MANIFESTO DELLE FARC-EP
Compatrioti:
1.
La dignità ci chiama alla resistenza, nell'unità, contro
il governo fuorilegge, illegittimo ed illegale che si è preso il
Palazzo di Nariño, alla convergenza ed all'Accordo Nazionale per
superare la profonda crisi istituzionale e di governabilità che
affligge il paese, e per concertare veri cammini verso la pace duratura.
La Colombia merita rispetto. Non possiamo tollerare
ulteriormente questa mafia narco-paramilitare di latifondisti ed
allevatori, narcotrafficanti ed imprenditori, che con l'appoggio
militare del governo degli Stati Uniti e gli squilli di trombe dei
mezzi di comunicazione ha fatto diventare la Colombia un inferno di
guerra, massacri, arresti di massa di cittadini, sparizioni, miseria,
saccheggio e tutti gli abusi del terrorismo di Stato.
2.
Il governo Uribe marcia al passo delle direttrici di Washington e delle
esigenze di potenti capi paramilitari come Salvatore Mancuso, Jorge 40,
Castaño, Cuco Vanoy, Isaza, Báez, Macaco, Don Berna, El
Alemán, Giraldo, El Tuso, Gordo Lindo ed altri sinistri
personaggi della motosega e della cocaina, soci del Presidente. Questa
mafia ha finanziato, con valige piene di dollari, le due campagne
presidenziali di Uribe.
Sì, loro lo hanno eletto e sono loro a comandare. Hanno
imposto a colpi di fucile, terrore e brogli elettorali decine di
congressisti, governatori e sindaci che hanno agito come fantocci del
paramilitarismo nella politica ed al governo. Poiché si
credevano i padroni del paese, non hanno avuto scrupoli nel proclamare,
trionfalisti, che erano riusciti ad eleggere il 35% dell'attuale
Congresso, vale a dire circa 89 rappresentanti e senatori. Questi
stessi voti inquinati hanno portato Uribe alla Presidenza della
Repubblica, ed è per questo, e molto altro ancora, che il suo
mandato è illegittimo ed illegale.
Questo governo si basa su migliaia di fosse comuni e massacri,
terre saccheggiate e milioni di sfollati, lacrime e lutto. Niente ha
avuto luogo senza l'assenso o la partecipazione delle forze armate
ufficiali.
Tutta la cupola dello Stato, a cominciare dal proprio Uribe
quale principale capo dei paramilitari, è invasa dal mostro
della narco-para-politica che si è impossessato della Colombia.
Il Vicepresidente è stato l'ispiratore del blocco paramilitare
che ha agito nella capitale. I comandi dell'esercito e della polizia
non possono negare di aver sempre agito coi paramilitari in
un'associazione a delinquere. Il ministro della Difesa ha cospirato con
Carlos Castaño. La ex ministra degli Esteri Araújo era
quota politica di Jorge 40. L'ex capo del DAS Jorge Noguera, oltre a
mettere in piedi con loro il noto imbroglio elettorale in favore di
Uribe, somministrava la lista dei dirigenti sindacali e popolari che
dovevano assassinare.
Il paese se lo stanno rubando i pezzi grossi paramilitari ed
Uribe non dice niente. Si sono rubati i fondi della sanità,
hanno agguantato tutti gli appalti e saccheggiato gli stanziamenti
dipartimentali e municipali, e gli è stato anche permesso di
riscuotere tasse.
L'Accordo del Ralito, patto delle tenebre tra il governo ed i
suoi paramilitari, è stato il patto dell'impunità in cui
il primo si è impegnato a garantire ai secondi pene irrisorie e
simboliche, partecipazione in politica, la non estradizione, il
rispetto delle loro ricchezze rubate ed accumulate con la spoliazione,
il narcotraffico ed il riciclaggio di denaro.
Questa è la ragione che ha spinto il Presidente Uribe
all'insubordinazione ed alla insolita sfida nei confronti della Corte
Suprema di Giustizia, che ha sentenziato che il paramilitarismo e
l'associazione per delinquere non sono sedizione. Egli sa che senza
l'etichetta artificiosa di "delitto politico", che pretendeva di
attaccare al paramilitarismo per santificarlo, gli svanisce il
più importante strumento d'impunità su cui contava non
solo per favorire i paramilitari ma anche per discolpare lo Stato,
genitore di quella disumana strategia controinsorgente in cui sono
coinvolte pure la CIA e la DEA.
