LA CONFUSIONE E’ SEMPRE PIU’ GRANDE SOTTTO IL CIELO

(MA LA SITUAZIONE NON E’ ECCELLENTE!)

Nell’ultimo numero di luci della città, la pubblicazione a cura dei ”Comitati cittadini”, abbiamo letto con perplessità e sgomento crescente un articolo del Signor Enrico Galoppini nella rubrica “Politica e città”, accompagnato da una poesia di Pier Paolo Pasolini. 
La redazione (che accoglie lo stesso Autore), evidentemente non del tutto in pace con la propria coscienza, ha inserito nella pagina una scarna nota in cui chiariva che l’articolo sarebbe apparso a molti provocatorio, avrebbe fatto “discutere, incazzare” e perfino “pensare” (ma a noi ha suscitato solo sdegno e parecchia tristezza!) per la “scorrettezza” dell’Autore. Alla fine, si dà sostanzialmente dell’imbecille a chi non accetti di “pensare” e “mettere in moto le rotelle cerebrali” a seguito delle provocazioni di un personaggio che, con le proprie posizioni indecenti, imbratta di fango la memoria e l’opera del grande intellettuale, forzosamente accostato al Galoppini.
La provocazione è perfettamente riuscita, ma non sappiamo se la redazione e i Comitati si rendono conto di quanto profonde siano le offese che quell’articolo provoca: comprendono che, con la scusa di scagliarsi contro le manipolazioni dell’informazione e le ipocrisie della democrazia borghese – da noi sempre denunciate come le mistificazioni ideologiche – il Signor Galoppini ha fatto della pessima apologia del nazismo, incurante di offendere i morti della Resistenza in nome della libertà e le vittime dello sterminio?
Il Signor Galoppini, con una pacca sulla spalla, assolve i “ragazzotti bardati da Himmler (sic!)” che mostrano in modo “caricaturale” il proprio amore per la propria terra e la propria gente” arrestati in Austria per il possesso di bandiere naziste e l’apologia delle SS” (!!!), ci vorrebbe convincere che manifestare l’affiliazione anche solo sentimentale ad una ideologia razzista e stragista tra le peggiori espresse dall’umanità sia una “ragazzata”, non abbia conseguenze “fintantoché non aggrediscono qualcuno”.  Dobbiamo dunque aspettare qualche altro immigrato massacrato, qualche altro compagno accoltellato e ucciso, qualche altro crimine efferato, ma in buona fede, da parte di questi “poveri ragazzi” un po’ confusi e folkloristici?  Fascisti e neonazisti stanno riprendendo piede anche nei nostri territori, si vanno moltiplicando le violenze e le azioni squadristiche che accompagnano gli atti di intolleranza verso gli immigrati, i compagni e le sedi di “sinistra”, ma i responsabili di queste azioni non devono essere arrestati perché (poverini) esprimerebbero (certo in maniera grottesca) il proprio amore per la patria e il popolo!
Non contento, il Signor Galoppini si erge a difensore della libertà di espressione e di opinione contro l’arresto dello storico negazionista della Shoa, Irving, come un esempio di repressione delle idee: come se negare uno dei più grandi e feroci genocidi della storia (almeno del Novecento) sia un’idea degna di essere professata.  Oltretutto, la medesima posizione era stata espressa dallo stesso Galoppini sul foglio dell’estrema destra neonazista Rinascita del 6 dicembre scorso, con argomentazioni assolutorie verso un personaggio inquietante, il cui unico “reato” sarebbe quello di avere “simpatie nazionalsocialiste”!
Il Signor Galoppini, nella sua tendenziosa ricostruzione, ci vorrebbe indurre a ritenere che un paese come l’Austria (attraversato da non poche contraddizioni, vista la recente parentesi heideriana!) guidi un complotto che si avvarrebbe di un “apparato mediatico” (una volta lo avrebbero definito “complotto giudaico-bolscevico” di triste memoria!) puntato contro miti professori perseguitati per le loro innocue - seppur scomode - idee, trasformando il negazionismo dei campi di sterminio in una delle tante tesi storiche sostenibili nel variegato e libero mondo accademico, in cui non si deve negare che «i risultati delle sue ricerche sulla Seconda Guerra Mondiale siano destituiti di serietà scientifica.»
Ma la sfrontatezza “provocatoria” del Signor Galoppini raggiunge l’acme quando, al culmine della sua invettiva delirante contro l’ipocrisia dell’informazione, della democrazia e della “loro giustizia privata” che manda in galera solamente ”nazisti austriaci, storici e ladri di biciclette” (chiediamo scusa a questi ultimi per la compagnia in cui sono inseriti!), ci confessa che di fronte a queste storture gli verrebbe voglia di acquistare una bandiera con la svastica e di scendere in strada per sventolarla e gridare «sono nazista!», così, tanto per difendere la libertà di pensiero e di espressione.
L’ingenuità politica dovrebbe avere un limite: se non si è in grado di comprendere quelle che sono le conseguenze politiche (e penali) di quello che si pubblica, sarebbe meglio che ci si facesse da parte, onde evitare queste vere e proprie sconcezze.
Oppure, tutta la redazione condivide i contenuti dell’articolo, e allora la situazione diventa ancora più preoccupante. Il Signor Galoppini, che ingenuo sicuramente non è e che non ha scritto quel che ha scritto senza rendersi conto fino in fondo di quello che stava presentando, ha fatto della vera e propria (lo ripetiamo) apologia di nazismo: e questo, non solo per i comunisti, ma per tutti i sinceri democratici, è inaccettabile.
Il Signor Galoppini non è caduto in un errore di percorso, come testimonia la sua collaborazione con Rinascita, il foglio della destra neonazista italiana, in cui ha sostenuto la “causa” di Irving, ingiustamente accusato ed arrestato: la prossima esternazione sarà per chiedere il riconoscimento della dignità e lo status di combattenti, oltre che per i repubblichini, anche per le SS?
Il Signor Galoppini ci sembra, nella sua viscida furbizia, un “pessimo maestro” un imbonitore della peggior specie, un apologeta strisciante del nazismo che si presenta con il biglietto da visita della critica al sistema dell’informazione e della democrazia per spargere veleno reazionario nelle file sempre più sconcertate della sinistra sociale, ormai priva di qualunque ancoraggio antifascista e ideologico.
Per noi, che continuiamo a credere che le idee e i valori non siano tutti uguali e non stiano sullo stesso piano, non è accettabile il ricatto di chi, con la scusa di “far riflettere”, butta nel cesso della storia la pregiudiziale antifascista. L’obiettivo perseguito da molti ex - o presunti tali - (ex fascisti, ex comunisti, ex marxisti) del superamento di “destra” e “sinistra” in nome di un generico “ribellismo” o “rivoltismo” maschera una vera e propria infiltrazione - culturale prima che politica – fascista tra le file della sinistra. Dobbiamo impedire che questa pericolosissima operazione continui.

(17 gennaio 2006)

Associazione Comunista IL PIANETA FUTURO