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Cinque partiti si accordano per difendere insieme i diritti dei carcerati
Batasuna, Aralar, AB, Zutik ed ANV chiamano le loro basi a partecipare il sabato 7 gennaio 2006 a Bilbo Batasuna, Aralar, AB, Zutik ed ANV hanno concordato un manifesto nel quale, oltre ad esigere che siano rispettati tutti i diritti dei carcerati politici, si impegnano a portare a termine un lavoro unitario in difesa di quei diritti. Rappresentanti delle cinque formazioni, in una conferenza stampa in Baiona, spiegarono che intendono sviluppare iniziative concordate tra tutti e invitarono il resto dei partiti ad unirsi a quel lavoro. Dopo aver rilevato che la situazione ingiusta ed inammissibile che soffrono i carcerati è responsabilità degli stati, chiamarono le loro basi e l’insieme della cittadinanza ad appoggiare la manifestazione convocata il sabato in Bilbo dal il Foro di Ibaeta.
Batasuna, Aralar, AB, ANV e Zutik hanno aderito alla manifestazione che, su iniziativa del Foro di Ibaeta, avrà luogo il prossimo sabato 7 gennaio 2006 in Bilbo in difesa dei diritti dei carcerati politici baschi.
In una comparizione in Baiona, rappresentanti di quelle cinque formazioni Xabi Larralde e Joseba Permach per Batasuna, Ainhoa Larrañaga e Xabier Sarasua per Aralar, Mertxe Colina e Panpi Dirassar per AB, Gerardo Karrere per Zutik, ed Alberto Muñoz e Julen Paskual per ANV fecero conoscere un manifesto unitario nel quale, oltre a fare un appello alle loro rispettive basi e la cittadinanza in generale per partecipare alla manifestazione, si impegnano a realizzare nel futuro un lavoro congiunto in difesa dei diritti dei carcerati.
Sebbene non spiegarono in che termini si svilupperà quel lavoro, anticiparono che si tratterà di un compito da affrontare dopo la manifestazione , al tempo stesso in cui spiegarono che non abbiamo voluto stabilire in anticipo precisamente le iniziative nelle quali potrebbe concretizzarsi, affinché si decida tra tutti. Inoltre, citarono espressamente gli altri partiti politici che oggi non stanno qui affinché si uniscano a detto lavoro.
Denuncia energica
Nel manifesto, questi cinque partiti denunciano energicamente tutte le violazioni di diritti dei carcerati politici baschi ed affermano che dette violazioni sono sistematiche e, cosa che è peggiore, si sono indurite ultimamente.
Ugualmente, indicano chiaramente dove si situa l’origine di quelle violazioni. A loro giudizio, sono gli stati spagnolo e francese i principali responsabili dell’ingiusta ed inammissibile situazione dei carcerati.
Il manifesto sottolinea la realtà e congiuntura attuale, nella quale stiamo cercando di aprire una nuova opportunità per la risoluzione del conflitto, nella quale collochiamo anche la carta che devono giocare i carcerati. I firmatari del documento considerano che la risoluzione del contenzioso si dovrà sviluppare necessariamente con la partecipazione dagli agenti baschi, compresi i carcerati politici.
Batasuna, Aralar, AB, ANV e Zutik rivendicano tutti i diritti che spettano ai carcerati ed esigono il loro rispetto e compimento, in consonanza con la volontà maggioritaria mostrata dalla società basca.
Espongono, di seguito, quei diritti, esigendo la libertà condizionale per chi abbia compiuto i ¾ idella condanna imposta; il diritto a stare in libertà dei prigionieri gravemente malati; il diritto a ricevere un trattamento degno; il diritto a studiare ed ad utilizzare, la loro lingua, l’euskara; il diritto a stare in Euskal Herria, vicino ai loro parenti; e la possibilità di sviluppare dibattiti politici tra i carcerati ed il diritto a riferirsi e prendere parte come collettivo o agente sociale nel processo di risoluzione del conflitto, come qualunque altra persona o agente sociale.
