MARCIA/CAROVANA CONTRO LE
MORTI
OPERAIE E PER LA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO
La Rete nazionale bastamortesullavoro@domeus.it che raccoglie tutte
quelle energie - dai delegati agli RLS, sia del sindacalismo di
base e di classe che del sindacalismo confederale; “addetti” ai
lavori come ispettori del lavoro, medici, operatori sanitari,
magistrati, avvocati, giornalisti dell’inchiesta, artisti,
associazioni familiari di vittime delle morti bianche o impegnate
contro la devastazione ambientale, esponenti di partiti, ecc. -
insomma un insieme di forze che, al di la delle appartenenze e
delle idee, vuole mettersi in gioco, con il cuore e con la mente,
al fine di dare una risposta al grido di dolore e rabbia,
continuamente offuscato, che sale dai tanti, troppi, compagni di
lavoro-familiari-amici, di operai e lavoratori che perdono la
vita in nome del profitto padronale. Un grido che il tragico rogo
della ThyssenKrupp ha sancito come inderogabile : “BASTA MORTI
OPERAIE-GIUSTIZIA VERA, PADRONI,CORROTTI E COLLUSI IN GALERA”. Come
coordinatori in Lombardia per la Rete facciamo appello, in primis,
ad aderire alla Rete e contribuire alle iniziative che
collettivamente sono state decise. Facciamo questa proposta a
partire dalla pubblicazione dei dati 2007 delle morti bianche in
questa Regione : 154.280 infortuni, un sesto del totale
nazionale, di cui 209 mortali (50 nella Provincia di Milano; 35
in quella di Bergamo; 34 a Brescia; 19 a Mantova; 18 a Cremona e
Varese). Ma anche dal tanto strombazzato accordo tra Regione -
Confindustria- Cgil,Cisl , Uil - Compagnia delle Opere e Lega
delle Cooperative - Inail - costruttori - Province e Comuni. Un
accordo/patto triennale da 35 milioni di euro, di cui 15 alle piccole
imprese, per ridurre di un quarto gli incidenti sul lavoro
, che prevede riduzione dell’Irap per le aziende “virtuose” , con
sconti del 5% del premio Inail per le grandi aziende e del 10%
per le piccole. Un accordo che le varie parti hanno definito in
vario modo : F. Giuffrida, Cgil, “un percorso importante”; F.
Giogi, Cisl, “importanza delle novità previste”; W. Galbusera,
Uil, “obiettivi ambiziosi, ma possibili”; G. Fontana,
Confindustria, “una razionalizzazione della legislazione”. Accordo che
prevede di “ridurre” del 10% gli incidenti ma non di eliminare il
problema; di ridurre il numero dei contratti irregolari,
“volgarmente” chiamati al nero, per definire così regolari i
contratti precari della Legge 30, causa primaria di incidenti e
morti nei luoghi di lavoro. Ma è bene sottolineare una serie di
dati che mostrano come questo accordo sia la solita operazione di
facciata, fatta in concorso tra i soggetti sopracitati, per pulirsi la
coscienza e autoassolversi. Proprio il giorno successivo alla
firma del patto a Milano si è verificato l’incidente in
Corso di Porta Vittoria (davanti il Tribunale e a pochi passi
dalla Camera del Lavoro), che ha mostrato come la politica
dei tagli del personale, l’aumento dei ritmi di lavoro, siano fonte
di pericolo, anche della stessa vita, non solo per i lavoratori
ma anche per la cosiddetta utenza che usa i mezzi pubblici. E se
questa volta a causare l’incidente è stata una manovra
“azzardata” di un guidatore di SUV (speriamo che le indagini
chiariscano le dinamiche), negli ultimi anni abbiamo assistito ai
tanti incidenti per i quali non c’è scappato il morto per pura
casualità, le cui cause principali erano : il parco macchine
obsoleto o lo stress di autisti costretti a straordinari o
doppi turni.
Nonostante questi segnali, Comune, in accordo con le Direzioni
Aziendali e sindacati confederali, hanno
continuato nell’applicazione delle politiche di privatizzazione e
precarizzazione. Questi signori parlano di ridurre i contratti
irregolari, quando per le cosiddette grandi opere (come il nuovo
polo fieristico di Rho), la maggioranza della manodopera, in
larga parte immigrata, ha lavorato in nero e senza tutela. E
quando le forze dell’ordine intervengono, anziché arrestare i
dirigenti delle ditte che utilizzano manodopera al nero, si
espellono 5 lavoratori egiziani come successo un mese fa sempre a Rho.