Uribe si è meritato il ripudio dei popoli, che nei suoi
viaggi internazionali lo ricevono gridandogli "assassino-assassino", e
"paramilitare, illegittimo ed illegale dimettiti!"
Qualunque governo al mondo, in simili circostanze, sarebbe
già caduto senza possibilità d'appello. E noi colombiani
non siamo da meno a tal punto da tollerare siffatti governanti,
quand'anche essi contino sul sostegno degli Stati Uniti.
3.
La Colombia è violentata inoltre dalla politica della "Sicurezza
Democratica", disegnata da Washington come sviluppo della vecchia
Dottrina della Sicurezza Nazionale e come strategia di predominio
imperiale sui popoli della Nostra America. In sostanza, tale politica
(spiegata dal generale Craddock del Comando Sud) mira ad assicurare,
nell'ambito della ricolonizzazione neoliberista, gli investimenti ed i
saccheggi delle transnazionali mediante l'applicazione di leggi severe
e della forza, al fine di reprimere ed annichilire la resistenza dei
popoli ed il malcontento sociale.
Non possiamo restare impassibili di fronte a questa politica che
inizia ad essere applicata anche da altri governi dell'emisfero.
Nel caso della Colombia, la "sicurezza Democratica" ha come
ingrediente militare il Plan Patriota il cui obiettivo principale
è la sconfitta militare della guerriglia delle FARC, o
quantomeno la riduzione della sua volontà di lotta allo scopo di
portarla prostrata al tavolo dei negoziati. Certamente non si sentono
tranquilli con questa alternativa di potere costruita dal popolo come
resistenza a decenni di violenza statale ed oppressione.
Con l'obiettivo di sconfiggere la guerriglia hanno mobilitato
decine di battaglioni e brigate mobili verso il sud, ed hanno lanciato
grandi e sostenute operazioni in altre aree del paese. Hanno insediato
postazioni di comando con ufficiali gringos a Larandia e Tres Esquinas,
nel Caquetá, alle porte dell'Amazzonia che tanto bramano. Hanno
attivato satelliti-spia ed apparecchiature con tecnologia militare di
punta, spiegato accerchiamenti strategici, imposto blocchi a zone
contadine, sfollato la popolazione, assassinato e fatto sparire civili,
incendiato appezzamenti di terra, rubato bestiame, bombardato giorno e
notte e battuto selve e cordigliere; ma in cinque anni non hanno potuto
mostrare un solo risultato contundente se non il logoramento e
l'incrinatura del morale dei soldati ufficiali, che muoiono nella selva
o ne escono feriti per volontà di un pazzo guerrafondaio che
straparla a Bogotá, e che manda via generali a causa
dell'assenza di risultati e bollettini di
vittoria.
Dalla polvere e dal fragore dei combattimenti sta nascendo una
forza guerrigliera di tipo nuovo, forgiata col fuoco nelle manovre
nemiche e nello scontro con le nuove tecnologie dell'operatività
controinsorgente; una guerriglia che è il vero potere di fuoco
politico e militare al servizio della causa popolare.
Ma parallelamente allo sviluppo del Plan patriota nei diversi
teatri operativi, il governo ha sacralizzato il delitto d'opinione e la
repressione della coscienza, fino al punto di incarcerare oltre 150.000
cittadini accusati di simpatizzare con la guerriglia. Al fine di
scoraggiare il sostegno al progetto politico e sociale dell'insorgenza,
in Colombia si sta calpestando il diritto universale alla scelta
politica. Non gli è bastato eliminare fisicamente una
generazione intera di rivoluzionari incorporatisi nell'Unión
Patriótica quale alternativa legale di cambiamento. Adesso
vogliono imporre un pensiero, quello della nuova inquisizione, della
destra e del fascismo. Un pensiero che criminalizza la protesta sociale
con la menzogna secondo cui dietro ogni mobilitazione popolare contro
le politiche del governo ci sarebbe la guerriglia. Un autoritarismo che
vorrebbe cancellare l'autonomia e l'indipendenza degli altri rami del
potere pubblico, per stabilire così, senza
soprassalti costituzionali, il regno della tirannia che tollera
esclusivamente quelle opposizioni che non si propongano il cambiamento
dello status quo e delle strutture dell'oppressione.
4.
