Edizioni La città del sole
Collana
universale di base
n. 10
Introduzione di Sergio Manes
192 pagine € 9,00
Il racconto autobiografico di Geronimo non ha l’“obiettività” che hanno i vincitori quando scrivono la loro storia. Geronimo è un vinto, un prigioniero di guerra che, al termine della propria vita, racconta la sua storia, dal suo punto di vista, dicendo solo quello che ritiene importante. È una storia di parte, raccontata in modo da far emergere lo spirito della sua gente e la grande ingiustizia subita. Ci sono in essa l’amarezza per il trattamento subito, il rammarico per essersi arreso, ma anche l’orgoglio e la fierezza del suo popolo
Due culture, due concezioni del mondo si fronteggiavano, assolutamente irriconciliabili: per gli indiani la impossibilità di esistere senza la natura di cui si è parte, per i bianchi la volontà di dominarla, a costo di distruggerla.
La posta in gioco era altissima: la conquista dell’America dall’Atlantico al Pacifico. Quasi una missione sacra per cui non c’era prezzo che fosse troppo alto. Menzogne, tradimenti, falsificazioni della verità, violazione dei trattati solennemente sottoscritti, fino allo sterminio e al genocidio erano un prezzo ragionevole e, perfino, etico: l’integralismo cristiano predicava e garantiva la benedizione divina sui massacratori di indiani.
Gli Stati Uniti si rappresentano come campioni di libertà e si ergono a giudici di chiunque, a loro dire, violi questi diritti: sullo sfondo e nella narrazione di Geronimo c’è la “pulizia etnica” dei nativi e il loro genocidio. Non era il primo e non sarebbe certo stato l’ultimo grande crimine di quella “grande democrazia”.
Il racconto autobiografico di Geronimo è testimonianza e denuncia di una politica spietata, feroce, che negli anni si è riproposta e rinnovata.
Ieri si trattava di “portare la civiltà” ai popoli barbari dell’ovest, oggi si “esporta la democrazia. Ieri la sacra missione affidata da Dio all’eletto popolo americano (s’intende, quello rigorosamente bianco, cristiano e anglofono) era quella di riunire il continente nordamericano sotto le bandiere di Washington, oggi quella stessa sacra missione pretende di realizzare l’unificazione dell’intero pianeta sotto le insegne di Wall Street.
C’è un filo nero nella storia dell’America bianca, un filo che unisce e annoda indissolubilmente lo sterminio dei nativi americani con l’espansione imperiale dentro e fuori il continente americano.