Il tutto “grazie” al decreto Amato. E siamo sicuri che il nuovo
mega progetto per l’assegnazione dell’Expo 2015 a Milano, tanto
caro a Comune, Provincia, Regione, e benedetto da D’Alema e
Veltroni, se ne infischierà del diritto alla salute e
sicurezza dei lavoratori come di quella delle popolazioni
interessate. Sia Di Pietro che Berlusconi hanno detto che nei loro
programmi, le grandi opere si faranno comunque, anzi Berlusconi ha
precisato “anche con la forza”. Per non parlare del problema
amianto. In una lettera del 23 febbraio 2008 a Repubblica,
un’abitante del quartiere S. Siro, segnala il presunto
interessamento del Comune, per bocca dell’assessore Verga,
riguardo al problema amianto a Milano. Quando in Piazzale Axum,
vicino allo stadio, vi sono le macerie della scuola media statale G.
Negri chiusa e demolita proprio per la presenza di amianto.
Macerie non rimosse per l’avvenuto fallimento della ditta di
smaltimento. In risposta alla lettera si “segnala” che le Asl
possono poco sul tema di imprese edili, fallimenti e appalti
concessi con molta, molta leggerezza. Il problema non è
che possono poco, semmai è il fatto che sono pochi, e quando
vogliono far applicare le normative vengono ostacolati dall’alto,
e in alcuni casi vi sono dei corrotti , come successo nel maggio
del 2007 nella provincia di Bergamo. Potremmo continuare così a
lungo, preferiamo partire dalle accuse che i magistrati di Torino
hanno mosso ai vertici della Thyssen : OMICIDIO VOLONTARIO;
ipotizzando un nuovo reato : SFRUTTAMENTO DEL LAVORO. Queste e
altre le ragioni e le proposte che porteremo a Roma e che speriamo
vengano condivise da altre realtà, singoli, associazioni
che sul terreno del diritto alla salute e sicurezza sui luoghi di
lavoro e nel sociale sono impegnati.
Per aderire alla Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro
: bastamortesullavoro@domeus.it
per chi ha difficoltà
:cobasint@tiscali.it; cobasdalmine@infinito.it
per comunicazioni immediate: cobasta@libero.it tel.347-1102638
Milano 24/02/08
Presentazione a Roma del 29 febbraio
2008
La Rete nazionale per la sicurezza sui posti di lavoro, con una
delegazione di venti rappresentanti di tutte le
realtà che l'hanno promossa (vedi Atti del 26 ottobre '07)
e che è cresciuta nei mesi successivi con nuove adesioni,
ha
presentato la marcia/carovana che toccherà fabbriche, posti
di lavoro, città nei prossimi mesi e che si vuole
concludersi con una manifestazione nazionale a Roma a
metà giugno.
La presentazione si è tenuta nella sala stampa del Senato della
Repubblica, raccogliendo la proposta dell'importante
realtà della Rete, il Comitato 5 aprile di Roma, che con
molto impegno ne ha curato tutti gli aspetti organizzativi, con
l'ausilio tecnico di Salvatore Bonadonna senatore del gruppo di
Rifondazione Comunista. Si è voluto anche in questo modo
dare risalto e valore alla proposta e valorizzare attraverso essa
il ruolo di operai, delegati e Rls, familiari, organizzazioni
sindacali di base, operatori , artisti, ecc. che stanno
sostenendo l'iniziativa, che, naturalmente, è autonoma da
sindacati e partiti ma che richiede il contributo di chi voglia
impegnarsi su questo terreno.
La presentazione è stata fatta da Ernesto Palatrasio dello Slai
Cobas per il sindacato di classe di Taranto, Ciro Argentino Rsu
Fiom Thyssenkrupp, Franca Caliolo
dell'Associazione 12 Giugno familiari vittime operai Ilva/appalto
Taranto.
Nella presentazione è stata spiegata la genesi dell'iniziativa e
le esigenze che essa vuole raccogliere e mobilitare: una Rete che
unisce per un movimento permanente
e una lotta prolungata innanzitutto dei lavoratori e dei delegati
attivi, che vuole combattere la tendenza alle grandi
mobilitazioni immediate e al silenzio che poi copre
queste vicende, come è stato chiesto a gran voce dagli
operai della Thyssen, così come vuole dare risalto e voce
a tutte le realtà di fabbriche e iniziative che sono
già state sepolte e dimenticate, come è stato
richiesto dagli operai Ilva e dalle associazioni familiari.
La marcia non è una 'marcia per la pace', ma è un
percorso di guerra sociale e politica a fronte della quotidiana
guerra contro i lavoratori; una guerra di civiltà che
vogliamo combattere per affermare la civiltà del lavoro e
dei lavoratori, contro la inciviltà dello sfruttamento e
del profitto.
E' un 'movimento per la vita', a difesa delle condizioni di vita e
della salute dei lavoratori contro la morte in fabbrica sia
attraverso gli omicidi bianchi sia la morte
lenta e prolungata delle malattie professionali e dei sistemi di
lavorazioni invalidanti.
La marcia è un sostegno permanente a tutti i coordinamenti, reti
che già lottano da tempo - basti pensare ai Ferrovieri del
Conarls - su questo fronte.
E' anche una carovana perchè parte da iniziative anche piccole
per raccogliere dietro di esse in maniera crescente tutte le
forze disponibili ad unirsi e scendere in campo.
