Niente cambia
Alla sinistra, Bogotà, ma la Colombia si conferma il paese della
corruzione e della violenza politica
César Jerez / martedì 30 ottobre 2007
Il periodo perelettorale è stato marcato dall'assassinio di 29
candidati, dalle minacce ai politici di sinistra presenti nelle liste
e dalla marea di denunce su corruzione e compra di voti. In questo
clima, il partito della U, fondato da Alvaro Uribe, ha ottenuto 7
governatori e 123 sindaci. Il resto delle formazioni elettorali
uribiste, quasi tutte vincolate agli scandali di narcopara politica -
maniera in cui in Colombia sono state denominate le relazioni fra i
politici, la mafia e le strutture paramilitari - contrariamente a
quanto era stato preannunciato, sono cresciuti nelle regioni, ma non
hanno guadagnato nessun governatore. I conservatori, alleati nel
governo di Uribe hanno ottenuto 5 governatori e 240 sindaci. I
liberali, invece si sono attestati su 6 governatori e 206 comuni.
Alvaro Uribe La novità. Il Polo democratico alternativo,
coalizione di
formazioni di centro e di sinistra, ha invece raddoppiato in tutto il
paese la sua rappresentanza. Si è aggiudicato il Nariño
e, coalizzato
con il Partito Liberale, ha vinto a Santander e nell'Atlántico.
Ma il
risultato più avverso per il governo è stato quello di
Bogotá, dove il
candidato del Polo Democrático Alternativo, Samuel Moreno Rojas,
è
stato eletto Alcalde Mayor e il Polo è passato da 8 a 12
consiglieri.
Nonostante i martellanti annunci fatti nell'ultima settimana da Uribe
attraverso i mezzi di comunicazione contro il candidato del Polo, dove
lo accusava di connivenze con le Farc, Samuel Moreno ha ottenuto
890mila voti.
Ma Uribe regge. L'analisi quantitativa dei risultati fa emergere che
Uribe mantiene una grande influenza nelle amministrazioni locali e
regionali, ma si osserva un aumento delle formazioni di sinistra, pur
se minore di quanto sperato. La mappa politica colombiana si assesta,
dunque, su tre fenomeni che ancora una volta sono andati a
caratterizzare le elezioni: l'astensionismo, la grande influenza dei
mezzi di informazione di massa, i quali appoggiano incondizionatamente
Uribe, e la corruzione, che sotto forma di clientelismo si osserva in
ogni tornata elettorale.
Solite cose. Lunedì, un notiziario televisivo ha mostrato come
fossero
stati comprati voti a 30mila pesos (10 euro) e come si scambiavano
voti con generi alimentari, tegole, mattoni e cemento. Cosa, in
Colombia, del tutto nella norma. Ed è l'ombra dei brogli
elettorali a
spiegare le proteste contro presunte frodi, registrate in una decina
di località, con il risultato di un morto e decine di feriti. In
Cimitarra, Ciènaga de Oro e Pradera i manifestanti furibondi
hanno
incendiato le sedi dell'organismo elettorale e altri edifici di
istituzioni pubbliche. Morti prima, durante e dopo, dunque. Niente
è
cambiato.