FARC-EP: LA COLOMBIA INTERA
CHIEDE SOLUZIONI POLITICHE!
1.
Le unità
fariane incaricate di verificare la smilitarizzazione dei municipi di Florida e Pradera sono in posizione. Aspettano
solo il decreto presidenziale ed il ritiro della forza pubblica per
dare inizio alla loro missione.
2.
Anche i
Comandanti Fabián Ramírez, Carlos Antonio Lozada e Felipe
Rincón, rappresentanti plenipotenziari delle FARC per lo scambio
di prigionieri, sono pronti.
3.
E’ importante
che il governo unifichi le opinioni dei suoi portavoce al fine di dare
credibilità al processo in gestazione.
4.
Il governo deve
definire se la sua interlocuzione è con un’organizzazione
sollevatasi in armi contro lo Stato o con terroristi; in questo modo,
l’opinione nazionale e la comunità internazionale avranno la
sufficiente delucidazione per determinare la loro presenza.
5.
Essendo le FARC
un’organizzazione sollevatasi in armi, e non esistendo accordo di pace
alcuno con lo Stato, i nostri rappresentanti presenziaranno armati e
con i propri dispositivi di sicurezza.
6.
Se si
darà lo scambio, sarà principalmente una conseguenza
della gran mobilitazione di massa nelle campagne e città e non
per volontà del governo, dato che la forza pubblica ha fallito
nella sua ossessione di riscattarli, cosa che ha portato alla richiesta
di dimissioni di alti ufficiali.
7.
I prigionieri
di guerra sono in potere tanto del governo come delle FARC.
Perciò noi consegneremo quelli che abbiamo e riceveremo i
guerriglieri attualmente detenuti.
8.
Come segnalato
il 1 ottobre, una volta culminato questo processo ci saranno
possibilità di addentrarci a cercare congiuntamente cammini di
riconciliazione. Lo sforzo condotto nel Caguán ha disgustato,
nella loro meschinità, molti nemici della soluzione politica,
non per il suo deplorevole fallimento ma per la concezione e le
proposte difese dalle FARC.
9.
Tutte le
esperienze realizzate costituiscono oggi referenti ineludibili, quali
parte della nostra storia patria.
10.
Ad alcuni
portavoce dell’attuale governo disgusta il fatto che durante il
processo Pastrana-FARC, nel Caguán, si siano asfaltate, di
comune accordo con le autorità locali, strade di San Vicente,
siano stati costruiti 40 ponti e 500 chilometri
di strada (La Sombra Macarena-Llanos del Yarí,
Cristalina, la Ye, San Juan del Losada-Rubí-La Julia, la Ye-Llano Aguanto,
La Sombra-La
Batalla e la Tunía), siano stati migliorati
centinaia di cammini e diversi campi sportivi, che siano
sostanzialmente diminuiti il crimine ed i furti e che sia cresciuto
vigorosamente il commercio a San Vicente. A Questi personaggi vogliamo
ricordare che, con o senza smilitarizzazioni, in questi 42 anni siamo
cresciuti incessantemente. Sarà tutto questo ciò che non
vogliono si ripeta? Sarà per questo che non vogliono altri
Caguán? Sono passati oltre 4 anni di guerra di questo governo,
ed in quei territori non hanno costruito neanche un chilometro di
strada, e men che meno l’hanno riparata. Sottomettono la popolazione
civile a razioni da fame, miseria e morte, e innumerevoli villaggi e
vaste regioni sono totalmente abbandonati sotto l’impero del terrore
delle Brigate Mobili e dei Battaglioni ufficiali.
La Colombia intera chiede soluzioni politiche. Il governo ha la
parola.
Segretariato
dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Montagne della
Colombia, 5 ottobre 2006