Esprimiamo la nostra solidarietà agli studenti di Roma
impegnati e mobilitati contro l’aggressione squadristica, la
falsificazione storica e che in cambio ricevono i fermi e gli
arresti dagli organi preposti di quello stesso Stato che ha
istituito la “Giornata del Ricordo” delle foibe e dell’esodo del 10
febbraio. Giornata che riabilita il fascismo passato e presente che
nel vostro striscione avete definito “odio e aggressione” e che ha
oppresso, represso, torturato, ucciso e precipitato nella guerra le
masse popolari e lavoratrici del nostro paese.
Quale che sia il nome che la canaglia fascista assume oggi, sul
piano istituzionale o militante, essa non ha mutato la sua sostanza
reazionaria e antipopolare.
Come Comitato promotore del Convegno “Foibe: la verità.
Contro il revisionismo storico”, tenutosi a Sesto San Giovanni (Mi)
il 9 febbraio scorso, abbiamo ritenuto “necessaria e importante la
riconquista della verità storica basata su quanto accaduto e
non su come gli eredi e ispiratori del nazifascismo vorrebbero
raccontarla”.
A fronte di una campagna che mira ad instaurare una vera e propria
egemonia politica e culturale è necessario superare
un’impostazione meramente difensiva della questione, con una
risposta politica determinata e documentata alle menzogne e alle
falsità di forze reazionarie e revisioniste.
In questi anni il revisionismo (da destra e da “sinistra”) ha fatto
carte false pur di deformare, falsificare e cancellare la storia.
Nel nome della pacificazione e della costruzione di un’artificiosa
“memoria condivisa” viene condotta una campagna di stravolgimento
della verità storica, tesa alla sistematica assoluzione del
fascismo e alla denigrazione di chi lo ha realmente combattuto – in
particolare dei comunisti, che ebbero un ruolo fondamentale
nell’antifascismo e nella Resistenza – arrivando alla vergogna di
mettere sullo stesso piano nazi-fascisti, repubblichini e
partigiani, combattenti per la libertà e oppressori o, peggio
ancora, presentando i carnefici come vittime e martiri e i
perseguitati come aggressori”.
Il lavoro che abbiamo finora condotto è in controtendenza,
sia nel merito della battaglia politica, che nel metodo che abbiamo
perseguito, negando il fare ognuno per sé e premiando la
logica di unire le forze per valorizzare l’esperienza, la
conoscenza, la militanza, la forza di organizzazioni, associazioni e
organismi di compagni e compagne, nella comune battaglia politica.
Il feroce attacco sferrato contro il movimento partigiano
organizzato e la Resistenza affinchè non viva come elemento
di coscienza, forza e prospettiva di una nuova società, deve
essere contrastato con una lotta capace di unire quello che la
borghesia e la sua manovalanza fascista e squadrista vuole divisi.
Il criminale di guerra generale Graziani (che non ha mai pagato per
i crimini in Jugoslavia e in Africa) dichiarò: “Non è
necessario vincere la guerra perché il fascismo e i fascisti
possano, sia pure dietro altre bandiere, salvarsi”.
La Resistenza non è mai finita, l’unico antifascismo è
quello militante!
29 maggio
2008
Comitato
promotore convegno “Foibe: la verità”