NEGAZIONISTA!
Negazionista, ecco la parola chiave. Il nuovo diavolo, il
nuovo fantasma che corre l'Europa, il mondo; altro che nichilista,
bolscevico,
inarco-insurrezionalista: ora la reazione ha trovato un nuovo
termine per criminalizzare chi non si omologa alla "vulgata di
regime".
Negazionista delle foibe, mi hanno definita (non solo me,
peraltro, sono in poca, ma buona compagnia). Ma io, cosa avrei
negato, alla fine dei conti?
Non ho negato che vi siano stati "infoibamenti" in Istria nel
settembre 1943. No, ho semplicemente citato i documenti che
dimostrano che gli
"infoibati" non sono stati "migliaia" ma circa trecento e non
più di cinquecento. Le fonti? Il rapporto del maresciallo
Harzarich, che operò i
recuperi, una lettera del federale fascista dell'Istria Bilucaglia
dell'aprile 1945.
Ho "negato", questo sì, che vi siano le prove delle
efferate torture e violenze carnali che vengono attribuite ai
partigiani nei confronti degli
"infoibati". Ho negato che il capo di don Tarticchio sia stato
circondato da una corona di spine e che i suoi genitali gli siano
stati messi in bocca,
perché il rapporto del recupero della sua salma non fa parola
di tutto ciò:
ma non ho mai "negato" che don Tarticchio sia stato gettato in una
foiba.
Non ho neppure negato che Norma Cossetto sia stata gettata in
una foiba, ho solo detto che il rapporto del recupero della sua
salma non parla di alcuna
traccia di violenza, come quelle che vengono descritte dai libri
(non ultimo quello di Frediano Sessi).
Ho negato, questo sì, che i racconti di Udovisi e
Radeticchio, che sostengono di essere sopravvissuti alla foiba,
siano attendibili: anche
perché ambedue descrivono la stessa vicenda, praticamente con
le stesse parole, però Udovisi racconta di avere salvato
Radeticchio, mentre
Radeticchio dichiara che Udovisi è morto nella foiba. Ho
negato che siano attendibili: mi si dimostri il contrario e
tornerò sulle mie opinioni.
Ho negato che a Basovizza siano state "infoibate" centinaia o
migliaia di persone: l'ho negato perché dai documenti (fonte
militare angloamericana e
archivio del Comune di Trieste) risulta che la foiba è stata
più volte svuotata, però negli archivi dei cimiteri
cittadini non c'è traccia di
questi recuperi e delle relative inumazioni. Ho posto dei dubbi, ho
chiesto che si esplorasse il pozzo: nessuno lo vuole fare
perché le cose devono
restare così come sono, non c'è posto per le
obiezioni.
Allora si dice che io non rispetto i morti, solo perché
sostengo (prove alla mano) che non sono morte tante persone come si
dice. Perché ho trovato
che negli elenchi degli "infoibati" sono stati inseriti anche caduti
partigiani o persone che proprio non erano morte, indipendentemente
dal
ruolo che avevano ricoperto sotto il nazifascismo. Marco Pirina, che
ha inserito tra gli "infoibati" tanti vivi eo tanti martiri della
Resistenza, o
il compianto Gaetano La Perna, che ha indicato come "ucciso dagli
jugoslavi" anche il questore di Fiume Palatucci, morto in un lager
nazista, loro li
rispettano i morti, invece?
Ma io sono "negazionista" perché mi permetto di dire
che sulla questione delle foibe sono state dette tante
falsità e che queste falsità sono
diventate una "leggenda metropolitana", un "mito", che viene usato a
scopo anticomunista, antipartigiano e soprattutto in funzione
razzista contro i
popoli della ex Jugoslavia, soprattutto Sloveni e Croati.
E dato che dico questo, mi si vuole impedire di parlare,
attribuendomi affermazioni che non ho fatto e stravolgendo le cose
che ho detto.
"Calunniare, insudiciare, ammazzare sono i metodi del
fascismo", ha scritto il cattolico Robert Merle. Spero caldamente
che non siamo ancora arrivati al
fascismo completo, perché i primi due metodi li stiamo
vivendo del tutto, in questi giorni del "ricordo" di febbraio 2007.
Ma, come diceva a suo tempo un alto funzionario dello Stato,
c'è un'unica cosa da fare: Resistere, Resistere, Resistere.