La marcia è, come è stato detto, un working progress e,
nella sua definizione finale, più un puzzle che un giro,
perchè da tanti posti di lavoro e da tante città
italiane ognuno ci mette il suo pezzo in unità e autonomia
per riflettere, come risultato finale, un movimento di denuncia, lotta
e ribellione; infatti, nel suo percorso prevede assemblee,
scioperi, manifestazioni, presidi, occupazioni e concerti,
teatro, video, mobilitazione nelle scuole, nelle
università, impegno specifico di artisti e giornalisti nel
sostenerla e documentarla.
Sono previste,complessivamente 50 assemblee e 20 luoghi di lavoro e
città simbolo dove si svolgeranno le principali iniziative.
Nell'elenco attuale ci sono la ThyssenKrupp, l'Ilva di Taranto, le
fabbriche di Porto Marghera, i porti di Ravenna e Marghera,
l'Istituto tumori di Milano, la Dalmine di Bergamo, Napoli con
due iniziative, la Basilicata con la Fiat Sata, la Marlane di
Praia a Mare in Calabria, i Cantieri Navali a Palermo, le
iniziative dei Ferrovieri, le iniziative in Toscana, nel Veneto,
Brindisi, Manfredonia, ecc.
Nel corso della marcia si parteciperà allo scontro in atto
intorno al Testo Unico sulla sicurezza e si generalizzeranno le
esperienze avanzate che lavoratori,
associazioni familiari stanno costruendo e realizzando anche sul
piano dei processi e delle vertenze legali.
Ciro Argentino nel suo intervento come Rsu Fiom della ThyssenKrupp,
ha evidenziato tutta la giustezza dell'iniziativa e
disponibilità a svilupparne un sostegno
per evitare che essa venga ristretta e ghettizzata, partendo
dall'ultima morte al porto di Genova ha evidenziato che si continua a
morire come in una guerra e che in questa guerra ci sono
più morti che in Irak; che la legislazione va rivista; che
si tratta di uno scontro anche culturale e che tutti devono fare
uno scatto su questo terreno; che c'è bisogno che i
sindacati, sia come fiom che come sindacati di base, tornino ad
interloquire facendosi autocritica; che gli Rls siano veri
difensori, esperti; che i corsi di formazione non devono essere
fatti dalle aziende; e che la vicenda della Thyssen deve servire
a tutti i lavoratori italiani, alle loro famiglie, perchè
i riflettori restino accesi. Argentino ha apprezzato la
rapidità della chiusura dell'inchiesta sulla Thyssen e la
pesantezza dei capi di
imputazione. Ha valorizzato, infine, l'apporto che c'è stato
da parte di tanti, purchè non diventi un 'circo
mediatico'.
Franca Caliolo dell'Associazione 12 Giugno ha rinnovato il
"lamento"/denuncia verso la stampa, le istituzioni; ha espresso
tutta la indignazioni perchè i morti e le
realtà non vengono trattati nella stessa maniera "a Taranto
si muore e non c'è neanche il 'circo mediatico'",
"Guariniello ha chiuso l'inchiesta sulla Thyssen in tre
mesi; mio marito è morto da circa tre anni all'Ilva di
Taranto e l'inchiesta preliminare non si è ancora chiusa".
I tempi contingentati della permanenza nel Senato - 1 ora - hanno
impedito che tutte le realtà presenti potessero parlare e
dicessero forte e chiaro le ragioni per cui sono nella Rete e
stanno lavorando per questa marcia/carovana, ma la loro voce
sarà forte in tutto il percorso della marcia.
L'ultima parte dell'incontro in Senato è stata riservata alla
esposizione di Augusto Rocchi della Commissione Lavoro , reduce
dall'approvazione, appena avvenuta, della prima parte del T.U.
sulla sicurezza che su vari campi porta un po' più avanti
la legislazione: appalti, Rls, inasprimento delle pene, ecc., ma
che proprio per questo viene, in queste ore, contrastata
attivamente dalla confindustria capeggiata dalla Fiat che ne
boicotta l'approvazione.
La rappresentanza della Rete con un O.d.G. fa appello a contrastare
l'azione della Confindustria su questo tema, pur sapendo che i
lavoratori e la lotta su questo fronte richiedono che le leggi
vengano poi realmente applicate e che su alcuni punti si vada
oltre l'attuale stesura, ben sapendo che questo dipende
essenzialmente dai rapporti di forza.
La Rete e la marcia ora partono. E' importante che si allarghino
in partecipazione e iniziative.
Alcune iniziative sono in corso sin da questi giorni. Segnaliamo, tra
le principali.
la presentazione della marcia a Torino, le iniziative del 13 marzo a
Ravenna e la grossa iniziativa a Roma del 15 marzo.
Roma 29.2.2008
RETE NAZIONALE PER LA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO
bastamortesullavoro@domeus.it