaltati in borsa sono, appunto, i
titoli delle multinazionali petrolifere, farmaceutiche e delle case
produttrici di armi. Non è un caso che i padroni dell’energia
petrolifera, della farmacologia e degli armamenti militari, siano anche i padroni della finanza
internazionale, ovvero i padroni del denaro. E i padroni del denaro sono notoriamente
i padroni dei mezzi di comunicazione e di persuasione di massa, ossia i
padroni assoluti e incontrastati del mondo contemporaneo.
Lucio
Garofalo