Anni
e anni senza ottenere la concessione a trasmettere
Leggete la storia delle tv di Europa 7
Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che
trasmettevano non contemporaneamente gli stessi programmi. Era una
furbata che permetteva di violare la legge, visto che allora era
vietato a soggetti privati di possedere televisioni nazionali. Ma
Berlusconi si mette d'accordo con Craxi che gli fa un decreto legge
apposta. E fin qui, lo sapevamo già...
Così Berlusconi ha finalmente tre televisioni nazionali vere. Ma
molti storcono il naso perche', essendo possibili solo 11 reti
nazionali, è un po' anomalo che un solo imprenditore se ne
prenda tre. Non siamo nel Far West che il primo che arriva si prende
tutto...Nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva
in difesa del pluralismo, che un unico soggetto privato non potesse
detenere tre reti nazionali, concedendo un periodo di transizione e
rimettendo il problema al legislatore per una soluzione definitiva
entro e non oltre l'agosto 1996. Arriva il 1996, scade
nell'indifferenza generale la decisione della Corte Costituzionale e
Berlusconi continua ad avere tre tv. Nel 1997 la legge Maccanico
stabiliva che un soggetto non potesse detenere più di due reti,
e che, finché non ci fosse stato un "congruo sviluppo" via
satellite e cavo, Rete4 avrebbe potuto continuare a trasmettere via
etere, quest'ultima decisione in palese contrasto con le decisioni
della Corte Costituzionale che aveva deciso per un termine definitivo
entro l'agosto 1996.D'Alema, una volta diventato capo del governo,
decide di risolvere la questione e indice una gara per l'assegnazione
delle concessioni delle reti nazionali. La commissione nominata dal
Ministero è presieduta da un avvocato di Mediaset. Berlusconi si
aspetta che finalmente possa detenere legittimamente, con un regolare
mandato dello Stato, le sue tre reti e relative frequenze. Nel luglio
1999 si svolge questa gara d'appalto, per partecipare si richiedono
requisiti spaventosi e sembra chiaro che nessuno riuscirà a
scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena. Arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno
di documenti e dice: "Buon giorno sono Francesco Di Stefano di Europa
7, vorrei due reti nazionali, grazie." Panico! E chi è questo?
E' pazzo? No, non è pazzo, è il loro peggior incubo.
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il certificato
3457!". "No è qui!". "Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?".
"Ne ho due, bastano?". Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara
richiede di avere 12 miliardi di capitale versato per rete, lei ne ha
solo 12, può chiedere una sola tv". "Balle!", risponde il signor
Di Stefano, "dodici miliardi sono per concorrere non per ognuna delle
due frequenze". Ricorre al Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare una concessione per una rete
nazionale e presto anche una seconda perché ne ha diritto e a
Berlusconi ne tolgono una, non che la debba chiudere, deve traslocarla
sul satellite che ormai e' ricevuto da 18 milioni di italiani.
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad
abbattere i muri con la cerbottana perché avvia una serie di
procedimenti giudiziari spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause penali,
civili, regionali, Commissione Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti
gli appelli, tutte le perizie. E alla fine arriva alla Corte
Costituzionale che nel novembre 2002, sentenza numero 466-2002, ha
stabilito inequivocabilmente che:
- Retequattro, dal 1 Gennaio 2004 dovrà emigrare sul satellite;
- le frequenze resesi disponibili dovranno essere assegnate a Di
Stefano!
L'avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha
risposto con un lieve sorriso: "Nonostante siano trascorsi ben nove
anni dalla decisione della Corte Costituzionale Mediaset continua a
detenere e utilizzare appieno tre reti nazionali su un totale di sette
concessioni assegnate sulle undici assegnabili (comprese quelle Rai)".
Il fatto che un soggetto, a cui è stata data una concessione (in
concessione si dà un bene pubblico, in questo caso le
frequenze), non riceva poi materialmente il bene è un
avvenimento che non ha precedenti al mondo. Nel luglio 1999 Centro
Europa 7 aveva fatto richiesta di due concessioni, una (Europa 7) l'ha
ottenuta, per l'altra (7 Plus) c'è stato un diniego, in quanto
non ritenuta idonea per la mancanza del requisito del capitale sociale.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il
requisito del capitale sociale, per cui siamo in attesa di una seconda
concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si è
dotata di una struttura di oltre 20.000 mq, di otto grandi studi di
registrazione per le proprie eventuali produzioni, di una library di
oltre 3000 ore di programmi e di tutto ciò che è
necessario per una rete televisiva nazionale con 700 dipendenti. Questa
preparazione è stata necessaria poiché la legge
stabilisce che, entro sei mesi dall'ottenimento della concessione, la
neo-emittente ha l'obbligo di iniziare le trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7 è una società praticamente
ferma, non ha alcun introito, poiché non è stata messa in
condizione di operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri
per la gestione della struttura, l'adeguamento della library,
l'adeguamento tecnologico, le ingenti spese legali, i costi dei
dipendenti...".
Ma ora altro colpo di scena: Gasparri si sta muovendo per salvare Rete
4.
Il Ddl Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in pratica
un condono, riconoscendo il diritto di trasmettere a "soggetti privi di
titolo" che occupano frequenze in virtù di provvedimenti
temporanei, discriminando così le imprese come Europa 7 che
hanno legittima concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare
Retequattro. Infatti, quest'ultima potrà continuare a
trasmettere, in barba alla sentenza del '94 e del 2002 della Corte
Costituzionale e della legge 249/97, pur non avendo ormai da quasi
quattro anni la concessione, mentre Europa 7 non potrà mai
trasmettere, dimenticando che nel luglio 1999 c'è stata una
regolare gara dello Stato per assegnare le concessioni, gara persa da
Retequattro e vinta da Europa 7.
Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto.In
pratica, chi ha perso la gara (Retequattro) può continuare
tranquillamente a trasmettere, e chi l'ha vinta (Europa 7), perde
definitivamente tale diritto. Non vi sembra straordinario?Travolti da
un miracoloso afflato civico i deputati del Polo bocciano alla Camera
dei Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare la gola
a Europa 7. E' chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono
anche per ricompattare i suoi, che se lo mollano adesso... Ora bisogna
vedere cosa fa il Senato... e poi la legge deve tornare alla Camera...
E poi bisogna vedere se Ciampi la firma una legge del genere.Saremmo
all'oltraggio definitivo del concetto stesso di stato di diritto. Un
conto è fare una legge per non finire in galera, un conto
è fare una legge per prendersi qualche cosa che appartiene a un
altro. Si comincia così e poi si pretende il "Jus Primae Noctis".
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si
sta giocando una partita incredibile. Se questa legge passa quel che
è tuo è suo. Vedi tu se riesci a far girare questa mail.
Che secondo me anche solo se si sa in internet un po' li rende
nervosi... Che poi casomai gli viene di fare un altro passo falso...
Che internet non conta niente in borsa ma siamo comunque una decina di
milioni...
tratto da "DarioFo & FrancaRameNews"
2006