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Alle redazioni di:

- La Repubblica

 

 

A proposito di pace e di libertà di espressione

 

Voglio denunciare quanto è accaduto a mia figlia Francesca che frequenta il Liceo Racchetti di Crema (CR)

Oggi 18 marzo 2003 Francesca, d’accordo con i genitori, si recava a scuola avvolta in una bandiera della pace (quella con i colori dell’arcobaleno, per intenderci) visto ciò che sta accadendo e accadrà nei prossimi giorni.

Ad un certo punto della mattinata, quando iniziava la lezione di un insegnante (il cui nome mi riserbo di fare, qualora il nostro avvocato ravvisasse gli estremi di una denuncia) Francesca veniva invitata sbrigativamente a togliersi la bandiera. Al suo rifiuto il docente la cacciava dalla classe, facendole trascorrere il resto della lezione fuori dalla porta.

Ma la "farsa tragica" non finisce qui. Ad un certo punto interviene anche il preside (forse chiamato?) del liceo Racchetti (Gianbattista Rossi), il quale, avvicinata Francesca, la "aggredisce" con tono arrogante imponendole di togliersi la bandiera di dosso perché, secondo lui, si trattava di "una pagliacciata" ed era per lui "una questione di decoro". Al rifiuto di Francesca il suddetto esponente della burocrazia scolastica se ne andava, "promettendo" a mia figlia che avrebbe preso provvedimenti adeguati.

Ritengo quanto accaduto di una gravità inaudita, tanto più che già in altre circostanze aveva mostrato il suo decisionismo a-democratico.

Non solo, in un contesto in cui lo stesso capo della chiesa cattolica fa un appello rigoroso contro la guerra, in cui milioni e milioni di persone si muovono per opporsi a questa guerra ingiusta ed unilaterale, io devo assistere e contrastare un atteggiamento di una persona che per primo avrebbe dovuto sensibilizzare tutte le componenti della scuola sul tema della pace. Ritengo l’atteggiamento del preside del Liceo Racchetti da denunciare pubblicamente e censurare come esempio di cosa che non si deve fare nelle scuole d’Italia.

d.ssa Maria Megna – funzionario Regione Lombardia