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Il caso delle interviste impossibili pubblicate dal supplemento Il
Venerdì, di La Repubblica, a personalità come Gabriel
García Márquez, Álvaro Uribe, Alfonso Cano, Fidel
Castro e Hugo Chávez, e denunciate come inventate dal quotidiano il
Manifesto, con la firma di Maurizio Matteuzzi, non solo non si
chiarisce, ma anzi getta una luce ancora più vergognosa su La
Repubblica, che a questo punto sarebbe pienamente complice dell’autore
dei presunti scoop a firma Jordi Valle.
In questi giorni si era scomodato addirittura il Caporedattore de Il
Venerdì, Attilio Giordano, per preannunciare un documento
inoppugnabile sul supplemento Il Venerdì di ieri. Ieri era il
gran giorno e la delusione è stata cocente.
A p. 128, c’è una letterina firmata dal discusso ambasciatore
di Colombia a Roma, Sabas Pretelt (nella foto), di recente inquisito
per lo scandalo di corruzione che portò alla rielezione di
Álvaro Uribe, noto come Yidispolitica, dal nome della
parlamentare Yidis Medina, condannata per essere stata corrotta da
Pretelt stesso.
Ebbene Sabas Pretelt nella lettera non legittima in nessun modo
l’articolo di Jordi Valle, che non viene neanche nominato, né
smentisce in alcun modo la smentita del proprio governo che afferma
esplicitamente che l’articolo sia falso. Si limita a dire che, in
riferimento ad alcune affermazioni offensive contro Barak Obama
attribuite al presidente colombiano, “il Signor Presidente Alvaro Uribe
Vélez giammai si è riferito in termini squalificanti
verso nessun candidato alla Casa Bianca.”
Quindi nella lettera, non disponibile online e pubblicata in un
angolo marginale del supplemento, non c’è nessun documento
inoppugnabile, nessuna pezza di appoggio, nulla che dimostri che
l’intervista ad Uribe e tantomeno le altre siano vere. L’unica cosa che
resta è il comunicato ufficiale del governo colombiano che
afferma testualmente: “El Mandatario jamás se reunió con
el señor Valle ni le concedió entrevista alguna”, ovvero,
“Il presidente non ha mai incontrato il signor Valle né gli ha
mai concesso un’intervista”. Ovvero Sabas Pretelt fa un magro favore a
La Repubblica: contribuisce appena a creare una piccola cortina di
fumo. Non può smentire il suo governo sul fatto che l’intervista
sia falsa e allora, contestando un dettaglio di questa e senza fare
riferimento alla smentita generale, fa credere che essendo un dettaglio
falso, il resto possa essere vero.
La Repubblica, Jordi Valle, Attilio Giordano, dalla controsmentita
tanto attesa escono ancora peggio di prima.