Questa destra fascista ha impiegato il bilancio della nazione in
funzione della guerra, ed il risultato è il disastro sociale:
bambini che muoiono di fame, aumento della povertà e
dell'emarginazione, abbandono totale dei progetti di costruzione di
case popolari, la maggioranza della popolazione senza servizi d'acqua,
luce e fognature. Indifferenza del governo di fronte alle carenze
patite da scuole, collegi e maestri perché ha optato per la
privatizzazione dell'educazione, oltre che della sanità; tagli
ai fondi delle regioni, che ne paralizzano lo sviluppo, e vendita delle
imprese dello Stato, economicamente in attivo, per dirottare sempre
più risorse verso la guerra. Privatizzazione progressiva di
imprese strategiche come Ecopetrol, incremento degli indici di
disoccupazione e sottoccupazione fatti aumentare dalla
flessibilizzazione del lavoro, che calpesta i diritti dei lavoratori e
fa salire a mille i profitti degli imprenditori, fame e costo della
vita elevato a causa delle politiche dello Stato contro le masse
popolari, e prospettive di acutizzazione della crisi sociale con
l'approvazione del TLC, che attenta alla patria, alla sovranità
ed alla qualità della vita dei colombiani.
La perfidia con cui agisce lo Stato dev'essere contrastata con
la mobilitazione del popolo, azioni di piazza e blocchi stradali che
paralizzino il paese chiedendo i diritti conculcati, per costatare
nella lotta di massa la forza di chi sta in basso e cercare la
convergenza di tutti i settori democratici con una sola bandiera
politica e sociale, guardando alla formazione di un nuovo governo che
lavori per la pace, la giustizia sociale ed il riscatto della
dignità e della sovranità del popolo della Colombia.
5.
Per la costruzione di questa alternativa sottoponiamo al paese, alle
organizzazioni politiche e sociali ed a tutto il popolo la Piattaforma
Bolivariana per la Nuova Colombia, al fine di aprire la discussione e
lo scambio di idee circa le bandiere ed il programma di un nuovo
governo che, suggeriamo, dev'essere patriottico, democratico,
bolivariano, tendente verso un nuovo ordine sociale ed impegnato nella
soluzione politica del grave conflitto che vive il paese.
Un governo la cui parola d'ordine, in politica internazionale,
sia la Patria Grande ed il Socialismo, e che dia priorità
all'integrazione dei popoli della Nostra America. E' per questo che la
"politica di frontiera" delle FARC opta per la fraternizzazione, e non
lo scontro, con gli eserciti dei paesi vicini. La nostra lotta è
di resistenza e liberazione contro l'oppressore regime colombiano.
Un nuovo governo che materializzi il progetto politico e sociale
del Libertador, che formi un nuovo Esercito Bolivariano per la difesa
della patria e delle garanzie sociali. Un nuovo ordine edificato sulla
democrazia e la sovranità del popolo, che affianchi ai rami del
potere pubblico i poteri morale ed elettorale, che istituisca un
congresso unicamerale e la possibilità di revoca del mandato. Un
nuovo sistema di governo che castighi severamente la corruzione e
l'impunità, metta fine alla politica neoliberista, stimoli la
produzione nelle sue diverse modalità, assuma il controllo dei
settori strategici, faccia rispettare la nostra sovranità sulle
risorse naturali ed implementi politiche efficaci di preservazione
dell'ambiente. Un governo che lavori per la gratuità
dell'educazione a tutti i livelli, articoli la redenzione sociale e la
giustizia agraria, rinegozi i contratti con le transnazionali che sono
lesivi per la nazione, annulli i patti militari, trattati e convegni
che macchiano la sovranità della patria, non estradi i
connazionali e si opponga al pagamento del debito estero contratto con
prestiti viziati dal dolo in una qualunque delle loro fasi.
E' l'ora di analizzare e scegliere la rotta che ci conduca alla
pace, all'indipendenza, alla giustizia sociale, alla democrazia ed
all'unità, quale cammino per sopravvivere ed affrontare con
successo le politiche degli imperi.
6.
La pace è un processo, un bene comune che richiede la
preparazione, da parte di tutti, del terreno in cui possa germinare.
Non si ottiene dall'oggi al domani, e necessita di nuove strutture
economiche, politiche e sociali che la sostentino, cambiamenti come
quelli suggeriti dalla Piattaforma Bolivariana per la Nuova Colombia.