Rispetto agli impegni che manifestano di acquisire davanti ai cittadini baschi, i cinque partiti indipendentisti baschi insistono che si tratta di un compito che richiede la maggiore implicazione possibile: « grande il lavoro da realizzare affinché quei diritti siano rispettati e garantiti, ma siamo sicuri che la manifestazione del giorno 7 gennaio 2006 supporrà un passo nuovo ed importante in quel senso.
I firmatari del documento fecero affidamento sul fatto che la mobilitazione del sabato deve essere qualcosa di più che l’abituale manifestazione e deve cedere passo ad una dinamica più compromessa , al tempo che rimarcarono l’urgenza della situazione: È insostenibile che in un paese tanto piccolo Euskal Herria abbia circa 700 carcerati politici. Così una situazione non dovrebbe darsi attualmente, ancora meno in Europa.
Appoggi da molto diversi posti del mondo
Numerosi organismi internazionali hanno firmato il Manifesto di Ibaeta, nel quale si chiede il rimpatrio dei carcerati politici baschi ed il compimento dei loro diritti; tra essi, il riconoscimento dell’interlocuzione nominata dal Collettivo, libertà di mantenere relazioni con altri agenti, e l’opzione e libertà di partecipazione negli ambiti di dibattito e decisione delle quali si doti la società basca. Oltre ad aderire al manifesto sottoscritto da 34 agenti sindacali, sociali e giovanili, mostrano il loro appoggio alla manifestazione di questo sabato in Bilbo.
Dagli Stati Uniti, il Movimento Jericho di New York fa eco nella sua pagina web della creazione del Foro di Ibaeta, come delle sue richieste e della convocazione della manifestazione dietro la parola d’ordine Euskal presoak Euskal Herrira, dagozkien eskubideen jabe. Inoltre, dispone di un collegamento per firmare quel citato manifesto online. L’indio Leonard Peltier, imprigionato negli Stati Uniti da 1976 accusato di aver ammazzato due agenti del FBI, ed il Comitato per la sua Difesa (LPDC), la presidentessa delle Madri di Piazza di Maggio, Hebe de Bonafini, la presidentessa del comitato messicano Eureka, Rosario Ibarra, COISTE (associazione di ex carcerati politici dell’Irlanda), ADDAMEER (gruppo di solidarietà coi carcerati politici palestinesi), KHIAM (centro di riabilitazione per le vittime della tortura del Libano), il direttore di
Resumen Latinoamericano , Carlos Aznárez, il centro Tamil per i diritti umani o la Coordinatrice Continentale Bolivariana del Perù sono tra i firmatari.
I 29 agenti di ambito sindacale, sociale e giovanile riuniti in Ibaeta e firmatari del manifesto Eskubideak bermatzeko, konponbidea sustatzeko esigono quanto seguente dai governi spagnolo e francese.
· Fine della tortura ed i maltrattamenti.
· Fine degli isolamenti e le bastonature.
· Rispetto all’identità nazionale e culturale delle persone prigioniere.
· Assistenza sanitaria degna.
· Possibilità di essere visitati da medici di fiducia.
· Ritorno in libertà immediata per quanti sono gravemente malati.
· Fine degli interventi e restrizioni alla comunicazione.
· Libertà di comunicare in euskara.
· In quanto a persone basche, libertà e possibilità di uno sviluppo integrale in euskara.
· Fine degli impedimenti per lo studio.
· Deve essere possibile portare a capo studi in euskara.
· La donna prigioniera ha diritto ad essere madre in piena dignità.
· Eliminare gli ostacoli per la comunicazione col padre -
· Garantire la qualità di vita e dignità dei bambini e bambine nelle prigioni.
· L’applicazione della libertà condizionale per quelle prigioniere e carcerati che abbiano compiuto i ¾ o i 2/3 della condanna, secondo il codice penale applicato.
· L’applicazione delle redenzioni che corrispondano senza nessun tipo di discriminazione.
· L’immediata messa in libertà delle prigioniere e carcerati con malattie gravi ed incurabili.
IN QUANTO AL COLLETTIVO DI CARCERATI POLITICI, DIRITTO A VIVERE INSIEME ED IN
· Riconoscimento dell’interlocutore nominato dal Collettivo.
· Libertà, come Collettivo, di mantenere relazioni con altri agenti.
· Opzione e libertà di partecipazione negli ambiti di dibattito e decisione di cui si doti la società basca.