Non ci sarà la pace dei sepolcri. Tutti i piani delle
oligarchie e dell'impero per sterminare l'insorgenza, dal LASO (Latin
American Security Operation) eseguito a Marquetalia fino al Plan
Patriota, sono falliti perché la sollevazione armata, le cui
cause sono sociali, economiche e politiche, non si sconfigge con bombe,
piombo o nuove tecnologie.
Per imbecillità o demagogia elettoralista, Uribe ha
annunciato di essere disposto ad ufficializzare una zona di incontro
per firmare la pace in tre mesi. Ma quarantatre anni di scontro non si
superano in un periodo così breve. La problematica politica,
economica, sociale, culturale, ambientale e di sovranità del
paese non si può risolvere in tre mesi, a meno che -e non
è questo il caso- una delle parti abbia sconfitto il
contendente. Uribe non è l'uomo adatto alla pace in Colombia:
non è programmato per questo dai gringos. Un tipo che non
riconosce nemmeno l'esistenza di un conflitto armato non otterrà
la pace in nessun modo.
Solo un nuovo governo patriottico, democratico e sovrano
potrà ottenere la pace negoziata, ma certamente non un governo
fantoccio della Casa Bianca. C'è necessità di un governo
compenetrato con il bisogno di pace, che basandosi sul popolo e
sull'interesse nazionale prenda la decisione di far rientrare le truppe
nelle caserme, di ridurre drasticamente la spesa per la guerra in
favore di quella sociale, e di esigere la fuoriuscita dal paese delle
truppe e degli assessori statunitensi intromessi nel conflitto interno,
che sono un fattore che attizza la guerra, per passare risolutamente ai
dialoghi di pace.
7.
La pace ha bisogno di tutti gli sforzi e sacrifici del paese ed inizia
col consenso delle sue forze fondamentali, delle sue organizzazioni
politiche e sociali, in modo da creare tra tutti una nuova alternativa
politica di potere che diventi governo sovrano e degno, orgoglioso di
fronte a Washington ed impegnato a dare al popolo la maggior
quantità di felicità possibile, secondo il mandato del
Libertador.
E' necessario iniziare quanto prima l'interscambio ed il
rincontro tra tutti gli attori della trasformazione sociale e la pace,
compresa la guerriglia, a partire da questa prospettiva. Quelli che,
servi dell'establishment, predicano l'esclusione della guerriglia con
argomenti triti e ritriti, lo fanno per indurre alla formazione di
un'alternativa deboluccia che sia preda facile dei potenti sfruttatori
di sempre.
Proponiamo di partire il prima possibile con contatti
clandestini, senza dare importanza al governo, per convenire una rotta
e per iniziare ad abbozzare collettivamente alcune tracce
programmatiche per la redenzione della Colombia.
Invitiamo a questo dialogo i dirigenti rivoluzionari, i settori
democratici dei partiti, le persone avanzate del clero, i militari
patrioti e bolivariani, i leaders operai, contadini, comunali ed
indigeni, le comunità nere, le donne e tutti i dirigenti
popolari, al fine di unire aneliti ed intraprendere insieme il cammino
verso la Nuova Colombia.
8.
L'obiettivo è la creazione di un'alternativa per il cambiamento,
nata da un Gran Accordo Nazionale per la pace, la giustizia, la
sovranità ed il decoro della nazione, che si proponga un nuovo
governo per salvare la Colombia dall'abisso e recuperare la
dignità infangata dal governo fuorilegge dei fascisti
narco-paramilitari benedetti da Washington. Una nuova conduzione dei
destini della patria che proscriva la repressiva e saccheggiatrice
"Sicurezza Democratica" dell'impero e la politica neoliberista,
riscatti la sovranità del popolo, ristrutturi lo Stato allo
scopo di garantire il bene comune e formi un Esercito Bolivariano
guidato dall'amore per il popolo, la giustizia sociale e la difesa
della patria. Infine, un governo che convochi un'Assemblea Nazionale
Costituente per darci una nuova costituzione che sancisca formalmente i
cambiamenti a favore del popolo, verso la pace e la convivenza, la vera
democrazia, la sovranità e l'integrazione solidale dei
popoli, quali mandati emanati da questo gran Patto Sociale.
Non abbiamo altra alternativa che quella di cercare, uniti, il
cammino per uscire dall'oscura notte, orientati dal bagliore della
giustizia e dall'alba della Gran Colombia.
Verso la Nuova Colombia, Accordo Nazionale per la Pace!
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Montagne della Colombia, settembre 2007